CHIESA PARROCCHIALE DEI SANTI PIETRO E PAOLO

- OLEGGIO -

GUIDA DELIA CHIESA

Estratto da "II Cittadino Oleggese" P. Augusto Mozzetti m. s. e.

Questa guida della chiesa parrocchiale di Oleggio risponde non solo alla richiesta di numerosi visitatori, ma anche a quella di molti Oleggesi. Il desiderio di conoscere meglio un edificio così imponente, è cresciuto in occasione del centenario antonelliano (1888 -1988) che ha indotto persone singole e gruppi di turisti a visitare le molte opere che l'Ardi. Alessandro Antonelli ha realizzato anche nei piccoli centri del novarese. >

Questa guida, ridotta all'essenziale, si articola in tre capitoli: ARCHITETTURA, ALTARI e TELE, VETRATE e DECORAZIONI. Si può così scegliere quello che più interessa.

1 - ARCHITETTURA

Chi, venendo da Novara o salendo dal Ticino, vede la chiesa parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo, resta impressionato dalla sua mole che emerge su tutte le case ed anche sull'imponente edificio che le sorge accanto, l'ex convento di San Rocco. Uno sguardo più

"attento farà poi notare un'architettura spoglia, alquanto pesante, e una mancanza di unità tra il corpo della chiesa e

' la parte terminale (cupola, abside e campanile) che resta più in basso. Due discorsi architettonici diversi, meno stridenti all'interno, che segnano un po' il destino artistico dell'Antonelli, quello di non riuscir mai, per cause a lui estranee. a realizzare un'opera cosi come l'aveva ideata. Lo tradiva l'audacia e il sogno rii grandiosità che portava a ripensamenti e a costi eccessivi.

Secondo il progetto, la muratura esterna era snellita da un finto porticato a colonne e finestroni, e l'edificio era concluso, ad oriente, con un campanile abissino che avrebbe contribuito al maggiore equilibrio dell'insieme. Ma non se ne fece nulla.

Progettista e Direttore dei lavori di questa chiesa fu quindi l'Architetto Alessandro Antonelli (1798-1888), su committenza dell'Arciprete don Giovanni Bertoni (1810-1892), per altro verso ardito e tenace come lui. La prima pietra fu posta il 14 agosto 1853. La nuova chiesa, dopo tante traversie, veniva benedetta e aperta al culto il 23 dicembre 1858. Dieci anni dopo, il 6 luglio 1868 era consacrala dal Vescovo Giaco

 

mo Filippo Gentile, quasi insieme al nuovo duomo di Novara, di cui riprende il progetto di massima. Il costo globale dell'opera fu di L. 290.710 i; 48 centesimi. Al pagamento di quella somma, assai rilevante per l'epoca, si poté arrivare con alcuni lasciti e contributi sostanziosi, con offerte delle Confraternite oleggesi, delle cappellanie frazionali, delle Corporazioni e della gente.

L'edificio è di stile neoclassico, a pianta basilicale, con tre navate, preceduto dal pronao, o portico, sorretto da quattro colonne di granito bianco, con base e capitello corinzio. Le colonne, come quelle interne, hanno alla base un diametro di cm. 150.Provengono dalle cave di Baveno, trasportate con barconi fino al porto di Oleggio e di lì, con carri speciali, condotte al cantiere. La ferrovia. inaugurata nel 1 S53. ha pure contribuito al trasporto dei materiali.

Entrando per il portone centrale (m 5x9), si resta avvinti dalla grandiosità dell'interno, cosi lineare ed ispirato a classica semplicità. L'immensa volta a botte s'innalza fino all'altezza di 30 metri. Ma, più che l'imponenza, si ammira l'accurato equilibrio dei particolari, eseguiti con garbo e precisione, frutto di un artigianale manuale difficilmente oggi reperibile.

Percorsa la navata centrale e passato l'arco di trionfo, si rinnova la sorpresa avuta all'esterno. La crociera è sormontata da una cupola più bassa della navata. Costruita in stile barocchetto nel 1734, doveva essere conservata. L'An

Interno della chiesa parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo

tonelli quindi, dopo aver rinunciato ad un primo progetto a pianta circolare, ha dovuto modificare anche quello basilicale, per adattarsi ad elementi preesistenti che aveva dovuto risparmiare nella demolizione della vecchia e pericolante chiesa della metà del '500. Così, lo stesso architetto che, nella perizia del 1845, aveva osservato che "la struttura originaria della (vecchia) chiesa (gotica) mal s'accordava col nuovo presbiterio e coro dello scorso secolo", si trova adesso, suo malgrado, a raccordare neoclassico e barocco su quote diverse.

Ha cercato così di armonizzare il nuovo con l'antico, trasformando in colonne i pilastri della cupola e costruendo l'abside al di là del coro ligneo (1735) ora isolato, per dare all'edificio lo sfondo massimo consentito dallo spazio disponibile sulla collina. La chiesa rag

giunge, in questo modo, la lunghezza di m. 64,20 ma, nonostante tutti gli accorgimenti davvero geniali, resta il disagio di una mancata unità architettonica. Questo però lo scopriranno soltanto gli intenditori.

Sul piano pratico, è meglio così, perché se tutto si fosse realizzato secondo le idee antonelliane, improntate all'arditezza spaziale e alla sfida tecnica portata alle possibilità estreme, si avrebbero tante preoccupazioni in più su quelle già pesanti della conservazione e dell'ordinaria manutenzione. Nonostante tutto, questa chiesa è un'opera di notevole importanza che non lascia indifferente nessuno. E' fedele espressione di un'epoca e felice, anche se travagliata, creazione di un architetto che, di quell'epoca, fu il migliore.

2 - ALTARI E TELE

Oltrepassato l'immenso portone di mq. 45, costruito in legno di noce, a 4 .ante, con pannelli di cm. 82 di larghezza, ricavati da un'unica tavola e con le ferramenta disegnate dall'Antonelli, s'inizia da destra la visita degli altari che, , con quello maggiore, sono dieci. Alcuni *'.: • provengono dall'antica chiesa dei Santi Fabiano e Sebastiano, demolita nel F8-54 per ampliare la piazza antistante.. ' Su questa piazza sorgono ancora altre " tre chiese appartenenti alle Confraternite di S.Croce, del Ss. Nome di Gesù e dell'Annunciata.

1 - S.GIO VANNI BOSCO con la pala raffigurante il Santo tra i giovani. Fu costruito, con le offerte della popolazione, e consacrato nel 1946, in ringraziamento per la pace riavuta dopo la seconda guerra mondiale. E' l'altare dell'associazione "Amici di S.Giovanni Bosco". A lato, una tela del '700 raffigurante il Calvario.

2 - S.CATERINA D'ALESSANDRIA E S.FRANCESCO SAVERIO con pala attribuita a Carlo Francesco Nuvolone (1661). E' l'altare più povero della chiesa. Non per niente c'è la statua di Sant'Antonio da Padova in atto di chiedere il pane dei poveri. Ai lati, le due statue secentesche di S. Rocco e di S.Sebastiano provenienti, con ogni probabilità, dalle omonime chiese non più esistenti. 3 - NOSTRA SIGNORA DEL S.CUO-RE. Altare in stile neoclassico costruito, come quello che gli è dinanzi, nel 1893. La statua in legno, come quella del S.Cuore, è del 1898.

 

4 - S.GIOVANNI BATTISTA E S.GIOVANNI EVANGELISTA. La

pala di Bernardino Lanino (1512 -1583) raffigura la Madonna con il Bambino tra i due Santi titolari. In ginocchio è lo sconosciuto donatore. Sotto la pala, una riproduzione del "Bambino di Praga". Ai lati, le statue di S.Vincenzo de' Paoli e di S. Luigi Gonzaga. .

5 - ALTARE DEL CROCIFISSO, in

marmi variegati con intarsi. E' sormontato dal "Calvario" (artigianato piemontese del 1898). Ai lati, le statue di S.Francesco d'Assisi e di S.Filippo Neri. Sul muro, un telerò del '600 con un Santo (Antonio da Padova?) in adorazione, a cui appare il Bambino Gesù proveniente dall'ostensorio. Sotto, una lapide del 1864, con borchie e lettere dorate, ricorda Rosa Rosari dal cui lascito prese avvio la costruzione della chiesa.

La statua di S.Pietro in trono con il piede di bronzo, imitazione di quella che è nella basilica vaticana, è stata portata da Roma nel 1903.

Passando alla navata sinistra:

6 - MADONNA DEL S.ROSARIO.

Altare assai bello, in ottimo stile barocco, come quello del Crocifisso, pregevole per la varietà dei marmi e per l'equilibrio tra le parti che lo compongono. I due altari, veri gioielli tra tutti gli altri, provengono, nelle strutture essenziali, da precedenti chiese e, da abili artigiani, furono sapientemente completati e adattati al nuovo tempio, prima della sua consacrazione.

Sotto la statua della Madonna si conservano le reliquie di S.Vitale Martire.

- Sul muro a fianco, un altro telerò (i-gnoto del '600) raffigurante S.Caterina "'•' che riceve la comunione da Gesù, mentre un sacerdote celebra la Messa. Forse • richiama il miracolo delle particele conservate intatte a S.Domenico di Siena. Sotto di esso, la lapide commemorativa della consacrazione della chiesa (1868).

7 - ALTARE DI S.GIUSEPPE. La pala del 1903, raffigurante il transito del Santo, è del pittore oleggese Paolo Bruni. A lato, le statue di S.Gioacchino e di Sant'Anna.

8 - S.CUORE DI GESÙ'. Altare contemporaneo e dello stesso stile di quello che gli è di fronte.

9 - ANGELO CUSTODE e ANIME DEL PURGATORIO. La pala del 1894 è di Luigi Morgari, pittore torinese, cui si devono anche le 14 stazioni della VIA CRUCIS dipinte su tela.

- Segue il monumento all'Are. Giovanni Bertotti, inaugurato il 27-6-1893, e il sarcofago (1958) del Vescovo missionario oleggese ENRICO S.VERJUS morto, come il Bertotti, nel 1892, in concetto di santità. Riposa vicino al fonte battesimale in cui diventò cristiano il 26- 5-1860.

- BATTISTERO, esistente già nella vecchia chiesa prima del 1820. Sul muro si ammira ^IMMACOLATA CONCEZIONE" di Pier Francesco Mazzuc-chelli, detto il Morazzone (1571 -1626).

- In alto, sopra le due porte laterali, sono esposti due TELERI raffiguranti miracoli del Ss. Sacramento. Fanno parte di una serie di nove grandi tele (m. 2 x

 

2,70) a soggetto eucaristico, della Confraternita del "Corpus Domini" fondata alla metà del '500 per l'incremento del culto eucaristico e il decoro della liturgia. Altre due sono quelle già viste a lato degli altari di S.Croce e del Rosario. Le rimanenti sono conservate altrove.

* * *

Percorrendo poi la navata centrale, si arriva all'altare maggiore dedicato ai SANTI PATRONI PIETRO E PAOLO.

Composizione in marmi vari di notevole elevatura artistica, su progetto dell'architetto milanese Alfonso Parrocchetti, realizzata da marmisti novaresi e da artigiani del ferro lombardi. Quest'altare fu costruito tra il 1896 e il 1899. Dal baldacchino che lo sovrasta scendevano ampi tendaggi, oggi non più in uso.

Dietro l'altare c'è il CORO semicircolare, con stalli di noce su tré ordini e l'elegante badalone per la lettura comune. E' del 1733 e segna la parte terminale della precedente chiesa.

- Lungo l'ambulacro che corre tra il coro e il fondo dell'abside, si vedono lavori in legno del 1900: un altarino con la Madonna Immacolata e le Sante Agnese e Ber-nardetta; un altro della Madonna di Pompei con S.Domenico e Santa Rosa da Lima. Al centro, dietro un'artistica cancellata che nascondeva una volta le corde delle campane, un tavolo di servizio liturgico sormontato da un'antica tela con il raro soggetto della Presentazione di Maria Bambina al tempio.

- Da notare, su una delle due cantorie, PORGANO "Bernasconi" costruito nel 1879 e restaurato nel 1983.

3 - VETRATE E DECORAZIONI

"Che belle vetrate!", è l'esclamazione abituale di chiunque visita questa chiesa, "che belle vetrate che ci sono!" Non è facile trovare uà chiesa grande in cui

•,tutti i finestroni siano provvisti di vetri istoriati. La particolarità si deve all'in-.Contro di due anime profondamente rè- • ligiose e sensibili a questo tipo di arte, fatto di modulazione di luce che riscalda l'ambiente ed eleva lo spirito: il pft-".•tore vetraio milanese Giovanni da Rè, • che voleva lasciare in questa chiesa un ciclo completo di opere uscite dalla sua "Casa d'Arte", e l'arciprete Gaudenzio Manuelli, poi Vescovo di Anagni, che a

•questo ciclo dette l'avvio con la posa .della vetrata più grande.

Entrando in chiesa vediamo, al di sopra dei cornicioni delle navate laterali, sette grandi vetrate a destra ed altrettante a sinistra. Le prime descrivono episodi dell'Antico Testamento, le seconde, del Nuovo, tutti incentrati sulla persona di Gesù Cristo. Le prime due, sugli altari del Crocifisso e del S. Rosario, sono dedicate ai titolari della chiesa, i Santi Pietro e Paolo.

Ogni fìnestrone ha una luce di circa mq 8. L'ordinazione e la posa delle vetrate iniziò nel 1928 e si protrasse per tutti gli anni '30. Vari benefattori, il cui nome figura nel riquadro in basso, ne sostennero la spesa. L'ultima, sulla controfacciata a destra, essendo morto Giovanni da Rè nel 1943, è del figlio Guglielmo. La mano è evidentemente diversa ed è datata 1959 (Parroco e Parrocchiani).

 

Cominciando da destra, vediamole per ordine:

1 - Conversione di Saulo (At. 9,1-19)

II persecutore dei cristiani cade da cavallo e Gesù dall'alto gli dice "perché mi perseguiti". (Dono del Terz'Ordine francescano).

2 - Caino uccide Abele (Gn. 4,1-12)

In un lontano avvenire,, la malvagità umana darà cosi la morte al Redentore, il Giusto.

3 - Mosè fa scaturire l'acqua dalla roccia (Es. 17,1-7)

Dio provvido non abbandona il suo popolo. 4-11 sacrifìcio di Isacco (Gn. 22,1-19)

Evidente riferimento al sacrificio di Gesù.

5 - Elia nutrito dal corvo (Rè, 17,1-6)

II cibo e la bevanda che Dio fa avere nel deserto al suo profeta fedele, sono annuncio dell'Eucaristia.

6 - Melchisedech e Abramo (Gn. 14,18-20)

II rè di.salem (pace), offrendo pane e vino, è figura del sacerdozio regale di Cristo. 7 - La manna nel deserto (Es. 16,11-18)

Altro evidente simbolo dell'Eucaristia.

* * *

Guardando a sinistra:

1 - Pietro salvato dalle acque (Mt. 14,22-33)

2 - Gesù e i bambini (Mt. 19,13-15)

3 - Gesù e la Samaritana (Gio. 4,4-42)

4 - II buon pastore (Gio. 10,1-18)

5 - Moltiplicazione dei pani (Mt. 14,13-21)

6 - Discorso della montagna (Mt. 5,1-12)

7 - La pesca miracolosa (Gio. 21,1-14)

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- Dal centro della chiesa, guardiamo ora in alto, sul timpano della controfaccia-tà: II grande vano e tutto occupato dalla vetrata II trionfo dell'Eucaristia, voluta a ricordo del Congresso Eucaristico Diocesano celebrato a Oleggio il 26-27 agosto-1922 e là collocata nel 1927, anno in cui era ritenuta la vetrata più grande del mondo (mq 72,50), dal costo stracciato di L. 30.000.

La composizione è studiata in funzione dello spazio disponibile. Al Ss. Sacramento posto in alto, sull'altare, fanno corona, insieme ai grandi Padri e Dottori della Chiesa, tutti i Santi e Beati novaresi.

- Più in basso, inserita nella bussola, "L'ultima Cena", suggestiva raffigurazione di Gesù a tavola con gli Apostoli.

- Sopra l'arco di trionfo c'è il grande fì-nestrone rotondo chiuso dalla vetrata con "Angeli in adorazione".

- Avviandoci verso il presbiterio, si vede l'abside illuminata da tré finestroni con vetrate di altra mano e assai più modeste, con le figure del "S.Cuore" tra "Santa Cecilia" e "Santa Felicita".

- Più belli sono gli 8 "Angeli Osannanti"

che si stagliano sulle altrettanti luci della cupola.

* * *

Per quel che riguarda pittura e decorazioni, ci si deve fermare nella parte

terminale della chiesa. Secondo il progetto originario, anche la volta della navata centrale doveva essere completamente affrescata, ma, oltre alla riquadratura in tonalità grigie, non se ne fece nulla.

- La calotta della cupola settecentesca è tutta occupata da un affresco di autore ignoto. Alcuni angeli scostano un grande manto azzurro che raffigura il firmamento, e fanno vedere il paradiso con la Ss. Trinità e la Vergine Maria nella gloria dei Santi.

- Altre belle composizioni si ammirano nell'intradosso degli arconi.

- Il catino dell'abside è magnificamente ricoperto (1889) di decorazioni di Pietro Elia e Giovanni Minoja e di pitture di luigi Morgari. Queste ultime, distribuite in 7 vele, rappresentano al centro II Primato di Pietro (Tu es Petrus) e, ai lati, due a due, sono raffigurati gli altri Apostoli con Paolo.

- Al di sopra e ai lati delle cantorie tra una fastosa decorazione, sono da notare "I quattro grandi Profeti" dipinti in monocromia e "Gli Arcangeli" di buona fattura policroma

- Cantoria dell'organo: sopra, Isaia ed Ezechiele, ai lati, Raffaele e Michele; seconda cantoria: sopra. Geremia e Daniele, ai lati, Gabriele e l'Angelo Custode.

Altre chiese oleggesi di notevole interesse

• BASILICA DIS. MICHELE al cimitero. Chiesa sorta intorno al 1000, di straordinario interesse storico e artistico, con affreschi e cicli pittorici del sec. XI-XII.

• SANTUARIO della B.V. ASSUNTA, in frazione Loreto. Chiesa a 3 navate, con facciata attr. a Pellegrino Tibaldi (1527 -1596), ricca di pregevoli tele.

• CHIESA di S.MARIA, in Via Pozzolo. E' del sec. XVI. Sede dei si-. mulacri e "misteri" per la processione del Venerdì Santo.

• ORATORIO della B.V. ANNUNCIATA al Galnago. Risale, nella parte più antica, al sec. X. Affreschi, in parte scomparsi, che vanno dal sec. XIV al sec. XVI.

• ORATORIO della NATIVITÀ' di M.V. al Gaggiolo, con interessanti cicli pittorici dei sec. XV-XVI.

Chiesa parrocchiale, vetrata dell'Ultima Cena