I Figli
La
scarsa fiducia nel futuro è uno dei motivi per cui nella regione si fanno pochi
figli. La vecchia battuta “ Perché mettere al mondo un infelice?” devono averla inventata in
Liguria. Un altro motivo è che i figli costano, e che non è affatto chiaro che
siano un buon investimento: nessun imprenditore di buon senso assumerebbe un
bambino appena nato, mantenendolo e vestendolo a sbafo fino all’età lavorativa.
A
proposito di figli: nella Legione Straniera, un soldato ligure sta scavando in
trincea. Arriva il capitano e dice: Parodi, c’è una lettera dei tuoi genitori.
I miei genitori?E che cosa vogliono? Avevo sei mesi quando mi hanno sbattuto
fuori di casa!! Dicono che gli devi sei
mesi di affitto arretrato!
La Liguria è la regione più vecchia d’Italia. Orde di pensionati provenienti dal nord vengono a svernare sulle sue passeggiate a mare, spesso fermandosi per sempre. Nelle giornate d’inverno, quando il sole è tiepido e quasi primaverile, i vecchietti spuntano dai loro ripari, strisciano rapidi come lucertole fino alla panchina preferita e restano lì a ricaricarsi, per ore, come batterie solari. I paesi della Liguria assumono allora il caratteristico, ilare aspetto di un immenso ospizio all’aperto, con i rari passanti under 70 imbarazzati come parenti in visita.
Il
ligure-tipo è una persona che si alza dal letto e dice: “ che freidu”,(che
freddo) va in bagno e dice “ ti
vedie che i tubbi i se giassu”,(vedrai che i tubi si ghiacceranno) si
fa il caffè e dice: “certű che l’ægua do brunzin ậ
nu l’è ciò quela de nà votta!”,(Certo che l’acqua del rubinetto non è
più quella di una volta) va alla fermata dell’autobus e “ o nu l’arrie
mai”, (non arriva mai) entra in ufficio e il riscaldamento è troppo
alto, va in mensa e la pasta è scotta, e così via.
La
tradizione vuole che nel Medioevo in Liguria, il padrone di un peschereccio
offra a chi si imbarca la scelta tra il
diritto di lamentarsi (mugugnà) e un supplemento di paga. Scelta
lacerante per un ligure, ma alla fine perfino la tirchieria esce sconfitta;
come dice il proverbio:”Sensa vin se naviga, sensa mugugni nu”.(Senza
vino si naviga , senza mugugni no)
Che i genovesi siano tirchi non è un mistero, anche se nessuno di loro lo ammetterà mai. Il fatto è che il denaro, come i sentimenti, non va sprecato se non si è sicuri che ne valga la pena. La tirchieria tipica consiste nell’andare a piedi per risparmiare i soldi del bus, per poi spendere decine di milioni in case, gioielli, etc., insomma gli investimenti “ sicuri “.
A Genova non è raro che tra fidanzati, quando si esce a mangiare la pizza e poi si va al cinema (anche se fare tutt’e due queste costosissime cose la stessa sera è molto difficile),
il conto venga
accuratamente diviso. Anche perché al primo appuntamento, dopo averla
riaccompagnata a casa, anziché chiederle il bacio della buona notte, lui, aveva
tirato fuori
la calcolatrice dicendo: ”
Mi devi ancora 2.350 lire per la benzina!”
I liguri hanno con l’aldilà un rapporto prudente, vale a dire un rapporto d’affari: da un lato sono affascinati da tutto ciò che la religione rappresenta come business, cioè convincere la gente, raccolta di elemosine, etc., Dall’altro non si fidano tanto, perché richiede investimenti immediati promettendo sì guadagni favolosi ed eterni, ma tutt’altro che sicuri. Sicuramente si sentirebbero più sicuri se prima di fare l’offerta domenicale potessero avere in pegno un ciuffo del paradiso terrestre. D’altra parte, sanno riconoscere un buon affare quando si presenta: se andare in chiesa significa mantenere una certa reputazione, e di conseguenza al loro portafogli, perché non passare un’oretta la domenica mattina in un posto carino e riparato, dove puoi pure entrare gratis?
Gli animali
I liguri amano gli animali, specialmente se rosolati al punto giusto. Per esempio molte famiglie, in campagna, allevano il maiale; lo comprano appena nato, lo battezzano con nomi tipo Arturo o Federico, gli mettono un guizaglino, lasciano i bambini ci giochino e gli diano da mangiare. Nessuno, però, si commuoverà al momento di fargli la festa; a Natale vedrete i bambini succhiare con voluttà una fetta di lardo e dire: ” Però, Giovanni mi era sembrato più buono, l’anno scorso”.
Scheggie di
Storia
Nel 935 i saraceni espugnano Genova, la mettono ferro e fuoco, saccheggiano le case e riprendono il mare con un migliaio di donne prigioniere. Mille richieste di riscatto tornano al mittente con scritto: “Tenetevele pure!”
Nel 1015 i genovesi e pisani, alleati, sconfiggono il re Mugiahid detto Musetto e riconquistano la Sardegna. Poi litigano per spartirsi i benefici della vittoria, e decidono così: ai genovesi il bottino, ai pisani le terre. Una volta finiti i soldi, i genovesi dichiareranno guerra a Pisa e si riprenderanno le terre.
I proverbi
A donna che in te l’andậ a mescia l’anca, se a
se no l’è poco ghe manca.
La donna che nell’andar muove l’anca, se non lo è poco ci manca.
Chi è bello o l’è bello quando o se leva d’in letto.
Cie è bello, è bello quando si alza da letto.
E nệuve gramme son sempre vệe.
Le brutte notizie sono sempre vere.
L’amậo tệgnitelo cậo, o dòçe
lascilo pe-e mosche.
L’amaro tienilo caro, il dolce lascialo alle mosche.
Mucciacci, cệghetti e tamburin do reggimento,
hanpoca speransa de portậ o cû a salvamento.
Mozzi, chierichetti e tamburini del reggimento hanno poca speranza di portare il culo in salvo.