Oggi alle
14,30 nella parrocchia di San Pietro a Savigliano i
funerali dello scrittore
L'ADDIO
DELLA «GRANDA» A BACCOLO
Ricoverato
all'ospedale di Cuneo, è stato stroncato da
ictus. Consigliere comunale Psi negli Anni '70 si
battè per il decentramento universitario in
provincia. Il ricordo dell'ex direttore della
biblioteca del capoluogo.
CUNEO.
«Era nato signore. La sua cultura lo ha
contraddistinto come scrittore, ma la gentilezza e
disponibilità ne hanno fatto un uomo
veramente grande». È il ricordo di
Piero Camilla, studioso e storico cuneese che per
anni ha diretto la biblioteca civica della
città, dove Luigi Bàccolo amava
trascorrere interi pomeriggi a rileggere gli autori
del passato e a entrare nella cultura di un
tempo.
«Eravamo
grandi amici -prosegue Camilla-. Lo ricordo
così, per i suoi modi di fare, di
rapportarsi con la realtà e la storia. Una
figura di un certo tono. Trascorrevamo molto tempo
insieme a discutere e a confrontarci su diversi
temi di letteratura. Nei dibattiti culturali sapeva
attutire i contrasti e le diverse posizioni su un
determinato argomento».
Luigi
Bàccolo, 79 anni, originario di Savigliano
è morto l'altra sera pochi minuti dopo le
19, all'ospedale di Cuneo, stroncato da ictus. Da
mercoledì scorso era ricoverato al
«Santa Croce». Abitava con la moglie Elsa
in via Statuto 6. Profondo conoscitore del
Settecento e Ottocento francese le sue opere sono
conosciute oltre i confini nazionali.
Si era
laureato in Lettere antiche nel '48 alla Normale di
Pisa con «Saggio su Pirandello», che
è stata la sua opera prima. Luigi
Bàccolo fu per anni professore ai licei
classici di Savigliano e Cuneo. Parallelamente
all'attività di insegnante, si dedicò
al giornalismo collaborando a «La
Stampa», «Il Mondo», «Storia
illustrata». L'ultimo volume dello scrittore
fu «Il Commiato del mago e delle fate»
dell'82.
Oggi
centinaia di Cuneesei, amici di Savigliano e
personaggi del mondo della cultura renderanno
omaggio alla salma. I funerali si svolgeranno alle
14.30 nella chiesa di San Pietro a
Savigliano.
E proprio
a Savigliano Bàccolo ricoprì la
carica di consigliere comunale, eletto nelle liste
del Psi a partire dal 28 agosto 1970, quando
subentrò come primo escluso al dimissionario
Giuseppe Cerutti. Il 3 novembre '75 entrò di
nuovo in Comune in sostituzione del consigliere
Enrico Eandi. Rimase sempre molto legato alla sua
città natale dove il padre per molti anni fu
direttore didattico delle scuole
elementari.
I
saviglianesi lo ricordano quando al pomeriggio
accompagnava la mamma lungo la passeggiata intorno
a piazza D'Armi, prima a piedi e poi, negli ultimi
anni di vita della madre, in auto. Negli anni
Settanta fu uno dei principali sostenitori
dell'università a Savigliano, quando per la
prima volta si parlò di decentramento da
Torino.
Proprio
al giornale «La Stampa» pochi anni dopo
aveva confidato la sua delusione perché
l'amministrazione comunale saviglianese non era
stata in grado di ospitare una
facoltà.
Da anni
si era trasferito a Cuneo. Nel capoluogo molti lo
ricordano come lo scrittore che ha abitato in
città, pensando all'Europa,
«Bàccolo -spiega Costanzo Martini,
responsabile dell'editrice "Primalpe"- ha avuto il
coraggio di non andare fuori provincia. Le sue
opere hanno una valenza europea. Ma la
«Granda» è sempre stata la sua
passione. Nell'ultimo suo romanzo Bàccolo
parla del suo amore per Savigliano, così
come ha raccontato la passione per le sue terre nel
saggio scritto per "CN provincia Granda"».
[r.s.]
(«La
Stampa», 10 dicembre 1992)
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