(Firenze 1469-1527), scrittore, storico, statista e filosofo
italiano. Nato da un'antica ma decaduta famiglia, studiò grammatica e abaco, e
fin dall'adolescenza ebbe dimestichezza con i classici latini. Iniziò la sua
carriera in seno al governo della repubblica fiorentina alla caduta di Girolamo
Savonarola. Eletto gonfaloniere Pier Soderini, Machiavelli divenne dapprima
segretario della seconda cancelleria e, in seguito, segretario del consiglio dei
Dieci. Svolse delicate missioni diplomatiche presso la corte di Francia (1504,
1510-11), la Santa Sede (1506) e la corte imperiale di Germania (1507-1508), e
tenne le comunicazioni ufficiali fra gli organi di governo centrali e gli
ambasciatori e funzionari dell'esercito impegnati presso le corti straniere o
nel territorio fiorentino.
Le
missioni diplomatiche in ambito italiano gli diedero l'opportunità di conoscere
molti principi e osservarne da vicino le differenze di governo e d'indirizzo
politico; Machiavelli mostrò particolare interesse per l'astuzia politica e il
pugno di ferro mostrati da Cesare Borgia, che aveva da poco costituito un
dominio personale incentrato su Urbino. Si occupò, dal 1503 al 1506,
dell'organizzazione dell'esercito della repubblica di Firenze, superando forti
opposizioni. Machiavelli, contrario alle milizie mercenarie, scelse infatti di
arruolare soldati provenienti dalla città e dalle campagne fiorentine, certo
che questi sarebbero stati sempre pronti a battersi in difesa della proprie
terre. Inoltre, egli svolse un ruolo importante nella riconquista di Pisa (1509)
– dopo più di 15 anni di ribellione – e rappresentò la repubblica in
occasione di azioni diplomatiche e militari dove agì in favore di papa Giulio
II. Nel
1512 i Medici, sostenuti dall'esercito spagnolo, rientrarono a Firenze e, dopo
un breve interregno, ripresero il controllo della città. Machiavelli venne
rimosso dai suoi incarichi di governo e condannato a un anno di confino nel
territorio fiorentino. L'anno successivo, accusato di aver preso parte a una
congiura ordita contro i Medici, fu imprigionato. Quando Giovanni de' Medici
venne eletto al soglio pontificio con il nome di Leone X, a Firenze fu
proclamata un'amnistia e anche Machiavelli venne scarcerato. Dopo il suo
rilascio si ritirò con la famiglia nella casa di campagna dell'Albergaccio,
vicino a San Casciano, dove scrisse i suoi più importanti lavori letterari.
Nonostante
i suoi tentativi di guadagnarsi il favore dei membri della famiglia Medici,
Machiavelli non ottenne più in seno al governo la posizione preminente che
aveva occupato in passato, anche se venne incaricato di svolgere alcune missioni
di carattere diplomatico e militare. Fra queste, ricordiamo la visita al
Capitolo dei frati minori di Carpi (1521), che rinsaldò l'amicizia con
Francesco Guicciardini, allora governatore di Modena, e l'incarico di seguire
come organizzatore della milizia e ambasciatore nell'Italia settentrionale le
vicende belliche fra l'imperatore Carlo V e la lega formata da Firenze, il papa,
i francesi e i veneziani. Nel 1527 la Repubblica fiorentina fu temporaneamente
restaurata; Machiavelli sperò in un nuovo incarico di governo, ma i
repubblicani lo ritennero troppo legato ai Medici e non vollero richiamarlo.
OPERE DI NICCOLO’ MACHIAVELLI
Durante l’attività di Scrive la vita di Legge la storia Scrive 3
diplomatico della un capitano di romana di Tito commedie
Repubblica Oligarchica ventura Castrucci Livio e scrive - la clizia
di Pier Soderini Castracani di i discorsi sulla - l’andria
scrive delle osservazioni Luccani prima deca di - la mandragola
sulle
cose viste in
Tito Livio
Spagna Francia Germania
Il principe L’arte della guerra Historia
in 26 capitoli in 3 libri fiorentina
La grande attività di scrittore ha inizio dopo
l’esilio. E’proprio durante l’esilio che Machiavelli legge la storia
romana di Tito Livio, considerato il maggior storico romano.
La storia romana si divide in 4 parti:
- monarchia
- repubblica, che dura fino a Cesare Ottaviano
Augusto
- imperialismo, la nascita dell’impero è deciso
da Ottaviano Augusto
- crisi dell’impero, a cui seguono le invasioni
barbariche.
Si è venuti a conoscenza dei libri di Tito Livio grazie
alle scoperte umaniste, vengono scoperti soltanto 10 libri (1°deca).
E durante la sua attività di ambasciatore che
Machiavelli riesce ad impossessarsene. Nel 1513 inizia a scrivere il discorso
della 1° deca. In una lettera (1530) a Francesco Vettori racconta perché ha
interrotto la prima deca di Tito per scrivere invece IL Principe. M. comprende
che negli anni della Repubblica nessuno parla della possibilità di rendere
l’Italia una nazione.
Il principe viene pensato come uomo politico che potrebbe
avere la capacità di costruire uno stato, anche se monarchico. Una volta
costituito lo stato si deve sperimentare la Repubblica o il Principato.
Con M. nasce il primo trattato di scienza politica. (26
cap. Il Principe, La Vita nova, Poetica Aristotelica).
FIRENZE AL TEMPO DI MACHIAVELLI
- Esperienza signorile di Lorenzo dei Medici (sviluppo dell’attività artistica fiorentina , uomo - politico, poeta, mecenate)
- Esperienza della Repubblica democratica del Savanarola (1494-1498)
- Esperienza della Repubblica oligarchica di Pier Soderini, durante la quale Machiavelli fu ambasciatore e diplomatico
- (1513) Caduta della Repubblica oligarchica, ritorno dei Medici, esilio di Machiavelli, durante il quale scrive il PRINCIPE
I due trattati che rappresentano il nostro Rinascimento sono:
Il Cortigiano Il Principe
di Baldassar Castiglione di Machiavelli
Il luogo che rappresentano è la corte
Lo storico che descrive questi anni (1450-1550) è il GUICCIARDINI, nella sua monumentale opera storica
LA STORIA D’ITALIA
Guicciardini
è anche autore dei RICORDI.
Dante nel De Monarchia auspicava l’unità dell’Italia
sotto un monarco. Machiavelli è meno tapico, e desiderava un uomo capace di
guidare una nazione; per M. prima veniva l’unità politica; poi quella
economica. Nella dedica M. se la prende con quegli attori che per ingraziarsi il
proprio mecenata ne esaltavano le qualità. Ma poiché M. si trova in esilio e
non ha mecenate, non è tenuto a farlo.
Nel 1° cap. del principe si evidenziano due forme di
potere: quello repubblicano e quello del principe (principato) oltre alla sua
importanza politica, l’opera del M. ha anche un’importanza linguistica:
infatti la prima grande prosa di arte nasce proprio con M. che si attiene sempre
a quelle che sono le problematiche reali.
Alla base del Rinascimento c’è anche l’imitazione
che finisce col diventare una vera e propria arte. Nei principati nuovi secondo
M. si arriva o con la fortuna o con la virtù, e affinché si possa continuare a
mantenere il principato, si deve:
- governarlo di persona
- farsi pagare per lasciarlo libero
- distruggerlo.
Modelli dei
principati virtuosi.
MOSE’ 1° guida del popolo ebraico
CIRO re dei persiani
TESEO re di Creta
ROMOLO fondatore di Roma