Lunedi, 17 marzo 2003

 

 

Presentato a Thiene il diario di Brunello

Un reduce ricorda «Le storie di guerra guardano alla pace»


 

di Ferdinando Offelli

 

 

"Dalle storie di guerra cerchiamo i motivi per la pace" ha sottolineato Riccardo D'Angelo nell'introdurre la seconda serata del ciclo 'Storie di guerra e di prigionia', organizzato in Sala Convegni, dalla Biblioteca Civica di Thiene, in collaborazione con la Presidenza del Consiglio Comunale e del Gruppo Alpini di Thiene, per la presentazione di 'Thienendoghe alla vita, diario di guerra in grigio-verde' di Antonio Brunello, di fronte ad un pubblico da grandi occasioni.

Dopo l'intervento di Angelo Rossi, presidente dell'Ana di Thiene, lo storico Andrea Kozlovic ha presentato l’opera. Con il suo caratteristico 'parlar chiaro', ha inserito le vicende narrate da Antonio Brunello nel più ampio e generale teatro della seconda guerra mondiale, dopo un dovuto riconoscimento della eccezionale importanza documentaristica del diario, scritto nell'immediatezza degli avvenimenti. Richiamato in guerra dopo aver già prestato il servizio militare, Antonio Brunello ha il suo battesimo di fuoco sul fronte italo-francese, in una guerra che dichiara di non capire, mentre i problemi quotidiani sono il freddo, contro cui non si è equipaggiati, i pidocchi e soprattutto la fame.

Sul fronte greco-albanese, dove Antonio Brunello sarà inviato, ha spiegato Kozlovic, gli italiani, oltre che male equipaggiati, erano anche troppo pochi di numero, dando come spiegazione le mire carrieristiche di un generale; qui comunque Brunello passò il periodo più pericoloso della sua esperienza militare, sopravvivendo ai mille pericoli solo perché, essendo capace di scrivere a macchina, veniva utilizzato nelle immediate retrovie.

Dopo un periodo da 'imboscato' ad Atene, dove aiutava la gente con le introvabili pagnotte di pane, Brunello finì la guerra facendo la guardia alla ferrovia lungo la costa adriatica; dopo l'8 settembre 1943, vedeva passare i treni carichi di soldati che tornavano a casa. Finché anche lui, di fronte alla mancanza di ordini, trovò il coraggio di salire su uno di quei treni, mentre Kozlovic amaramente ha commentato che sarebbe bastato dare un ordine perché i circa 2 milioni e mezzo di italiani in armi potessero tentare di opporsi all'invasore tedesco.

Quello che comunque colpisce nella lettura di quest'opera di Antonio Brunello è il fatto che non ci troviamo di fronte ad un eroe bellicoso, ma ad un giovane thienese, di buona pasta, uno come tanti, disposto per senso di disciplina ad ubbidire agli ordini di chi l'aveva messo nel bel mezzo di una guerra che lui non capiva, senza comunque riuscire a sentirsi umanamente 'nemico' di nessuno.

Il nipote Beppe Sola, curatore dell'opera, ha spiegato di essere stato spinto a pubblicare quest'opera, intrecciando in 2 diari, uno in italiano e uno in dialetto, non solo per un senso di gratitudine verso lo zio, ma perchè convinto che dallo scritto provenga un messaggio di profonda umanità, magari condita con un po' di ironia, che è importante per tutti cogliere. Per questo ha, fra l'altro, fatto pervenire l'opera al Centro di documentazione diaristica di Pieve di S. Stefano, in provincia di Arezzo, dove ha recentemente ottenuto un significativo riconoscimento.

La serata si è conclusa con la proiezione di filmati storici e fotografie di eccezionale interesse riguardanti le vicende belliche sul fronte greco-albanese, in cui, secondo il dottor Periz, si documentava con immagini molto di quello che Brunello aveva descritto nel suo diario, mentre dalla famiglia Cimenti proveniva un filmato dell'Istituto Luce sulla Nina di Thiene risalente al 1948.