Lanzarote
(Canarie)
Partito da pochi minuti da Malpensa, con un misto di curiosità e paura a bordo del primo aereo della mia vita, guardo dal finestrino le Alpi che s'intravedono sotto le nuvole.
Cerco di fissare nella mente tutto quello che da qui si può osservare, le nubi bianchissime che prima piatte e sottili, improvvisamente si stagliano in altezza assumendo le forme più stravaganti, il colore del cielo che mai avrei immaginato di un blu così acceso (visto dalla terra, in piena pianura padana, ha sempre un colore sbiadito!).
Ripasso la geografia man mano che, come in televisione, compare dal finestrino <<ecco le alpi>>, <<siamo sopra la Francia>> ,<<i Pirenei>>, <<la Spagna>>, <<lo stretto di Gibilterra e il Marocco>>...
Finalmente dopo tre ore di ripasso geografico, l'aereo inizia la discesa, a quel punto, avvertendo l'inaspettato vuoto d'aria, ho un piccolo sussulto, colto dal mio vicino di posto che, chiamando la moglie seduta cinque file più avanti, urlando dice: << Qui ci sono due che volano per la prima volta!>>.
Superato l'attimo di popolarità e d'imbarazzo seguente all'ilarità degli altri passeggeri e ormai abituato alla sensazione di vuoto causata dalla discesa, guardo nuovamente dal finestrino e distinguo in lontananza la pista dell'aeroporto.
Come bambini alla prima gita fuori casa, anche noi passiamo da un'emozione all'altra e dopo il volo aereo, restiamo favorevolmente colpiti anche dalla hall dell'albergo che ospita al suo interno un piccolo parco con tanto di palme vere.
Non passa inosservata neanche l'imponente struttura esterna ma quello che più desta la nostra meraviglia è il sontuoso Buffet preparato per il pranzo.
I primi giorni di soggiorno passano tranquilli fino a che le fasi eliminatorie dei mondiali di calcio sanciscono lo scontro diretto tra Italia e Spagna.
L'atmosfera cambia, aumenta l'agitazione tra turisti e personale dell'albergo, le battute si fanno via via più pressanti fino al giorno del grande incontro.
Comincia la partita, l'albergo è deserto, tutti gli spagnoli esono rinchiusi nella sala Tv, mentre gli italiani, in camera, guardano la Televisione via satellite.
Finita la partita con la vittoria della nostra nazionale, pian pianino gli italiani escono dalle camere e scrutando in volto gli altri ospiti dell'albergo, prima timidamente e poi sempre più spavaldamente riprendono possesso della sala pranzo.
Arrivato finalmente il giorno dedicato al tour dell'isola, in pullman si parte verso il parco del vulcano Timanfaja.
Scopriamo così che l'isola è nata da un'eruzione vulcanica che ha modellato il paesaggio con un'atmosfera lunare, con scarsa vegetazione e colline dalle variopinte sfumature.
Gli agricoltori locali hanno cercato di coltivare questo terreno fertile, ma continuamente spazzato dai venti, proteggendo le colture (le viti sono coltivate in buche del terreno circondate da massi, il mais di bassissima statura è in ogni modo piegato nella direzione dei venti dominanti).
I venti non sono però una presenza dannosa per l'isola perché grazie a loro la temperatura è pressoché costante tutto l'anno.
Dai venti si ricava anche l'energia elettrica e i venti sono stati sfruttati anche dall'artista locale Cesar Manrique, che oltre a discutibili colorazioni paesaggistiche, ha realizzato sculture, dislocate in tutta l'isola, che si muovono ad ogni folata di vento.
Eccoci ora sulla sommità del vulcano dove le guardie del parco ci dimostrano la temperatura del suolo gettando, in una piccola buca del terreno, un poco di paglia che a contatto del terreno subito s'incendia.
Gli esperimenti continuano con dell'acqua versata in una buca più profonda, che subito ritorna in superficie sotto forma di getto di vapore.
Ma la cosa più originale è un barbecue che per cuocere la carne utilizza esclusivamente il calore del vulcano.
La giornata prosegue con l'immancabile giro in cammello che ci consente di immergerci in un modo sicuramente caratteristico in questo ambiente affascinante ma inospitale.
E' comunque in prossimità del mare che il territorio mostra tutto il suo fascino e si trasforma in qualcosa di veramente unico al mondo, grazie alle stravaganti formazioni rocciose o ai microrganismi che colorano le piccole pozze di acqua.