Crevalcore Il sindaco Lodi l'ha imparato da
una lettera del ministero: "E' grave, un fulmine a ciel sereno" di Davide Bergamini "La Seabo ha annunciato l'imminente avvio della procedura per la realizzazione di una centrale a ciclo combinato in Comune di Crevalcore". Così si legge nella lettera del Mi- nistero dell'Ambiente arrivata al sindaco Novello Lodi l'11 maggio, come un fulmine a ciel sereno. Qui tutti pensavano che il caso centrale elettrica, contro cui un annofa si mobilitò l'intero paese sostenuto dai suo amministratori, fosse chiuso definitivainente. Ecco invece questa lettera inaspettata a comunicare che la Seabo ha già in piedi un progetto e che il Comune di Crevalcore, assieme a Provincia e Regione, dovrà indicare uno dei tre esperti che affiancheranno un magistrato nell'inchiesta pubblica nell'ambito del provvedimento di approvazione della nuova centrale elettrica. "Mi sarebbe piaciuto da parte della Seabo un maggior rispetto verso questo Comune - dice il primo cittadino - Non è possibile apprendere l'intenzione della Seabo di costruire una centrale elettrica solo attraverso questa lettera del Ministero. C'era stata più onestà da parte degli americani che, perlomeno, prima di avviare qualunque tipo di procedura, ci avevano contattato per conoscere il nostro parere in merito. La cosa è ancora più grave in quanto la Seabo avendo la propria sede a pochi chilometri da qui conosceva perfettamente il dibattito suscitato lo scorso anno dalla proposta della società americana Southern Company e l' esito negativo dello stesso". Per questo il primo cittadino non ha perso tempo ed ha preso carta e penna per scrivere alla Seabo protestando di non essere stato non solo coinvolto ma nemmeno informato della volontà"dell'azienda di realizzare una centrale in questo territorio. Dopo aver ripercorso tutta la vicenda legata alla richiesta della Southern Company Lodi conclude la missiva alla società bolognese in modo fermo e deciso. Questa amministrazione - scrive il sindaco - esprime la più forte contrarietà all'intenzione di Seabo s.p.a. di realizzare una centrale elettrica in territorio di Crevalcore diffidandola dal dare inizio a qualsiasi procedura. Basterà la fermezza dell'amministrazione comunale per chiudere sul nascere questo secondo capitolo della Centrale Elettrica a Crevalcore? In molti se lo chiedono, ma la sensazione è che nei prossimi giorni ci saranno nuovi sviluppi. La storia della centrale: un anno fa la richiesta degli americani Tutto è iniziato col decreto Bersani del 1999 che, sancendo la fine del monopolio Enel, ha permesso a nuovi soggetti di affacciarsi al mercato dell'energia elettrica liberalizzato. Crevalcore è risultato da subito un territorio interessante per le società decise a investire in questo mercato dalle enormi possibilità di sviluppo. Nella zona passa infatti la conduttura principale del metanodotto Snam, e vi è un livello di inquinamento molto basso e quindi con buone possibilità di ottenere dal Ministero dell'Ambiente un parere positivo per costruzioni di questo genere. I primi a farsi vivi col sindaco Lodi furono gli americani, l'anno scorso. La statunitense Southern Company, industria di Atlanta, voleva costruire una grande centrale termoelettrica, di ultima generaziorie, con Ciclo Combinato di gas metano. Subito in paese sorse un Comitato "Centrale No Grazie" che in pochi giorni raccolse diverse migliaia di firne di cittadini contrari all'operazione. L'armministrazione convocò esperti, assemblee pubbliche, consigli comunali straordinari, per capire qual era.la scelta giusta per questa comunità. Era più importante la salvaguardia dell'ambiente e della salute o i vantaggi economici che certamente un'opera imponente come questa avrebbe portato? O meglio: sarebbero stati più i vantaggi o gli svantaggi? Furono coinvolti anche Regione, Provincia, l'Arpa e tutti i Comuni confinanti con Crevalcore e si richiese con forza l'elaborazione del Piano Energetico Regionale. Il consigliere regionale Mauro Bosi chiese addirittura in una lettera all'assessore regionale competente di intervenire affinché i Comuni stessi blocchino le concessioni fino a che non sia approvato il Piano Energetico Regionale che chiarisca i reali fabbisogni energetici della nostra ! Regione. Alla fine il sindaco, il consiglio comunale all'unanimità e la cittadinanza si dimostrarono diffidenti verso questo progetto e il 18 ottobre del 2000venne comunicato alla società di Atlanta il definitivo parere negativo in merito alla proposta.
'Bomba' in Comune:
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