LA LEGGE DELLA DOMANDA

La domanda, è la quantità di beni e servizi richiesti da un individuo, che è disposto a scambiare sul mercato ad un dato prezzo

La domanda si verifica in funzione di :

fattori oggettivi : - prezzo del bene

                            - prezzo di beni succedanei e complementari

                            - reddito del consumatore

fattori soggettivi: - variabili soggettive

                              (gusti del consumatore, pubblicità)

 

Se il prezzo di un bene aumenta, supponendo costanti tutte le altre variabili, la sua quantità domandata diminuirà e viceversa. L’andamento di tendenza della domanda è in funzione inversa del prezzo. La domanda di un bene è in funzione diretta dei prezzi dei suoi surrogati, mentre  è in funzione inversa dei prezzi dei suoi complementari. In linea di massima, la quantità domandata di un bene aumenta all’aumentare del reddito del consumatore, tuttavia in alcuni casi, potrebbe verificarsi il contrario; così ad incrementi di reddito, il consumatore reagisce abbandonando beni inferiori per acquistare generi di migliore qualità. La reattività della domanda si esprime con il concetto di elasticità, che è data dal rapporto tra l’andamento percentuale della domanda del bene a quella percentuale del suo prezzo.

La domanda di un bene è:

- elastica, se a piccole variazioni del prezzo corrispondono rilevanti variazioni della quantità domandata (elevata reattività)

- rigida, se ad elevate variazioni del prezzo corrispondono minime variazioni della quantità (scarsa reattività)

- ad elasticità unitaria, se la variazione della quantità è pari a quella del prezzo.

 

LA PRODUZIONE E LA SCELTA DEI PROCESSI PRODUTTIVI

In ogni attività imprenditoriale la produzione è sempre soggetta a rischi, che possono essere di natura tecnica o economica.

I beni economici ed i servizi rappresentano l’oggetto della produzione e costituiscono il ciclo produttivo. Secondo un’impostazione marginalista bisogna considerare produttiva qualsiasi attività che accresca l’utilità, pertanto ciò che viene prodotto non è la materia, ma l’utilità . Bisogna perciò considerare produttiva anche la trasformazione, poiché aumenta l’utilità di quei beni che nel loro stato naturale non potrebbero soddisfare direttamente i bisogni umani.

Oltre alla trasformazione materiale troviamo:

trasformazione parziale, che consiste nel trasferimento di un bene da un luogo in cui è poco utile ad un altro luogo di maggiore utilità

trasformazione temporale, che consiste nell’accrescere l’utilità o il valore dei beni attraverso la loro conservazione per un determinato periodo di tempo

La funzione di produzione è la relazione che mette in rapporto la quantità di prodotto ottenibile con le quantità dei fattori impiegati.

 

                                      P = f(x1, x2, x3,........xn)

 

Un aumento di tutti i fattori porterebbe ad un aumento della produzione. Se la percentuale di aumento dei fattori fosse uguale a quella di incremento di prodotto totale, si hanno rapporti di scala costanti; se la 1° percentuale fosse inferiore alla2° si avrebbero rapporti di scala crescenti e l’impresa realizzerebbe delle economie di scala; mentre se la 1° percentuale fosse superiore alla 2° si avrebbero rapporti di scala decrescenti (diseconomie di scala).

Il prorotto totale è il risultato ottenibile con una certa combinazione di fattori.

La produttività marginale è l’incremento di produzione che si può ottenere impiegando nel processo produttivo una unità in più di un dato fattore, fermo restando le quantità degli altri.

* Il prodotto totale, ad ogni incremento unitario del fattore considerato, aumenta con incrementi percentuali via via decrescenti, fino ad un certo punto oltre il quale, impiegando ulteriori quantità di fattore, inizia a diminuire.

* La produttività marginale è sempre decrescente (da una certa quantità in poi); oltre un certo limite assumerà dei valori negativi.

La produttività media di un fattore è data dal rapporto tra il prodotto totale e la quantità del fattore impiegato per produrlo (decresce man mano che si aumenta la quantità con incrementi unitari).

La posizione ottimale dell’imprenditore è quella che gli permette il risultato produttivo prefissato sopportando i più bassi costi possibili nell’acquisto o nella remunerazione dei fattori produttivi. La combinazione ottimale di fattori convenienti per rendere massima la produzione dell’azienda è quella in corrispondenza della quale le produttività marginali ponderate dei fattori impiegati sono uguali.

 

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