Giornale di Brescia, sabato 26 gennaio. Un progetto della
società Sageter per la costruzione di un impianto termoelettrico
Energia dalla centrale a gas
Borgo S. Giacomo e Villachiara devono decidere sulla
fattibilità |
BORGO S. GIACOMO
- Una centrale termoelettrica da 400 Megawatt, alimentata a gas metano, al confine tra i
Comuni di Borgo S. Giacomo e Villachiara. Questa la proposta che la Sageter Energia,
società controllata dalla Cogeme, ha avanzato lo scorso autunno alle Amministrazioni dei
due paesi. Ne è seguito uno studio di «prefattibilità», effettuato dalla società
stessa, nel quale sono stati esaminati tutti gli aspetti del progetto: dalle
caratteristiche specifiche dellimpianto allurbanizzazione delle aree
interessate, dallinserimento della centrale nel contesto territoriale sino alle
valutazioni sullimpatto ambientale. Lo studio è stato illustrato giovedì sera da
alcuni rappresentanti della Sageter alle Amministrazioni comunali dei due paesi, riunitesi
a Borgo S. Giacomo insieme alle rispettive commissioni Urbanistica, Edilizia e Ambiente,
alla presenza anche di un esponente di Legambiente. La proposta riguarda la costruzione di
una centrale a metano per produrre energia elettrica da distribuire alle zone limitrofe,
soprattutto ad utilizzo industriale. Il progetto prevede anche una variante al Piano
Regolatore dei due Comuni per consentire nuovi insediamenti produttivi nelle aree
adiacenti limpianto. La zona scelta per la realizzazione si trova a ridosso del
confine tra i due Comuni, circa 400 metri a sud della strada Borgo-Villachiara. Il
progetto prevede lutilizzo di circa 100mila mq di terreno: una metà servirebbe per
la centrale e laltra per linsediamento di nuove attività produttive, quasi
certamente agevolate dalla possibilità di fruire di energia elettrica a costi ridotti. La
scelta dellubicazione è giustificata dalla presenza di un metanodotto con alte
capacità di portata, per lapprovvigionamento di combustibile, e da una linea
elettrica in grado di rendere disponibile ovunque lenergia prodotta. La zona è
inoltre sufficientemente distante dai due centri abitati e non è mai stata interessata da
fenomeni di esondazione delle rogge esistenti. Lo studio di «prefattibilità» ha anche
affrontato i problemi relativi allimpatto ambientale. La centrale ideata è a
metano, la cui combustione origina quantitativi di anidride carbonica inferiori del 40%
rispetto a quelli prodotti dal carbone o dal petrolio. Questo darebbe una certa garanzia
in relazione allemissione nellatmosfera del gas responsabile a livello
planetario delleffetto serra, nel rispetto del protocollo di Kyoto. Limpianto
non prevede emissioni di composti dello Zolfo e nemmeno di polveri. Nellaria
verrebbero scaricati ossidi di azoto e monossido di carbonio, in quantità tali da
mantenere la loro concentrazione entro i limiti previsti dalla normativa. Le turbine della
centrale verrebbero raffreddate ad aria, e non ad acqua come succede nelle centrali di
vecchia concezione, senza quindi interferire con lequilibrio dei corsi dacqua
della zona. La modernità dellimpianto, progettato «a ciclo combinato»,
garantirebbe un notevole risparmio di combustibile a parità di energia elettrica
prodotta. Per la costruzione sono previsti circa due anni di lavori, compresi i tempi per
le opere di urbanizzazione. La gestione dellimpianto richiederebbe
loccupazione di circa 50 persone, soprattutto tecnici del settore. Questi, in
estrema sintesi, sono i termini della proposta avanzata dalla Cogeme. Ora spetta alle
Amministrazioni di Borgo e Villachiara stabilire quale sarà liter per giungere ad
una scelta. Nei prossimi giorni verranno organizzate due assemblee pubbliche, una in
ciascun Comune, per illustrare alla cittadinanza i vari aspetti della proposta. Verrà
anche organizzata una commisione che visiterà altre centrali simili. Stefania Baiguera |