LE
CASCINE DEL RE IN CARTASTRACCIA
Finita la
seconda guerra mondiale, Danelon, di origine
veneta, aveva trovato lavoro nella bottega di un
parrucchiere della nostra città come
garzone, ma la sua vocazione era di fare il
mediatore. Acquistava fabbriche, castelli, cascine
con centinaia e centinaia di giornate di terra, ma
non gli interessavano le ville ed altri edifici di
piccolo valore commerciale.
Al telaio
della sua bicicletta, con la quale andava in giro
portando con sè la cartella propria
dell'uomo di affari, aveva applicato una carta da
gioco, che messa in moto dai raggi della ruota
posteriore emetteva un rumore simile a quello di un
motorino. Un rumore che attirava soprattutto
l'attenzione dei ragazzini, che accorrevano ai
bordi della strada per vederlo passare in sella al
suo curioso veicolo.
Un
giorno, trascorsi alcuni anni, incontrò il
parrucchiere presso il quale aveva lavorato da
giovane, che gli domandò: «Cosa
c'è in quella cartella, così gonfia
che potrebbe scoppiare da un momento
all'altro?».
E lui:
«Ci sono i documenti relativi all'acquisto da
parte mia di tutte le cascine del re situate dietro
il castello di Racconigi, che poi ho subito
rivenduto ad un prezzo molto più elevato,
tanto che ho fatto il più bel colpo della
mia vita. Domani parto per Roma, dove i documenti
devono essere firmati dai rappresentanti di casa
Savoia».
Mentre
parlava, a Danelon sfuggì di mano la
cartella e gli importanti documenti: o per meglio
dire i vecchi fogli di giornale che essa conteneva,
che si sparpagliarono per terra.
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