(ciclo carolingio)                                                             (ciclo bretone e arturiano)

IL GENERE EPICO              IL GENERE LIRICO        IL GENERE NARRATIVO

«La Chanson de Roland»     La poesia trobadorica          Nella forma del Romanzo e

scritta da un certo                  (A. Cappellano teorizza       quella delle Novelle.

Turoldo, che tratta di              le varie forme d’amore)     * Tristano e Isotta (grande

un episodio della guerra                                                        storia d’amore e di filtri

tra Carlo Magno e i Saraceni                                                magici)

                                                                                                * Perceval (romanzo di

                                                                                                   impronta spirituale)

                                                                                                *Lancillotto e Ginevra

                                                                                                 (romanzo di adulterio)

 

Sia il poema epico che il romanzo, dal punto di vista narrativo, raccontano una storia, ma mentre il poema epico adopera i versi (in particolare l’ottava), il romanzo è scritto in prosa. Il romanzo tratta vicende individuali e il tema amoroso; il poema epico tratta invece di imprese militari collettive ed il tema amoroso è meno presente. Manca ancora il genere drammatico perché legato alla vita cristiana. Nel 1100 nasce il teatro liturgico e la poesia liturgica, ma anche la pittura religiosa con Cimabue, maestro di Giotto, che si recava nella bottega (forma di scuola sperimentale pratica). Il dramma classico è fondato sulla tragedia, che è irrazionale ed è voluta dal destino; nel dramma cristiano, che è meno tragico, c’è sempre la salvezza. Il  1° poema epico dell’occidente europeo è la Chanson de Roland, che si presenta come un genere nuovo, ed ha la stessa validità dell’Iliade e dell’Odissea. Il linguaggio è semplice, naturale, ripetitivo quasi a sottolineare i propri valori. Per avere un grande poema epico, è importante che sullo sfondo venga rappresentata una guerra, di cui viene raccontata solo l’aspetto sintomatico. Entriamo nell’epoca di quei paladini che dalla Chanson arriva fino a Calvino. La finalità di quest’opera, è di raggiungere uno strato, così che poi i suoi lettori divengano dei narratori, che aggiungeranno sempre qualcosa di nuovo, che verrà poi annotato nei cantori (di carattere popolare).

 

Il cronista è testimone di un avvenimento, lo storico invece deve ricostruire nel tempo attraverso dei documenti tutto ciò che è accaduto. Il compito dell’artista è di rendere la verità verosimile, poiché viene mischiata con la fantasia. La lotta di Roncisvalle nel 774 - 776 è realmente accaduta, ma il racconto viene scritto 4 secoli dopo. Un fatto tragico e affascinante, tanto da diventare leggenda. Gli eroi diventano tali quando sono soggetti di una leggenda; i testimoni non sono sempre creatori di una leggenda, ma spesso lo sono quelli che vengono dopo.

CHANSON DE ROLAND

La versione originale risale al 1180 circa, ma la versione più antica risale alla prima metà del XII secolo. L’opera si pensa che sia stata scritta da un chierico, un certo Turoldo. Questo poema appartiene al genere della n»Chanson de geste», e nasce con lo spirito di rendere popolari le gesta di Carlo Magno. La composizione presenta solo avventure, mentre l’amore è solo marginale. Il linguaggio è rudimentale. La fonte del poema è data da una biografia di C. Magno, scritto da Eginardo (VITA KAROLI), e dalla storia del regno dei Franchi.

L’opera può essere suddivisa in 3 nuclei principali:

* il tradimento

* la morte di Rolando

·        la vendetta, che faceva già parte della tragedia classica, e rappresenta la base do partenza dell’opera; la vendetta crea il pathos, che è la partecipazione e la commozione. In un poema è determinante la ripetizione, che crea una certa musicalità.

TRAMA

Dopo lunghi anni di guerra con i mussulmani, C. Magno deve decidere se accettare l’offerta di pace fattagli da Marsilio, emiro di Saragozza. Rolando è propenso a rifiutare l’offerta e a combattere contro i saraceni, mentre il suo patrigno Gano, vorrebbe accettare l’offerta di pace, anche se con dei compromessi.

Alla fine si decide di mandare un messaggio a Marsilio: da qui nasce l’equivoco, infatti Rolando designa l’incarico al patrigno, perché lo ritiene il più saggio ed adeguato, ma poiché i messaggeri precedenti non sono più tornati, Gano crede che lo stia mandando a morte di proposito. L’odio per il figliastro è così profondo, che Gano tradisce il suo signore, Sarà lui stesso a far si che l’imperatore si avvii con buona parte dell’esercito verso la Francia, mentre Rolando a capo della retroguardia vicino alla gola di Roncisvalle, cadrà nell’agguato dei saraceni. Sterminata la retroguardia, Rolando ormai solo e ferito a morte, decide di suonare l’Olifante, non per chiedere aiuto, ma per permettere la vendetta contro gli infedeli. Il poema si conclude con la vendetta dell’imperatore sui saraceni e su Gano e con la morte di dolore di Aida, che ha appreso la tragica fine del suo amato Rolando. E’ un poema epico avventuroso, con gesti religiosi (guanto e bastone designano la sacralità dell’imprenditore). In punto di morte Rolando, continua a rivolgere delle preghiere che rappresentano il bisogno di riconciliarsi con Dio.

 

 

 

TRISTANO E ISOTTA (romanzo in versi)

La storia d’amore tra Tristano e Isotta, rappresenta la prima grande storia d’amore dell’occidente europeo.

Il poema presenta 2 versioni:

* una attribuibile all’anglo – normanno Thomas, scritta nel 1170, in cui compaiono i canoni dell’amor cortese e dove i temi della letteratura in lingua d’oc si intrecciano con quelli della lingua d’oil. Questo fu possibile perché alla corte di Eleonora d’Aquitania, sposa di Enrico IV d’Inghilterra lavoravano due trovatori provenzali (Bernart de Ventadorn e Bertran de Born) sia lo stesso Thomas.

·        una attribuibile al normanno Béroul, scritta 30 anni dopo in toni più crudi e realistici.

 

TRAMA

Tristano, nipote di Re Marco di Cornovaglia, rimane ferito in modo grave nel combattimento col mostro Morholt d’Irlanda, a cui ogni anno venne sacrificate giovani donne, e viene curato da Isotta la bionda, esperta in arti magiche. Tristano, incaricato di condurre la giovane in sposa a re Marco, finirà col bere per errore insieme a Isotta, un filtro d’amore, e tra i giovani nascerà una forte passione amorosa. Scoperto l’amore tra i due giovani, re Marco sposerà ugualmente Isotta, mentre Tristano, bandito dalla corte, giungerà in una terra lontana e sposerà Isotta dalle bianche mani, le cui sembianze ricordano quelle della sua amata. Rimasto nuovamente gravemente ferito, una nave parte per cercare Isotta, che è la sola che può salvarlo; se lei verrà sulla nave ci sarà esposta una vela bianca, in caso contrario ci sarà una vela nera. Giunta finalmente a destinazione, la nave porta la vela bianca, ma Isotta dalle bianche mani, spinta dalla gelosia, dirà che la vela è nera. Per il dolore Tristano muore; Isotta la bionda, appresa la notizia della morte dell’amato, morirà per tenerezza d’amore.

L’amore infelice e tragico tra Tristano e Isotta, rammenta quello di altri personaggi di opere classiche, come ad esempio quello tra Giasone e Medea, Arianna e Teseo, Didone ed Enea.

Inoltre altre sono le analogie con altre opere antiche:

* la morte di Tristano, ricorda quella di Egeo, quando apprende che la nave del figlio Teseo, innalza una vela nera.

* La figura del mostro Morholt, richiama quella del Minotauro, a cui venivano offerte giovani vite.

 

 

CICLO ARTURIANO O BRETONE

Nasce intorno alla seconda metà del XII secolo, e narra la gesta leggendarie di Re Artù e dei cavalieri della tavola rotonda.

Nei romanzi di questo ciclo, risalta che:

* il cavaliere combatte quasi sempre per se stesso e per acquisire maggiore importanza agli occhi della donna amata.

* la psicologia dei personaggi acquista sempre più importanza e spessore

* viene dato più spazio al lato fantastico e soprannaturale delle cose, infatti il cavaliere per dimostrare il proprio valore o per raggiungere degli scopi, deve affrontare avversità di ogni tipo. In questi romanzi inoltre si fonde la mitologia dei popolo cattolici con il pensiero cristiano, e le virtù guerriere del ciclo carolingio si uniscono all’idea di amor cortese.

La fusione fra questi due cicli, ha trovato la sua massima espressione nei romanzi di Chrétien de Troyes, autore che scrisse fra il 1160 e il 1190, e che visse alla corte di Maria di Champagne (figlia di Eleonora d’Aquitania), una raffinata protettrice di artisti.

Chrétien, considerato il maggior poeta del Medioevo prima di Dante, rivolgeva le sue opere ad un pubblico raffinato ed aristocratico.

Fra le sue opere più famose:

·        LANCELOT

·        PERCEVAL

 

LANCILLOTTO E GINEVRA (Lancelot)

 

Si tratta di una storia d’amore ed è l’esaltazione dell’adulterio; rappresenta forse l’opera più celebre di Chrétien, che la scrisse tra il 1176 e il 1177 su consiglio di Maria de Champagne, ed in cui si sente l’influsso della lirica d’amore provenzale.

TRAMA

Lancillotto, con l’aiuto di altri cavalieri, si mette in viaggio per liberare Ginevra, moglie di re Artù, che è stata vinta in un torneo da Meléagant. Dopo aver superato svariate avversità, Lancillotto riesce a liberare Ginevra e a conquistarsi il suo amore. I due vivranno il loro amore fino all’alba, momento in cui Lancillotto lascia la stanza di Ginevra nel più assoluto riserbo e dolore, non prima però di essersi in atteggiamento di sacra devozione.

(l’amore tra i due sarà  ripreso da Dante nell’Inferno)

 

PERCEVAL

E’ l’ultimo romanzo di Chrètien; scritto intorno al 1180 ed interrotto a causa della sua morte, venne poi ripreso da altri poeti.

TRAMA

Allevato dalla madre, nella desolazione della foresta Galatea, un giorno Perceval decide di partire e di diventare cavaliere, anche se la madre ne è contraria (ha già perso marito e figlio). Divenuto cavaliere alla corte di re Artù, troverà l’amore nella giovane Biancospino, Successivamente Perceval, parte per cercare il Santo Graal, il calice in cui Giuseppe d’Arimatea raccolse il sangue di Cristo, e che secondo la tradizione, dopo essere andato perduto, poteva essere trovato solo da un cavaliere puro. E’ proprio durante uno dei suoi viaggi che entrando in una torre. Perceval vi trova il v4cchio re Pescatore, che gli dona una spada preziosa; inizia poi una mistica processione, al cui termine Perceval vede apparire il Graal. Diversi sono poi gli episodi in cui è presente l’ideale della purezza e la commistione di elementi mistici e simbolici.

La ricerca del Graal, accomuna questo romanzo con altre opere francesi (es. «ROMAN DE L’ISTORE DOU GRAAL di Robert de Boton), ma anche ad opere tedesche, come il PARZIVAL di Wolfram Von Escheback che sarà poi ripreso nell’Ottocento da Wagner.

 

IL GENERE EPICO

tra il 1450 e il 1600

 

In Europa i poemi epici più noti sono:

*LA CHANSON DE ROLAND, narrano le gesta dell’epopea francese al tempo di Carlo Magno

*I NIBELUNGHI, narrano le gesta dell’epopea germanica

*IL POEMA DEL CID, narra le gesta dell’epopea spagnola guidata dal cid Campeador (giovane spagnolo che vuole liberare la sua terra ed è nei suoi accampamenti che prepara le sue gesta. Francia e Spagna hanno come nemico il mondo islamico). Questi poemi sono stati scritti tra il 1000 e il 1200. L’Africa è il 1° poema epico scritto in latino

PULCI, IL MORGANTE poema eroicomico

BOIARDO,L’ORLANDO INNAMORATO poema eroico - amoroso

ARIOSTO,L’ORLANDO FURIOSO poema eroico - amoroso - avventuroso - fantastico

FOLENGO, IL BALDUS poema eroico popolare

TASSO,LA GERUSALEMME LIBERATA poema eroico - avventuroso - religioso

MARINO, L’ADONE poema mitico - avventuroso - amoroso.

1348 Anno peste (fine di un periodo e la nascita di nuove origini). La creazione si manifesta ricorrendo a quelli che sono i generi. Con l’Umanesimo i generi o vengono ripresi o arricchiti anche attraverso i modelli classici (l’arte deve avere carattere popolare). Il genere epico è uno dei più importanti; siamo alle origini di una nuova società che cerca in sé di risolvere i problemi senza l’aiuto di Dio.  L’uomo diventa centro dell’universo; come nel medioevo l’umanesimo si caratterizza per il mecenatismo dei signori, che entrano in competizione per la cultura, e ciascuno crea attorno a se delle vere e proprie scuole, che diverranno poi ACCADEMIE o CORTI. Ad ogni evoluzione artistica corrisponde un evoluzione storico - politica. Col riaffermarsi del mecenatismo l’arte fiorisce. Nascono le più grandi battaglie, che sono più ricche e più libere di creare.

 

 

FIRENZE

i medici

                               lorenzo                    poliziano                     Pulci

                            dei medici            autore di Orfeo        autore di Morgante

 

 

 

FERRARA

gli estensi

 

Ercole d’Este                           Ippolito d’Este                    Alfonso d’Este

Boiardo                                   Ariosto autore                     Tasso autore della

formatosi sulla                         dell ORLANDO                  GERUSALEMME

cultura classica                         FURIOSO                            LIBERATA

autore dell

ORLANDO INNAMORATO

 

Seconda metà del 400 è caratterizzata da una forte carica inventiva. Dopo la morte del Petrarca si crea un forte silenzio, occupato dalle ricerche umaniste, solo un secolo dopo si tornerà alle grandi creazioni e questo grazie al mecenatismo di grandi e potenti famiglie come quella dei medici e degli estensi. Cambiano i generi letterari

- dramma mitico - pastorale

- poema epico.

L’Italia sta diventando il centro della cultura anche se è totalmente impreparata nelle armi e nella politica, divenendo cosi il centro dell’attenzione da parte di molte altre nazioni. L’Orlando innamorato è una grande storia d’amore, che comprende anche il mondo del Fantastico. Boiardo è molto colto, usa sia la lingua volgare che il latino ed è un autore della tradizione lirica (è più umanista del Pulci). Nell’opera del Boiardo c’è una grande contaminazione delle opere del ciclo bretone. Dove termina l’Orlando Innamorato del Boiardo, inizia l’Orlando Furioso di Ariosto, è c’è una perfetta continuità. La bellezza ideale di Angelica è un sintomo del nostro Rinascimento; non può esserci bellezza ideale senza che questa rappresenti il classismo. Angelica rappresenta perciò la bellezza ideale, è l’ideale estetico, rappresenta la donna nella sua idealità (concezione platonica dell’amore, cioè ci si innamora delle idee che ci siamo fatti della persona). Tema fondamentale del Rinascimento è la ricerca dell’ideale, M. Ficino scopre i «Dialoghi di Platone» in cui si affrontano i grandi temi dell’umanità. La concezione platonica è idealista (per  Platone la forza sta nel mondo delle idee) L’ideale si viene a fondere con l’armonia e la bellezza.

 

 

MEDIOEVO                                                            RINASCIMENTO

- il castello dell’Imperatore                                       - la corte

- la chiesa (specialmente in stile gotico)

 

Le figure:

 il cavaliere                                                il cortigiano

 il monaco                                                  il filologo

 l’amanuense                                             l’editore (con la scoperta della stampa)  

 il mercato                                                 il banchiere

Cambia anche il volto architettonico della città.

 

 

ARIOSTO

Ferrara

Ippolito d’Este

 

opere: 7 satire (a carattere biografico)

          5 commedie (la cassaria, i suppositi, gli studenti, la lena, il negromante)  

          cura la regia delle sue commedie

 

ORLANDO FURIOSO

in 3 edizioni, che lo impegnarono per oltre 20 anni

Rispetto al Pulci e al Boiardo, Ariosto può considerarsi il più grande poeta epico del mondo (mentre il più grande poeta lirico è il Petrarca), forse al pari di Omero e Virgilio. La fantasia e la costruzione dell’ottava, la distinguono da tutti gli altri; l’ottava dell’Ariosto è la più ricca dal punto di vista linguistico, è la perfezione assoluta. Ariosto è in grado di far convivere il classico con la creatività della sua opera epica. Nelle commedie di Plauto e Terenzio c’era:

- prologo

- 5 atti

- epilogo

Plauto usava il prologo per raccontare l’antefatto della commedia mentre Terenzio lo usava come esercizio critico per spiegare il significato delle sue commedie, era una sorta di espediente per difendersi da qualche attacco dei critici.

 

 

                                       ORLANDO FURIOSO

                                                   3 edizioni

                                             1506 - 1507 - 1532

1° storia d’amore              guerra tra Agramante        2° storia d’amore

Rinaldo e Orlando             Marsilio contro i Franchi   Bradamante ama Ruggero

amano Angelica. Angelica                                          questa storia che avrà un lieto

nella 1° parte è l’amore                                               fine è avvolta in avventure di

ideale, argomento tipico                                              carattere magico. Incontreremo

della trattatistica d’amore.                                       la maga Melissa e Alcina, il mago

Rinascimento                                                          Atlante. Ci imbatteremo in castelli         

                                                                                e isole incantate.

 

Nel rinascimento si scrivono trattati di ogni genere:

 

                                     LA TRATTATISTICA

 

Il Cortigiano di Baldassar Castiglione, trattato sull’uomo di corte, sui

                       comportamenti, sulla preparazione politica-intellettuale,

                       sul modo di intrattenersi col Principe, etc.

Il Galateo, di Giovanni della Casa, trattato sui comportamenti umani in relazione

                   agli altri.

Gli Asolani, di Pietro Bembo trattato su l’amore.

Le prose della volgar lingua, di Pietro Bembo trattato sul linguaggio

De pictura, di Leonardo trattato sulla pittura

De architettura di  Leon Battista Alberti trattato sulla architettura, grazie alla

                                scoperta del De architettura di Vitruvio.

 

Il principe                                1 - 12 affronta il problema    - ereditari  - civili

di Niccolò Machiavelli                      dei principati che          - nuovi     - ecclesiastici

trattato politico in                               possono essere            - misti

26 capitoli                                                                            

                                               13 - 14 affronta il problema dell’esercito

                                               15 - 25 affronta il problema dell’uomo di governo

                                               26 esorta i medici a tentare l’unità dello stato

 

 

 

Dal De Vulgari Eloquentia alle Prose della Volgar Lingua per Bembo la lingua doveva modellarsi.

 

per la poesia                                                           per la prosa

sulla lingua del Petrarca e lo                                   sulla lingua del Boccaccio e lo stile di Cicerone.

stile di Virgilio

 

Nasce la scienza politica

 

 

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