Santa Scolastica |
Norcia, Perugia, ca. 480 - Montecassino, Frosinone, ca. 547
Scolastica ci è nota dai “Dialoghi” di san Gregorio Magno. Vergine Saggia, antepose la carità e la pura contemplazione alle semplici regole e istituzioni umane, come manifestò nell’ultimo colloquio con il suo fratello s. Benedetto, quando con la forza della preghiera “poté di più, perché amò di più”. (Mess. Rom.)
Patronato:Suore
Emblema: Colomba, Giglio
Il nome di Scolastica, sorella di Benedetto da Norcia,
richiama al femminile gli inizi del monachesimo occidentale,
fondato sulla stabilità della vita in comune. Benedetto
invita a servire Dio non già "fuggendo dal mondo" verso la
solitudine o la penitenza itinerante, ma vivendo in comunità
durature e organizzate, e dividendo rigorosamente
il proprio tempo fra preghiera, lavoro o studio e riposo.
Da giovanissima, Scolastica si è consacrata al
Signore col voto di castità. Più tardi,
quando già Benedetto vive a Montecassino con i
suoi monaci, in un altro monastero della zona lei fa vita
comune con un gruppetto di donne consacrate.
La Chiesa ricorda Scolastica come santa, ma di lei sappiamo
ben poco. L’unico testo quasi contemporaneo che ne parla
è il secondo libro dei Dialoghi di papa Gregorio Magno
(590-604). Ma i Dialoghi sono soprattutto composizioni esortative,
edificanti, che propongono esempi di santità all’imitazione dei
fedeli mirando ad appassionare e a commuovere, senza ricercare il dato
esatto e la sicura referenza storica. Inoltre, Gregorio parla di lei
solo
in riferimento a Benedetto, solo all’ombra del grande
fratello, padre del monachesimo occidentale.
Ecco la pagina in cui li troviamo insieme. Tra loro è
stato convenuto di incontrarsi solo una volta all’anno.
E Gregorio ce li mostra appunto nella Quaresima (forse)
del 542, fuori dai rispettivi monasteri, in una casetta
sotto Montecassino. Un colloquio che non finirebbe più,
su tante cose del cielo e anche della terra. L’Italia del tempo
è una preda contesa tra i Bizantini del generale Belisario e i
Goti del re Totila, devastata dagli uni e dagli altri. Roma s’è
arresa ai Goti per fame dopo due
anni di assedio, in Italia centrale gli affamati masticano
erbe e radici. A Montecassino passano vincitori e vinti;
passa Totila attratto dalla fama di Benedetto, e passano
le vittime della violenza, i portatori di tutte le disperazioni,
gli assetati di speranza...
Viene l’ora di separarsi. Scolastica vorrebbe prolungare
il colloquio, ma Benedetto rifiuta: la Regola non s’infrange,
ciascuno torni a casa sua. Allora Scolastica si raccoglie
intensamente in preghiera, ed ecco scoppiare un temporale
violentissimo che blocca tutti nella casetta. Così
il colloquio può continuare per un po’ ancora. Infine, fratello
e sorella con i loro accompagnatori e accompagnatrici si separano; e
questo sarà il loro ultimo incontro.
Tre giorni dopo, leggiamo nei Dialoghi, Benedetto apprende
la morte della sorella vedendo la sua anima salire verso
l’alto in forma di colomba. I monaci scendono allora a prendere il suo
corpo, dandogli sepoltura nella tomba che Benedetto ha fatto preparare
per sé a Montecassino; e dove sarà deposto anche lui,
morto in piedi sorretto dai
suoi monaci, intorno all’anno 547.