“ Agli inizi del 1990, non so se a gennaio o febbraio,
dopo la assicurazione della gara di appalto alla "De Bartolomeis", io
mi recai dal Curatolo e gli dissi che la gara per i nastri era stata vinta dalla
"De Bartolomeis" e gli partecipai comunque che al 50% era interessata
alla cosa anche la Emit con particolare riferimento alle forniture. Il senatore
ebbe piacere che noi fossimo interessati alla cosa, perchè mi conosceva da
molti anni e quindi aveva piacere
che essendo io di San Severo, dei locali partecipassero a tali costruzioni. Con
riferimento al problema Emit disse
che la cosa avrebbe riscosso la sua attenzione. Dopo un pò di giorni ne parlai
io a Taidelli il quale mi partecipò che a Manfredonia le cose non andavano
troppo bene e che non vi era troppa armonia tra gli amministratori. Mi recai di
nuovo dal Curatolo che mi confermò tale sensazione parlandomi del fatto che vi
erano degli scontri tra gruppi anche dello stesso partito politico.
Nell'occasione mi disse come era nei suoi auspici
che anche la imprenditoria locale avrebbe dovuto trovare ingresso nei
lavori a svolgersi per i nastri trasportatori, confidandomi che Manfredonia era
una zona difficile. Mi parlò allora più decisamente del fatto che per tale
appalto, egli aveva avuto diverse pressioni da diversi gruppi politici: Mi disse
che per fortuna egli aveva buoni rapporti con tutti i gruppi e quindi avrebbe
per così dire potuto fare da perno per i tre partiti intressati : dc , psi.
psdi. Mi consigliò di mettermi d'accordo con tali gruppi politici, ma mi
rassicurò che comunque da me poteva essere considerato il responsabile ed il
referente unico. Mi diceva ciò dandomi appuntamento a dopo una decina di
giorni. Dopo circa dieci giorni io ritornai da lui ed egli mi disse che aveva
parlato con tutti i gruppi, che si era sentito con tutti e che tutti insieme a
lui avevano concordato per il buon andamento dei lavori, la necessità
dell'erogazione di una complessiva tangente pari al 5% dell'importo netto dei
lavori (circa 79 miliardi). Mi disse che l'1% doveva andare a lui e mi chiese di
non farne menzione agli altri gruppi politici
ed anche al suo gruppo politico, perchè in sostanza l'accordo era stato
raggiunto con tutti nella misura del 4%; solo che egli richiedeva per se l'altro
1% e quindi si doveva pervenire al 5%. Io non so se l'1% Curatolo dovesse
ritenerlo tutto per sè o darlo in parte ad altri dell'ASI. Il 2% doveva andare
alla DC, lo 0,5% al PSDI e 1,5% al PSI.
Il 2% doveva andare al gruppo della DC e cioè all'on. Di
Giuseppe. l'1,5% doveva essere ripartito e doveva andare in parti uguali a
Ciavarella, Paolucci, e all'on. Romano. Tra i tre io seppi che non correva buon
sangue ed il Curatolo mi disse che avrebbe avuto un bel da fare per metterli
d'accordo e particolare riferimento in merito a ciò lo fece quando mi disse che
proprio il sub commissario PSI dell'ASI creava problemi. Lo 0,5% doveva andare a
Camerino. In tutto io avrei dovuto reperire il 5% da dare a costoro. Io precisai
in quella occasione che ero d'accordo, ma che non volevo ulteriori rotture di
scatole nel corso dei lavori dai locali, per il che io risposi che da parte mia
vi era la massima disponibilità, sempre che fossero rispettate le condizioni
normali di mercato, cioè a parità di condizioni avrei preferito i
locali."
Ecco cosa dichiarò Pisante ai giudici foggiani :
"Quando il Curatolo, essendo insorti notevoli
contrasti nell'interno del PSI, mi disse che non era più responsabile per tale
parte politica quale collettore unico e mi invitò a risolvere il problema da
solo, ricordo bene che mi disse che i problemi erano insorti per gravissimi
contrasti non solo tra i tre che ho già menzionato e cioè Romano, Paolucci e
Ciavarella ma anche per contrasti ancor più gravi insorti tra il Romano che era
della corrente Lenoci ed il Borgia e lo stesso onorevole Formica facendomi
presente di tener molto da conto tale ultima fazione Formica-Borgia, dal momento
che il Borgia lo aveva aiutato moltissimo per tutti i problemi insorti presso la
Regione relativamente ai nastri trasportatori ...
il Curatolo mi consigliò da esponente provinciale di partito di andare
dall'on. Balzamo per risolvere i contrasti tra i cinque nominati ...
tale acme di contrasti si registrava per il fatto che il Romano pur
essendo da solo aveva all'interno dell'ASI come sub commissario Manfredi a lui
legatissimo, mentre gli altri vedevano come possibile attuatore di attività di
ostacolo per i nastri trasportatori il vice presidente assessore regionale
Borgia. Ed infatti io parlai di tutta questa situazione con Balzamo e gli
specificai tutti e cinque i nomi e gli specificai tutti i contrasti e le cause.
La seconda volta in cui mi recai da Balzamo egli mi disse che aveva omesso di
parlare direttamente con Formica per ragioni di opportunità ed aveva parlato
con gli altri quattro e mi disse che alla fine aveva stabilito che il 50% doveva
andare alla segreteria nazionale e l'altro 50% della quota spettante al PSI
(1,5%) sarebbe andato in parti uguali a Paolucci, Ciavarella, Romano e al gruppo
Borgia-Formica. Se nonchè qualche giorno dopo l'incontro, il Borgia
personalmente mi telefonò a Milano e mi fissò un appuntamento per il giorno
dopo (si era nella primavera del 1990) all'hotel Inghilterra di Roma. Colà io
mi recai ed egli mi disse che aveva parlato con Balzamo, aveva saputo che io mi
ero rivolto a lui per i noti problemi, con Balzamo aveva minimizzato la cosa e a
me contestò che avevo fatto "una cazzata" cioè non avrei dovuto dire
tutte quelle cose a Balzamo, anzi non mi sarei dovuto proprio rivolgere a lui.
Ciò perchè la cosa avrebbero potuto risolverla lui e soprattutto Formica con
gli altri tre esponenti locali. Fu a questo punto che, passando alle spicce, mi
disse che per quanto riguardava lui e Formica io non avrei dovuto più far
parola con il Balzamo ed anzi di ciò che stava per dirmi sia io avrei dovuto
osservare il massimo riserbo all'interno del PSI, così come avrebbero fatto lui
e il Formica. Mi disse infatti perentoriamente che a parte l'1,5%
che avrei dovuto versare a Balzamo come con costui stabilito, avrei
dovuto dare altresì a Formica e a lui un altro 0,5% dell'importo dell'appalto e
cioè (mi disse la cifra) 400 milioni se non volevo che intervenissero altri
"casini" con riferimento alla prosecuzione dei lavori per i nastri
trasportatori... lo dissi al Taidelli in particolare perchè doveva reperire
naturalmente gli altri 400 milioni in nero. Il pagamento avvenne in due tranches
da 200 milioni cadauno ed il pagamento fu attuato a Bari nella sede Regione
Puglia direttamente nelle mani del Borgia Franco ad opera di un ex dirigente
della EMIT, allora dirigente tale Bortolotto Roberto, il quale ignaro del
contenuto portò un primo pacco regalo al Borgia nel maggio-giugno 1990 ed un
secondo pacco per altri 200 milioni nel settembre-ottobre 1990. Fu lo stesso
Bortolotto Roberto che a mia richiesta mi specificò di aver provveduto.a
consegnare i pacchi regalo direttamente nelle mani del Borgia e di avere
incontrato costui nella sede della regione di Bari... il Borgia è molto amico
mio e di sicuro i soldi dovevano andare al Formica e forse solo una parte allo
stesso Borgia. Si tenga presente che essendo mio amico il Borgia non mi avrebbe
imposto nei modi che ho descritto la cosa, ma si sarebbe limitato ad una mera
richiesta. La realtà fu che il Borgia sarebbe rimasto "intruppato"
dal Balzamo mentre il Formica non poteva essere per la sua statura politica
"intruppato" dal Balzamo... sicchè io pagai ed infatti tutto andò
liscio. Devo riferire ancora che il giorno successivo al pagamento io ero a
Roma, ero uscito dal mio ufficio e mi stavo recando da mio fratello a casa sua a
piedi quando incontrai Formica con la sua scorta a piedi e costui si fermò e mi
salutò molto cordialmente ... si trattò di un'atteggiamento molto più
cordiale del solito sicchè io potei capire che aveva gradito l'aver io
ottemperato a quanto richiestomi a suo nome dal Borgia che era il delfino di
Formica come è notorio ."