Per una nuova politica ambientale
Agro Aversano (Caserta)

Il Coordinamento contro le Centrali Termoelettriche dell'Agro Aversano chiede agli altri comitati che si oppongono alla costruzione di nuove centrali termoelettriche di confrontarsi, per sostenere una politica energetica alternativa ai combustibili fossili.

 

08/12/2000
Non ti fidare del nucleare
ma....
sii scettico sul termoelettrico

(da un antico adagio popolar-ambientalista)

Vi scriviamo a nome del CNOC (Comitato No alle Centrali) che è sorto per opporsi alla realizzazione delle centrali termoelettriche che si intendono costruire nell'Agro Aversano (Provincia di Caserta).
Sono tre le centrali termoelettriche (di enormi dimensioni) che dovrebbero essere costruite nel nostro territorio. La Sondel spa ha presentato un progetto per una centrale di 800 Mwe a Orta di Atella (la realizzazione rientrerebbe nel "famoso" Progetto Sud che riguarda anche la centrale di Altomonte in Calabria). La SET intende potenziare una centrale già esistente a Teverola (all'interno di uno stabilimento Merloni). La centrale esistente è di 120 Mwe (circa). Si propone un' "aggiunta" di 400 Mwe. L'Ansaldo sta avviando le procedure di VIA per la realizzazione di una centrale termoelettrica di 800 Mwe a Casaluce. 2000 Mwe in un'area di circa 10 (dieci!) Km2. Il nostro sta diventando, in assenza di una pianificazione regionale e in vista del mercato libero dell'energia, un vero e proprio territorio di conquista.......
L'Agro Aversano è caratterizzato da una situazione di devastazione ecologica. L'area è stata considerata dalla legge 426 del 1998 uno dei 14 siti più inquinati d'Italia quindi bisognosa di improrogabili interventi di bonifica. Invece di pensare ad interventi migliorativi della situazione si continua a parlae di opere che, in ogni caso, costituirebbero fonte di nuovo inquinamento.
La realizzazione delle tre centrali è presentata come una grande occasione di sviluppo per le nostre terre: tre megaimpianti come questi darebbero occupazione a tanta gente migliorando la drammatica situazione occupazionale del Casertano, si dice. Intanto c'è da dire che i posti di lavoro "creati" sarebbero veramente pochi a fronte dei miliardi investiti ( per la centrale Sondel, ad esempio, si prevede un investimento di 800 miliardi per "tirarne fuori" 80 posti di lavoro: un posto di lavoro ogni dieci miliardi di investimento!).
Si tratta di interventi a fortissima densità di capitale dettati unicamente da ragioni di profitto: le centrali termoelettriche producono danni ambientali per i territori che le ospitano ma grossi guadagni per le aziende che le realizzano.
Ad ogni modo è comunque inaccettabile la logica di baratto che si propone. Come dire: se voi state buoni e vi "beccate" un po' d'inquinamento, noi vi diamo qualche posto di lavoro. Il diritto al lavoro è costituzionalmente garantito e non deve certo essere "pagato" con la rinuncia al diritto alla salute (diritto anch'esso costituzionalmente garantito) e al diritto a vivere in un ambiente non inquinato.
Nonostante molte siano le argomentazioni che ci potrebbero spingere a fare di quella alle centrali termoelettriche una lotta "domestica" ( ossia: fate le centrali dove vi pare ma non fatele qui nell'Agro Aversano) ci siamo resi conto che le tematiche energetiche (e i problemi ambientali ad esse connessi) possono essere affrontati solo in maniera complessiva, globale. Esiste ad esempio un problema che non sottosta ai confini amministrativi -regionali e statali- ma che riguarda tutti i viventi: è il problema dell'effetto serra e del conseguente aumento della temperatura del pianeta. Se l'occidente continuerà a produrre l'energia di cui ha bisogno utilizzando combustibili fossili (carbone, gasolio, gas naturale) la situazione non potrà che peggiorare. Diciamo, solo per inciso, che l'effetto serra già comincia a registrare le prime vittime anche qui in Italia.
La nostra posizione rispetto alla produzione energetica è netta: c'è bisogno di una radicale inversione di rotta che ci porti all'utilizzo massiccio delle fonti rinnovabili (eolico, fotovoltaico, idroelettirco ecc.). Le fonti rinnovabili, rispetto ai combustibili fossili, sono assai più rispettose dell'ambiente e della salute delle persone. L'utilizzo di gas naturale e della tecnologia della cogenerazione è accettabile SOLO in processi di riconversione di centrali obsolete già esistenti ma non per costruire nuove centrali.

I comitati che in Italia si oppongono alla realizzazione di centrali termoelettriche devono fare (INSIEME) un grosso salto di qualità: passare dal NO alle Centrali ad un No all'utilizzo dei combustibili fossili e farsi portatori di una proposta nettamente alternativa alla direzione che Sondel, Ansaldo, SET (e chi più ne ha più ne metta...) tentano di imporre.
L'alternativa al gas naturale è possibile, le indicazioni in merito dell'intera comunità scientifica sono chiare (vedi, da ultimo, le affermazioni di Rubbia- presidente dell'ENEA- sulla necessità di un maggiore utilizzo del fotovoltaico).
Solo legando le questioni locali di ciascun territorio con quelle globali si può pensare a ipotesi di sviluppo realmente sostenibile.

Per fare questo salto di qualità è necessario che tra i comitati vi sia un confronto e una circolazione di informazioni continua. Internet può essere uno strumento molto utile.
Per quanto ci riguarda anche noi, come il comitato di Crevalcore, abbiamo un sito (www.noallacentrale.net ) sul quale si possono trovare informazioni, documenti ecc. sull'attività che svolgiamo.

Facciamo delle proposte concrete.

1) Far sì che i due siti (a noi non risulta ce ne siano altri simili) divengano "punto di riferimento" di un movimento certamente più ampio.

2) Cominciare a pensare ad un documento comune dei comitati (e delle altre associazioni che ne condividono gli scopi) che esprima il dissenso al termoelettrico ma faccia anche precise proposte e chieda al Governo impegni precisi.

3) E (perchè no..) lavorare per un incontro nazionale a inizio anno prossimo che "metta insieme" tutte le realtà che si occupano di questioni legate al binomio produzione di energia/tutela ambientale a partire dai comitati spontanei che sono quelli che vivono "in prima persona" i conflitti ambientali. Sarebbe l'occasione per confrontare le esperienze di lotta e per elaborare il documento di cui al numero 2.
L'incontro potrebbe svolgersi in uno dei comuni interessati dall'insediamento di una centrale termoelettrica.

Invitiamo tutti i comitati che ne hanno la possibilità di pronunciarsi su queste proposte.

un saluto e tanta solidarietà a chi lotta per una vita migliore

COMITATO NO ALLE CENTRALI (Agro Aversano)


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