GIANCARLO LENSI

 

 

 

 

ENEIDE

di Virgilio

 

 


Introduzione

 

L'Imperatore lo mandò a chiamare:
"Virgilio, mio poeta preferito,
il genio tuo dovrà ben celebrare
le origini di Roma; crea un mito,
sì che ognuno, nell'oggi e nel futuro
sappia da dove vengon le radici…..
se l'incarico accetti, stai sicuro
che ricompensa avrai….. Cosa ne dici?"

Virgilio la pigliò proprio ammodino,
scrisse un fottìo, versi sopra versi,
(senza vocabolario) in buon latino,
di buona lena, senza tempi persi…..

Quando però fu per tirà 'l calzino
espresse volontà: fosse distrutta
(dodici libri) l'opera in latino
ma l'Augusto ……la fece salvar tutta…

Ancor oggi, tradotti nei licei,
quei libri son la "gioia" per gli studenti
così com'era ai bei tempi miei
quando gli si mandavan gli accidenti…
"Divino Augusto, deh! Fai la burletta!?!?
O 'un era meglio se gli davi retta????".

 

***


ENEIDE


Giunone aveva il dente avvelenato:
non digeriva fossero scampati
alla strage di Troia lo sfortunato
Enea ed i compagni più fidati;
induce Eolo a scatenar tempesta
violenta così da dirottare
il convoglio troiano ( o quel che resta)
e alle coste dell'Africa approdare.
Venere, pel figliol preoccupata,
a Giove dice 'bambagina e lana'
ma nel colloquio vien rasserenata
con rosee predizioni alla lontana:
nel Lazio abiteran tutti i troiani
e dopo Enea il figlio - Iulo chiamato -
regnerà. Romolo, che dei romani
primus sarà, come vuole il Fato,
fonderà Roma dalla cui potenza
resterà il mondo a lungo soggiogato.

Arrivato a Cartagine è accolto
Enea nella corte di Didone
(il cui marito le era stato tolto
dal fratello assassino, Pigmalione).
Qui la regina vuol aver idea
della fine di Troia, del viaggio
che fin a lei ha sbatacchiato Enea
con la flotta e tutto l'equipaggio;
ma un altro stratagemma fa Giunone:
nel sembiante d'Ascanio tramutato
mette Amor fra le braccia di Didone,
il cuore per Enea s'è arrazzato
e, mai sazia d'udirlo raccontare,
beve con gli occhi Enea, baciando Amore……..

…….Stanchi, delusi, i Greci scoraggiati
pensano di tornare a casa loro,
ma Ulisse, re dei trucchi escogitati,
ne inventa uno: il suo capolavoro;
fingono di partir, levan le tende
e con le navi vanno a rimpiattarsi
lasciando sulla riva un gran cavallo
di legno, pieno zeppo di soldati
che innocuo parea (però a guardallo).
I troiani, fin troppo creduloni,
pensan si tratti d' un risarcimento
(io temo i Greci pur se fanno doni…)
lo portano in città, stendardi al vento….
Le navi greche tornano in nottata,
giù dal cavallo scendono gli Argivi
e Troia è presa, invasa ed incendiata,
di difesa son vani i tentativi;
Enea raccoglie intorno i più fidati,
la moglie, il figlio e, nella confusione,
fugge da Troia in fiamme, coi Penati
portando il padre Anchise sul groppone;
Creusa, la moglie, persa per la strada,
gli appare, morta, a spingerlo che vada…
Raccolgon legni a scafi destinati,
vanno pei mari, come condannati
ogni sosta li spinge a ripartire
(perché la méta è lungi da venire)
mille ostacoli vietano le soste:
ove sono le Arpie, ove la peste….
la sorte contro Enea si accanisce:
oltre ai guai finora sopportati
lo lascia il padre Anchise che perisce
non appena in Sicilia si è arrivati…….

Ora Didone, sempre più attizzata,
si confida con Anna, sua sorella,
ma da questa si sente incoraggiata
a smettere il…. digiuno finch'è bella;
e, complice Giunone, in una grotta,
riscoprendo della carne i piaceri,
dai due amanti l'astinenza è rotta,
van via i pudori avuti fino a ieri……
Sulla bocca di tutti è la 'fuitina'
che Fama ha prontamente divulgata,
è sputtanata ovunque la regina
l'epiteto più dolce è 'svergognata'.
Su preghiera di Iarba - un rifiutato -
il dio Giove (Mercurio ambasciatore)
ricorda a Enea ciò che vuole il Fato…..
Della partenza Didone ha sentore,
il recente passato gli rinfaccia,
ma sa che deve compiere un dovere,
delusa, offesa, ora lo minaccia,
non lo smuove nemmen con le preghiere;
partito Enea, per il gran dolore,
col ferro, di sua man, Didone muore.

In Sicilia fa sosta e rende onori
al padre morto, organizzando giochi;
alle donne il cervello dà di fuori
(Giunone aizza 'na pillaccherona…..)
ché le navi distruggono coi fuochi;
ma implorata tempesta incendio doma,
sulle navi superstiti si salpa.
Incontrata Sibilla, Enea propone
di visitar degli Inferi le terre:
fra le anime vaganti c'è Didone,
i morti per amore e per le guerre;
ritrova il padre Anchise che gli addita
capitani ed eroi che nel futuro
al fulgore di Roma daran vita
e grandezza e prestigio imperituro.
Da queste profezie vien confortato
e del sole tornato al caldo raggio
coi compagni riprendono il viaggio..
Naviga, entra in un fiume, lo risale,
ha certezza dei guai d'esser fuori,
ch'è finito per lui ormai ogni male!!
Al re del posto manda ambasciatori:
si convince Latino, ben li accoglie,
promette lunga pace fin d'adesso
e sua figlia Lavinia gli offre in moglie,
(sorvolando che a Turno avea promesso…)
E Giunone sta buona? no di certo!
la Furia Alletto viene incaricata
di sparger odio e seminar zizzania:
senza farsi pregar, in campo aperto
fa nascere una guerra sciagurata
in cui Turno si erge condottiero
dell'esercito suo, degli alleati,
per cacciar l'invasore, lo straniero,
malgrado ciò che hanno prescritto i fati.
Dio Tevere nel sonno a Enea appare
e con le predizioni il tranquillizza
suggerendogli poi di ricercare
alleati per sostenerlo in lizza.
Senza tanti mottetti Evandro è primo
a schierarsi con lui per la contesa,
il nobil Pallanteo lo segue a ruota,
s'è arruffianato proprio per benino
il nostro Enea, quindi nell'attesa
'vittoria' or più non è parola vuota …..
Nel corso d'un amplesso inebriante
armi degne d'un re per il suo infante
Venere chiede a Vulcano, suo sposo;
il lavoro è davvero portentoso:
(col maglio leva 'l fumo alle schiacciate)
sullo scudo ha scolpito coi martelli
'fumetti' della storia e le guappate
di Roma, dalla Lupa coi gemelli
per arrivar al fine della 'striscia'
quando i Cesari ad Azio trionfaro……
lo scudo ammira Enea, del tutto ignaro
e con mano d'esperto se lo liscia.
Ad attaccare il campo dei troiani
in assenza d'Enea Turno è sospinto:
è Giunone che studia tutti i piani
dietro le quinte; Iride ha convinto
i Rutuli che l'occasione è buona;
assaltano e alle navi danno fuoco,
e poi d'intorno, come una corona,
li cingono d'assedio a poco a poco.
Per uscir dall'impasse e Enea trovare
Eurialo e Niso fanno una sortita,
ma gli altri non si fan certo fregare
e i due eroi ci perdono la vita;
le loro teste vengono portate
in mostra sulle lance acuminate.
A questo punto Giove riunisce
a concilio gli dei per ascoltare:
Venere che lamenta e che patisce,
Giunone, non disposta ad accettare
che i troiani abbian pace e la vittoria….
"però dovranno ben finire i lutti
e allora per dar fine a questa storia
ognun per sé ed il buon Dio per tutti,
sol fra i mortali si accanisca l'ira
così chi l'ha più lungo se lo tira…."
Enea che con gli etruschi era alleato,
sulle lor navi torna ed è battaglia,
contro Pallante, che ha imperversato,
inesorabil ferro Turno scaglia;
vuol vendicar l'amico, è costernato,
e Turno cerca ( gliela fo scontare…. )
trova Mesenzio, solo vulnerato,
al di lui figlio, Lauso, pagare
fa con la spada sua la sua vendetta;
Mesenzio, perso il figlio ha perso tutto,
anche se sa che morte già lo aspetta,
contro Enea si rivolge, ma è distrutto….
Di tregua i giorni sono una dozzina
si piangono i caduti, li si onora,
sia da parte troiana che latina…
gli anziani a Laurento di buonora
fanno concilio dopo che il rifiuto
di Diomede li lasciò delusi….
"fin troppo ad oggi ormai s'è combattuto
che cercare di vincer è da illusi…."
così la pensan Drance e re Latino
d'una resa che salvi vite e onore
chiaramente convinti, ma il destino -
per Turno - è nelle armi e nel valore
dei suoi soldati e suo e intanto corre,
alla notizia dell'Enea in arrivo,
a salvar Laurento e predisporre
adeguate difese, combattivo.
Camilla viene, il proprio aiuto offrendo
con la cavalleria a contrastare
i troiani, ma in uno scontro orrendo
anche il di lei valor non può arrestare
l'avanzata d'Enea sui Laurenti
e da un'etrusca lancia viene uccisa;
arretrano i latini, ormai sgomenti,
a favore d'Enea la sorte è arrisa.
Pur sconsigliato, Turno non demorde:
vuol lo scontro diretto con Enea;
"si delimiti il campo con le corde
e mors sua sarà la vita mea".
I patti, con gran pompa consacrati,
vanno a monte per l'istigazione
e a colpa di Giuturna son stracciati
(e dietro, come sempre, c'è Giunone!!!!);
logico che la battaglia ora riprenda,
ma siamo ormai al fin della vicenda:
Enea d'assedio cinge Laurento,
Turno lo cerca, Enea non si nasconde,
solo fra i due è il combattimento
nessun dio le carte più confonde:
dopo tutti i casini combinati
(n'ha fatti morir pìo, morti ammazzati)
Giunone lascia Turno alla sua sorte…..
……"ormai è certo, si vuol che io muoia,
ma vò onorato incontro alla mia morte:
m'ammazza un grande, gran figlio di Troia!!!!"

 

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