LA LAUDA

Ha origine dai ritmi latini che arricchivano l’ufficio divino in particolare feste; proprio attraverso la produzione dei primi ritmi in volgare, la lauda iniziò a prendere una certa fisionomia, dividendosi dal contesto liturgico. Gli antecedenti liturgici latini delle laude si trovano nell’alleluia della messa, nel mattino o notturno dell’ufficio canonico, e ancora nei salmi e Gloria, mentre dal 1260 la lauda iniziò la sua storia esplicita: il moto dei disciplinati, promosso da frate Ranieri Fasani, che prediceva calamità a chi non si fosse pubblicamente umiliato, portò allo sviluppo dei nuovi canti orali in volgare, che vennero tramandati prima oralmente e poi anche in testi scritti. Successivamente si diversificarono anche i toni e i motivi ispiratori delle laude; in base alla struttura si dividevano in laude liriche e drammatiche, mentre in base agli argomenti trattati e alla funzione liturgica, si dividevano in laude pasquali (liturgia dei santi) e passionali (liturgia della Quaresima e della settimana di Maria). L’elaborazione delle laude, portò al passaggio dai laudari anonimi, ai laudari personali. Il numero dei laudari pervenutici ammonta a circa 200, e in alcuni casi, oltre ai testi ci è giunta anche la melodia di accompagnamento. La caratteristica che accomuna ogni forma d’arte medioevale, è la spontaneità, che nasce dal contatto con la propria realtà storico - politica. L’arte deve essere lo «specchio» del tempo in cui vive. L’artista è un inventore di linguaggio, è colui che crea dal nulla con i suoi soli mezzi espressivi (vedi Picasso)

 

Donna de Paradiso di Iacopone da Todi

Si tratta di una lauda dialogata a più voci molto antica, e rappresenta un precedente per la lauda drammatica teatrale che si svilupperà nel 300 e 400. Si narrano le ultime fasi di vita di Cristo, in modo particolare il calvario, la crocifissione, e il dolore straziante e inconsolabile di Maria. Il momento della crocifissione si trova a metà dell’opera per sottolineare il tema della passione, e il numero delle strofe è uguale all’età di Cristo.

In questa lauda bisogna cogliere l’aspetto umano, compare un coro e la figura del nunzio, cioè colui che comunica una notizia o bella o brutta; in questo caso questa figura è ricoperta da Giovanni Evangelista che porta la brutta notizia della cattura di Cristo (tema evangelico. E’ uno dei capolavori assoluti del tempo, che trae la materia dai sacri testi (vangeli del vecchio testamento) e che è divenuto un mezzo linguistico straordinario (traduce da ebraico e greco); esiste un materiale mitologico che appartiene al «soprannaturale» inteso come carattere mitologico soppiantato dalla mitologia cristiana, facendo nascere cosi una nuova mitologia. La cultura medioevale ricerca un suo soprannaturale e poi lo realizza (vedi Cristo di Cimabue che è l’immagine della sofferenza). In questa lauda conta molto la sofferenza della madre, che non comprende perché si voglia condannare il figlio, ma poi capisce che si sta avverando la profezia, che lo vedeva morto a 33 anni. Inoltre ci sono tutti gli elementi di un piccolo dramma (passione, sofferenza, cori) e la lingua è immediata e semplice.

 

DOMENICANI E FRANCESCANI

Nel XIII secolo nacquero dei movimenti religiosi che avevano come obiettivo la riforma della chiesa in senso antimondano. In alcuni casi si trattava di movimenti ereticali (albigesi e patarini), in altri di movimenti in sospetto di eresia (gioachimiti); opposti a questi sorsero due grandi ordini monastici: quello dei frati predicatori (o domenicani) e quello dei frati minori (o francescani). Il primo fu fondato dallo spagnolo san Domenico di Guzmàn (riconosciuto nel 1216 da papa Onorio III), e si proponeva di convertire gli eretici e diffondere il messaggio cristiano. Il secondo fu fondato da san Francesco d’Assisi, e si proponeva la predicazione evangelica verso gli umili e su una idea di religione come amore mistico verso Dio.

 

Il Cantico di Frate Sole

E’ stato composto nel 1224 ed è scritto in una forma «illustre» di volgare umbro e progettato per un’esecuzione musicale. San Francesco è più un poeta che un frate, ed in questa opera è riuscito a sintetizzare il concetto della potenza di Dio col concetto di fratellanza, che è esteso a tutti (animali compresi), e che è trattato anche nel Vangelo, come manifestazione dell’amore di Dio per tutto ciò che è portatore di un valore positivo.

 

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