Le normali batterie
zinco-carbone
e alcaline, pur essendo pratiche ed economiche, devono essere sostituite abbastanza
spesso, tenuto conto che un piccolo robot può assorbire alcune centinaia di mA.
Per
informazioni su dimensioni e tipi di batterie vedi
L'alimentazione ideale di
un robot sarebbe l'energia solare. Purtroppo le celle
fotovoltaiche hanno alcuni inconvenienti, primo
fra tutti il costo piuttosto elevato. A questo va aggiunto che la corrente
erogata è piccola (a meno di usare celle di grandi dimensioni, inadatte
ai nostri scopi). Inoltre, in condizioni di luminosità scarsa (o
nulla), il robot non funziona perché viene a mancare la tensione.
Il problema può essere risolto adottando
un'alimentazione "mista" di pannelli solari e batterie ricaricabili.
Le batterie
ricaricabili al NiCd (Nichel Cadmio) si trovano in commercio in vari formati
e con varie capacità. Il costo è abbastanza contenuto. Richiedono una ricarica periodica che deve essere
effettuata con un apposito limitatore di corrente:
L'integrato
LM317 (uno stabilizzatore di tensione) viene usato qui come generatore di corrente
costante. La resistenza R determina la corrente di carica dell'accumulatore: il suo valore (in
Ohm) si calcola dividendo 12.500 per la capacità della batteria (in
milliampère/ora). Nella tabella che segue diamo il valore di R (arrotondato
al valore commerciale più vicino) per alcune delle capacità più comuni:
Capacità
Batteria |
Valore
teorico
di R |
Valore
commerciale |
300mAh |
42 Ohm |
47 Ohm |
360mAh |
35
Ohm |
33
Ohm |
500mAh |
25 Ohm |
27 Ohm |
600mAh |
21 Ohm |
22 Ohm |
1200mAh |
10 Ohm |
12 Ohm |
1800mAh |
7
Ohm |
6,8
Ohm |
Il LED
(opzionale) segnala quando c'è tensione in ingresso. Il diodo (1N4007) impedisce che la
batteria si scarichi sull'integrato quando l'alimentatore non è collegato.
Il
circuito che segue serve per caricare la batteria al NiCd con una corrente
costante (determinata dal valore della resistenza R). È
prevista anche una connessione (+PS) per un pannello solare di bassa potenza.
:
Qualcosa di ancora più
semplice si può realizzare con un transistor e una manciata di
componenti:
La resistenza R si
calcola con la formula: ohm
= [(volt zener - 1,4) / mA] x 1000 dove
"mA" è la corrente di carica della batteria (1/10
della capacità in mAh). Quindi per un pacco di batterie da 600mAh avremo:
[(5,1 -
1,4) / 60] x 1000 = 61,6
Il caricabatterie può essere
montato all'interno del robot, così da poter ricaricare le batterie senza
toglierle dall'apparecchio. All'ingresso va collegato un alimentatore che
fornisca una tensione superiore a quella della batteria da caricare e
una corrente sufficiente alla ricarica.
Le batterie vanno caricate per un
periodo di 14 ore. Per evitare il pericolo di over-charge è possibile
collegare un timer che disconnetta automaticamente il caricabatteria.
ALCUNE INDICAZIONI
SULL'USO DELLE BATTERIE NiCad
-
All'ingresso del caricabatteria va collegato un
alimentatore che eroghi una tensione maggiore di quella della
batteria da caricare
-
Nel caso
l'integrato o il transistor scaldino eccessivamente, bisogna montarli su
un dissipatore di calore (aletta di raffreddamento).
-
Non
superare un tempo di ricarica di 14 ore
-
la corrente di carica
è uguale a 0,1 x mAh (in pratica 1/10 della capacità indicata sul pacco batteria)
-
il tempo di carica
è di 14 ore
-
volendo scaricare la
batteria (per annullare l'effetto memoria) collegare in parallelo una resistenza calcolata con la formula (Vbatt
: Ah) : 2.
-
per evitare di scaricare
totalmente la batteria (e quindi danneggiarla) collegare in serie
alla resistenza dei diodi al silicio (1 per ogni elemento)
ESEMPIO PRATICO:
-
batteria =
7,2V 1800mAh (1,8 Ah)
-
numero elementi = 6
-
corrente di carica = 180mA
-
per scaricare la
batteria, applicare in parallelo una resistenza da 2 Ohm
5W
-
numero di diodi da
collegare in serie alla resistenza = 6
Per ricaricare le batterie e collaudare i circuiti
occorre un
alimentatore
stabilizzato. Se ci serve una tensione fissa, il modo più semplice per
realizzarne uno è di utilizzare gli integrati stabilizzatori della serie
78xx. Questi integrati hanno tre piedini: Vin, GND e Vout e sono
commercializzati con valori che vanno da 5 a 24 Volt:
Ecco lo schema
di un alimentatore che fornisce una tensione di 12V/1A utilizzando un
integrato 7812:
Con una semplice aggiunta si può
ricavare anche un'uscita a 5V (integrato 7805):
Quest'altro alimentatore
(che utilizza l'integrato LM317) fornisce un'uscita variabile da 1.5 a 13.5V, regolabile per mezzo di un
potenziometro lineare da 2200 ohm:
NOTA: i trasformatori hanno un
secondario da 15V. Gli integrati stabilizzatori (7812, 7805, LM317) vanno
montati su un dissipatore di calore.
Per ottenere una tensione
stabilizzata di 5V si può utilizzare anche l'integrato MAX603 della Maxim.
Questo integrato accetta in ingresso una tensione massima di 11,5V e
fornisce una corrente di 500mA. Ha una bassa tensione di drop-out, cioè
fornisce in uscita 5V con una tensione minima d'ingresso di soli 5,32V. Il
circuito applicativo è tratto dal datasheet della Casa
produttrice:
Caratterizzato
da una bassa tensione di drop-out (0,5 - 1V) è anche l'integrato LM2940, in grado di fornire una corrente di 1A. L'integrato è
protetto contro l'inversione di polarità in ingresso. Lo schema che segue è
tratto dal datasheet della National:
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