A lezione di Puglieddu

Quelle che vi propongo di seguito sono solo alcune espressioni, a volte moooooolto colorite, che fanno parte di quello che è il dialetto salentino. Spesso le espressioni variano di paese in paese, a volte magari sono io che non le ho scritte nel modo corretto. Non me ne vogliano i pugliesi, semmai lo vedano come un omaggio…

 

Ce uei?: (trad. “cosa desideri?”)domanda rivolta per sapere cosa l’interlocutore gradisce;

Ci ti sta sienti? : (trad. “cos’hai?”) espressione impiegata per informarsi sulle condizioni di salute altrui, (magari prima di farle mutare J );

Era bueno pi te! : (trad. “era cosa buona per te”) dicasi di cozza o bastardu che rosica per qualcosa;

Ma ce sta dici? : (trad. “ma che dici?”) espressione impiegata per esprimere dissenso;

Mannagghia a chi t’è muerto: augurio di un futuro poco sereno rivolto ai defunti dell’interlocutore;

Mbucatazzu: (trad. “sporcaccione”) dicasi di ILLO poco propenso all’igiene. Tale espressione viene anche impiegata per esprimere un giudizio morale;

Mena! : (trad. “su!”) espressione impiegata per incoraggiare il BASTARDU all’azione;

Mucculone o pizzarrone: dicasi di ILLO dalle scarse doti intelletuali, stupidotto.

None: negazione;

Sciamu: (trad. “andiamo”) espressione usata per invitare l’ILLO all’azione;

Sine: affermazione;

uè santu Co’!: (trad. “oh San Cosimo!”) espressione generica per rivolgersi a qualcuno di cui non si conosce o non si vuole pronunciare il nome, è equivalente di “Tizio”;



Lunaincoerente


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