a Giada per Walter
Adesso dormi. Se carezzo la tua schiena calda ed
ampia, abbronzata dal sole, un movimento impercettibile dei tuoi muscoli si
risveglia sul tuo dorso come un'onda increspata dal vento.
Ma non ti
svegli.
Ora ti volti, ancora accarezzo il tuo petto, pochi radi peli e
qualche segno che involontariamente lascio con queste unghie laccate di
nero.
I miei capelli lunghi sono neri, a te sono sempre piaciuti, li toccavi
e li annusavi con le tue belle e grosse mani e dicevi che erano seta.
Una
metafora un poco abusata, ma che mi piace ancora.
Quando gli tagliai quasi
scoppiasti a piangere, pareva che ti avessero tolto il gioco più bello che avevi
nella tua stanzetta.
Ma sono passati due anni adesso. Sono di nuovo lunghi,
sanno di vaniglia, quel profumo tremendo che mi ha regalato e che metto solo per
te perchè sono una sciocca sentimentalista.
Ricordo la prima volta che mi
baciasti, avevi gli occhi umidi di chi ha fumato e abusato un pò troppo di
alcol. Ma erano così belli, così verdi. Sembravano delicate foglie di una
piccola pianta ed io ne fui sedotta, come un'ape.
Se chiudo gli occhi saprei
tracciarli e disegnarli in ogni particolare. Nella linea scura e quasi nera che
gli chiude, nella sfumatura nocciola che prendono all'interno.
Non ti
ricordi ancora che occhi abbia io invece. Forse lo fai per scherzo ma dici
sempre che sono azzurri. E sono marroni dovresti saperlo.
Sapevi di birra
allora, ma eri bello e sbronzo come adesso non lo sei più.
Che cosa è
successo tra noi?
Le tue mani, le tue mani non mi toccano più come facevano
un tempo.
Ti amo, ti ho amato e forse ti amerò.
Anche se so i tuoi piccoli
segreti, anche se l'odore che a volte porti a casa non è il tuo, non
importa.
Ti ho amato anche per questo. Poi una donna certe cose le capisce.
Dove impari quelle mosse? Dove e chi ti ha detto che toccare un corpo così è
immensamente piacevole? Sono sempre stata restia a parlarti di ciò che mi
piaceva o meno. Da qualcuno però queste piccole astuzie le avrai imparate
no?
Aveva gli occhi azzurri? Ed era bionda vero? Ma non importa, non importa
perchè la tua cornacchia sono io, io solo.
Siamo giovani e siamo insieme già
da tre anni.
Ti aspetto la sera a casa, torni dopo una giornata di lavoro
duro, su ponteggi e scale e case che vanno costruite e riparate.
Con calma
appoggio le mie braccia sul tuo petto e ascolto il tuo respiro. Se mi baci
faremo l'amore, l'amore che sai fare così bene, che loro ti hanno insegnato a
somministrare con cura e devozione e con parsimonia; sennò mi chiederai di
raccontarti una storia ed io lo farò ridendo e tu ti addormenterai proprio
mentre Edipo sta per sconfiggere la sfinge.
Ognitanto sai di cantiere. Hai
quell'odore strano e forte che hanno le case nuove, quell'odore di tinture
fresche, quella polvere sottile che ti porti sui capelli scuri. E sai di sudore,
sempre, anche se stranamente mi piace; perchè non è un odore cattivo, è il tuo
odore, dolciastro e pungente come se tu.
Ognitanto, ma non sempre, ti lavo
io. Allora chiudi gli occhi e ti lasci insaponare e massaggiare mentre ti ripeto
che sei il mio bambino.
Ora dormi. Gli occhi tuoi sono chiusi e pesanti.
Quegli occhi verdi che ho così amato e studiato.
Non ti sveglierai lo so, il
tuo sonno è davvero quello di un cucciolo.
E mentre lentamente mi alzo, il
tuo corpo si muove e si scopre.
Rivedo la prima volta che facemmo l'amore in
quel corpo che si offre ora alla mia vista... magari sei sveglio, magari stai
facendo apposta, del resto sarebbe tipicamente tuo agire così perchè sai quanta
parte hanno i corpi in tutto quello che concerne l'amore, lo sai di d'istinto
come lo saprebbe un lupo.
Fu sotto la pioggia, fu dopo che tu mi dicesti che
per te ero come il silenzio di una biblioteca, bellissimo ma inaccessibile
perchè in biblioteca, lo so, non ci sei mai stato nè mai ci andrai.
Sotto la
pioggia piansi mentre ti stringevo a me, perchè già ti amavo, pechè adoravo quel
segno strano sul mento, perchè smaniavo per quelle mani e per quelle braccia
così perfette.
E perchè poi mi avevi stregata con la tua semplicità e con il
tuo amore sconfinato e delicato per le cose.
Dopotutto eri il mio primo uomo.
Non ero mai stata sedotta dal fascino dell'animalesca beltà che vi
contraddistingueva, preferivo l'amore quieto e ampio delle donne.
Sorrido se
penso a Susanna ed alla faccia che fece quando glielo dissi.
Mi chino e ti bacio sulla bocca. Ancora non ti
muovi, forse fingi di dormire.
Ma una donna non può andarsene senza avere
baciato, perchè non smette mai d'amare veramente.
Ti amo, mentre raccolgo una
piccola valigia nera che ho preparato e nascosto da tre mesi.
Ti amo, mentre
mi infilo il vestito nero che ti piace tanto perchè risalta il mio incarnato
pallido.
Ti amo, mentre calzo i sandali che tu mi regalasti l'anno
scorso.
Poi mi volto e faccio per uscire.
Un leggero fruscio, le nostre
lenzuola di seta si muovono e tu dici:
-Giada-
Perchè sai già. Perchè il tuo cuore, prima che la
tua tenera mente, hanno capito.
Il tuo corpo, quel corpo che ho amato così
dolcemente e così visceralemente, vorrebbe scattare, vorrebbe fermarmi. Quasi
vedo i muscoli flettersi e tendersi anche se sono voltata.
Ma non ti alzi. Nè
io mi volto.
In silenzio raggiungo la cucina.
Domani sul tavolo troverai
una lettera e qualche lacrima secca.
''Ti amo
addio''
Ho scritto su un foglio di carta di riso. Niente
poesia perchè tu la odi. Niente stilografica perchè sbava.
Sono passata sulla
tua vita come un gatto nero passa sui tetti. Ma ora devo andare. Non sono per
te, no davvero.
Diverrei crudele, giungerei ad odiarti. E tu tutto meriti ma
non d'essere odiato.
Mentre chiudo a chiave la porta dietro di me, sento
un leggero singhiozzare da dentro la casa.
Mentre lascio le chiavi nella
cassetta delle lettere, sento piedi nudi che scendono le scale.
Ma la
macchina è lì, mi aspetta.
Veloce salgo sul mio gioiello nero.
E dallo
specchietto vedo un uomo che è stato mio per tre anni.
Una lettera in
mano.
E poi curvo e sfreccio verso la tangenziale.
Addio mio bel bimbo.
a Walter per
Giada
-Giada-
Non ho saputo dirti altro, tanto non sarebbe servito
ad un cazzo.
Può darsi che immaginavi che ti avrei fermato, ma avevo deciso
di non farlo già da due mesi.
Aspettavo con ansia il momento che ti saresti
alzata dal nostro letto e avresti preso il volo.
Ed infatti stasera è
successo.
La mia cornacchia, la mia cornacchia ha pensato che forse fossi
così stupido da non aver trovato la valigia. Vorrei essere lì quando la aprirai
e ci troverai quello che ti ho lasciato. Forse riderai, lo fai sempre quando sei
nervosa o sorpresa o depressa o quando devi consolare qualcuno. Ridi sempre
tu.
E so anche il perchè mi lasci.
Ho provato a farti ingelosire
all'inizio, ma tu eri refrattaria a tutto. Sicuramente mi amavi, certo questo un
uomo lo sa leggere negli occhi di una donna, ma c'era una distanza tra noi che
la colmavano solo i nostri corpi.
Già perchè così ti ho presa, così ho
sedotto te ed il tuo cuore.
Attraveso il tuo corpo.
Che ne sapevo poi che
eri lesbica? Quando ho conosciuto Susanna abbiamo parlato male di te tutta la
sera. E poi abbiamo scopato anche perchè ervamo ubriachi. Ma tu non lo
sai.
Perchè tu non vivi quà tra noi, Giada. Tu vivi da un altra
parte.
Vivi tra musiche vecchie che ascoltava mio nonno. Vivi tra poesie
stupide e corte di tre versi che uno deve diventare scemo tre mesi per capire
cosa significano.
C'era questo tra noi, questa distanza sottile e forte che è
quella che mi ha stregato.
Una distanza che ora si riduce ad una libreria
piena di roba e di cd che so che non verrai a prendere.
Forse torni da lei,
forse scappi. Adesso magari corri a 180 sull'autostrada che da Bologna ti porta
a Bolzano dai tuoi.
Lo so che non torneri per reclamare le tue cose. Te le
lascerai dietro come un vacchio bagaglio.
Sai qual'è stato il momento più
brutto? Quando mi hai baciato.
Certo credevi che dormissi... macchè. Non
dormivo più tanto bene come una volta. Certe volte stavo lì e mi rigiravo e poi
aprivo gli occhi e ti guardavo dormire.
Lo so perchè mi hai lasciato, perchè
non ti bastavo.
Tu eri troppo per me, io invece ero solo un muratore, uno che
la mattina va in cantiere e torna stanco dal lavoro e dorme.
Sì ti ho
rincorso. Cazzo mi sono fatto tutte le scale a piedi con quella fottuta lettera
in mano e basta.
I vicini rideranno domani, un tizio che corre per delle
scale nudo non è una cosa da tutti i giorni.
Ma ovviamente non sono arrivato
a fermarti perhè non ero autorizzato a farlo.
Te sei sempre libera di fare
quello che vuoi lo sai. Me lo hai sempre detto che saresti volata via come un
uccello. Io ridevo e facevo battute sconce.
Ma adesso è successo.
E,
Giada, anche semi ci ero preparato, fa male. Un casino Giada.
Perchè forse
non hai capito che ti amavo tanto, perchè forse non hai pensato che non mi
bastassi.
O forse perchè, da scema quale sei, avrai pensato che tu non sei
per me, non che io non sono per te.
Un pò crudele come sempre. Un pò dolce
anche.
Non hai resistito a lasciarmi una lettera, un gesto così
teatrale.
Forse speri che la conservi. Ma non so se lo farò.
Si era rotto
qualcosa, cornacchia, si era rotto qualcosa.
Poi, lo sai, a me sono sempre
piaciute le bionde.
E non mi curavo se avevo il loro odore addosso, volevo
che tu sapessi, volvevo che tu avessi il pretesto per lasciarmi.
Ma non l'hai
mai fatto. Perchè eri convita che dovevo essere lasciato libero forse?
Ma se
sei tu quella che ha bisogno di volare!
A me basta tornare a casa la sera e
trovare qualcuno da amare.
E quel qualcuno sei stato tu per tre anni ed eri
perfetta.
Cazzo la prima volta che ti ho vista mi è venuto subito duro.
Davvero.
Eri così bella, avevi i capelli neri lunghi tagliati in quel modo
strano, capelli lisci che scendevano come seta sulla tua schiena bianca.
E lo
so che i tuoi occhi sono marroni. Sono perfetti perchè sembri una bambola di
porcellana a volte.
Poi vabbè, quella sera che ti baciai mi sono dovuto
ubriacare per farlo. Di solito con le donne andavo alla grande ma con te c'era
qualcosa che mi fermava. Forse che eri lesbica, ma l'ho saputo dopo.
Comunque
ti ho baciata e tu ridevi. E ti tenevo la faccia e ti guardavo negli
occhi.
Diresti che sono un romantico sono certo.
Stando con una person tre
anni uno impara a ragionare come lei.
Perciò non ti aspetterò Giada, perchè
so che non tornerai. Hai sempre amato queste mosse plaetali e da queste cose una
come te non torna indietro.
Però adesso che faccio?
Non lo so.
Ci penso
domani.
Adesso devo andare a dormire, domani il lavoro mi aspetta.
Però fa male Giada, fa
male...