Cari colleghi ed amici, Vi propongo una serie di
pezzi interessanti sulla visione olistica della salute e della medicina,
che sono serviti da base per una serie di conferenze pubbliche, tenute ne Comune
di Vimercate, nell’anno 1997-1998. presso la sede dell’ Universita’ del tempo
libero, a cura dell’ Assessorato ai Servizi Sociali.
I documenti saranno postati in progressione, come un corso
online. Il commento e' benvenuto nella nostra sezione blog. Se preferite un contatto personale, potete
indirizzare le vostre osservazioni, o le vostre domande, direttamente aoscar.carollo@libero.it[il
documento è liberamente scaricabile previo contatto e-mail con l'autore]
1 La
reazione acuta: sue finalita’. Concetto di autolimitazione della
malattia. Le complicanze
2 L’
ambiente adatto alla cura del malato acuto
3 Il
rispetto della volonta’ del paziente: la scelta personale sull
‘intervento farmacologico\chirurgico. Diritto legale.
Il ricatto psicologico e l’imposizione della volonta’ medica
4 La
reazione cronica: sue finalita'
5 La
necessita’ della stimolazione nei processi cronici e le sue
controindicazioni
6 Possibili
evoluzioni di una reazione cronica appropriatamente diretta
7 Le vie di
eliminazione delle tossine. Organotropismo e debolezza organica
specifica
8 La
funzione della pelle, organo vicariante
9 Il tempo:
fattore determinante. Perche’ evitare guarigioni illusorie.
Perche’ controllare la paura e l’ansia
Questo manuale ha un solo scopo: educare la persona a mantenere la salute invece
che inseguire la malattia.
Nell’
intenzione vorrebbe dare anche qualche elemento in piu’ per comprendere l’
entita’ Salute e la Malattia come momenti fisiologici della vita, e non solo
come impedimento o dramma.
Questo vale soprattutto per gli operatori sanitari, che purtroppo concorrono
alla medicalizzazione della vita, con un atteggiamento educativo improntato
all’intervento sanitario, invece che all’educazione alla salute.
Un atteggiamento preventivo, volto all’igiene e all’educazione
sanitaria, ad un etica costruttiva e ad un sano stile di vita,
danno sicuramente migliori risultati che una rincorsa spasmodica alla
soppressione del sintomo e all’intervento sanitario sulla patologia conclamata.
Si
tratta di stabilire una priorita’ ormai nota, ma non meditata e soprattutto poco
applicata: prevenire e’ meglio che curare.
Vuole
anche insegnare ad avere piu’ fiducia nel nostro corpo e nella nostra mente, che
sono strutture viventi, e perciò’ regolate da un solo principio, che e’ quello
dell’auto-conservazione.
Infine vuole indicare una nuova ottica: quando insorge la malattia, e questa non
si e’ prodotta a causa di un incidente imprevedibile, essa e’ la conseguenza di
una serie di errori, dovuti ad ignoranza, superficialita’, inadeguatezza
educativa e della incapacita’ di gestire le nostre personali risorse
psico-fisiche.
In
questo caso la malattia e’ una sconfitta personale. Un’ accusa verso il nostro
errore, a cui a volte e’ possibile rimediare e a volte no.
Da
qui l’importanza di guardare alla propria salute come un’esigenza primaria, un
dovere personale e sociale, dovuto a se’ e agli altri.
1-Unicita' dell'individuo:
l'essere umano, i suoi bisogni, le sue funzioni.
L'uomo e' una creatura unica. La differenza da ogni altra forma vivente e'
enorme, eppure i suoi bisogni non si discostano molto dai bisogni degli altri
esseri viventi: un ambiente dove vivere,, dell'acqua e del cibo, uno spazio
vitale proprio, un gruppo sociale a cui appartenere, una attivita' a cui
dedicarsi.
La creatura umana, come ogni altro organismo, e'
un'insieme di attivita' vitali, che hanno, come unico scopo, quello di mantenere
in vita l'essere e di riprodurlo.
2- L'uomo
fisico-psichico-relazionale: le tre dimensioni dell'essere, integrazione
inscindibile delle stesse, raffigurazione grafica.
Possiamo quindi distinguere tre grandi gruppi di
attivita' biologiche tipiche dell'essere vivente: una vita psichica, una vita
fisica e una vita di relazione con l'ambiente circostante.
Cio' che e' essenziale mantenere presente e' che
queste attivita' sono inscindibili fra loro. Non e' possibile percio' avere un malessere fisico
senza che ne risentano le nostre attivita' psichiche e relazionali.
Naturalmente il risultato di queste attivita' e'
l'equilibrio dell'individuo, cioe' la salute.
3- La costante ricerca dell'equilibrio: gli
insulti all'organismo, la reazione di difesa, il ripristino dell'equilibrio.
Nella precedente immagine le funzioni si integrano
fra loro in modo armonico e ben proporzionato.
Ogni individuo possiede sue peculiarita', che pero'
possono essere sviluppate solo in presenza di una sufficiente armonia interiore
e un contesto ambientale e sociale che gli permettano di svilupparsi.
Il problema si presenta quando un insulto di varia
origine colpisce questo macrocosmo autosufficiente.
Secondo le caratteristiche, la forza ed il tempo di
aggressione si sviluppera' un danno.
Nell'immagine si postula una aggressione alla sfera
psichica [trauma], ma possiamo
immaginare una aggressione nella sfera fisica [infezione]
o nella sfera relazionale [difficolta' nell'ambito lavorativo].
Il risultato sara' la perdita temporanea o
definitiva della salute [equilibrio omeostatico e fisiologico], con
l'insorgere della malattia.
Le caratteristiche della reazione.
A seguito dell'insulto si manifestera' una
reazione. La reazione e'l'elemento con cui l'essere manifesta
la sua vitalita' e la sua attivita'. La mancanza di reazione e' sinonimo di
morte.
Sono diversi gli elementi che determinano il tipo
di reazione: il ceppo "razziale", la familiarita', la
predisposizione personale,le esperienze, l'eta', il sesso, le condizioni
sociali, il momento storico-culturale, ecc. ecc., ed infine, perche' no, anche
un elemento imponderabile quelle e' la casualita'.
Ecco cosa segue:
Essendo l'individuo un macrocosmo vivo e vitale, si
scatena la reazione verso quanto minaccia la sua esistenza.
Questo sconvolgimento e' la naturale reattivita'
chiamata "istinto di conservazione", e che solamente in piccola parte e'
cosciente.
Infatti in gran parte avviene al di sotto del
nostro livello di coscienza, anche se non partecipiamo, anche se ne ostacoliamo
lo sviluppo. La conoscenza dei meccanismi di reazione e' ancora
in parte sconosciuta, parziale e frammentaria.
La conclusione che possiamo trarne e' che
l'organismo e' inscindibile, perche' il corpo umano e'un insieme di organi,
apparati e funzioni volti al mantenimento di tutto l'essere.
La sofferenza di una parte provoca la sofferenza
del tutto , che reagisce integralmente per far fronte alla minaccia.
4- Come si cura la salute:
l'eliminazione degli ostacoli favorendo le reazioni organiche.
La cura deve quindi mirare a
togliere ogni ostacolo al ripristino delle normali funzioni [guarigione]
e a favorire quei fenomeni che il corpo produce nella sua reazione
all'aggressione.
Ogni azione che ostacola o
blocca questi fenomeni e' potenzialmente pericoloso per l'integrita'
dell'organismo
5- Lo squilibrio produce
tossicose e necrosi cellulare: e' la malattia. Suoi effetti locali e sistemici.
Abbiamo visto come sia importante, per la
progressione verso la guarigione, rimuovere gli ostacoli che impediscono la
naturale ricerca dell'equilibrio.
Abbiamo compreso come sia importante non confondere
la reazione allo squilibrio con la malattia stessa.
Ma allora in cosa consiste quest' ultima?
La malattia e' rappresentata dalla sofferenza
cellulare, con la sua intossicazione e la sua necrosi.** n.b. Ricordo che questa e'
una visione olistica della malattia, in cui i vari autori usano spesso
terminologie e neologismi discutibili, che possono sollevare perplessita'. Per
le spiegazioni piu' adeguate dei termini rimando alla bibliografia finale.
Questa sofferenza puo' essere evidenziata a livello
locale, pur scatenando meccanismi di difesa generali, oppure puo' svilupparsi in
modo sistemico [su tutto il corpo], e coinvolgere cosi', nella lotta pe la
sopravvivenza, ogni organo ed apparato.
I sintomi della sofferenza cellulare sono i piu'
disparati. Possono essere vomito, diarrea, tosse, dolori
diffusi o localizzati, depressione, ansia, nervosismo, irritabilita', febbri di
ogni tipo,e infinite altre manifestazioni.
Esse indicano sempre uno stato di sofferenza
cellulare e tossicosi dell'organismo.
Queste manifestazioni possono presentarsi come un
lieve malessere e scomparire nell'arco della giornata, oppure persistere per
vario tempo con piu' o meno gravi conseguenze.
Cio' che importa comprendere e' che tutti i segni
di anormalita' presentati dal corpo presuppongono un certo grado di tossicosi, e
percio' sofferenza cellulare.
L'intervento [cura] non dovrebbe mirare a soffocare
queste manifestazioni, che sono le vitali ed opportune reazioni dell'organismo
che si difende, ma ad eliminare i fattori che provocano e mantengono o aggravano
lo stato di intossicazione cellulare ed organica.
Diminuendo la tossicosi a livelli accettabili da
quell'organismo, i sintomi [le reazioni]
cesseranno spontaneamente.
6- Fattori causali della
tossicosi: origine esogena [dall'esterno],
origine endogena [dall'interno].
Effetto comune.
La tossicosi puo' essere indotta dall'esterno.
I fattori di tossicosi possono essere i piu'
svariati: stress, mancanza di adeguato riposo, eccessivo e
prolungato raffreddamento, surmenage psichico, emozioni violente e continue,
cibo troppo abbondante o inadeguato, introduzione di forti cariche batteriche o
virali, introduzione di sostanza chimiche varie o per periodi prolungati,
esposizione violente e continuate a emissioni perturbanti di ogni tipo
[elletriche, sonore, visive, radianti, ecc.], carenza di sole e aria pura,
carenza di affetto...
In alcuni casi puo' essere indotta dall'interno.
Quando un organo o apparato e' particolarmente
fragile, da non sostenere nemmeno il lavoro sufficiente ad una vita normale.
Questo accade sempre piu' di frequente nella nostra
societa', mancando quella selezione naturale alla nascita, che garantiva, a
coloro che sopravvivevano, buone possibilita' di invecchiare.
Per questo motivo, giusto o sbagliato che sia, ci
dobbiamo aspettare morti premature piu' frequenti. In molti di questi casi non si puo' fare nulla, se
non ritardare l'evento.
Salvo questi casi, la tossicosi endogena consegue
sempre a cause esterne, ad uno squilibrio iniziato con uno o piu' errori da
parte dell'individuo, e\o per carenze dell'ambiente in cui vive, sia esso
sociale e\o naturale.
Spesso ciò e' conseguente a situazioni ambientali
non modificabili dall'individuo. L'unica soluzione puo' essere quella di andarsene
altrove, ma non sempre e' possibile.
Gli errori personali, invece, possono essere
inconsapevoli, mancando sempre piu' l'informazione adeguata in questo senso, o
essendo subissata da messaggi che vanno in opposta direzione.
Cio' che pero' e' utile rilevare e' che la
tossicosi, qualunque sia la causa, tende all'ingravescenza, cioe' aumenta
continuamente.
Questo e' un fatto fisiologico e, con l'aumentare
dell'eta' biologica dell'organismo, i meccanismi di compensazione si fanno
sempre piu' tenui, fino a scomparire.
Da qui si comprende che anche il rispetto delle
leggi naturali, di una sana igiene di vita, di progetti eticamente validi, non
ci possono assicurare la vita eterna.
Comprendiamo inoltre che
l'unico modo che abbiamo per migliorare la nostra malattia [la tossicosi], e'
eliminare o ridurre gli elementi causali e di favorire l'eliminazione di ogni
tipo di accumulo.
7- Perdita della vitalità
organica: l’esaurimento dell’energia.
Quando la tossicosi si e’
istaurata, cio’ che si nota e’ una perdita di vitalita’ dell’organismo.
Il soggetto non regge alla
fatica, e’ abulico, distratto, di poca memoria.
Questo e’ particolarmente
evidente nell’anziano, dove la tossicosi e’ sempre presente, in grado variabile.
Lo si nota immediatamente
nel bambino, in quanto e’ spento, irritabile, instabile, distratto,
deconcentrato, stanco e pallido.
Tutto questo succede
perche’ le cellule, intente all’eliminazione dei rifiuti tossici, non possono
piu’ assimilare e metabolizzare in modo adeguato.
Le riserve di energia
lentamente si esauriscono e la tossicosi si aggrava sempre piu’ fino a che non
interviene qualche mutamento alla situazione, che riesce ad invertire il
processo.
Questo meccanismo,
presente a livello cellulare, lo si puo’ evidenziare in tutto il sistema
biologico umano: i suoi processi vitali, costituiti da assimilazione,
trasformazione, eliminazione, produzione, vengono ad essere modificati.
Aumentando il bisogno di
eliminazione dei cataboliti, ecco diminuire la capacita’ di assimilare e
trasformare, e di conseguenza anche le attivita’ normali del soggetto, come
l’ideazione, lo studio, il lavoro vengono ad essere inibite e trascurate.
Questi fenomeni rientrano
nella gestione fisiologica delle potenzialita’ dell’organismo.
Siamo di fronte ad un
processo di economia gestionale di primo ordine.
8- La pletora sanguigna
addominale: il fenomeno dell’ autointossicazione
La conseguenza diretta
della situazione descritta precedentemente e’ il diminuito rendimento di alcuni
apparati: Il sistema nervoso, il sistema endocrino, il sistema immunitario, il
sistema metabolico rappresentato dal fegato, il sistema assimilativo
rappresentato dal tubo digerente [stomaco-intestino
tenue-crasso].
E’ su quest’ ultimo, e,
sulle ghiandole annesse, quali il fegato, pancreas, ghiandole gastriche e
intestinali, che vorrei attirare l’attenzione.
Nell’ individuo sano la
digestione di cibo superfluo o inadatto, viene compiuta comunque, anche se a
costo di sforzi notevoli da parte dell’organismo.
Nell’individuo malato
questo non puo’ succedere.
Il suo corpo si rifiuta di
compiere un lavoro che mette a repentaglio la sua stessa esistenza.
Per cio’ che riguarda la
corretta igiene alimentare rimando a capitolo apposito, mentre vorrei affrontare
la dinamica digestiva e assimilativa del corpo malato.
L’ affaticamento del
processo digestivo determina un’ anormale afflusso di sangue all’ntestino.
Anche il tempo di
stazionamento aumenta.
La digestione di un pasto
non e’ ancora completata ed ecco presentarsi dell’ altro cibo.
Se la situazione non viene
modificata l’ addome di quell’ individuo diviene cronicamente pletorico [grande quantita’ di sangue presente a circolazione rallentata].
Per motivi fisiologici
questo sangue non puo’ essere presente alla periferia.
La pelle del soggetto
diventa pallida, gli organi periferici, quali il cervello e l’ apparato
respiratorio soffrono per mancanza di sanguificazione.
Il processo depurativo,
che si esercita attraverso la traspirazione e la sudorazione viene a mancare.
Le estremita’ dei pazienti
[mani e piedi], sono costantemente freddi ed esangui.
Di concerto il cibo che
transita per l’intestino rallenta, si verificano fenomeni di fermentazione [zuccheri]
e putrefazione [proteine]
intestinali esagerate per l’insufficiente funzionamento delle ghiandole esocrine
e dei relativi succhi prodotti.
I principi nutritivi
degenerano e diventano tossici, irritando ancor piu’ il tubo digerente e
provocando infiammazione e autointossicazione.
9- Perche’ migliorare la
digestione: la fornitura degli elementi nutritivi alle cellule.
Abbiamo visto perche’ la
digestione sia la funzione che piu’ deve essere oggetto delle nostre attenzioni.
Abbiamo bisogno di sapere
che se non si ha il necessario apporto di sostanze nutritive le nostre cellule
non sono in grado di riparare ai propri danni e di rinnovarsi con vigore e
sollecitudine.
Possiamo quindi affermare
che ogni intervento che non tenga conto di questa funzione, alla lunga sara’
destinata a fallire.
Il malato, sotto la spinta
di questo o quello stimolante, dara’ fondo a tutte le sue riserve di energia,
senza poterle ripristinare.
La malattia si tendera’ ad
aggravarsi.
Cosa fare?
Dobbiamo mettere a riposo
l’intestino per aiutare la rimozione della pletora sanguigna addominale,
permettere localmente una migliore circolazione del sangue e stimolare con
moderazione gli organo emuntori, ripristinando l’insostituibile funzione
rappresentata dalla pelle e dalla sua attivita’ di secondo polmone, secondo
rene, secondo fegato.
Solo cosi’ cio’ che
transitera’ dall’intestino verra’ elaborato in modo adeguato dall’organismo.
10- Il riposo degli organi
digestivi: la restrizione alimentare in malattia. Il danno della dieta
ipercalorica.
L’apparato digerente deve
perciò’ riposare durante la malattia.
Questo si puo’ ottenere
solamente scegliendo i cibi piu’ adatti, adeguandone la quantita’ totale.
La situazione deve essere
valutata in funzione della persona, della sua costituzione e delle sue esigenze,
ma il principio non cambia.
Il sistema piu’ drastico
per far riposare l’organismo e’ il digiuno.
In alcuni casi questo puo’
essere l’unica soluzione per particolari problemi e rimando perciò’ a testi
specializzati*.*cf la bibliografia finale
In generale pero’, al
digiuno totale si preferisce il digiuno parziale, effettuato con modiche
quantita’ di cibo opportunamente scelto.
Questo riposo metabolico
deve essere di grado diverso, nel caso ci si trovi di fronte ad una crisi acuta
o a patologie croniche.
E’ sbagliato pensare che
con questo regime alimentare la persona sia destinata a dimagrire.
Nel breve periodo e’ piu’
probabile che questo avvenga in persone soprappeso avvolta da gonfiore tossico,
localizzato o diffuso.
Contrariamente, nell’
individuo sottopeso sottoposto a semidigiuno con cibi adeguati, e supportato da
opportune attenzioni al processo digestivo, la progressione sara’ inversa, anche
se non clamorosa.
In generale il grasso
dimagrira’ e l’eccessivamente magro aumentera’ di peso.
Perche?
Perche’ il miglioramento
del processo digestivo fara’ si che il corpo assimilera’, cioe’ assorbira’, cio’
che veramente gli e’ giovevole.
Appare perciò’ evidente
l’assurdita’ delle diete ipercaloriche nei soggetti malati, anche quando, ad un
esame frettoloso, gli organi digestivi non sembrano particolarmente debilitati.
Per i motivi gia’
descritti, essi non hanno l’energia necessaria per compiere il loro lavoro
metabolico, anzi, i succhi gastrici e intestinali prodotti, e l’ irritazione
delle mucose del tubo digerente, favoriranno i processi fermentativi e
putrefattivi, aumentando per un cattivo assorbimento, la tossicosi, che tendera’
ad aggravare il processo patologico, con modalita’ e tempi personali.
11- Il riposo generale:
accumulo delle scorte energetiche
Consideriamo ora un altro
aspetto che va particolarmente curato durante la malattia: il riposo
neuromuscolare.
Non si tratta di stabilire
nuovi principi.
Questa e’ una esigenza
gia’ percepita dal malato, anche se a volte non viene tenuta in debita
considerazione.
Il soggetto mal
consigliato arriva persino a trascorrere il periodo di una crisi acuta [es.: la
cosiddetta influenza], accudendo alle sue normali attivita’.
Qualsiasi siano le sue
motivazioni diventa evidente che e’ un comportamento sbagliato.
I segnali che invia un
corpo malato sono semplici, ma vanno ascoltati.
Se il soggetto non riesce
a concentrarsi, riflettere, memorizzare e’ perche’ non lo deve fare.
La sua attivita’ psichica
deve essere tenuta a riposo per il tempo necessario.
L’organismo stesso
indichera’ quando sara’ il momento di riprendere progressivamente le normali
funzioni.
Lo stesso principio vale
per l’attivita’ muscolare: il corpo stesso richiedera’ riposo, e la persona
attenta glielo concedera’.
L’orgoglio, la
presunzione, la cocciutaggine in questo caso possono essere deleterie. Non agire
correttamente vuol dire spesso pagare poi un prezzo piu’ alto.
Ma quale e’ la finalita’
del riposo neuromuscolare?
Utilizzare l’energia che
possiede l’organismo per i processi di difesa ed eliminazione.
Anche quando questi
saranno completati e la persona avviata a guarigione, il riposo va alternato
oculatamente alla ripresa progressiva delle attivita’, per permettere alle
cellule di ripristinare le loro scorte plastiche, energetiche, nervose.
1-La reazione acuta: sue finalita’. Concetto di
autolimitazione della malattia. Le complicanze.
La malattia puo’
presentarsi in modo acuto o cronico.
Stabilito che definiamo
“malattia” la reazione dell’ organismo allo stato di squilibrio organico, i
sintomi della malattia sono in realta’ i segni della reazione del nostro corpo.
Es.: Se una persona mangia
cibo avariato accusera’ dolori addominali, vomito, diarrea.
La malattia consistera’ in
queste manifestazioni?
No, sono solo i sintomi
dell’intossicazione. Una reazione dell’ organismo che cerca in questo modo di
allontanare il veleno.
Se si somministra un
farmaco antidiarroico si blocca l’opera di eliminazione, e l’organismo non
guarisce. Trattera’ in se’ quel veleno che lo danneggera’ piu’ o meno
gravemente.
Questo e’ cio’ che succede
nella malattia acuta.
La reazione non va mai
stroncata, ma indirizzata verso la risoluzione spontanea dei sintomi, che una
volta scomparsi garantiranno il ripristino dell’equilibrio fisiologico.
E’ importante perciò’
rispettare l’evoluzione della sintomatologia, attenuandola se supera limiti
inaccettabili e pericolosi, ma evitando di interferire nei processi di
guarigione, tenendo presente che nel corpo umano nulla succede per caso.
Ippocrate stabili’ un
fondamentale principio: I° non nuocere.
Ne consegue che
rispettando i fisiologici processi riparativi dell’organismo si otterranno
comunque i risultati migliori.
Sperare che il solo uso
farmacologico possa garantire la piena salute viene smentita dai fatti.
Es.: Nella SIDA, dove le
difese dell’organismo sono azzerate, anche una banale broncopolmonite puo’
uccidere.
Le reazioni acute sono
benefiche. Ogni infiammazione ha come finalita’ non la morte dell’organo, ma la
sua difesa e la sua conservazione, con lo scopo di ripristinarne l’equilibrio.
La dimostrazione della
vitalita’ di un organismo sano e’ data dai bambini, nei quali le reazioni
fisiologiche sono integre e reattive.
Spesso i bambini
manifestano febbri alte che durano l’arco di una notte o poco piu’, e
restituiscono il bimbo sano e vivace dopo uno o due giorni.
Queste febbri hanno la
funzione di un intervento straordinario, che stimola i processi catabolici, per
abbassare lo stato di tossicosi.
I processi ossidativi
legati all’aumento di temperatura liberano l’organismo da tossine, virus e
batteri.
L’intervento continuo con
antipiretici puo’ determinare un accumulo di elementi tossici nel sangue e nei
tessuti, complicando la malattia, che tardera’ a guarire, o si presentera’
successivamente con altri sintomi apparentemente nuovi e diversi, che
tenderanno ad avere un decorso cronicizzante e degenerativo.
Ecco allora presentarsi il
quadro della malattia incurabile. Cio’ che era benigno e risolvibile si e
trasformato in un processo distruttivo.
Per definizione: La
malattia acuta guarisce, la malattia cronica no.
Naturalmente non tutti
malati superano la malattia acuta.
Quando le condizioni
generali sono molto scadute o le crisi particolarmente violente o malseguite,
puo’ intervenire la morte.
Ecco perche’ e importante
prendersi cura del corpo quando si sta’ bene.
Questo si puo’ fare solo
amministrando adeguatamente le nostre risorse e imparando quali sono i nostri
limiti.
Per fare cio’ si deve
ricordare che la nostra fisio-patologia biologia e’ ancora quella nei nostri
antenati, che vivevano in un ambiente molto diverso dal nostro, raccogliendo
frutti e radici e cacciando e allevando animali.
Il nostro sistema di vita
e’ solo piu’ innaturale, il che porta ad una degenerazione genetica.
E’ evidente l’importanza
di imparare ad usare gli elementi salutari, descritti successivamente, senza cui
non si puo’ vivere normalmente.
Non farlo vuol dire
ammalarsi e morire giovani, salvo le eccezioni di una costituzione formidabile.
Concludo questo paragrafo
ricordando che, seri studi protratti per anni, hanno stimato che una percentuale
altissima di malattie sono auto-limitanti, cioe’ guariscono da sole,
qualunque cura si faccia.
L’ esempio tipico e’ il
raffreddore, per il quale le cure di tutti i tipi si sprecano, con grande
vantaggio per i dispensatori di rimedi.
Ne consegue che il corpo
abbisogna soprattutto di fiducia, perche’ e’ un organismo intelligente, votato
all’ auto-conservazione.
Preoccupiamoci invece di
non far mancare nulla perche’ esso reagisca adeguatamente alla malattia.
2-
L’ ambiente adatto alla cura del malato acuto.
L’ambiente piu’ adatto alla cura del
malato acuto e’ un luogo dove questi si senta tranquillo e al sicuro. Di solito
la propria abitazione.
Questo vale in particolar modo se il
soggetto e’ un bambino.
Si deve disporre di una camera ben
areata e luminosa, pulita e libera dal superfluo.
Si dovrebbe accedere facilmente ai servizi igienici e avere attrezzi adatti [padella,
pappagallo, catino, ecc] a portata di
mano.
La temperatura dovrebbe aggirarsi sui
22-24 gradi, ed il letto semplice, con delle coperte a disposizione.
In alcuni momenti della giornata l’aria
va’ rinnovata, avendo cura che il malato non prenda freddo.
Rumori e chiasso inutili andrebbero
evitati.
La persona dovrebbe riposarsi per quanto
lo desideri. Dovrebbe cambiarsi spesso la biancheria, specialmente se traspira o
suda abbondantemente.
Anche se la persona e’ ricoverata in
ospedale, questi sono i suoi bisogni.
Per quanto riguarda gli ausili
terapeutici e e l’alimentazione del malato acuto, rimando ai prossimi capitoli.
Si puo’ comunque intuire, da quanto gia’
detto, a cosa devono mirare.
3- Il rispetto della volonta’ del
paziente: la scelta personale sull ‘intervento farmacologico\chirurgico.
Diritto legale. Il ricatto psicologico e l’imposizione della volonta’ medica.
Che sia a domicilio o in ospedale il
malato si trova a volte a dover affrontare un problema:
Fino a che punto e’ padrone di gestire la
propria malattia?
Alcuni vincoli sono ovvi, come il dovere
di impegnarsi a guarire, non pesare eccessivamente sui famigliari e riprendere
al piu’ presto la propria collocazione sociale ed affettiva.
Altri vincoli sono piu’ pratici, e
possono riguardare il bisogno o meno di un intervento chirurgico o una cura
medica particolare.
La maggior parte delle persone, quando e’
malata, si consegna all’autorita’ medica, sperando nella sua competenza ed
esperienza.
Altri, per varie ragioni, ci tengono a
mantenere un margine di controllo sulle indagini e sulle cure.
Di solito queste persone pongono vari
problemi curativi ed assistenziali.
Non bisogna pero’ dimenticare che oltre
ad una educazione correta, si devono rispettare le norme che riguardano
l’adeguata informazione del paziente, tenendo presente che l’educazione
sanitaria ha il fine di rendere autonomo e autosufficiente il malato.
Lo si deve spingere a interessarsi della
propria salute, e di cio’ che viene compiuto su di loro.
Questo per almeno due motivi:
Il primo e’ che l’operatore mette piu’
attenzione al suo operato se sa’ che c'e’ un controllo da parte del paziente.
Il secondo e che la legge prevede la
partecipazione della persona alle proprie cure e gli riserva il diritto di
rifiutare quelle prestazioni che non lo soddisfano, anche per motivi psicologici
o religiosi.
A questo proposito cito tre articoli di
legge fondamentali a cui il malato puo’ appellarsi, qualora non si senta
pienamente convinto dell’intervento curativo ordinatogli.
1°- La Costituzione della repubblica
italiana, legge fondamentale dello stato, recita:
Art.32…Nessuno puo’ essere obbligato ad
un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge
non puo’ in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona
umana.
2°- Legge 180 del 1978, art. 1, recita:
Gli accertamenti e trattamenti sanitari sono volontari.
3°- Legge 833, conosciuta come “Riforma
sanitaria”, indica: …La tutela della salute fisica e psichica deve avvenire nel
rispetto e nella dignita’ della persona umana.
Attualmente si ricorre alla pratica del “consenso informato”.
Si deduce da cio’ che nessuno puo’
imporre al malato un determinato intervento diagnostico, farmacologico,
chirurgico contro la volonta’ del cittadino malato. Nemmeno il medico. E la
persona non deve sentirsi in colpa ad avvalersi di questo diritto.
Qualche volta una particolare indagine
diagnostica o un trattamento farmacologico si rivelano inutili, in quanto, di
fronte al diniego del paziente, il medico sceglie diversamente , con tecniche e
trattamenti meno invasivi, ottenendo, a distanza, gli stessi risultati.
Ma prescindendo dall’esito del processo
patologico, va comunque rispettata la volonta’ della persona.
Ho ritenuto utile questo inciso perche’
credo che, la stimolazione di una coscienza critica costruttiva da parte del
paziente, sia sempre auspicabile.
4-La reazione cronica: sue finalita'
Quando il corpo non riesce ad eliminare la
tossicosi in eccesso e i virus e batteri che vi proliferano, ecco stabilirsi una
reazione con caratteri diversi: la reazione cronica.
Essa segue uno, ma di solito piu' fatti acuti, che
colpiscono zone diverse del corpo secondo le caratteristiche del terreno in cui
si sviluppano [la costituzione psicofisica del soggetto].
Fermo il principio che l'organismo tende
all'autoconservazione, il nostro sistema biologico impara a convivere con le
sostanze tossiche e i microrganismi parassiti che si sviluppano in questo
terreno di coltura.
La reazione di rigetto si fa sempre piu' tenue, e
quando periodicamente l'organismo ripropone crisi acute alla ricerca della
risoluzione, di solito vengono considerate altre malattie e vengono stroncate.
Cosi' facendo la tossicosi aumenta
progressivamente, i tessuti e gli organi degenerano sempre piu' e nei liquidi
biologici, carichi di veleni e cellule in putrefazione, proliferano
microrganismi vari.
Il Sistema Nervoso Centrale [SNC] no riesce piu' a
mandare messaggi chiari. Il sistema endocrino non riesce piu' a
riequilibrare le funzioni degli organi emuntori, perche' esausto. Il fegato non ha piu' l'energia necessaria per
scatenare crisi di guarigione. Il rene e' sovraccarico di veleni da eliminare. Il cuore manifesta segni di intossicazione,con
disturbi del ritmo, i muscoli sono ipereccitabili, ma sempre stanchi. Le articolazioni sono doloranti,il sangue perde le
caratteristiche fisiologiche.
La gola e' perennemente irritata,l'apparato
repiratorio e indebolito e i bronche continuano a produrre secreti per tentare
di eliminare i cataboliti in eccesso. La pelle e' anemica e asfittica e le estremita'
sono fredde. Si hanno continue sudorazioni notturne.
L'intestino non funziona a dovere, si formano
ectasie emorroidarie, varici alle gambe, couperose, varici interne all'addome,
dove il sangue staziona formando una pletora sanguigna addominale. Si formano piaghe,ulcere, eczemi, eruzioni cutanee
di vari tipo, nel tentativo dell' organismo di liberarsi delle impurita'.
Il SNC da segni di instabilita'. La persona diventa abulica, depressa, con fasi di
irritabilita' e immotivata euforia. I rapporti con gli altri si fanno difficili e
precari. Spesso il soggetto si isola e si colpevolizza,
tormentandosi, oppure aggredisce gli altri come se fossero la causa di tutti i
suoi mali.
Il Sistema immunitario si indebolisce. Le infezioni diventano piu' frequenti e possono
colpire ogni organo e apparato. La degenerazione cellulare e' in agguato.
Tutto questo si instaura con estrema variabilita',
da soggetto a soggetto, secondo una moltitudine di fattori gia' citati.
L’evoluzione di questa reazione puo’ essere rapida, e risolversi in alcuni mesi,
oppure portare a morte il soggetto.
Piu’
spesso, invece, con fenomeni di adattamento e compensazione dell’organismo, si
protrae per anni, con alterne fasi di evoluzione e remissione dei processi,
subendo anche trasformazioni sintomatologiche che assumeranno nosologie diverse,
scambiate per nuove malattie.
La
sua dipendenza farmacologia diventera’ anche dipendenza psicologica, adattandosi
sempre piu’ ad accettare il suo stato di malessere e delegando al medico la
risoluzione dei suoi problemi.
Il
corredo medicamentoso diverra’ sempre piu’ imponente e i controlli diagnostici
continui e fastidiosi.
La
persona arrivera’ a programmare la propria vita in funzione dell’apparato
sanitario. L’armadietto di casa una farmacia. La farmacia stessa un negozio a
frequenza giornaliera. In casa avra’ enciclopedie mediche o internet, a cui
delegare la risoluzione delle sue angosce.
Invece di impiegare Il proprio tempo e la propria iniziativa alla ricerca di
sane abitudini, rimedi ai propri errori, pratiche per purificare e fortificare
il corpo e una adatta alimentazione, questi malati passano il loro tempo in
ambulatori medici, nelle farmacie, negli ospedali, sottoponendosi continuamente
a torture, spesso assurde e innaturali, accompagnate da continue spese.
Eppure quel corpo lavora ancora.
La
compensazione, cioe’ l’adattamento alle mutate condizioni, e incredibile, e
alcune persone protraggono la loro vita anche nelle condizioni piu’ proibitive.
Questo perche’ l’organismo e fatto in modo meraviglioso.
Le
leggi naturali ci indicano la vita adatta a lui: vivere di giorno, in un
giardino di erbe e fiori, alla luce del sole, a contatto con gli elementi
naturali, con occupazioni e impegni semplici e piacevoli, con una vita sociale
attiva e utile, alimentando il corpo e la mente con cibi adatti.
Per
fare questo dovrebbe avere davanti modelli formativi adatti, che per i bambini
dovrebbero essere rappresentati da sani principi educativi e morali impartiti da
giovani e mantenuti da adulti.
Anche
coloro che sono decisamente compromessi nel fisico e nella mente possono trarre
giovamento da opportuni cambiamenti nello stile di vita.
5-
La necessita’ della stimolazione nei processi cronici e le sue controindicazioni
Abbiamo notato come, per definizione, il processo cronico non guarisce.
Il
suo scopo infatti, come gia’ detto, e’ convivere con la malattia, cercando tutti
i meccanismi di compenso per questo scopo.
Sappiamo pero’ che alcuni casi di malati cronici, dopo alcuni anni vengono a
guarigione.
Merito delle cure? In parte, forse.
Spesso questi malati hanno smesso di curarsi.
Ma,
seguendo le richieste dell’organismo, hanno diminuito i loro impegni e si sono
concessi piu’ riposo. Si sono alimentati con piu’ criterio. Hanno accettato il
loro stato e se ne sono dimenticati. Ed il corpo e’ guarito. A volte succede.
Ma la
maggior parte dei casi non ha questo lieto fine.
A
volte, pero’, cio’ che manca e’ la volonta’ di guarire.
Il
malato dovrebbe persi la domanda:- Ma voglio guarire? Voglio impegnarmi nella
cura? Sono pronto a soffrire le eventuali crisi di guarigione che molto
probabilmente si presenteranno?-
Se
si, allora bisogna solo conoscere come fare.
Il
principio che ci muove sara’ il seguente:
Se il
corpo che e’ stato levato da una situazione di malattia non ritorna alla
normalita’ in tempi accettabili, deve essere stimolato a farlo.
Per
capire facciamo due esempi:
Un
tossicomane che smette e vuole rientrare nella societa’, riuscira’ a farlo
spontaneamente senza un aiuto?
Un
carcerato rimesso in liberta’ con buoni propositi, riuscira’ se nessuno lo
accompagnera’ per un tratto di strada?
La
persona che decide di vivere in modo piu’ adatto alle sue necessita’, e piu’
utile per la societa’, ha bisogno di supporti fisici, psichici, sociali e spesso
anche spirituali.
Come
capire quale di questi e’ il piu’ importante? Quello di cui si sente piu’
bisogno.
La
stimolazione fisica e’ quella forse piu’ facile da ottenere, e a questo
proposito sara’ riservata una parte specifica.
Per
le altre ci vuole anche la richiesta d’aiuto a persone competenti e ben
disposte.
Ma ci sono anche delle
controindicazioni all'intervento.
Ci sono situazioni in cui la stimolazione diventa
inutile o dannosa.
Anziani debilitati, coloro che hanno subito
interventi demolitivi, persone in terapia sostitutiva da lungo tempo,
trapiantati d'organo, ma anche per chi non puo' contare su supporti psicologici,
chi non riesce a controllare la propria paura.
Anche coloro che non riescono ad abbandonare schemi
mentali prefissati, non beneficiano di questo modo di osservare la salute e la
malattia.
Lo stimolo psicologico autoindotto e' di aiuto. Si tratta di riesumare motivi per vivere, ed
aumentare la propria autostima, indirizzando le sue risorse verso obbiettivi
raggiungibili e soddisfacenti.
Chi vuole aiutare il malato lo deve indirizzare,
incoraggiare, tollerare e, a volte, sopportare. In una parola, amare.
Spesso basta una presenza rassicurante per fornire
un appoggio sicuro. Questo appoggio puo' essere determinante nei momenti di
abbandono e depressione.
D'altra parte e' piu' facile voler bene ad una
persona se questa sta cercando di migliorarsi e guarire.
Serve incitamento verso i risultati positivi, e
fargli comprendere la nostra disapprovazione se ritorna ad abitudini malsane. Ma la tolleranza e la comprensione non devono venir
meno, perche' i difetti sono comuni a tutti.
Buoni motivi per continuare a vivere sono
determinanti. A che serve essere in salute se non si sa come
utilizzare le nostre potenzialita'?
Ecco perche' spesso l'aiuto spirituale puo' aprire
un varco e farci intravedere qualcosa che non si riusciva a identificare.
6-
Possibili evoluzioni di una reazione cronica appropriatamente diretta
Proseguiamo nella valutazione di una reazione fisiologica opportunamente
diretta.
Visto
quale e’ la sua finalita’, vediamo ora come puo’ svilupparsi.
Diciamo innanzitutto che, mentre alcuni sintomi possono migliorare e sparire
nell’arco di qualche settimana [ma anche meno],o qualche mese, per avere una
pulizia radicale dei liquidi organici e dei depositi cellulari ci vuole piu’
tempo.
Alcuni tessuti reagiscono in fretta, altri con piu’ fatica.
La
pelle ed il fegato reagiscono prima, mentre reni e tessuto muscolare ed osseo
richiedono piu’ tempo.
Il
tessuto Nervoso [SNC e P] e’ il piu’ lento a rimarginarsi.
Cosi’
anche a livello psichico. I disturbi dell’umore svaniscono prima, mentre i gravi
sintomi caratteriali persistono piu’ a lungo, e a volte, pur attenuandosi, non
scompaiono.
Non
si deve dimenticare poi, che ogni organismo ha i suoi tempi di reazione.
In
genere i disturbi piu’ recenti spariranno prima, mentre i disturbi mentre i
disturbi di vecchia data, si ravviveranno, per poi scomparire definitivamente.
Mentre i disturbi funzionali, che danno una sintomatologia piu’ evidente, sono
meno importanti, cio’ a cui si deve puntare e’ la risoluzione delle lesioni dei
tessuti e degli organi.
Per
questo motivo il malato non deve interrompere la rieducazione ai primi apparenti
successi.
Deve
inoltre prepararsi psicologicamente al possibile riacutizzarsi di vecchie
patologie pregresse, perche’ il corpo, una volta recuperate energie, tendera’ a
riacutizzare le patologie latenti, per potersene liberare definitivamente.
Per
questo motivo si deve essere preparati, altrimenti, scambiandole per nuove
malattie, si tendera’ a soffocarle nuovamente con farmaci sintomatici e si
interrompera’ il processo di disintossicazione cellulare.
Le
pause di relativo benessere possono essere di lunghezza variabile.
Le
crisi di disintossicazione [crisi di guarigione]
possono essere a carico di un solo organo, se questi e’ gravemente malato, o con
reazioni sistemiche [generali], con
produzione di abbondanti escreti e secreti [catarri,
sudorazioni, diarrea abbondante , urine torbide e scure, eruzioni cutanee,
perdite vaginali, ecc.].
L’emissione di questi fluidi deve essere assecondata, non bloccata, pena
la ritenzione tossica e il peggioramento della tossicosi, anche se il sintomo
sembra stroncato.
L’arte sta’ nel richiamare questi fluidi verso la superficie dei tessuti, per
farli drenare all’esterno del corpo.
Essendo il fenomeno della disintossicazione un fenomeno ciclico, e’ prevedibile
che anche la psiche ne segua l’andamento.
Ecco
perciò’ comparire fasi di eccitazione ed euforia, che di solito compaiono prima
di una crisi acuta, e di seguito fasi di depressione e stanchezza immotivata.
Cercare rimedio a questi stati senza rimuovere la tossicosi che li genera vuol
dire non affrontare il problema. Il risultato sara’ soltanto procrastinare una
piu’ grave malattia.
E’
interessante interrogare persone malate gravemente.
Spesso vi diranno che fino al giorno prima stavano bene. Se pero’ si scava con
una anamnesi approfondita, si scoprira’ che quel malato non stava bene da lungo
tempo, ma per vari motivi non se ne era mai curato e si era limitato a coprire i
sintomi.
Invece, collocando il malato in equilibrio psicofisico, e stimolandone le
reazioni con mezzi naturali, l’evoluzione della reazione cronica guidata
permettera’ all’organismo di reagire secondo i principi sovra esposti. E solo
questione di tempo e di volonta’.
Ci
sono anche reazioni croniche guidate che non presentano importanti crisi e
malesseri, soprattutto nei casi di disturbi funzionale, dove cioe’ non ci sono
importanti danni a organi e tessuti.
Queste persone si rimettono in breve tempo e con ottimi risultati.
7-
Le vie di eliminazione delle tossine. Organotropismo e debolezza organica
specifica.
Quando il corpo e’ gravato dalla tossicosi, quando gli organi emuntori non
riescono a liberare il sangue e le cellule dai loro rifiuti, ecco aprirsi delle
vie vicarianti di eliminazione.
Quali
sono?
Son
gli organi che normalmente assolvono altri compiti, ma in caso di bisogno
possono sopportare farsi carico dell’eliminazione, acuta o cronica, di
metabolici, virus, microbi, elementi estranei, deiezioni varie, ecc.
L’intestino spesso interviene con abbondanti diarree per eliminare sostanze
tossiche nel tubo digerente.
Il
fegato, con coliche addominali, elimina con la bile veleni di vario tipo, che
danneggiano l’organo stesso ed il corpo.
La
vescica, gli ureteri, i reni, possono eliminare escrezioni, minerali, catarri.
Anche
i bronchi ed i polmoni assolvono questo bisogno: le sostanze tossiche volatili
vengono espulse attraverso il tessuto polmonare. L’alito cattivo del malato ne
e’ la prova evidente.
Le
ghiandole bronchiali, che normalmente producono muco in quantita’ ragionevole,
diventano veri pozzi di catarro: la tossicosi ha trovato una via di uscita.
Ma
perche’ alcune persone risolvono queste crisi a carico di un organo, invece che
l’altro?
Per
almeno due motivi:
Il
primo e’ che ogni persona possiede un corredo genetico e idiopatico, per cui
possiede organi piu’ forti e organi piu’ deboli.
Il
secondo e’ rappresentato dai caratteri del materiale da eliminare.
Per
es.: il cloruro di sodio [sale] viene eliminato dai reni, dai bronchi, dalle
congiuntive, dalle ghiandole sudorifere.
Per
es.: La Rifampicina, antibiotico molto tossico, viene eliminato prevalentemente
dal fegato, attraverso le vie biliari e quindi dall’intestino.
Se la
reazione e’ acuta e’ transitoria, di solito non ci sono strascichi.
Se la
reazione diventa cronica, in quanto non trattata adeguatamente o per debolezza
organica specifica del soggetto, che non riesce a reagire adeguatamente, dopo
ripetute crisi acute l’organo tende ad atrofizzarsi, degenerare, scompensarsi.
Se
non si inverte il processo quest’ organo diventera’ insufficiente e nonostante i
meccanismi di compenso, sara’ destinato a soccombere.
Da
questo comprendiamo come sia scorretto occuparsi di una patologia trascurando le
reali cause di malattia e intervenendo per soffocare i sintomi, cio’
l’eliminazione delle sostanze tossiche, provocando un aumento della tossicosi ed
un peggioramento dello stato di salute generale.
Collocando l’organismo in un buon equilibrio psico-biologico e rimuovendo
le cause che mantengono la tossicosi, gli organi miglioreranno la loro funzione,
fino a guarire.
Se si
curera’ solo l’organo, senza rimuovere le cause generali della sofferenza, dopo
risultati parziali, la malattia si ripresentera’ e si aggravera’,[assumendo
nosologie diverse], diventando incurabile.
8-
La funzione della pelle, organo vicariante.
Ricordiamo che nella reazione cronica abbiamo la formazione della pletora
sanguigna addominale, che ingloba e rallenta una grande quantita’ di sangue.
Veniamo ora alle funzioni della pelle:
oltre
che essere tessuto di rivestimento esterno del corpo [l’equivalente
della membrana nella cellula], con una funzione
prevalentemente meccanica, essa e’, insieme al SN [sistema
nervoso], l’organo meno conosciuto, con tutti suoi
molteplici aspetti fisiologici.
Ha
capacita’ poliedriche ed e’ in grado di sostituire parzialmente il lavoro di un
grande numero di tessuti o facilitarne il compito.
La
pelle respira e la sua funzione e’ insostituibile.
Essa
elimina sostanze tossiche, alleggerendo il lavoro dei reni e del fegato.
La
pelle assorbe dall’ambiente tutto cio’ che e’ favorevole al mantenimento della
salute, come la luce solare,sostanze organiche ed inorganiche, vibrazioni,
microonde, sensazioni, ecc.
La
pelle e’ direttamente collegata al SNC e SNP, e da questo, attraverso un
meccanismo di riflessi, a tutto il corpo.
La
sua funzione psichica e’ dimostrata dal fatto che le sensazioni cutanee vengono
immediatamente registrate dal SNC e determinano il tipo di reazione relazionale
con l’ambiente e con i propri simili [tatto].
Queste registrazioni tattili vengono fatte da innumerevoli piccoli organi posti
nello strato cutaneo e sottocutaneo, distribuiti secondo zone elettive in modo
uniforme.
Per
poter svolgere tutte queste funzioni la pelle deve essere adeguatamente
sanguificata.
Se il
sangue circola in quantita’ minore il lavoro della pelle sara’ minimo.
Da
qui l’esigenza di prendersi cura della pelle durante il decorso della malattia
acuta, e soprattutto durante la malattia cronica.
Il
principio e’ semplice: per lavorare la pelle deve essere calda [sanguificata],
oppure stimolata a diventarlo, richiamando il sangue dalle viscere o
allontanandolo da esse.
Saranno di seguito illustrati vari modi per ottenere questo risultato [terapia].
Si
puo’ comunque anticipare che il caldo ha una azione disintossicante generale,
mentre il freddo, applicato per lunghi periodi, ha un’ azione tossica.
Ecco
perche’ d’ estate migliorano un gran numero di disturbi, pronti a ripresentarsi
ai primi freddi.
Ecco
perche’ istintivamente il malato cronico cerca il caldo.
9-
Il tempo: fattore determinante. Perche’ evitare guarigioni illusorie. Perche’
controllare la paura e l’ansia.
Le
malattie degenerative sono la peste del nostro tempo.
Se
abbiamo ormai compreso il concetto di salute globale, ora ne conosciamo
le cause.
La
malattia infettiva acuta e retaggio di un passato prossimo.
Eppure, proprio in questo tempo, virus e batteri hanno a disposizione moltissimi
organismi tossiemici per moltiplicarsi.
La
gente e’ sempre piu’ intossicata, stanca, iperstimolata, impegnata in compiti
innaturali, e questo logorio [stress],
conduce allo stato di malattia.
Se
appare la crisi acuta la viviamo come un contrattempo, qualcosa da stroncare
piu’ in fretta possibile.
Non
sono le secrezioni tossiche che si vuole eliminare, ma virus e microbi, perche’
colpevoli di malattia. Una volta eliminati si ritorna alle cattive abitudini.
Ma i
virus e i microbi patogeni non vivrebbero in secrezioni normali, oppure non
prolifererebbero in modo abnorme.
Cosi’
come un fungo non nasce in un luogo asciutto, cosi’ virus e batteri non possono
svilupparsi se il “terreno” a loro disposizione non e’ adatto.
Escrezioni e secrezioni normali non sono il loro terreno di coltura.
Cio’
che veramente manca, per curare in modo adeguato e completo i nostri mali, sono
il tempo e la volonta’ di farlo.
Questi due fattori sono essenziali per trovare equilibrio. Quell’ equilibrio a
cui tutti aspirano ma che nessuno realmente si impegna a cercare, se non quando
cade malato.
Le
leggi della salute naturale si fondano su questi due principi.
Un
es.: La febbre. Ci hanno insegnato che la febbre e’ nemica, e appena appare
dobbiamo stroncarla con antipiretici. In realta’ la febbre e’ un ausilio
naturale del corpo che vuole liberarsi di qualcosa che lo danneggia, attraverso
uno sforzo supplementare dell’organismo, che mette in allarme tutti gli organi
metabolici, richiamati ad un unico compito: liberarsi della tossicosi organica.
Essa
e’ un aiuto, cosi’ come lo e’ la tosse, il vomito, la diarrea, le sudorazioni,
le contrazioni dolorose, ecc. Questi fenomeni [sintomi]
sono da accettare e mitigare solo se provocano reale pericolo o grave disagio.
E’ un
richiamo all’ordine naturale, a porre fine ad errori o disattenzioni, una
acquisizione di responsabilita’ verso noi stessi.
Dobbiamo prestare l’attenzione necessaria, affinché la “Vis Medicatris Naturae”*
[forza medicatrice della natura], ovvero, la nostra
energia vitale,
possa fare il suo corso.
*Motto attribuito ad Ippocrate, antesignano dell’arte medica occidentale.
10- Come controllare il miglioramento della salute
L’aspetto della persona deve diventare migliore, piu’ posato, sereno,
tranquillo.
Il
suo umore, pur con eccezioni temporanee, deve essere equilibrato, senza
ipereccitazione e senza depressioni o malinconie.
La
disponibilita’ verso gli altri tendera’ ad essere evidente, senza costrizioni e
senza falsita’.
L’espressione del viso tornera’ ad essere distesa e tranquilla.
La
volonta’ rinascera’ a poco a poco, cosi’ come la speranza, l’ottimismo e
l’autostima.
Lentamente si tornera’ ad acquistare la propria sicurezza.
Fisicamente la persona tornera’ ad essere piu’ in carne, i tessuti piu’ elastici, le articolazioni piu’ morbide. La fatica pesera’ di meno e lentamente
ci si accorgera’ di poter fare di piu’ con minor fatica e sforzo.
Scompariranno ingrossamenti,pannicoli adiposi, disarmonie dell’atteggiamento, e
si acquistera’ una andatura piu’ eretta, e muscoli piu’ tonici.
Il
respiro tornera’ spontaneamente alla normalita’.
Il
cuore rallentera’ o aumentera’ le pulsazioni, fino ad essere attorno ai 65-72
batti a riposo per gli adulti maschi, e qualcosa di piu’ per le femmine.
L’
urina, che per un lungo periodo puo’ essere torbida, schiumosa e irritante,
tornera’ chiara e limpida, giallo ambrata, e defluita senza sforzo e
irritazione, e senza odori particolari.
Le
feci saranno eliminate una volta al giorno.
Lo
stimolo sara’ avvertito ad orari fissi e bisognera’ assecondarlo. Il colore
sara’ dorato, la consistenza abbastanza solida, con odore caratteristico.
Scomparira’ il senso di gonfiore addominale, e saranno eliminati meno gas, senza
irritazioni anali. Le emorroidi ingrossate torneranno normali.
Scomparira’ ogni tipo di cefalea [mal di testa].
Scompariranno eventuali ulcere agli arti inferiori, e piu’ lentamente,
miglioreranno le vene varicose.
Le
eruzioni cutanee diventeranno sempre piu’ rare, fino a scomparire.
Il
sonno tornera’ lentamente, sara’ piu’ profondo e riposante.
L’appetito riapparira’, mentre il desiderio ingiustificato di cibo diminuira’.
L’attivita’ sessuale tornera’ normale, ed il desiderio sara’ piu’ dominabile.
La
persona frigida o impotente avvertira’ la ripresa degli stimoli sessuali, mentre
l’ipereccitazione diminuira’ fino all’attenuazione dell’impulso sessuale per
periodi anche prolungati.
Le
punture di insetti ed avvelenamenti occasionali di ogni tipo avranno conseguenze
piu’ contenute, ed in generale il corpo reagira’ all’imprevisto molto meglio.
Le
ossessioni e le idee fisse si attenueranno e diventeranno piu’ controllabili.
I
catarri, dopo un ‘iniziale intensificazione, dovranno diminuire in quantita’ e
intensita’.
La
carie dentaria e l’osteoporosi si stabilizzeranno.
I
capelli smetteranno di cadere, e se il bulbo e’ ancora vivo, riprenderanno a
crescere.
I
sudori diventeranno meno acidi e odorosi, La sudorazione notturna diventera’
piu’ rara.
Le
infiammazioni di ogni tipo tenderanno alla scomparsa spontanea.
In
generale ogni anomalia tendera’ a sparire. Prima le piu’ recenti e poi le piu’
datate.
Si
dovra’ essere pronti a inasprimenti della sintomatologia e a crisi ricorrenti,
che, dopo un periodo di acme, tenderanno alla risoluzione spontanea.
I
tempi sono molto personali e non si possono fare previsioni valide per tutti.
Anche
coloro che non riotterranno integralmente la salute, ne costateranno comunque i
miglioramenti. Sempre.
Bastera’ avere la forza e la pazienza di superare un periodo iniziale di
scetticismo, paura, sconforto, pareri negativi da parte di persone incompetenti.
In
qualsiasi momento si puo’ comunque ritornare alle abitudini e ai modi di fare
precedenti, se questi sembrano piu’ sicuri e confortanti.
Pratica dell’autocura aspetti pratici ed applicati dell’ autocura,
secondo un approccio olistico.
Sono
quegli elementi che sono alla base di una vita normale, cosi’ come e’ stata
concepita per l’uomo.
La
mancanza di essi provoca squilibrio, malattia, morte.
Di
fronte ad uno stato di malessere continuato e’ ad essi che ci dobbiamo
rivolgere, e alla loro giusta combinazione.
Se ci
rivolgiamo ad altre fonti senza prima verificare il nostro rapporto con questi
elementi, avremo fatto solo un lavoro parziale.
Ignorarli significa non facilitare il ristabilimento della salute e dell’armonia
interiore.
Questi elementi si sovrappongono alle funzioni di base di ogni individuo, di cui
abbiamo gia parlato.
Valuteremo perciò’ elementi che giovano al fisico, alla psiche
[anima], alla relazione con l’ambiente.
Infatti la salute fisicae’ essenziale.
Senza
salute fisica sono impossibili o fortemente condizionate le altre funzioni.
L’assenza della salute fisica porta a tristezza, depressione, eccitazione
snervante, malattia mentale.
Anche
la nostra vita psichica deve essere protetta, evitando cio’ che le e’
dannoso e ricercando cio’ che gli e’ utile. L’equilibrio psichico e’
indispensabile per avere delle sane relazioni col prossimo e con l’ambiente
circostante.
Da
una buona salute fisica e un buon equilibrio psichico e’ facilitato il nostro
rapporto col mondo.
Le
relazioni con gli “altri” possono rendere la vita costruttiva e piacevole o
renderla insopportabile. Dobbiamo coltivarle. Dare loro l’importanza che
meritano.
2-
Il sole
Non
deve mai mancare. Senza il sole ci si ammala. Questo elemento va ricercato
continuamente,specialmente dalla persona malata.
Bisogna aver cura di non esagerare. D’estate l’esposizione al sole deve essere
progressiva, secondo la gravita’ dei problemi di salute e secondo il tipo di
costituzione e di pelle del soggetto.
Se si
fanno bagni di sole prolungati ci si deve aspergere frequentemente di acqua
fresca.
Si
devono evitare le ore piu’ calde. Se si suda bisogna evitare l’esposizione a
correnti d’aria che ci raffreddano solo una parte del corpo.
La
testa deve stare coperta, specialmente per i bimbi piccini, i malati con
frequenti emorragie e disturbi vascolari.
D’inverno e’ ancora piu’ necessario. Eviteremo depressioni inspiegabili,
stimolando il metabolismo, l’attivita’ intellettiva, l’attivita’ fisica, il buon
umore.
Unito
al movimento e utile per controllare il colesterolo, stimolare l’appetito,
rasserenare la mente ,dare gioia di vivere.
3-
L’aria pura
L’aria e’ un elemento vitale. Al malato e’ indispensabile.
Per
mantenersi in salute e’ opportuno che sia la piu’ salubre possibile.
E’
bene approfittarne sempre, ed avere anche negli ambienti un ricambio dell’aria
viziata.
Soprattutto nell’ambiente domestico, dove e’ piu’ facile dimenticarsi di aprire
le finestre e dove di solito non esiste condizionamento, e residui aerei di ogni
tipo ristagnano.
Anche
la notte e’ buona norma lasciare un vasistas aperto in un locale della casa.
E’
buona norma approfittarne facendo lunghe passeggiate, nei parchi o in campagna,
o scegliendo strade poco battute dal traffico.
Evitare di stare a fianco di una strada molto trafficata, per l’immancabile
inquinamento di gas e polveri sospese.
Evitare di portare bimbi piccini in queste strade, perche’ il loro apparato
respiratorio e’ piu’ sensibile e meno preparato a difendersi.
Un
unico accorgimento: cercare di respirare sempre dal naso.
Infatti attraverso questa via l’aria ha la possibilita’ di riscaldarsi e
depurarsi in parte, ma ha anche la possibilita’ di percepire odori sgradevoli,
sempre indice di inquinamento da sostanze dannose, siano gas o polveri. In
questo caso allontanarsi in fretta dal luogo.
A
volte, durante il periodo invernale, ma non solo, e’ comune avere dei colpi di
tosse o delle tracheo-bronchiti superficiali con la produzione di abbondante
muco.
Queste sono da ritenersi reazioni fisiologiche dell’organismo, che cerca in
questo modo di liberarsi del deposito di polveri nelle vie aeree, che in altro
modo non e’ possibile eliminare.
Accade soprattutto nei bambini, in quanto la reattivita’ fisiologica e’
maggiore.
E’
buona norma rispettare questa catarsi naturale, e non eliminarla con
sintomatici, che impedirebbero la ripulitura naturale delle vie aeree.
4-
La luce e i colori
Per
luce ci si riferisce alla luce solare, sia essa diretta o indiretta.
Infatti non tutte le persone traggono beneficio dall’esposizione diretta ai
raggi solari, specialmente i deboli ed i malati, nei mesi estivi.
La
luce indiretta, o filtrata dalle foglie verdi degli alberi, e’ uno stimolante
naturale del metabolismo.
Si
assorbe stando all’aperto, con una temperatura fresca, con vestiti leggeri, che
permettano la traspirazione del corpo.
Attraverso la luce, che e’ bianca e senza tonalita’, il nostro occhio percepisce
i colori degli oggetti e delle creature che ci circondano.
Anche
i colori hanno importanza per lo stato di salute individuale.
Istintivamente cerchiamo i colori che piu’ soddisfano i nostri bisogni, siano
quelli degli abiti che indossiamo, sia quelli delle cose che ci circondano.
Una
cosa o un luogo ci e piu’ o meno simpatico secondo il colore dominante e le sua
associazioni.
Alcuni di essi, come i colori caldi, ci stimolano e ci danno energia, mentre
altri ci calmano e ci dispongono alla contemplazione e alla riflessione.
Alcuni ci turbano e ci spaventano e altri li troviamo deprimenti e tristi.
Spesso queste sensazioni ci pervadono al di sotto della nostra soglia cosciente,
e non ne identifichiamo l’origine.
I
colori della natura sono quelli che meglio soddisfano queste esigenze.
Essi
sono elementi di salute o malattia in relazione all’uso che noi ne facciamo.
5-
L’acqua
L’acqua e’ essenziale alla vita. Il corpo umano e’ composto in massima parte da
acqua.
Bisogna perciò’ favorire il ricambio idrico dell’organismo, tanto piu’ quanto e’
carico di tossine.
E’
pero’ un errore credere che basti bere tanta acqua per liberarsi dei tossici
metabolici e introdotti.
Gli
accumuli tossici nei tessuti e nel sangue possono venire distrutti ed eliminati
solo se sono integre le funzioni e gli organi emuntori dell’organismo, o,
almeno, se sono compensati i loro deficit.
Tipico es:. l’ammalato dializzato, che continua a eliminare liquidi, senza
riuscire ad eliminare le sostanze tossiche.
Ma il
corpo deve ricevere la sua quantita’ d’acqua giornaliera che varia secondo la
stagione, la temperatura ambientale, l’attivita’ corporea, il metabolismo
interno [nella febbre si beve continuamente], eta’, sesso, occupazione, ecc.
Il
senso di sete va’ assecondato.
L’acqua per uso potabile deve avere certi requisiti: non deve essere inquinata
da residui biologici o chimici, non deve essere troppo dura o ricca di sali di
calcio [acqua minerale],non deve
essere troppo fredda, non deve essere ingerita quando si e’ troppo accaldati e
sudati.
Cio
che si fa oggi, cioe’ l’uso smodato di acque minerali, non e’ una buona
abitudine. Se le acque sono minerali [con residuo fisso importante],
sovraccaricano inutilmente il rene.
L’uso
dovrebbe essere limitato alle indicazioni specifiche e per il tempo necessario
[di solito non piu’ di 21 giorni].
Cio
che disintossica il corpo e un rene sano, un fegato sano, una pelle sana, delle
mucose sane, un intestino sano. L’acqua e in veicolo, non una panacea.
6-
Suoni e rumori
Fra
gli alimenti del nostro essere, ci sono anche suoni e rumori.
Le
persone, sotto l’impulso musicale, possono modificare il loro umore, diventando
romantiche, patetiche, depresse, ma anche allegre, stimolate, eccitate, ecc.
Usati
male, i suoni musicali, possono contribuire a creare la malattia, soprattutto
mentale.
Usati
bene, possono servire da stimolo al riequilibrio psichico.
Sono
da preferire quelle musiche che generano sensazioni di serenita’, di benessere,
di piacere pacato.
Piu’
in generale tutti dovrebbero ricercare suoni e rumori naturale, piacevoli e
armoniosi.
L’ambiente piu’ adatto a cio’ e’ la natura incontaminata, in una fresca giornata
soleggiata, in compagnia di una o piu’ persone piacevoli.
I
suoni striduli e i rumori metallici provocano stress, agitazione, nervosismo,
irritazione, ecc., e sommati ad altri cattivi stati mentali, contribuiscono a
provocare e mantenere uno stato di malattia.
La
lotta contro le cacofonie e i rumori molesti sono una delle emergenze del nostro
tempo.
Almeno per il malato, cerchiamo il silenzio, consci che gli e’ utile ed egli
normalmente lo desidera. Anche quando non lo chiede.
Il
silenzio e’ la sublimazione del suono e del rumore,
come il bianco e’ la sintesi di tutti i colori.
Se la
parola e’ d’argento, tutti sanno che il silenzio e’ d’oro.
7- il riposo
Questo e' il maggior rimedio ad ogni forma di
disordine organico e fisico. Il riposo consiste nel cessare le attivita'
che ci siamo imposti di svolgere.
Tutte le cellule del nostro corpo beneficiano del
riposo. Quando il corpo manda i suoi segnali, attraverso il
senso di stanchezza, mancanza di concentrazione, l'irritabilita', l'insofferenza
verso le piccole cose, allora il nostro organismo abbisogna di riposo.
Non osservare questa semplice regola equivale ad
una cattiva amministrazione della nostra salute. Il bisogno di riposo va
assecondato.
Pochi minuti nei momenti di piu' intenso lavoro,
qualche ora ogni giorno, qualche periodo all'anno secondo le necessita',
assolutamente nel caso di crisi acute, accuratamente dosato e alternato nei
disturbi cronici.
Si eviti, se possibile, assumere farmaci
antidolorifici, antinfiammatori, e antipiretici se la temperatura non e' molto
alta, e stimolanti come caffe'o altre sostanza che ci
fanno trascurare il bisogno di riposo.
Se il corpo non avra' il
riposo necessario si ammalera'.
8- il sonno
L’organismo privato del
sonno muore. Questo ne denota l’importanza.
Attraverso il sonno la
persona mette ordine a cio’ che ha assorbito durante il giorno.
Trova la giusta
collocazione per sensazioni, emozioni, gerarchia dei bisogni, priorita’
psicologiche e relazionali, metabolizza gli alimenti e allontana le sostanze
tossiche.
In una sola parola: il
sonno riporta la persona in equilibrio.
La persona che perde una
notte di sonno il giorno dopo sara’ una persona stanca, irritabile, nervosa,
insofferente.
Chi perde ora di sono
sistematicamente manifestera’ questi sintomi in modo meno appariscente, ma si
ammalera’ sicuramente, nella sfera fisica e in quella psichica, tanto piu’
gravemente quanto il suo organismo sara’ minato da altre malsane abitudini.
Il sonno disintossica.
Non dormire a sufficienza
determina un progressivo aumento della tossicosi endogena con manifestazioni
patologiche varie e personali.
Il sonno rigenera.
Perdere ora di sonno
equivale a contrastare i processi riparativi dell’organismo.
Chi non dorme a
sufficienza non potra’ guarire.
Chi e’ ammalato soffre di
insonnia.
Curare l’insonnia con
farmaci, ansiolitici o ipnotici, e’ errato, in quanto curano il sintomo
lasciando inalterato lo squilibrio che determina l’insonnia.
Quest’ultima non ha cause
speciali: e’ uno dei sintomi di un corpo o una mente intossicata che chiedono
attenzione.
Ripristinare l’equilibrio
dei processi fisiologici risolve spontaneamente l’insonnia.
Basta semplicemente
acquisire uno stile di vita adatto alle nostre possibilita’, seguendo anche i
consigli descritti in queste pagine.
Evitare di riflettere sul
proprio stile di vita vuol dire solo procrastinare la manifestazione della
malattia, che si presentera’ con caratteri piu’ gravi.
9- l’esercizio
L’ esercizio o
movimento e’ l’attributo principale di ogni essere vivente del regno animale.
Anche l’uomo non sfugge a
questa regola.
Una persona puo’ restare
immobile qualche minuto, qualche ora se si impegna a fondo, ma poi il bisogno di
muoversi diventa imperativo.
Cosa succede alle persone
bloccate da paralisi in un letto?
Se non vengono mosse
frequentemente la pelle si macera, si irrita e ben presto compare la piaga, che
peggiorera’ continuamente se non adeguatamente trattata.
Il movimento e ‘
essenziale per l’equilibrio biologico della persona: stimola il metabolismo,
bruciando grassi e rimuovendo depositi tossici dell’organismo, stimola la
circolazione del sangue e della linfa,diminuisce la consistenza della pletora
sanguigna addominale [circolo splacnico] richiamando sangue ai muscoli, viene
attivata l’azione della pelle, aumentando la traspirazione e con essa
l’allontanamento di tossine presenti nel circolo sanguigno.
E’ necessario restare in
esercizio.
Facendo un lavoro
sedentario questo diventa un obbligo. Anche quando non ci sentiamo in forma una
passeggiata al sole o fra gli alberi non puo’ fare che bene.
Nelle malattie croniche
l’esercizio moderato, alternato al riposo, e uno dei pilastri salutari per il
miglioramento e la guarigione.
Il movimento deve essere
progressivo, adatto all’ eta’, ritmato con la respirazione. Si devono evitare
strapazzi inutili o inadeguati.
Infine ricordiamo che c’e’
un caso in cui il movimento e’ controindicato: la crisi acuta.
In presenza di febbre,
grave malessere e dolori, esso deve essere sostituito col riposo, fino a
guarigione.
Soffocare i sintomi con
farmaci o altro e continuare la propria attivita’ abituale puo’ essere
pericoloso ed e’ sempre malsano.
10- pulizia e decoro
personali
Ognuno ha la sua idea di
pulizia e decoro.
Pulizia e’ intesa come
lavarsi il viso al mattino, fare il bagno settimanale, e lavarsi frequentemente
i capelli [ma non piu’ di una volta a settimana].
Alcuni usano strani saponi
e prodotti vari.
In realta’ basta acqua e
il sapone classico, neutro.
Ci si dovrebbe lavare ogni
volta che ce n’e’ bisogno: dopo una sudata, dopo un lavoro, dopo una giornata di
fatica, con acqua fresca e sapone.
Lavarsi prima e dopo
l’attivita’ sessuale, quando ci si sente a disagio o di odore sgradevole.
Anche la pulizia dei
denti deve essere effettuata giornalmente, meglio se dopo ogni pasto, con
uno spazzolino abbastanza robusto, e con un dentifricio detergente.
Dobbiamo pero’ credere che
una sana alimentazione e sane abitudini siano la prevenzione migliore per i
problemi dentari e gengivali. Ma un peso notevole e’ dato anche dalla
familiarità. E comunque consigliabile almeno una visita all’anno da un
odontoiatra.
Cosi’ anche per la salute
dei capelli.
A questo proposito ricordo
che il nutrimento del cuoio capelluto non proviene dall’esterno, ma
dall’interno, ossia per via ematica, con le sostanze nutritive che apporta il
sangue.
Se il sangue e’ carico di
sostanze tossiche, il bulbo pilifero soffrira’ ed il capello cadra’.
A volte l’alopecia
giovanile e’ dovuta a familiarità.
Anche un stress locale da
troppe manipolazioni con calore e sostanze chimiche tendono a distruggere il
bulbo ed il capello stesso.
Anche la biancheria intima
va cambiata frequentemente, e lavata bene.
E da sconsigliare l’uso
dei prodotti antisudoriferi.
Il sudore e’ una
via di eliminazione di tossine. Impedire questa funzione vuol dire appesantire
l’attivita’ di altri organi, ed un accumulo locale di sostanze tossiche, che non
vengono espulse.
Se si suda basta
sciacquarsi.
Anche l’abitazione
va tenuta in ordine. Dovrebbe essere arieggiata, e con finestre grandi, che
permettano l’entrata di luce e sole.
Vanno allontanati tutti
quegli oggetti o quegli arredi che sono ricettacolo di polvere e di insetti,
come gli acari.
Specialmente nelle camere
sarebbe bene che la mobilia fosse spartana, con pochi punti di emissione di onde
elettromagnetiche, nessun oggetto che attira polvere, ricambio d’aria.
Si usino aspirapolvere o
panni magnetizzati o umidi, per impedire alla polvere di sollevarsi.
Anche il pavimento
dovrebbe essere trattato con uno straccio umido e un detergente disinfettante.
Non tenere grandi
quantita’ di prodotti chimici e soprattutto non lasciare aperte le confezioni e
i barattoli, perche’ il prodotto si volatilizza e si diffonde nell’ambiente
domestico, inquinando l’aria che si respira. L’ambiente domestico spesso e’ piu’
inquinato dell’ambiente di lavoro.
11- Attivita’ e interessi.
La persona che si alza al
mattino deve sapere che cosa ha da fare.
Un ‘attivita’ e’
necessaria.
Questa puo’ essere il
proprio lavoro se e’ soddisfacente, ma puo’ essere anche un interesse
estemporaneo, che occupi la mente della persona, dandogli soddisfazione e
riequilibrando il senso di frustrazione che assale quando si svolge un lavoro
monotono e poco interessante.
Queste attivita’ ed
interessi devono essere positivi, costruttivi, non in opposizione ai propri
principi etici, e hanno lo scopo di aumentare l’autostima del soggetto.
Tutti sappiamo che la
persona che si occupa di qualche cosa che a lui piace e’ soddisfatta, felice,
appagata.
Aggiungiamo anche che
raramente si ammala. E ottimista, interessato, curioso, impegnato, poco incline
alla depressione e allo scoraggiamento.
Se la vostra autostima e’
debole, se non siete soddisfatti di voi stessi, se vorreste essere o fare di
piu’, cercatevi degli interessi che vi soddisfino e vi appaghino. Sarete
certamente piu’ sani e piu’ felici.
Anche quando la malattia
vi impedisce per lunghi periodi di impegnarvi nel vostro lavoro ordinario,
occupate parte del vostro tempo nel fare qualcosa che veramente vi piace e
avreste sempre desiderato fare.
L’unico limite e’ non
esagerare.
Questa disposizione
mentale e’ un significativo passo verso la guarigione e la miglior forma
psico-fisica.
12- Serenita’
La mancanza di
serenita’, protratta per lunghi periodi, porta alla perdita della salute.
Essa e’ un bisogno durante
la malattia.
L’ambiente in cui vive la
persona malata deve essere il piu’ possibile sereno e tranquillo.
Tutto cio’ che puo’
turbare il suo ristabilimento deve essere allontanato. Le energie della persona
devono essere rivolte unicamente alla malattia.
Il malato stesso deve
evitare quelle situazioni che possono turbare il suo stato psichico, e
conseguentemente, fisico.
Letture indaginose e non
adatte, riviste che inneggiano all’intemperanza, al materialismo, a sensazioni
forti, aumentano la frustrazione, e sono da evitare.
Spettacoli eccitanti, che
creano disgusto, rabbia, paura e altri stimoli negativi, vanno evitati.
Discussioni inutili con i
famigliari, parenti, amici, che non sanno gestire una relazione e non si rendono
conto della situazione, sono dannose.
Invece le chiacchierate
edificanti, la buona disposizione d’animo verso l’altro, i punti d’incontro, ci
fanno sentire migliori, e quindi piu’ forti.
Lo sforzo deve essere in
funzione dell’equilibrio, dell’omeostasi fisiologica, non indotta
artificialmente, ma ottenuta naturalmente, agendo su stimoli positivi e bandendo
gli stimoli negativi.
Chi e’ credente e ha
qualche forma di fiducia nell’ultrasensibile, certamente puo’ contare su un
elemento in piu’, a volte notevole.
13- Sani principi morali
Ognuno possiede una sua
moralita’.
Ogni persona ha le sue
convinzioni circa cio’ che e’ bene e cio’ che e’ male.
Probabilmente ogni essere
umano crede in qualche forma di potenza divina o influenza esterna sulle cose di
questo mondo.
Tutti abbiamo, prima o
poi, il desiderio di indagare su questi quesiti insolubili.
Cio’ puo’ avvenire in
varie occasioni, in caso di malattie gravi di congiunti o di noi stessi.
Perche’?
Forse perche’ il distacco
forzato dalla vita attiva e routinaria, invita a riflettere piu’ a fondo sul
significato, sul senso della vita e di noi stessi.
Questo puo’ essere un
bene. Infatti riflettere su nostri passati errori puo’ evitare di compierne
altri maggiori, se e’ vero che l’esperienza, cioe’ la storia personale, insegna.
Ma spesso non e’ cosi’.
I buoni propositi
formulati si perdono ben presto, fino alla prossima fermata.
Da qui si puo’ dedurre
l’importanza di possedere sani principi morali, a prescindere dalla nostra
formale appartenenza religiosa, che passa in second’ordine.
Questa etica [comportamento,
costume] dovrebbero far parte di una educazione, che pone
i principi della convivenza umana sopra ogni altro fattore. Essi dovrebbero far
parte di un programma educativo di ogni singolo individuo e di ogni gruppo
sociale.
Le fonti del diritto
naturale sono universali e presenti in tutte le maggiori religioni e filosofie
positive.
Hanno come fine la
salvaguardia dell’individuo e della convivenza sociale, delle persone sulle
cose.
14- Equilibrata attitudine
mentale
Questa la si costruisce in
se’ ogni giorno.
Cattive abitudini
alimentari minano il corpo. Cattivi atteggiamenti nell’affrontare la vita minano
la nostra felicita’ ed il piacere di vivere.
A che vale una buona
salute se poi non la sappiamo usare e la dilapidiamo nella ricerca di cose vane
ed futili?
La ricerca del piacere
immediato e la paura del dolore sono i due piu’ grossi ostacoli all’elevazione
interiore dell’essere.
La prima ci porta a
trasgredire le norme del buon senso nel soddisfacimento dei sensi.
La seconda ci porta a non
voler pagare il conto delle licenziosita’ che ci siamo presi.
Ecco allora che si pensa
di poter mangiare quello che ci piace, perche’ poi c’e’ il digestivo, si puo’
evitare il riposo fisiologico con gli eccitanti, se’ c’e febbre ci sono gli
antipiretici.
Si ricercano le emozioni
violente, una intensa vita sensuale, e poi si ricorre all’ansiolitico,
all’ipnotico, al sedativo, alle droghe piu’ o meno legali.
Rincorriamo il successo a
tutti i costi, la posizione sociale, i privilegi di ceto, l’abbondanza di
ricchezza e di potere, dimenticando la gerarchia dei valori della vita,
l’importanza di essere madri affettuose e presenti, padri sereni e disponibili,
colleghi affabili e premurosi, parenti accessibili e solerti, vicini educati e
socievoli.
Il modo di vivere odierno
complica enormemente queste priorita’, non accorgendosi che e’ proprio questo
atteggiamento che ci porta alla malattia.
Per cercare di rimanere in
salute, o per recuperarla, ci si deve domandare in che modo ci poniamo con il
mondo e con noi stessi.
Non andiamo oltre, perche’
ognuno deve trovare il suo farmaco.
Penso pero’ sia utile
ricordare un principio di prudenza universale:
Non pretendere troppo da
se stessi e non pretendere troppo dagli altri.
L’organismo umano e’
onnivoro. Puo’ quindi usufruire di tutte le sostanze commestibili presenti in
natura, tenendo presenti due fattori: la quantita’ e la qualita’.
1- Principi e suggerimenti
La base dell’alimentazione
umana e’ costituita da vegetali, nei quali sono presenti tutte le
sostanze nutritive di cui abbisogna l’organismo.
I vegetali si suddividono
in quattro classi:
Cereali
e legumi: contengono proteine, carboidrati, lipidi, per il fabbisogno
plasmatico [costruzione e riparazione dei tessuti] ed
energetico
[calorie per i processi metabolici e per l’attivita’].
Ortaggie frutta: contengono, oltre all’acqua, fibre, vitamine, sali minerali,
oligoelementi, zuccheri semplici [
integratori, regolatori ed in parte energetici].
E’tuttora dibattuto se la
sola utilizzazione equilibrata di questi elementi dia un buon bilancio
dietetica.
Alcuni nutrizionisti sono
del parere che questo sia possibile solo associando prodotti di origine animale,
come uova e latticini.
Il segreto di un buon
equilibrio dietetico non sta’ nel rinunciare a questo o quel particolare
alimento, ma nell’adeguare la quantita’ e ricercare la qualita’.
L’uso alimentare della
carne e del pesce e’ soggettivo, determinato spesso dall’ambiente, dal clima,
dalla cultura storica.
Sulla loro utilizzazione
sono comunque da seguire i suggerimenti validi anche per gli altri cibi.
2- La quantita’
Quando un organismo sano
in peso forma [secondo i parametri peso-altezza-eta’-sesso]non ha variazioni di
peso oltre i due- tre Kg., significa che la quantita’ di cibo ingerita e’
equilibrata.
Questo principio non e’
valido nel periodo della crescita e della vecchiaia.
3- La qualita’
La qualita’ ideale per un
alimento e’ che esso sia vivo e vitale, cioe’ raccolto o ucciso da poco.
Ogni attivita’ atta a
raffinare, mescolare, concentrare, conservare, cucinare, determina una caduta di
qualita’ dell’alimento.
Praticamente e’
preferibile utilizzare cibi integrali, poco o non raffinati, non concentrati,
non conservati [ma vi sono delle eccezioni, come i
formaggi], distinti l’uno dall’altro, poco cotti o cotti a
bassa temperatura, del luogo e della stagione.
Sembra corretta
l’assunzione di uno o due pasti principali al giorno, ma le abitudini variano
molto con le culture e le possibilita’ oggettive.
Per cio’ che riguarda le
bevande ad uso alimentare la migliore e’ l’acqua di fonte.
L’uso di acque minerali
non e’ consigliato per lunghi periodi.
Alcune fonti indicano
anche un uso moderato di vini a bassa gradazione [o diluiti] e birra, in quantita’ modiche.
4- Sull’assunzione del
cibo
Nel cibarsi entrano in
gioco anche fattori di ordine psicologico.
Il valore che si da al
cibo e’ un aspetto culturale e varia individualmente.
Tuttavia alcuni consigli
possono essere utili:
Per esempio, astenersi dal
cibo quando si e in una crisi acuta, soprattutto in presenza di febbre.
Saper astenersi quando si
e sottoposti a tensioni psicologiche e a fatiche fisiche impegnative.
Mangiare solo se c’e’ il
desiderio di farlo e fare attenzione che sia veramente bisogno di cibo e non di
altro.
Se si ha sete fornire il
nostro organismo dell’acqua richiesta [salvo particolari
stati di salute].
Fare piccoli e frequenti
pasti con frutta quando non si ha desiderio di cibo piu’ impegnativo, o quando
ci si vuole sottoporre a regime disintossicante di uno o piu’ giorni. [per il
digiuno ed il semidigiuno gurdare i paragrafi appositi].
Non fare piu’ di due-tre
pasti al giorno, soprattutto se portatori di malattia cronica. Non mangiare
fuori pasto.
Se malati, i pasti devono
essere molto semplici, con non piu’ di due o tre alimenti, per non complicare la
digestione. Specialmente in caso di degenza a letto.
Si devono evitare cibi
pesanti e indigesti, come carni stracotte, insaccati, formaggi piccanti, pesce
conservato, frutti di mare, fritti misti, scatolame, pasta condita con
condimenti grassi o elaborati, ed ogni altra cosa possa impegnare troppo la
digestione.
Questo qualunque sia il
nome clinico della malattia.
La digestione deve essere
fatta in luogo tranquillo, senza forte impegno fisico e mentale.
E’ utile evitare ogni
discussione e colloquio impegnativi durante e subito dopo i pasti.
Se e’ possibile e bene
fare una passeggiata all’aperto, o un breve pisolino, secondo il personale
desiderio e possibilita’.
E’ superfluo fare lunghi
elenchi di cibi adatti e non. Tabelle opportune, con il relativo contenuto
organolettico e calorico sono reperibili ovunque.
5- Altre particolari
indicazioni dietetiche
In periodi particolari,
soprattutto quando ci si sente stanchi, esauriti, nervosi e tesi, puo’ essere
opportuno sospendere l’alimentazione normale e sostituirla con un’
alimentazione vegetale o frugivora, mantenendola per uno o due giorni, o
anche piu’ secondo le esigenze.
Questa pratica puo’ essere
considerata un semidigiuno con effetti disintossicanti, rimineralizzanti e
apportatrice di vitamine e oligoelementi.
Si possono usare ortaggi e
frutta di stagione, singolarmente o in associazione.
Se ne assumono piccole
quantita’ piu’ volte nella giornata.
Quando ci si risentira’ in
ordine e con un forte desiderio di cibo, si puo’ riprendere con prudenza, una
alimentazione normale, ma curata.
Un’altra forma di igiene
preventiva e’ il digiuno periodico.
Questo puo’ essere di un
giorno a settimana o mantenuto per un adeguato periodo di tempo, in particolari
situazioni, come la stagionalita’ [primavera] o in corso di disturbi cronici.
Quest’ ultima soluzione e’
sempre impegnativa. E’ comunque d’obbligo farsi assistere da persone esperte e
preparate, dopo aver consultato un medico che conosce la pratica.
Per terapia intendiamo
interventi finalizzati al ripristino della salute che tengano conto della
specificita’ di ogni individuo, della sua dimensione globale, di tutti quei
fattori che possono condizionare in modo positivo o negativo l’esito
dell’intervento terapeutico.
1-Introduzione alle
metodiche terapeutiche
Abbiamo visto che:
La malattia acuta
e’ una crisi di guarigione tendente a ripristinare l’equilibrio psico-biologico
dell’organismo, e per questo deve essere rispettata e assecondata.
Si dovrebbe intervenire
solo quando alcuni sintomi e reazioni possono essere troppo violenti e mettere
in pericolo la vita del soggetto.
La malattia cronica,
invece, non tende alla guarigione spontanea.
Gli organi piu’ deboli
degenerano e le secrezioni alterate diventano terreno di cultura di germi e
virus patogeni.
Le difese immunologiche
perdono la loro efficacia, e le condizioni generali decadono sempre piu’.
Le funzioni del soggetto
si impoveriscono e non sono piu’ in grado di far fronte alle necessita’.
A questo punto, dopo aver
eliminato i fattori nocivi, dopo aver dato al soggetto tutti quegli elementi di
salute necessari per la ricostruzione dei tessuti e il ripristino di una riserva
di energia nervosa, si possono applicare degli stimoli adatti, scelti in
base ai bisogni delle persone, nel rispetto delle sue convinzioni e necessita’ e
alla competenza e preparazione dell’operatore terapeuta.
2- Un chiarimento
Non e’ intenzione di
questa opera fare dei letti degli esperti in medicina.
La seguente panoramica
espone i metodi terapeutici piu’ in uso, dando qualche cenno sulle loro basi
concettuali.
Per ognuna di esse vengono
sottolineati i pregi e i difetti, e vengono dati consigli
sull’utilizzazione piu’ idonea.
E chiaro che
l’enumerazione non puo’ essere esaustiva e risultera’ carente.
Riflette comunque un
opinione, che non deve necessariamente essere condivisa.
3- La farmaco-terapia o
cura con i prodotti farmaceutici
Per farmaco-terapia si
intende la moderna terapia medica, basata sull’uso di medicinali industriali.
Essa si basa su tradizioni
culturali molto remote, ma solo nell’ultimo secolo e’ entrata possentemente
nell’uso corrente. L’antibiotico ne e’ l’esempio piu’ insigne.
Non si possono negare i
grandi successi medici ottenuti con questa terapia, ma non si puo’ negare che
essa, oggi, sia pesantemente sotto accusa, sia per l’impoverimento del ruolo
medico, diventato un dispensatore di farmaci e ricette [soprattutto
il medico di famiglia], sia per gli evidenti effetti
collaterali provocati dall’uso massiccio della farmacologia chimica.
Da qui l’emergere di
esigenze di ripensamento che parte dagli operatori sanitari e dagli stessi
cittadini utenti, e la ricerca di rimedi che spesso sono peggiori dei mali.
Ribadisco, di fronte agli
indubbi successi della metodica, l’evidente pericolosita’, che oltretutto
diseduca il fruitore ad una adeguata cura di se e del suo modo di vivere.
Mi auguro una riflessione
generale su questo sistema terapeutico, che lo riconduca entro i limiti che gli
sono pertinenti, e che sottragga il malato al monopolio curativo delle case
farmaceutiche, oltretutto esageratamente oneroso per la collettivita’ ed il
S.S.N. [Sistema sanitario nazionale].
Pregi
Estrema comodita’ di
somministrazione del rimedio.
Ottima precisione nel
dosaggio del principio attivo.
Prevedibilita’
dell’effetto e del tempo d’azione
Prevedibilita’ dei
fenomeni tossici e di accumulo, e delle controindicazioni per ogni singolo
farmaco.
Ampia distribuzione e
reperibilita’ dei farmaci.
Costo a carico della
collettivita’ [ in gran parte].
Difetti
Pericolosita’ dovuta
alla concentrazione dei principi attivi
Notevole pericolosita’
delle vie di somministrazione, in particolare la via endovenosa.
Reale possibilita’ di
intolleranza, con conseguenti fenomeni allergici e anafilattici.
Possibilita’ di
accumulo tossico se la somministrazione e’ prolungata e se gli organi
emuntori sono in cattivo stato.
Interferenze con altri
processi fisiologici
Effetti collaterali,
effetti paradossi, effetti sinergici o tossici sconosciuti, quando piu’
sostanze vengono somministrate alla stessa persona.
Effetti collaterali in
combinazione con alimenti e sostanze per uso alimentare.
Facilita’ di errore di
dosaggio o di scambio del medicinale, sia da parte del medico, che
dell’infermiere, che del famigliare o della persona stessa.
Inevitabilita’ di
danni anche gravi ad altri organi ed apparati.
Tendenza alla
sottovalutazione dell’effetto o all’abuso, specialmente da parte di persone
anziane o psichicamente labili.
Consigli
Il primo consiglio e’
quello di cercare un buon rapporto col curante
Il medico di base e’ il
primo interlocutore a cui si rivolge l’utente, qualunque sia il suo bisogno
sanitario.
Il motivo e’ semplice:
e’egli e’ il primo rappresentante istituzionale della Sanita’, investito del
potere di compiere atti ufficiali, come assegnare certificati di malattia,
ricette farmacologiche, fogli di ricovero ospedaliero, richiesta di visita
specialistica, richiesta di indagini diagnostiche, ecc.
Piu’ il rapporto e’
fiduciario, piu’ potrete esporre i vostri problemi anche intimi, e sollecitare
pareri ponderati ed appropriati.
In questo si deve
ricordare che piu’ voi avrete considerazione della persona, medico curante o
altro operatore, piu’ egli ne avra’ di voi.
Se chiederete un
certificato, avrete solo quello, e poi vi lamenterete del trattamento
impersonale. Infatti egli si sentira’ frustrato e squalificato nel soddisfarvi,
ed il suo atteggiamento riflesso sara’ di disinteresse per voi.
Non e’ buona norma saltare
il curante di base e passare direttamente allo specialista.
Anche per un motivo
pratico: lo specialista, infatti, per preparazione professionale dedica tutto il
suo studio ed il suo interesse al ramo di specialita’, e molto difficilmente
sara’ in grado di soddisfare i vari bisogni che escono dallo specifico.
Il medico generico,
invece, [ammesso che ancora ne esistano], ha una visione globale del paziente e
pur non essendo un specialista, puo’ fare delle valutazioni piu’ equilibrate
della vostra situazione, e darvi consigli pratici adeguati.
Se ci fossero ancora molte
di queste figure, gran parte di cio’ che e’ qui scritto sarebbe inutile, e non
ci sarebbero zone d’ombra nella medicina.
Altri consigli pratici:
Seguire
scrupolosamente le prescrizioni
Fare presente ogni
tipo di disturbo che insorge durante una terapia farmacologia, anche se non
sembra collegato ad essa.
Non accettare consigli
sulla terapia farmacologia da parenti, amici e neppure da personale
sanitario non medico.
Fare presente al
sanitario ogni vostra iniziativa di sospensione o riduzione del farmaco
prescritto.
Manifestare i vostri
dubbi e le vostre paure. Sempre.
Chiedete spiegazioni
di ogni tipo, se non vi sentite tranquilli. Domandare e’ lecito e rispondere
e’ cortesia. Egli sta’ lavorando per voi e su di voi, ed e’ pagato per
farlo.
4- La fito-terapia o cura
con le erbe e derivati
La fitoterapia e’ un
metodo terapeutico basato sull’uso medicinale delle erbe.
Si distingue dall’uso
alimentare dei vegetali in quanto molte erbe sono tossiche anche a piccoli
dosaggi.
Chiamata “cura dei
semplici” le erbe vengono ricercate fra le piante spontanee o coltivate, ed
acquistate in erboristeria e farmacie specializzate.
Le preparazioni sono in
forma di infuso, decotto, macerato, tinture, ecc., sia con componenti singoli o
associati.
Gli usi terapeutici sono
noti da sempre.
Sostanzialmente si tratta
di una forma empirica e blanda di farmaco-terapia.
Pregi
I “semplici” ,
opportunamente usati, difficilmente risultano tossici [escludendo
alcune erbe proibite per legge].
Essi danno limitati
fenomeni di accumulo tossico anche in caso di cure protratte [tipico
il trattamento di 21 giorni].
Gli effetti sono di
una lieve armoniosa stimolazione, prevalentemente a carico di organi o
apparati specifici [organotropismo].
La somministrazione
risulta semplice e ben tollerata.
Normalmente non sono
presenti effetti collaterali o fenomeni di idiosincrasia.
I costi sono
accessibili.
Difetti
La scelta del giusto
rimedio e’ veramente un’ arte e una scienza.
Se poi vogliamo un
effetto poliedrico bisogna conoscere a fondo la materia.
Non e’ facile trovare
medici o erboristi veramente qualificati.
Se si usano miscele di
piu’ erbe e’ quasi impossibile valutarne i reali effetti terapeutici.
Si deve tenere
presente che la stessa quantita’ di preparato puo’ contenere una percentuale
diversa di principi attivi, ed il dosaggio puo’ non essere preciso.
La persona non viene
stimolata a cambiare le proprie abitudini e a ricercare una diversa
amministrazione delle proprie energie, limitandosi ad un uso sintomatico.
Consigli
Si deve tenere
presente che la fito-terapia si rivolge prevalentemente al sintomo, non
affrontando le reali cause del malessere. E perciò’ opportuno non protrarre
a lungo la cura senza una valutazione medica.
Nelle reazioni
croniche la fitoterapia puo’ dare buoni risultati se la introduciamo dopo
una opportuna diagnosi medica, che definisca la reale patogenesi del
disturbo.
Il trattamento
fito-terapico deve essere preparato da mani esperte, in quanto farmaco
galenico.
Attenzione quindi a
erboristi improvvisati.
5- L’omeopatia o cura con
“il simile”
E’ una medicina
farmacologica con caratteristiche particolari.
Si basa su un principio:
la sostanza che provoca gli stessi sintomi della malattia, opportunamente
diluita e somministrata, porta alla guarigione dei sintomi, e quindi della
malattia.
Le sostanze farmacologiche
e tossiche usate sono moltissime, preparate in soluzioni, granuli o altro
preparato, rispettando le indicazioni del medico omeopata.
La scelta della sostanza e
della diluizione piu’ confacente si basa, se opportunamente condotta, su una
indagine diagnostica molto elaborata, composta da una visita medica e da una
anamnesi [storia clinica del paziente]
molto accurata.
Il medico omeopata puo’
inoltre richiedere esami di uso corrente o ricorrere a tecniche diagnostiche
come l’iridologia, la fisionomica, ecc.
Di solito aggiunge, alla
eventuale terapia, anche variazioni del regime alimentare del soggetto.
Pregi
Questa medicina e’
rispettosa della visione unitaria dell’essere umano.
Ne prende in esame gli
aspetti fisici, psichici, comportamentali.
Non e’ una medicina
tossica, ne invasiva. Non altera i normali processi biologici, anzi, secondo
molti estimatori, ne stimola l’evoluzione.
Si accorda bene con un
sano regime igienistico, appropriate regole dietetiche, altre terapie che
non contrastano con i suoi principi.
La somministrazione e’
abbastanza semplice, e la reperibilita’ dei preparati ormai facile, visto
l’enorme diffusione della pratica.
L’operatore indicato
e’ il medico omeopata, specialita’ non ancora riconosciuta ufficialmente in
Italia. I preparati non sono contemplati nel prontuario farmaceutico
nazionale.
Difetti
Non e’ facile
riuscire, nonostante l’accurata anamnesi e la visita medica, stabilire il
rimedio piu’ adatto.
Ancora piu’ difficile
decidere quale sia la diluizione piu’ adatta da adottare.
E quasi incredibile
che si possa centrare l’effetto e la diluizione necessaria, quando i
componenti del rimedio sono piu’ di uno.
Consideriamo inoltre
che gli omeopati improvvisati, medici e non, sono parecchi, e che i
farmacisti, che detengono prodotti omeopatici, sono spesso tentati di
sostituirsi ai medici, complice il fatto che i rimedi sono di libera
vendita.
Le preparazioni
standard non hanno motivo di esistere, essendo, il preparato, strettamente
individuale.
Alcuni igienisti,
contrariamente agli omeopati, ritengono che una volta risolto il sintomo
della malattia, questa si manifestera’ con un’ altra sindrome.
Consigli
Affidarsi ad esperti di
provata esperienza e serieta’.
Tenere presente che la
prescrizione fatta senza una adeguata visita ed anamnesi non ha nessun valore
terapeutico.
E’ meglio in questo caso,
preferire altri tipi di intervento.
Va ricordato che , alla
somministrazione del rimedio, va sempre associata una modifica delle abitudini
malsane e una alimentazione corretta.
E’ utile ricordare che
questi preparati all’origine costano veramente poco. E’ quindi immotivata la
richiesta di spese considerevoli.
6- Le riflesso-terapie:
introduzione
Questo e’ un metodo
diagnostico-terapeutico che negli ultimi decenni si e’ ampliato e sviluppato.
Si basa sulla corretta
conoscenza delle connessioni fra organi e apparati con il sistema di ricezione
[organi sensoriali] di cui il maggior rappresentante e’ il tessuto tegumentale
[cute].
Questo rapporto e’ mediato
dal sistema nervoso vegetativo.
Quando un organo o
apparato non e’ in equilibrio funzionale [squilibrio
vago-simpatico], il messaggio viene trasferito [riflesso]
al corrispondente distretto cutaneo e trasformato in percezione dolorosa o
modificazione del tessuto.
Ecco perciò’ la
possibilita’ di rilevare alla periferia cio’ che non funziona bene all’interno
del corpo [aspetto diagnostico-funzionale].
Di conseguenza abbiamo la
possibilita’ di inviare degli stimoli appropriati, sfruttando le stesse
connessioni, dalla periferia al centro [aspetto
terapeutico].
Aspetto diagnostico:
Non si tratta di una
diagnosi classica. Non e’ quindi in concorrenza con la diagnosi
clinico-strumentale medica.
Dalla osservazione e, ove
consentito, dalla palpazione del tessuto in esame, si puo’ dare un giudizio
circa la funzione dell’organo o apparato corrispondente.
Questi dati hanno
importanza soprattutto per redigere un quadro di intervento che puo’ essere
riflessologico o di altro tipo.
Aspetto terapeutico:
Dopo aver rilevato i dati
disponibili dalla zona del corpo presa in esame si puo’ decidere l’intervento
terapeutico.
Questo mirera’ a
stimolare con vari mezzi la zona alterata.
Lo stimolo usufruira’
delle connessioni nervose e ormonali per determinare un effetto nei distretti
corrispondenti.
Vediamo ora le
possibilita’ riflessologiche piu’ note per la loro applicazione pratica.
6.1 L’agopuntura o cura
con l’infissione di aghi lungo i meridiani corporei
Tecnica
diagnostico-terapeutica.
Secondo alcuni autori ed
esperti si tratta di una medicina completa.
Lo sviluppo occidentale,
pero’, ne fa un presidio terapeutico da associare ad altre cure.
La sua azione si rivolge
ai disturbi funzionali di varia origine, o alle sindromi con lesioni tissutali
dove il danno sia prevalentemente funzionale.
Sviluppo particolare si e’
avuto nel campo dell’analgesia, in associazione o in sostituzione di trattamenti
farmacologici con stupefacenti.
In particolar modo in
pazienti cancerosi o con sindromi algiche di varia natura.
Aspetto moderno
dell’agopuntura e’ l’utilizzazione in anestesia chirurgica.
A questo proposito non si
capisce perche’, nel bagaglio tecnico del medico anestesista, non sia associata
obbligatoriamente la sua utilizzazione, almeno per gli interventi dove puo’
rivelarsi utile.
L’agopuntura deve essere
praticata dal medico, per disposizione di legge.
Questo perche’ ,la
diagnosi del medico agopuntore, non differisce nella sostanza, dalla normale
visita medica, a cui si possono associare tecniche esotiche, come la rilevazione
del polso secondo la medicina cinese, o l’iridologia.
Il medico agopuntore, se
lo riterra’ necessario, ordinera’, dopo la visita medica generale, altre
indagini diagnostiche e\o altre terapie da associare all’agopuntura.
La pratica consiste
nell’introdurre, in punti precisi del corpo, rilevati con apposito strumento, di
aghi particolari in acciaio, che vengono lasciati in sede per tempi variabili,
stimolati manualmente,con calore o elettricamente.
Le sedute durano fino a
un’ ora e hanno cadenza bi o tri-settimanale.
La terapia puo’
concludersi in due o tre sedute oppure continuare con cicli prolungati, a
giudizio medico.
Pregi
L’agopuntura e’ una
metodica che influisce su psiche e soma [mente-corpo], ed e’ quindi
integrale.
Non ha
controindicazioni e piu’ essere fruita da tutti, salvo casi particolari.
Ha una azione sui
disturbi funzionali, agendo sulla costituzione psico-fisica dell’individuo e
sui suoi squilibri.
Si associa bene alle
diverse terapie, ma e consigliabile una attenta valutazione delle
combinazioni.
Difetti
Non e’ una terapia di
prima scelta per problemi gravi.
Ha un valore
soprattutto preventivo.
Pur avendo un campo
d’azione illimitato dal punto di vista sintomatico, molte persone non
rispondono alla terapia.
Gli operatori
preparati, anche se medici, non sono molti, ed il rischio e’ che
l’attenzione sia rivolta al sintomo, senza affrontare il problema principale
dell’individuo, cioe’ lo stato di tossicosi produttore del sintomo stesso.
Empiricita’ del
trattamento: se consultate due agopuntori diversi per lo stesso disturbo
avrete, quasi sicuramente, due trattamenti diversi.
Costo elevato della
terapia.
Non tutti gli
agopuntori si soffermano adeguatamente sull’educazione del paziente al
cambiamento di abitudini malsane.
Esiste la possibilita’
di trasmissione di virus con aghi infetti [AIDS, Epatite].
6.2 – L’iridologia o
diagnosi attraverso l’iride
Metodo unicamente
diagnostico.
Si basa sull’osservazione
dell’iride [parte colorata dell’occhio], e sui segni che vi compaiono, fatto con
una lente a 10\12 ingrandimenti o con un iridoscopio.
Si usa per classificare la
costituzione organica del soggetto, in base alla trama del tessuto e alla sua
colorazione.
Possono essere fatte delle
valutazioni sulla funzionalita’ di organi ed apparati e sulla loro
predisposizione alla malattia.
Alcuni ritengono di poter
leggere anche predisposizioni della vita psichica del soggetto.
La metodica e’ empirica, e
l’interpretazione varia a secondo delle scuole di appartenenza e alla competenza
dell’operatore.
Sono sempre piu’ i medici
che conoscono la metodica [di solito agopuntori], ma sono soprattutto erboristi,
igienisti ed operatori vari che la usano.
Spesso, dopo la visita
iridologica, vengono consigliate terapie come la fitoterapia [erbe, tinture,
fiori di back, ecc.], l’ idroterapia, cambiamenti dietetici, farmaci omeopatici
o altro.
I controlli sono
periodici. In genere uno all’anno.
6.3- Il massaggio zonale
del piede o podoriflessologia
Tecnica diagnostico-
terapeutica.
Dopo una seduta dedicata
al rilevamento delle alterazioni cutanee visive e tattili del piede, si stila
una mappa, che servira’ per impostare il seguente intervento terapeutico.
Le rilevazioni effettuate
non rappresentano una diagnosi medica, ma solo un’ accertamento della
funzionalità delgli organi corrispondenti.
Inoltre, il dolore
accusato alla pressione non e’ direttamente proporzionale al danno, in quanto il
dolore maggiore indica solo un impegno funzionale maggiore dell’organo, ma non
dice nulla sulla gravita’ della patologia.
Si deve considerare anche
la soggettivita’ della soglia dolorifica.
Le sedute terapeutiche
saranno bi o tri-settimanali, da 20 minuti ad un’ ora.
Il ciclo e’ di durata
variabile. Solitamente 10-12 sedute, ripetibili a distanza di tempo in base ai
risultatati ottenuti.
Questi ultimi sono molto
personali e variabili.
Si usa associare questa
metodica ad un regime alimentare adeguato e ad un regime igienistico, onde
sfruttarne i sinergismi.
Nelle associazioni con
altre riflessoterapie, o cure mediche correnti, ci possono essere delle
interferenze [ es.: nel caso di terapie con analgesici, la riflessoterapia
sembra inutile].
Se la persona se la sente
e’ possibile imparare la metodica e poi usarla per se stessa o per i propri
cari.
E’ bene pero’ rimanere in
contatto con un’ esperto igienista che conosce bene il metodo e soprattutto le
reazioni di un trattamento riflessologico opportunamente condotto.
I pressappochisti
abbondano anche in questo campo.
6.4- L’auricolo-terapia o
massaggio del padiglione auricolare.
Metodica simile al
massaggio riflessogeno plantare.
Viene applicata sul
padiglione auricolare.
Si interviene con
massaggi, stimolazioni elettriche e strumentali [aghi,
campi magnetici].
La sua azione e’
soprattutto funzionale e sintomatica, lasciando inalterate le vere cause della
malattia.
Interessante in questa
metodica la sua azione riequilibratrice sul Sistema Nervoso Centrale.
Se opportunamente usata
puo’ concorrere alla cura palliativa di sindromi nervose.
Molto nota fra il pubblico
e la cauterizzazione di un punto preciso [punto sciatico] del padiglione
auricolare, nel caso di sciatalgie persistenti e ricorrenti.
Ricordiamo inoltre
l’infissione di aghi semipermanenti [graffetta dorata] per combattere la
sindrome da astinenenza da tabagismo.
Solitamente questa
metodica viene associata all’agopuntura, e quindi eseguita da medici.
Il massaggio del
padiglione e’, invece, eseguito da terapisti di vario titolo.
Pregi
e difetti sono comuni alle altre metodiche riflesso-terapiche.
E’ comunque sempre
opportuno un riesame del proprio stile di vita e l’adozione di sane abitudini.
7- La fisio-kinesi-terapia
o terapia fisica e del movimento.
Metodiche varie, con
aspetti diagnostici ma soprattutto terapeutici, in grande espansione.
Pur essendo selettivamente
una pratica specifica per quadri fisio-patologici precisi, la sua utilizzazione
puo’ essere estesa ad ogni eta’ e disturbo.
Il movimento equilibrato,
ritmico ed eseguito costantemente ha un grande valore curativo e preventivo.
Anche nelle sue forme piu’ semplici, come la marcia, la corsa leggera, la
ciclette, la ginnastica in tutte le sue interpretazioni [compreso lo joga e la
ginnastica diaframmatica]
Particolare attenzione
merita la sua utilizzazione nell’anziano, nella forma attiva, passiva e contro
resistenza, nei tempi e nei modi convenienti.
Fra queste metodiche
possiamo far rientrare anche il massaggio locale e generale, che del resto, come
ogni altra tecnica fisioterapica, ha degli effetti riflessi su ogni struttura
del corpo, soprattutto ai visceri e alla psiche.
Fra i massaggi fortemente
riflessogeni, ricordiamo, oltre alle tecniche gia’ descritte, anche il
Rolfing [massaggio della fascia aponeurotica] , il
massaggio connettivale
[massaggio del tessuto connettivo], il massaggio
shiatsu [sui meridiani
di agopuntura], la digitopressione [con
effetti antalgici].
Pregi
Consistono soprattutto in
una detenzione delle contratture della muscolatura striata [volontaria]
e liscia [involontaria].
Favorisce la circolazione
dei tessuti liquidi [sangue, linfa, scambio dei liquidi cellulari] ed una
stimolazione del metabolismo locale e generale, con effetti catabolici.
Queste attivita’
fisico-biologiche vengono impropriamente definite “energia”.
Migliora anche l’attivita’
mentale, l’umore ed il benessere generale, aumentando la disponibilita’ verso
gli altri.
Alcune di queste tecniche
possono venire apprese e poi praticate e mantenute da soli, senza il controllo
continuo degli esperti.
Si associano bene con
altre terapie di tipo invasivo, come le altre riflessoterapie, l’idroterapia,
l’argilloterapia, e con le regole igienico-dietetiche gia’ descritte.
Difetti
Per le metodiche piu’
complesse si abbisogna della prescrizione medica e l’intervento del tecnico
riabilitatore [ massofisioterapista, fisioterapista, terapista della
riabilitazione, infermiere competente, kinesiologo, dottore in scienze motorie,
ecc.].
Il costo dei cicli di
trattamento puo’essere notevole, e non sempre rimborsabile.
Non e’ facile trovare
terapeuti che si rechino a domicilio.
Consigli
Se si abbisogna di
intervento fisioterapico e bene rivolgersi a persona qualificata.
Non consiglio i
tradizionali “giustaossa”, anche se fra loro ci sono persone di notevole
esperienza e preparazione pratica.
8- L’ idro-terapia o cura
con l’acqua e i vapori.
Per idroterapia si intende
l’uso esterno di acqua calda o fredda.
Anche il vapore acqueo
rientra nell’uso [sauna, bagno turco].
Si applica con bagni
locali o generali, docce, spugnature, frizioni, impacchi, ecc… All’applicazione
segue una fase di riposo e reazione, in luogo caldo, provocata con opportuni
accorgimenti [frizioni, esposizione al sole o a fonte di
calore, bevande calde]
L’impiego della metodica
e’ remotissimo. Gli effetti possono essere locali o generali, con effetto
vasodilatatore o vasocostrittore, secondo delle modalita’ di applicazione.
Non necessita di
particolari conoscenza e puo’ essere applicata ovunque, in qualsiasi stagione.
E’ un sistema che rispetta
le funzioni fisiologiche del corpo e le stimola in modo naturale.
Le applicazioni possono
essere di diverso tipo, secondo il bisogno della persona e possono essere piu’
di una al giorno, anche per periodi prolungati.
Essendo un metodo semplice
nei concetti e materiali usati, ma complesso nella sua applicazione, dovrebbe
essere appreso dalla persona e seguito, almeno inizialmente, da un terapista
competente.
Esistono anche buoni
manuali in commercio.
Il metodo e’ d’aiuto per
ogni problema, in quanto non esiste malattia o sintomo che non trae giovamento
da questo presidio.
Per bambini, anziani e per
alcune patologie [patologie cardiache e del sistema circolatorio], la prudenza e
d’obbligo.
E’ possibile che durante
il trattamento si verifichino delle crisi di guarigione [reazioni
acute].
Pregi
Metodo energico, naturale,
sempre efficace.
Rispettoso dei processi
organici fisiologici, si presta bene come unica soluzione o associata con altri
metodi.
I tempi di recupero sono
in relazione all’accuratezza dell’applicazione, alla costanza nella cura, alla
risposta biologica della persona.
Non ci sono fenomeni di
tossicita’ o pericoli in genere, se si seguono norme prudenziali e le regole
dovute.
I materiali occorrenti
sono semplici e reperibili, poco costosi e di semplice uso.
Difetti
La cura, in relazione al
grado di tossicosi e di malattia del paziente, puo’ durare settimane o mesi, e
continuata per anni.
L’applicazione richiede
tempo ed un ambiente idoneo.
Questo puo’ essere una
stanza da bagno accessoriata, oppure, nella bella stagione, un giardino o dello
spazio esterno.
Ci si puo’ servire di
manuali, [bibliografia], oppure rivolgersi ad uno stabilimento termale o
naturistico adatto. In questo caso i costi possono essere notevoli.
I terapisti esperti in
queste metodiche non sono molti. E comunque necessaria una guida.
Consigli
Cercare la persona giusta,
che vi dica cosa fare e come farlo.
Non pretendete risultati
strabilianti in breve tempo, ma quando arriveranno saranno veri e stabili.
Associate a questa terapia
tutti gli elementi salutari descritti nei capitoli precedenti.
Il tempo sacrificato a
questa pratica e’ tempo speso bene.
9- La creno-terapia o cura
idopinica.
Si tratta dell’uso interno
di acqua minerale . Di solito viene associata ad altre terapie o intervallata
con esse.
I centri specialistici per
effettuare la crenoterapia sono le terme.
Il medico specialista in
idrologia medica da indicazioni circa la scelta della localita’ e dell’acqua
piu’ adatta al caso specifico.
Altre informazioni si
possono avere da personale sanitario competente o esperti naturopati e
igienisti, o da manuali del settore. [bibliografia].
I disturbi che possono
essere trattati sono molteplici, in funzione delle proprieta’ dell’acqua usata e
della sua corretta applicazione.
Alle terme si associano di
solito molti di quegli elementi naturali descritti nel 3° capitolo, se si
aprofitta in modo adeguato del soggiorno.
Di solito la durata della
cura e’ da dieci a venti giorni.
E’ possibile che durante o
subito dopo di essa, si scatenino delle crisi di guarigione[reazioni
acute].
Per mantenere il beneficio
e migliorare ulteriormente lo stato di salute si deve continuare a casa il
regime igienico consigliato, con la stessa acqua minerale, ma solo per il
periodo di tempo consigliato.
Per una visione piu’
completa di questo metodo suggerisco la rilettura dei paragrafi precedenti sull’
Idroterapia e sull’acqua.
Pregi
Affidabilita’ della
terapia. Effetti profondi e duraturi.
Non ci sono effetti
tossici seguendo le indicazioni mediche.
Difetti
Ci si deve recare agli
stabilimenti termali. La terapia puo’ diventare scomoda e dispendiosa.
Se alla cura non si
accompagnano anche interventi sullo stile di vita, sull’alimentazione ed un sano
regime igienico, i sintomi tendono a ricomparire.
Consigli
Scegliere le terme adatte,
non per il trattamento alberghiero o per la vicinanza, ma per le proprieta’
dell’acqua curativa e le indicazioni del medico esperto, aprofittando della
vacanza per rimettere ordine alle proprie abitudini.
Riposarsi veramente e non
profittare della stimolazione temporanea per cercarsi nuove preoccupazioni.
Ripetere il ciclo
periodicamente, secondo le indicazioni mediche.
10- Argilloterapia o cura
con le terre
E’ una pratica
semplicissima.
Oltre all’uso esterno, che
rientra fra le pratiche termali, che si possono eseguire anche a domicilio o in
istituti igienico-estetici, vi e’ anche un uso interno, con argilla ventilata
finissima in vendita presso farmacie ed erboristerie.
Puo’ essere verde, rossa o
grigia, secondo i componenti, che sono elencati sulle confezioni.
Gli effetti della
sospensione di argilla sono notevoli e molteplici: stimola le funzioni interne,
il metabolismo, arricchisce il sangue ed i tessuti di minerali e oligoelementi,
depura, con un drenaggio osmotico, le cellule, assorbe i gas tossici presenti
nell’intestino e nei tessuti.
Non presenta tossicita’
alle dosi consigliate e puo’ essere assunta per periodi prolungati, anche se la
cura classica verte sulle tre settimane.
Per ulteriori informazioni
e’ bene chiedere al farmacista o erborista, o a esperto igienista.
Pregi
Reperibilità, facilita di
preparazione ed assunzione.
Effetto riequilibratore
delle funzioni.
Effetto antitossico ed
assorbente, piu’ evidente che col carbone vegetale.
Effetto antinfiammatorio e
remineralizzante.
Difetti
Sapore non a tutti
gradito.
Deve essere assunta
lontano dai pasti.
E’ richiesta continuita’
nella cura.
11- La chirurgia o terapia
con intervento manuale cruento
Tecnica
diagnostico-terapeutica.
Viene definito chirurgico
un atto cruento praticato con un fine terapeutico sul corpo di una persona.
Questa tecnica si avvale
di una fase diagnostica, rappresentata dalla visita medica e dall’accertamento
tecnico-strumentale fatto dal medico chirurgo.
In base ai risultati di
questa fase, si decide o meno l’intervento chirurgico.
Le specialita’ chirurgiche
sono numerose: dall’odontostomatologia alla chirurgia dei trapianti d’organo.
Rientra in questo campo
anche la traumatologia e la chirurgia d’urgenza.
Pregi
La chirurgia e’, di fatto,
sempre esistita.
In molte patologie
[malattie] la scelta dell’intervento chirurgico puo’ essere valutata fra il
ventaglio delle possibilita’ terapeutiche, ma nel caso di traumatismi con
lesioni tissutali gravi, l’intervento chirurgico riparativo e’ insostituibile.
Esso, se ben condotto,
puo’ evitare invalidita’ permanenti, e comunque agevolare la ripresa funzionale
della persona.
Difetti
L’intervento chirurgico,
quando non e’ riparativo, e’ sempre da considerare con attenzione.
Deve essere ben chiaro che
nel nostro organismo ogni organo ha un ruolo chiave nell’equilibrio biologico.
Non ci sono organi inutili.
La chirurgia demolitiva e’
perciò sempre da considerarsi intervento di seconda scelta.
Anche quando la chirurgia
diventa sostitutiva, come nei trapianti, non ci si deve illudere di tornare alla
guarigione totale.
Qualunque sia il tempo di
sopravvivenza, esso sara’ contrassegnato da una dipendenza piu’ o meno marcata
dalle strutture sanitarie.
Si aggiunga inoltre che
qualunque tipo di patologia non acuta puo’ concedere abbastanza tempo per
applicare tutte quelle soluzioni terapeutiche non invasive, a cominciare da una
rivisitazione radicale del proprio stile di vita, assumendo adatti principi
igienici e dietetici.
Solo dopo il loro
fallimento la persona dovrebbe affidarsi al medico chirurgo per l’ablazione.
Tutte le possibilita’
citate in alternativa non vanno richieste a quest’ultimo, perche’, per
formazione professionale, non e’ in grado di fornirle.
Consigli
Dopo aver accertato una
patologia passibile di intervento chirurgico, ascoltare piu’ pareri sui tempi
dell’evoluzione del processo.
Fatto questo, se avete di
fronte un tempo ragionevolmente lungo, e se il disturbo non mette in pericolo la
vita a breve termine, valutate la possibilita’ di mettere in pratica tutti i
principi considerati in quest’ opera, e richiedete l’aiuto ed il sostegno di
persone competenti, prima fra tutte il vostro medico curante.
Si ricordi, comunque, che
prima di intervenire, il medico deve sempre domandare il vostro consenso per
iscritto e sottoscritto dall’interessato, che deve essere messo al corrente del
tipo di intervento previsto e delle possibili conseguenze immediate e
permanenti.
12- Le terapie sostitutive
Alcune volte succede che
un dramma improvviso, o l’evoluzione della malattia, portino comunque la persona
all’insufficienza organica.
Questo puo’ manifestarsi a
carico di qualsiasi organo o apparato. Siamo nel campo d’azione della
tecno-biologia medica e della bio-ingegneria.
La sostituzione di una
funzione con ausili esterni e’ una delle poche vere conquiste del nostro tempo.
Una buona dentiera, una
protesi ortopedica, un trattamento dialitico in attesa di trapianto d’organo,
una terapia insulinica corretta costituiscono la possibilita’ di continuare a
vivere in modo dignitoso, o di sostituire temporaneamente una funzione
mancante.
Non dimentichiamo in
questo elenco anche la funzione insostituibile della rianimazione d’urgenza e
post-operatoria.
Pregi
Tutti quelli derivanti dal
continuare a vivere.
La creativita’ non conosce
ostacoli ne confini.
Chi ha la volonta’ di
vivere, spesso ci riesce anche in condizioni proibitive, con il minimo supporto
necessario. Si tratta di trovare un valido motivo per farlo.
Difetti
Il pericolo e’ quello di
trascinare un ‘esistenza inutile e senza speranza.
Quando una persona non
riconosce piu’ nessun motivo per vivere o non e’ piu’ nelle condizioni di farlo,
non ha senso costringerlo.
Dopo aver tentato ogni
possibilita’ per rimediare al danno e considerato lo sforzo o per raggiungere un
futuro almeno dignitoso, va lasciata alla persona l’ultima scelta.
Se neppure egli e’ in
grado di farlo sembra giusto lasciare ogni cosa al naturale decorso degli
eventi.
Consigli
Affidare la propria salute
a mani esperte e di fiducia.
Ogni cosa e’ fatta da
qualcuno e se fatta con competenza, e piacere per la propria opera, e’ il meglio
che si possa desiderare.
Ogni istante puo’
riservare qualcosa di terribile ma anche meraviglioso.
Invidiabile la condizione
di chi ha una buona relazione con Dio.
La fisiologia del digiuno sta' in questi termini. Un organismo si ciba normalmente. accumulado
glicogeno [zuccheri] nel fegato, grasso nel tessuto adiposo, proteine nei
muscoli.
Se costretto a digiunare[digiuno totale con acqua],
per motivi di salute, di mancanza di cibo o per scelta, dopo due, tre giorni il
metabolismo normale cambia, andando a prelevare le scorte energetiche e
plastiche direttamente nei depositi.
Quindi si riduce il glicogeno epatico, l'adipe e la
massa muscolare.
In quei tre giorni e ' presente lo stimolo della
fame, a meno di una grave crisi di salute.
Successivamente lo stimolo scompare perche' il
corpo ha organizzato il suo metabolismo in modo diverso, e riesce a reperire le
sostanze di cui ha bisogno direttamente dai depositi.
Questo processo continua per un tempo variabile. Puo' durare alcuni giorni per bambini e persone
particolarmente magre, oppure settimane, per persone adulte in sovrappeso.
Il periodo " storico" sono quaranta giorni [Gesu'
nel deserto], ma l'irlandese che e' morto per sciopero della fame, e' durato 52
giorni.
Normalmente, quando le riserve di glucosio e di
grasso [che si trasforma comunque in energia come gli zuccheri] sono terminate,
lo stimolo della fame tende a ripresentarsi, come ultimo tentativo del corpo di
sopravvivere, e qui deve riprendere necessariamente l'alimentazione progressiva.
Non e' invece vero che, dopo i primi giorni di
stanchezza e malessere, ci si senta sempre piu' stanchi, anzi... I prodotti del metabolismo endogeno, derivanti
dall'attivazione e metabolizzazione delle riserve organiche, producono una gran
mole di tossine che sono irritanti e devono venire allontanate al piu' presto.
Ecco percio' la grande frenesia creativa, la
lucidita' mentale, e la forza fisica che sembra avere questo organismo. Si tratta del fenomeno di stimolo endogeno
all'eliminazione, per cui gli organi emuntori vengono stimolati dalle tossine
stesse.
Da questo si capisce che questo tipo di digiuno va
affrontato solo da persone sane, con organi emuntori sani, in grado di reggere
lo sforzo.
E' una vera catarsi, che
veniva usata per cambiare completamente la propria vita, come dedicarsi a
indirizzi mistici o fideistici.
Non e' comunque un metodo
consigliabile. [Ghandi ne fu il maestro]
II cap.- 3 – Un appunto
sull’atteggiamento medico
La medicina e’ sempre
indirizzata al fenomeno “malattia”, per cui risente della struttura formale
della scienza medica.
E utile perciò capire
alcuni termini ricorrenti, che descrivono la malattia.
Dia-gnosi significa
“conoscere attraverso...”, e anticamente riguardavano piu' l'uomo nel suo
insieme piu' che un aspetto di malattia.
La diagnosi era seguita da una pro-gnosi che
significa una conoscenza del destino del soggetto, ma tutto cio' non si
riferisce all'uso attuale delle parole usate.
Oggi DIAGNOSI significa identificare con una certe
precisione le cause di malattia e predisporre una TERAPIA adeguata. Si puo'
aggiungere una PROGNOSI, cioe' la previsione del decorso della malattia.
I termini hanno uno stretto valore medico, e non
altro.
Fino a pochi anni fa non venivano nemmeno
comunicati ai pazienti, sia perche' non li avrebbero capiti, sia per evitare
proprio quelle visioni fantasiose che risultavano dalle chiacchiere informali
che vagavano fra il popolo.
Alcune definizioni di malattia generavano veramente
vero e proprio terrore solo all'udirne il nome.
Tubercolosi, sifilide, cancro, venivano esorcizzati
da nomignoli come "mal sottile, mal francese, male del secolo, ecc."
Cio' che oggi si fa', su richiesta di molti
pazienti, e' dire le cose come stanno. Del resto quante volte abbiamo detto al
medico: - ...mi dica, dottore, che cosa ho realmente?-. Questo e' quanto richiede oggi la societa':
chiarezza e sincerita'.
Sta al medico la capacita' di discernere se la
persona e' in grado di reggere una verita' difficile o infausta.
Il medico stesso non potra'pronunciarsi, nemmeno
nel sospetto, sapendo che la sua parola potra'sconvolgere l'interlocutore.
Se questo viene fatto sara' solo per convincere la
persona a sottoporsi ad esami piu' approfonditi o terapie pesanti.
Solo il medico superficiale usera' parole
diagnostiche o prognostiche con leggerezza e senza riguardo. E solo questa
persona e' da biasimare.
Questo modo di espletare l'arte medica e' una
novita' atta proprio a responsabilizzare il malato che non e' piu'
l'ignorante di qualche decennio fa.
Si tratta, se mai , di una deresponsabilizzazione
del medico, in quanto il far partecipe il malato della propria condizione lo
spinge a reagire e non subire passivamente, o peggio, supinamente, le iniziative
del medico.
Oggi il paziente interagisce col medico, chiede
spiegazione e motivi per gli atti terapeutici, e questo lo rende almeno
parzialmente padrone di se'.
Se non vuole un indagine diagnostica la puo'
rifiutare, un intervento chirurgico devastante, lo puo' rifiutare, una
terapia dolorosa e dagli esiti incerti, la puo' rifiutare.
Cio' e' una conquista, non un limite.
Deresponsabilizzazione e negazione del male
visibile attraverso una indagine diagnostica. Questo e' negativo. A volte succede che il paziente neghi la realta'e
non voglia prenderne atto.
E' in questo momento che si esplica una relazione
di aiuto progressiva da parte degli operatori, medici e infermieri, atta a far
accettare in modo meno traumatico possibile, ogni verita', col fine di ottenere
una partecipazione alle cure, che hanno come fine l'autonomia possibile della
persona.
I
testi citati sono in maggioranza dei manuali pratici, di semplice lettura.
Sono
solo un esempio di una bibliografia sconfinata sull’argomento. Alcuni piuttosto
datati. D’altra parte la materia non e’ suscettibile di novita’ sostanziali.
O:M.S., Il ruolo delle medicina tradizionali nel sistema sanitario, Ed.
Studio Redazionale,Como, 1984