FOSCOLO
OPERE
Le ultime lettere di Jacopo, (romanzo epistolare), 3 edizioni 1798 – 1802
1813
L’antis Ortis: Didimo Chiurico
11
sonetti, tra i quali emerge la
sera, A Zacinto, in morte del fratello Giovanni 1802 – 1804
2 odi, 1802
- a Luigia Pallavicini, caduta da cavallo
-
all’amica risanata
2 carni
- 1806 i Sepolcri
-
1810 le Grazie
2 tragedie
- a Ristodema Caio Gracco 1808
- la Ricciarda
FOSCOLO A CAVALLO DI DUE SECOLI
Metà del ‘700 Foscolo scrive fine del ‘700 inizio ‘800
Si affermano: - LE ODI si afferma il romanticismo
Il neoclassicismo - LE GRAZIE Foscolo scrive: JACOPO,
Il purismo di ispirazione neoclassica I SONETTI, I SEPOLCRI
DIDIMO
Era anche un intellettuale e un letterato – traduttore.
Foscolo,
Ugo
(Zante
1778 - Turnham Green, Londra 1827), poeta italiano nato nell'isola greca di
Zante, l'antica Zacinto, allora possedimento veneziano. Si trasferì a Venezia
nel 1792; qui conobbe alcuni dei letterati più famosi dell'epoca (Ippolito
Pindemonte, Melchiorre Cesarotti), scrisse poesie, si interessò di politica e
condusse una vita sentimentale molto vivace. La sua vocazione rivoluzionaria è
evidente nel dramma Tieste (1797), che gli diede una certa notorietà e
nell'ode A Bonaparte liberatore. Dopo il trattato di Campoformido, con il
quale Napoleone cedette Venezia all'Austria, profondamente deluso, lasciò la
città e si ritirò a Milano. Fu proprio la caduta delle speranze in un
rinnovamento politico da parte di Napoleone a ispirargli Le ultime lettere di
Jacopo Ortis (la prima edizione completa è del 1802, quella definitiva del
1817), il primo grande romanzo italiano. Si tratta di un romanzo epistolare: il
protagonista Lorenzo Alderani pubblica le lettere che l'amico Jacopo, morto
suicida giovane, gli aveva inviato: lo scopo è non lasciare cadere nel nulla un
esempio di grandezza tragica ed eroica. Il gesto di Jacopo si spiega sia con la
delusione politica provata per la perdita di Venezia ("Il sacrificio della
patria nostra è consumato" è il celebre inizio del libro), sia con la
disperazione per il fatto che la donna amata, Teresa, sposi per convenienza
familiare un altro uomo, Odoardo. Soprattutto per questo motivo sentimentale l'Ortis
mostra alcune analogie con un altro celebre romanzo epistolare dell'epoca, I
dolori del giovane Werther (1774) di Goethe. Il romanzo ebbe un grande
successo soprattutto in epoca risorgimentale, presso i giovani patrioti
italiani. A Milano Foscolo frequentò scrittori come Giuseppe Parini e Vincenzo
Monti, ritenuto allora il maggiore poeta in Italia. Partecipò come luogotenente
della Guardia nazionale di Bologna alle battaglie della Trebbia e di Novi; a
Cento venne ferito a una gamba. La sua vita continuò a essere movimentata: gli
spostamenti anche all'estero furono frequenti, gli amori appassionati (Isabella
Roncioni, Antonietta Fagnani Arese) si succedevano. Nel frattempo Foscolo
continuava a scrivere: nel 1803 pubblicò il meglio della sua produzione
poetica, dodici sonetti (fra i quali Alla sera e A Zacinto) e due
odi (All'amica risanata, composta per la Fagnani Arese), in seguito
meritatamente famosi. Se le odi corrispondono in modo abbastanza evidente al
gusto neoclassico, i sonetti raggiungono un'eleganza stilizzata non
semplicemente riducibile alla componente classicistica che pur li caratterizza
in modo evidente. Il capolavoro poetico di Foscolo è però il carme Dei
sepolcri (1807). Si tratta di una lunga poesia di 295 versi sciolti dedicata
al tema della morte e della commemorazione degli scomparsi, inteso come fatto di
civiltà ma è anche un inno ai grandi valori dell'uomo (la libertà, l'amore
per la patria, il culto per l'arte e soprattutto per la poesia, il rispetto del
passato, il primato del genio scientifico) cantato attraverso numerosissime
figure antiche e moderne (da Omero a Vittorio Alfieri, da Dante a Machiavelli,
da Isaac Newton a Horatio Nelson) e tramite la difesa della sepoltura come
monumento che racchiude in sé passato e futuro. L'argomento era legato a un
fatto occasionale: con l'editto di Saint-Cloud, infatti, per ragioni di igiene,
ma anche in base a motivazioni ideologiche, Napoleone aveva imposto la sepoltura
dei cadaveri fuori dalle mura della città, sotto lapidi che non permettessero
l'identificazione dei defunti. Un fatto che diede avvio a parecchie discussioni:
con i Sepolcri Foscolo rispondeva a Pindemonte, che aveva una visione più
tradizionale - religiosa della morte. La carriera poetica di Foscolo si concluse
con un'opera incompiuta, Le Grazie, un canto dedicato alla bellezza degli
antichi miti e dei loro protagonisti, tramite per celebrare la grandezza della
poesia. Si tratta di tre inni dedicati ad Antonio Canova, massimo scultore
neoclassico. La produzione letteraria di Foscolo comprende però anche opere di
altro genere, a partire dalla traduzione molto importante di un testo destinato
a fare epoca, il Viaggio sentimentale di Laurence Sterne (1813),
accompagnato da un autoritratto ironico intitolato Notizia intorno a Didimo
Chierico. Si tratta di una figura disegnata come l'opposto di Jacopo Ortis:
se Jacopo è passionale, emotivo, incapace di tenersi a freno, al contrario
Didimo è misurato, calmo, ironico e riflessivo. Nel 1808 Foscolo aveva ottenuto
la cattedra di eloquenza a Pavia (la prolusione Dell'origine e dell'ufficio
della letteratura è del 1809), soppressa poco tempo dopo. Nonostante ciò,
la sua attività di critico letterario fu di grande importanza: studiò Dante,
Boccaccio e la poesia narrativa, ma anche i contemporanei. Quando gli austriaci
tornarono a Milano, nel 1814, rifiutando le offerte politicamente interessate
che gli vennero fatte, Foscolo partì in esilio volontario per la Svizzera
(1815) e quindi per l'Inghilterra (1816). Qui visse in condizioni economiche
spesso precarie, nonostante gli aiuti della figlia naturale Floriana che viveva
con lui. Morì vicino a Londra, ma nel 1871 le sue ceneri furono trasportate a
Firenze, in Santa Croce.