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La
persecuzione iconoclastica, iniziata da Leone Isaurico, aveva costretto i
pii fedeli, che possedevano immagini sacre, a nasconderle. Col passar del
tempo e la morte dei proprietari, si perse ogni ricordo. E' quanto
successe anche all'immagine in questione. Un prodigioso intervento ne svelò
il luogo. Racconta la tradizione che per più notti naviganti, mandriani,
pescatori, vedevano una fiamma che ardeva e non consumava il bosco. In una
di queste notti la Beata Vergine, apparve piena di luce in sogno ad alcuni
pescatori e mostrò loro il nascondiglio, raccomandando di costruire una
chiesa in suo onore...Li invitò a recarsi dal vescovo della città, per
comunicargli il messaggio che il pastore accolse come dono divino. Venutisi
a trovare sul luogo, tra sterpi e rovi scoprirono la bocca di un pozzo
senz'acqua. Sul fondo scorsero un involucro in cui trovarono una
bellissima tela di bisso raffigurante la Vergine col bambino lattante,
circondato dalle immagini degli apostoli in buono stato di conservazione,
sebbene fosse stata circa tre secoli nell'umido pozzo. Dalle sue fattezze
si evince che la sacra icona è antica di almeno otto secoli, come si
espresse il prof. Raffaele Causa, che nel 1960 curò l'ultimo restauro
attestante, tra l'altro , che è un dipinto di "indubbio valore
artistico. Così Pozzano nella sua miracolosa immagine della Vergine potrà
vantare anche una delle più rare opere di pittura campana
quantitativamente limitato e ancora poco noto, e tuttavia degno di una più
generale visione dell'antica arte cristiana". Il primitivo santuario,
costruito sul luogo che va dal pozzo sin dietro l'attuale altare maggiore
con ingresso ad occidente, fu meta di pellegrinaggi sin dal suo sorgere.
Ai semplici pellegrini si unirono i regnanti che si avvicendavano sul trono di Napoli; tra questi
Angioini e Aragonesi, Francesco II di Borbone, che furono munifici
benefattori con rendite per il mantenimento
dei frati e per i bisogni della chiesa.La regina Giovanna , in data 8
settembre 1419, ordinava di prelevare dalla Regia Dogana della città di
Stabia un carlino a settimana da donare alla chiesa. Dagli archivi del
convento di Pozzano risulta che, tra i beni che esso conservava, vi era un
dono così segnalato "calice dorato con tre effigie intorno all'asta
rappresentanti la Religione, la Speranza e la Carità. Questo fu regalato
da Sua Maestà la regina Maria Teresa nel dì 3 agosto 1857".
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