PRIMO CICLO
1. L'impatto dell'informatica nella città e nella ricerca architettonica
contemporanea | Il World Wide Web


Prima Lezione: Informazione materia prima dell'architettura

Seconda Lezione a e b: The tool – Informazione

Terza Lezione: Architettura marsupiale

Quarta Lezione a e b: Strumenti e lunghe crisi parte a - Parte b

Quinta Lezione: Il Catalizzatore

 

Prolusione: Il compasso e Sant'Ivo
http://www.nitrosaggio.net/H/Saggio


Mercoledì 09 Marzo 2005 (contributo alessia latini)


Prima Lezione: Informazione materia prima dell'architettura


internet è una maniera di mettere in contatto gli “individui computer” per formare una rete. all’individuo computer si legano due cose: l’ ”individuo persona” (ip) ed il numero di identificazione del computer, attraverso cui è identificabile lui solo nella rete. l’unico modo che hanno due ip di comunicare è essere connessi e parlare con lo stesso linguaggio html.
google ….. continuamente le reti con particolare attenzione ai server ed ai server che hanno più accessi in … .. un suo repertorio continuamente rinnovato. questa operazione è basata sul fatto che google guarda sempre al suo magazzino, cha a volte può essere non aggiornato ma in questo modo ha una memoria storica importante.
il potere di google è proprio nella capacità associativa delle parole.
ogni vita ha una banca dati, uno di questi è l’avery index, cioè una banca dati per articoli.

. quanto e’ grande?
o cos’e’?

il dato è un primo elemento di modifica di una situazione precedente: il foglio era bianco ora ha un puntino
i dati inoltre sono soggetti a molteplici convenzioni per far sì che abbiano un significato

mettendo un dato all’interno di una convenzione faccio scattare un mondo cioè applico una informazione ad un dato il fatto stesso di applicare una convenzione è informazione

in informatica non esistono dati ma solo informazioni, quindi ogni dato deve far parte di una convenzione

allora in informatica è tutto informazione? anche in accezione dinamica in-formazione
quindi non e’ un ambiente statico ma e’ tutto in divenire, l’informazione e’ dunque una massa fluida che deve prendere forma
informare vuol dire modellare secondo una forma la maniera in cui l’informazione prende forma e’ la modellazione e si esplica nella creazione di modelli (riferimenti culturali relativi alle varie epoche), inteso in termini scientifici come relazioni tra informazioni che servono a descrivere in determinato modo la realtà. (questi modelli cambiano nel corso della storia nelle varie epoche, a noi interessa la relazione tra le conoscenze culturali e conoscitive e l’architettura). l’informazione deve essere costantemente inserita in modelli.
in questo contesto il progettare contemporaneo non e’ piu’ rivolto alla creazione di forme definite, ma e’ rivolto a capire come i modelli dinamici, interconnessi, che rappresentano il cuore della rivoluzione informatica, possano trasmigrare in un’ architettura che ne sia la reificazione!

se questo e’ l’obbiettivo dell’architettura, la sua “materia prima e’ l’informazione” , da qui un mondo nuovo.

che cos’e’:

a) l’avery index
b) un dato, una informazione, un modello
c) l’ip oppure l’individuo computer
d) perché è importante l’html?
e) google e come si adopera
f) il reply to nella e-mail

http://www.arc1.uniroma1.it/saggio/DIDATTICA/Cad/2005caad/LEZ/lez1/1.html

 

Lunedì 14 Marzo 2005
Mercoledì 16 Marzo 2005


Seconda Lezione a e b: The tool – nformazione

The Tool è legato al concetto astratto-intellettuale e al concetto fisico dunque al rapporto tra pensare ed ideare

Paesaggio e concezione mentale: conoscenze in genere,rapporto tra conoscenze scientifiche e momento in cui l’architettura viene creata
Senza conoscenza mentale non possiamo creare ne reatificare

esiste un rapporto biunivoco tra paesaggio mentale e architettura vista appunto come reatificazione di quel grado di conoscenza o paesaggio mentale


Come faccio a pensare alla piramide se non conosco i triangoli?

Le piramidi sono viste come reatificazioni di quel momento storico

Prospettiva: raffigurazione su due dimensione del mondo a tre dimensioni
Dalla rappresentazione posso tornare indietro in quanto posso misurare
La prospettiva è la reatificazione di un nuovo mondo, materia prima del Rinascimento

Il ruolo dell’informazione nella societa’ contemporanea
alvin toffler, sociologo, nel suo libro del 1980 “la terza ondata”, suddivide la storia dell’umanità in tre fasi:
-fase agricola, onda lunghissima durata fino a fine ‘700, caratterizzata dal mezzo di produzione agricolo e da grandi latifondisti
-fase industriale o manifatturiera,fine ‘700 -1956, caratterizzata da grandi industriali
-fase informazione, 1956-fino ai giorni nostri caratterizzata da grandi poteri dell’editoria della televisione, dell’informazione
toffler spiega dunque come all’era agricola, durata migliaia di anni,e all’epoca industriale ed elettrica, durata circa 150 anni, si e’ sostituita l’eta’ dell’elettronica, il cui centro e’ l’informazione ed il suo trattamento.
oggi l’informazione e’ incapsulata nella zucca che compriamo al supermercato
la zucca non e’ paragonabile a quella dell’era primaria dove il legame al bene della terra giocava un ruolo del 98% adesso nella terza ondata tale legame è caratterizzato dal 4%

il prodotto piu’ concorrenziale oggi e’ quello che e’ in grado di avere una maggiore plusvalenza negli aspetti informativi

la parola chiave non e’ piu’ standardizzazione, serialità pensiamo alla ford t……


……ma personalizzazione

 

http://www.arc1.uniroma1.it/saggio/DIDATTICA/Cad/2005caad/LEZ/Lez2/2a.html

http://www.arc1.uniroma1.it/saggio/DIDATTICA/Cad/2005caad/LEZ/Lez2/2.html


Mercoledì 21Marzo 2005


Terza Lezione: Architettura marsupiale


come intendiamo la modernita’? perché usiamo questo termine?
una ipotesi di risposta, di tipo filosofico, è che la modernità può essere usata in modo diverso in ogni ambito.

prendiamola da un altro punto di vista: cosa non e’ per noi “moderno”.

1) nella storiografia abituale si usa caratterizzare le epoche con degli aggettivi. si associa l’aggettivo “moderno” ad altri termini come “antico”. questo è un modo per oggettivizzare il tempo, per caratterizzare delle epoche.
il termine “moderno” viene usato per indicare un periodo che va dalla scoperta dell’america alla rivoluzione industriale e a quella francese.
noi non vogliamo dare questa interpretazione. non leghiamo il sostantivo “modernità” alla cronologia bensì ad una concettualizzazione dello stesso.
in questo modo posso definire l’atteggiamento di un architetto medievale “moderno”. allo stesso tempo, quindi, esisterà un atteggiamento “non moderno” di un architetto a noi contemporaneo.

2) un'altra aggettivazione del termine “moderno” da non considerare nel nostro caso è quella delle avanguardie architettoniche – pittoriche dal 1665 in poi. si intendeva con “moderno” un atto di rottura rivoluzionaria, avanguardistica, rispetto all’epoca precedente. veniva preso come termine positivo e propulsivo.

una descrizione mirata di quello che invece noi intendiamo per “moderno” è stata data da bruno zevi nella sua “storia dell’architettura moderna”.
zevi ci fornisce una definizione che deriva da una scuola di pensatori francesi (come lefevre).
il concetto di modernità si lega a quello di “crisi” che parte dall’accettazione del cambiamento radicale di ciò che ci circonda. la modernità è dunque il tentativo di risposta a questa crisi che porta con sé un’estetica di rottura e di cambiamento. e’ il motore interno della reazione a questa crisi.

se l’architettura è così cambiata in questi anni è proprio perché stiamo vivendo in un periodo di crisi.
per spiegare meglio questo concetto prendiamo come esempio un film: “il gattopardo”. la storia è ambientata nel periodo dello sbarco dei mille. si notano due diversi atteggiamenti di risposta a questo evento : uno è di disperazione e i nostalgia nei confronti del passato, l’altro è di volontà di cambiamento (tancredi) che è la capacità di rispondere positivamente a questa crisi.

in questo modo si può capire perché l’atteggiamento di michelangelo può essere considerato moderno.

si giunge quindi alla ricerca di una nuova estetica.
l’esempio migliore è quanto è avvenuto all’interno del movimento moderno stesso: il mondo nuovo, industrializzato è riuscito ad approdare ad una sua architettura.
l’architettura contemporanea è legata ad una crisi di cambiamento del passaggio dal periodo industriale a quello informatico (terza ondata).

la rivoluzione informatica in architettura:

esisto in quanto rappresento
esisto in quanto funziono
esisto in quanto informo


l’architettura prima era fatta di bisogno di rappresentazione.

l’architettura del cosiddetto movimento moderno tende ad essere pratica, tautologica, esisto in quanto funziono appunto, come una macchina.
entrano in gioco nuovi temi : le case popolari, l’architettura industriale, non solo le chiese.

io esisto in quanto informo (io architettura), cioè non solo perché funziono, ma perché faccio informazione, perché comunico.

come avviene la comunicazione?
se appartengo all’epoca industriale e quindi il mio motto è esisto perché funziono devo cercare un linguaggio funzionale e quindi simile alla concezione matematica; deve, quindi, essere oggettiva.
la logica matematica del linguaggio di wittgeinstein, di russel, questo avviene anche nell’arte.
se appartengo all’epoca dell’informazione e quindi esisto in quanto informo la concezione è diversa, si rompe un taboo: se prima si tendeva ad oggettivizzare ora tutto è costruito su una logica soggettiva. si sostituisce al primo un linguaggio basato sulla riscoperta di cose antiche. rientra in gioco la figura retorica: si parla attraverso metafore, sineddoche, ossimori.
il mondo dell’informazione penetra nel mondo dell’architettura.

esempi: scuola di atene, pubblicità.
se dovevo fare la pubblicita’ ad un oggetto prima trasmettevo le sue qualità oggettive. ora do per scontate queste qualità e uso la metafora per trasmettere un messaggio. il messaggio è indirizzato ad un target preciso che possa comprenderlo.

esempio: immagine sfocata, se mi fermo a guardarla è perché appartengo ad un determinato target, quindi cerco di capire la metafora.
l’architettura non si vende più perché solo perché funziona. il suo valore aggiunto è la comunicazione: l’associazione mirata tra immagine ed idee ad esse legate. tutto ciò in modo moderno.

esempio: museo di helsinki di holl: forma di chiasma.

l’architettura è marsupiale perché della forma fa il suo motto.

Comunicazione informazione simbolo
Comunicazione eta’ industriale : assertiva dichiarativa oggettiva



comunicazione eta’ informazione: soggettiva narrativa metaforica

oggi la pubblicita’ invia messaggi "traslati", induce ad un’associazione tra una serie di elementi e il prodotto, spesso senza neanche farlo vedere o descriverlo



i messaggi quindi non sono piu’ legati ad un sistema di causa/effetto, ma sono metaforici, dinamici come l’elettronica stessa.


inseriamo nel nostro modo di pensare “figure retoriche”

che permettono con la discussione di una cosa attraverso un’altra di creare un processo di soggettivazione

utzon simbolo di un continente

anche l’architettura oggi in primis comunica e rappresenta, ed ha “cariche simboliche” molto forti

http://www.arc1.uniroma1.it/saggio/DIDATTICA/Cad/2005caad/LEZ/Lez3/3.htm

 

Mercoledì 23Marzo 2005
Lunedì 4 aprile 2005

quarta lezione a e b: strumenti e lunghe crisi
parte a - parte b

la lunga crisi dell’800

la rivoluzione industriale che si ebbe alla fine del ‘700 produsse un cambiamento epocale,la forza lavoro prodotta per la prima volta artificialmente,l’invenzione della macchina a vapore ,provocarono grandi spostamenti di popolazioni,che a loro volta sollevarono problemi urbanistici di portata diversa dal passato
tutto muta e porta con se crisi.
tutto cio’ si riflette anche in architettura.
l’architettura insegnata dall’ecole des beaux arts,si rifaceva al modello rinascimentale (programma aulico,sistema costruttivo continuo,lapideo,visione umanocentrica)ed appariva molto anacronistica in un mondo che vedeva l’interesse ad esempio per nuovi materiali,e dove in un clima di forti fermenti scientifici emergeva sempre di piu’ la figura dell’ingegnere.
cio’ non deve trarci in inganno,infatti coevamente si affermano posizioni che richiamano temi del passato e’ il caso dell’art and craft, che per porre rimedio all’alienazione prodotta dal sistema industriale recupera il lavoro artigianale in tutti i campi.



l’800 e’ anche caratterizzato dall’eclettismo,i grandi stili vengono rivisitati con materiali nuovi e nuove tecnologie, appaiono stili eclettici cinesi, egizi,africani
l’art nouveau tenta di porsi come sintesi nel mondo industriale



nell’arte nasce l’impressionismo,rispetto al mondo mitico idealizzato dell’arte ufficiale, arriva il mondo del paesaggio,la realta’ della nuova classe sociale inurbata.
l’idea di citta’ contemporanea e’ veloce e frammentaria,non piu’ chiusa.
un nuovo sistema pittorico rappresenta il movimento e il dinamismo.
la rottura avviene con cezanne,la cui ricerca e’ rivolta al riportare le cose alle forme geometriche semplici,esprimendo in modo frammentario il reale,gli oggetti sono disposti secondo una logica che esclude la visione centrale prospettica ed include l’analiticita’.

http://www.arc1.uniroma1.it/saggio/DIDATTICA/Cad/2005caad/LEZ/Lez4/4.html


http://www.arc1.uniroma1.it/saggio/DIDATTICA/Cad/2005caad/LEZ/Lez4/4.html

 

Lunedì 11 aprile 2005


Quinta Lezione: Il Catalizzatore


il programma, della scuola bauhaus che nasce nel1919,e che si rivela subito atipica in quanto non e’ ne’ una scuola superiore ne’ universita’,e’ proteso a creare un’estetica legata al panorama industriale.
gli architetti si sentono parte del popolo,l’architettura non e’ rappresentata dalla progettazione di chiese ma dalla costruzione di quartieri operai (la casa per tutti),la parola chiave e’ existen minimum.
la risposta a questo atteggiamento la troviamo nell’edificio della bauhaus di gropius a dessau


dal paradigma rinascimentale antico
al paradigma industriale moderno

VISIONE
visione da prospettica ad analitica e frammentaria

STRUTTURA
struttura da continua a discontinua

FUNZIONI
Da architettura di chiese e palazzi ad “architettura di tutto”

METODOLOGIE
Rinascimento: forma poi funzione
Moderno: funzione poi forma

CONCETTO URBANO
nella citta’ si tende a razionalizzare la citta’ cambia,si assiste ad una serie di movimenti espansivi repentini,pertanto si interviene di razionalizzare tale crescita attraverso la politica dello zoning,una logica che divide la citta’ per funzioni in zone
CARICA DI COMUNICAZIONE
Comunicazione da figurativa allegoricae simbolica ad astratta

CATALIZZATORE
Rinascimento: prospettiva
Moderno: trasparenza

http://www.arc1.uniroma1.it/saggio/DIDATTICA/Cad/2005caad/LEZ/Lez5/5.html

 

SECONDO CICLO
2. Il mondo dei pixel materialità e immaterialità Hardware e schermi,
la digitalizzazione delle immagini.
Il mondo raster.


Sesta Lezione: From Caad to Bit

Settima Lezione: Sistemi Superiori

Ottava Lezione a e b : Bit in azione - Parte b Bit e architettura

 

Mercoledì 13 aprile 2005

Sesta Lezione: From Caad to Bit

Computer story
La storia dell’evoluzione del calcolo e’ lunga,ad ogni epoca e’ quasi sempre legato uno strumento di calcolo pensiamo ad esempio al groma,che ha permesso ai romani di avere il necessario controllo dell’ortogonalita’ per fondare le loro citta’.
Il passo in avanti nell’evoluzione del calcolo si e’ avuto agli inizi dell’800,con la nascita del calcolo meccanizzato.
Un esempio e’ Charles Babbages che inventa macchine per il calcolo,le quali attraverso un processo meccanico compiono operazioni complesse,tali meccanismi sono ad esempio applicati ai telai per la produzione tessile.



In questo periodo nasce la Logica Binaria,basata su due numeri 1 e 0,e l’IBM che utilizzando schede perforate si specializza a leggere dati su larga scala,e precisamente cio’ avviene in America per il sistema di voto.
Lo scatto grande avviene intorno agli anni ’30 ,ai sistemi meccanici si sostituiscono quelli elettrici ,a questo punto si puo’ simulare 0 e 1 con acceso/spento.
Agli inizi questi macchinari erano molto ingombranti poiche’avevano un funzionamento a valvole e con una potenza di calcolo oggi irrisoria.

 

Poi nel secondo dopoguerra,negli anni ’50,dalle valvole si passa al transistor e nascono i primi circuiti integrati,antesignani dei microchip.
Negli anni ’60 gia’ tutti gli elementi essenziali per la nascita del personal computer sono sul mercato.
Con il ’68 le nuove generazioni entrano in contatto con il mondo dei computer,e si crea una sottocultura giovanile che vede il computer come uno strumento di liberazione individuale ,accessibile a tutti ,non elitario Computer per Tutti.



Questi fermenti avvengono a Stendford in California,e’ qui che si assemblano pezzi rudimentali per fare PC.
Nel 1976 in quest’atmosfera nasce per mano di Steven Jobs il I°Apple.



Nel 1982, nasce il PC dell’IBM, che adotta il sistema operativo inventato da Bill Gates, cioe’ l’MS-DOS.
Il problema dell’INTERFACCIA,come relazionare l’utente con il PC.
Sempre nel 1982 Jobs viene a conoscenza del mouse,inventato 13 anni prima,ed elabora un tipo di comunicazione iconografica,nasce LISA,un sistema di interfaccia grafica (schermo)-puntatore-mouse ,questo pc non avra’ fortuna dato il suo elevato costo.
Nel 1983 nasce Quick Draw,la tecnologia che permette la combinazione di scrittura ed immagine,inoltre gestisce sia lo schermo che le periferiche,cio’che scrivi sullo schermo lo riavrai.
Nel 1985 nasce Postscript la tecnologia per gestire le stampanti
Nel 1987 Hypertalk sistema ipertestuale (sistema dei link)
Nel 1990 Quick Time possibilita dei computer di gestire le immagini

http://www.arc1.uniroma1.it/saggio/DIDATTICA/Cad/2005caad/LEZ/Lez6/6.html

 


Mercoledì 13 aprile 2005 (contributo valeria cataldi)

Settima Lezione: mac e bit Sistemi Superiori


I sistemi grafici vettoriali si svilupperanno solo intorno al 1983.
Fino agli anni '70 il sistema di input era solo la tastiera, quando si cominciano a studiare nuovi puntatori. La Xerox ideerà una nuova tecnologia che lega lo schermo all'utente dato che fino ad allora lo schermo era solo una sequenza di scritte. Lo schermo non è più uno schermo nero ma è effettivamente una finestra con un campo navigabile atrraverso una nuove generazione di puntatori: nasce il MOUSE. Ora invece di scrivere tutta la sequenza delle azioni posso puntare su un'icona --> il collegamento diventa "grafico" --> il sistema è basato su delle figure (retoriche forse?). Il nuovo metodo non è più così oggettivo come il DOS.
Le potenzialità del sistema Xerox vengono intuite da Jobs che porta sul computer un nuovo prodotto di grande lusso (9'000-10'000 $ di allora) LISA: quaetso computer ha un mouse single button, lo schermo bitmappato, con una risoluzione grafica altissima per quei tempi e ideato come una finestra navigabile. Le varie finestre diventano sovrapponibili l'una sull'altra. Vengono introdotti anche dei menù ma il sistema descrittivo non è il DOS.
Nasce il sistema "quick draw" che permette di trasferire i dati materialmente da un ambiente all'altro. E' la prima volta che si possono unire dati di diverse fonti direttamente dallo schermo.
Per questo computer nasce anche la stampante poichè, avendo lo schermo bitmappato, tutti i dati vengono riportati ad una mappa grafica.
WYSIWYG: What You See Is What You Get --> con una stampante quello che vedo è quello che posso stampare. Sui terminali ancora era impensabile lavorare su immagine e su un file di testo contemporaneamente.
Nel gennaio '84 l'Apple metterà sul mercato un nuovo computer più economico (2'200 $) con uno schermo luminosissimo ad alta risoluzione. Aveva solo 400 kb di storaggio dati!


http://www.arc1.uniroma1.it/saggio/DIDATTICA/Cad/2005caad/LEZ/Lez7/7.html

 


lunedi 18 aprile 2005 Mercoledì 20 aprile 2005

Ottava Lezione a e b : Bit in azione - Parte b Bit e architettura

Postscript : linguaggio per le stampanti
pdf : file di scambio per la stampa
html:hypertext markup language,linguaggio di contrassegno per gli ioertesti, permette di indicare come disporre gli elementi all’interno di una pagina
tag: marcatori che permettono di visualizzare i dati di una pagina


Raster
Quesito


Come faccio a trasmettere un disegno a distanza se sono ai tempi di Leonardo? Dovro’ creare una convenzione che chiamero’ RASTER la nostra convenzione sara’ C/RASTER
Inoltre avro’ bisogno di una matrice ,di una griglia,nella quale inserire il disegno e quindi trasmetterlo attraverso le coordinate.
Lo schermo potra’ essere pensato come uno schermo bitmappato,dove ci sono punti in bianco e nero e si concretizzano in acceso/spento.I bit sono punti. Un aspetto importante e’ la RISOLUZIONE,dire 640 x 480,vuol dire avere una griglia di 640 (righe) x 480(colonne), pertanto piu’saranno numerose le righe e le colonne maggiore sara’la risoluzione
La risoluzione da destinare al Web e’ di 72dpi, la stessa risoluzione dello schermo,immagini a piu’ alta risoluzione sarebbero solo piu’ pesanti
Se le immagini devono essere stampate devono utilizzare una risoluzione maggiore quindi una griglia piu’ fitta 150-300dpi


http://www.arc1.uniroma1.it/saggio/DIDATTICA/Cad/2005caad/LEZ/Lez8/8.html


http://www.arc1.uniroma1.it/saggio/DIDATTICA/Cad/2005caad/LEZ/Lez8a/8a.html

 

TERZO CICLO
3. La stratificazione e le sovrapposizioni |
Il Mondo dei vettori.
Geometrie e layer.


Nona Lezione: Vettori

Decima Lezione a e b : Peter Eisenman

Undicesima Lezione: La vostra IT Rev

 

lunedi 2 maggio 2005


Nona Lezione: Vettori


Vettori e Layer


Come faccio a trasmettere un disegno distanza se sono ai tempi di Leonardo…,e con un sistema piu’ rapido del primo?
Il salto logico rispetto a una logica Raster e’ il sistema vettoriale:

C/Vector

La convenzione vettoriale prevede la precostituzione di una serie di enti geometrici:
punto-linea-poligono
Per trasmettere una linea anziche’ trasmettere tutti i punti,si potranno trasmettere il primo e l’ultimo dando successivamente istruzione per unirli.
In questo modo ho individuato un’ENTITA’, la linea appunto, che rende il sistema piu’ veloce ed intelligente!
Inoltre non conta la dimensione della linea, in quanto il numero delle informazioni per definirla, nel sistema vettoriale sara’ sempre lo stesso.A differenza del sistema raster non potro’ modificare nessn punto che compone la linea stessa.
Pertanto:
La selezione non e’ piu’ per “porzioni di schermo” ma per elementi o entita’ nominati e nominabili
A questi si potra’ applicare una trasformazione “intelligente”:
scala,duplica che conservi la natura oginaria.
Oppure trasformazioni che ne elevino o diminuiscano la natura originaria.

Tipica del sistema vettoriale e’ la struttura a LAYER .
Il layer sottintende l’idea di stratificazione, di compresenza di piu’ sistemi di sovrapposizioni.


http://www.arc1.uniroma1.it/saggio/DIDATTICA/Cad/2005caad/LEZ/Lez9/9.html

 

mercoledi 9maggio 2005


Decima Lezione a e b : Peter Eisenman

Peter Eisenman nella prima fase della sua esperienza progettuale raccoglie a pieno gli insegnamenti del suo maestro,Colin Rowe,il quale si fa teorizzatore di un approccio all’architettura di tipo sintattico,estraniandola da tutte le sue componenti sociali,storiche,economiche.
Cosi Eisenman guarda all’architettura come testo,come un insieme di relazioni sintattiche e non come un veicolo di significati ideologici,per cui si concentra soprattutto sugli aspetti sui meccanismi generativi della forma.
Eisenman e’ inoltre molto interessato al lavoro di Terragni,tanto che oltre alla sua tesi di dottorato del ’63,ha scritto sullo stesso un libro uscito a dicembre,la sua ottica indagatrice non e’ quella di un saggista o di uno storico,ma e’ quella di un architetto che stdia un altr architetto.
Analizza due opere di Terragni,la casa del Fascio e la Giuiliani Frigerio.
Il suo interesse e’ dovuto al fatto che questi edifici hanno un modo di crear spazoed architettura uno all’opposto dell’altro,la casa del Fascio si crea dall’esterno all’interno,la casa Giuliani Frigerio dall’interno all’esterno,e’ come se da uno spazio centrale primario i pezzi si staccassero verso l’esterno,ottenendo effetti di tipo dinamico molto diversi l’uno dall’altro.
Questo modo di ragionare Eisenman in una serie di architetture che lui chiama Huose1,2,3….
La casa chiave per capire il rapporto con Terragni e’ la cosiddetta Huose 2,in quanto ne presenta entrambi i movimenti,erosione ed esplosione,che uniti generano una sorta di implosione.


House 2


E. continua a sperimentare nelle sue House ,incastri di volumi,rotazioni,traslazioni di piani,ma sono esperienze che non lo realizzano.Pertanto verso la fin degli anni’70,cambia strada e tenta di avere un impatto nella realta’ sociale,da questo momento entra in scena il “sito”,che finora non era stato considerato tanto che le sue case potevano essere poste ovunque.
Nell’analisi del contesto Eisenman scopre la presenza di tracce nascoste,di stratificazioni,avvenute nel corso del tempo,e quindi da riscoprire.
Il luogo diventa concettuale e critico,si esaminano i segni del passato avvalendosi di mappe antiche,per trovare dalla rilettura di queste dei segni di forza,dei tracciati ordinatori,delle griglie da cui organizzare il progetto.
Da queste premesse nasce i progetto per il concorso a Venezia



Eisenman parallelamente al concetto di Palinsesto si avvicina ad alte tematiche
-cominciano i suoi studi sul DNA
-sulla geometria booleana
-sull’ in-bet ween,ovvero sull’architettura tra le cose (Wexmer,universita’dell’Ohio,l’edificio e’ inserito in un’area interstiziale tra due edifici esistenti



-sulla dinamicita’ tema che lo coinvolge particolarmente,”il movimento va esibito in tutti i suoi momenti,passaggi senza che venga celato o sintetizzato in un’unica forma finale”.

E’ dunque un movimento che richiama l’oscillazione,la vibrazione e le figure che ne scaturiscono appaiono duplicate ed ondulate.
Eisenman applica queste intuizioni sul dinamismo,nel College di Cincinnati,dove affianca all’edificio esistente, che si snoda come una spezzata,un altro edificio dall’andamento piu’ morbido,che ne ospita le funzioni richieste.

E anche nella casa Guardiola a Cadige (1988),abbiamo una conformazione data dal movimento,l’ispirazione?
Le onde del mare
Parte da una figura ad “L” e comincia a ruotarla,duplicarla,applicando di volta in volta i principi di sottrazione ed intersezione della geometria booleana.

Negli ultimi anni la sua ricerca si e’ spostata verso nuovi orizzonti,la nuova architettura nasce dalla natura,anzi si propone essa stessa come paesaggio.

http://www.arc1.uniroma1.it/saggio/DIDATTICA/Cad/2005caad/LEZ/Lez10/10.html

 

mercoledi 11 maggio 2005


Undicesima Lezione: La vostra IT Rev

http://www.arc1.uniroma1.it/saggio/DIDATTICA/Cad/2005caad/LEZ/Lez11/11.html

QUARTO CICLO
4. Masse collisioni traiettorie |
La creazione della tridimensionalità. Estrusioni, Rotazioni, Operazioni –booleane


Dodicesima Lezione: Tempo è

Tredicesima Lezione: FOG in Rome 23.05.05

Quattordicesima Lezione: Estrusioni collisioni/team formation

Quindicesima lezione a: Theme Formation

 

mercoledi 18 maggio 2005


Dodicesima Lezione: Tempo è

nonostante oggi siamo capaci di assorbire con avidita’ e molto repentinamente il progresso tecnologico,non si puo’ dire che abbiamo la stessa malleabilita’ quando ci viene chiesto di svincolarci da quella forma mentis scolastica basata sugli assoluti del sistema cartesiano.
volendo sfidare gli assunti che vedono nello spazio e nel tempo delle quantita’ oggettive si giunge a formulare alcune definizioni :
1)il tempo e’ la prima dimensione dello spazio
infatti supponendo di essere in uno spazio ad una sola dimensione e di essere costretti a vivere lungo un binario,in una dimensione lineare,il modo per conoscere questo mondo,spazio lineare, puo’ avvenire percorrendolo.
posso calcolare il tempo che occorre per percorrerlo,pertanto il tempo diventa la prima dimensione conoscitiva descrittiva dello spazio
2)da cio’ deriva una seconda formulazione e cioe’ che lo spazio e’ un intervallo percorribile ,e che la sua minima dimensione e’ quella di una linea (geodetica)
3)punto e’ cio’ che non ha ne’ spazio ne’ tempo
a questo punto,partendo dalla formulazione che il tempo serve a comprendere l’esistenza dello spazio possiamo fare un salto e pensare che il fattore tempo puo’ aiutarci a comprendere mondi a meno dimensioni della nostra e allo stesso tempo immaginare mondi a piu’ dimensioni
come fare a percepire una figura a 3d se si vive in un mondo a 2d?
per rispondere immaginiamo di incastrare una sfera in un piano,percorrendo la sezione nel mondo a 2d ci si renderebbe conto che si tratta di un cerchio,ora se facciamo muovere la sfera in giu’ in modo che la sezione d’incastro sul piano diventi progressivamente piu’ grande,ripercorrendo la sezione ci si renderebbe conto della differenza,e questo fenomeno sarebbe inspiegabile nel mondo 2d,allora si potrebbe ipotizzare una progressione,visto che nel mondo a due dimensioni si ha coscienza di mondi a una sola dimensione (linee)sarebbe possibile immaginare che la progressione si muova verso l’alto,e quindi dopo un mondo a 2d ne possa esistere un mondo a 3d.
da questa sperimentazione si puo’ affermare:
4)ogni sistema di riferimento inferiore e’ contenuto da uno superiore
5)da un sistema inferiore si ha proiezione di uno di livello superiore
6)ogni sistema di riferimento e’ valido al suo interno ha uno spazio e un tempo autonomo
quest’ultima affermazione scuote l’idea di oggettivita’ del tempo.prendiamo un foglio e tracciamo una retta ab percorribile in un intervallo di tempo t,siamo sempre in un mondo a 2d.supponiamo di curvare il foglio,la lunghezza t anche se curva non cambia.continuiamo a curvare il foglio fino quasi a far toccare i due punti a e b non cambia nulla se rimaniamo nel 2d,tutto muta pero’se immaginiamo di saltare dal mondo a 2d e di guardare il foglio curvato da un mondo 3d.
ecco dunque dimostrato che non esiste uno spazio ed un tempo assoluto.
la figura del salto e’ fondamentale per percepire un’altra dimensione e comprendere la propria.
da queste affermazioni possiamo immaginare un mondo a 4 dimensioni dove la quarta dimensione non e’ il tempo ma una dimensione geometrica.
cosi se in uno spazio a 3d coesistono infiniti piani nello spazio a 4 coesistono infiniti cubi
quindi si puo’ dire che se la percorribilita’ di un mondo lineare e’ quella del binario ,se quella a 2d e’ piatta,e se quella a 3d e’ anche in verticale,la percorribilita’ del mondo a quattro dimensioni e’ quella del salto!
si e’ stabilito che i passaggi da un sistema spazio temporale ad un altro non sono assoluti,tuttavia in qualche modo cio’ dipende anche dal corpo che percepisce,quindi l’essere umano ha capacita’ di moto e di percezione su tre dimensioni,da cio’deriva che lo spazio a 3d e’ legato alla caratteristica fisica degli uomini di percepire e muoversi su tre dimensioni.
sembra di essere cosi arrivati ad un limite oggettivo che e’ quello che l’uomo e’ per sua natura un sistema a tre dimensioni e non a quattro.ma l’uomo e’ capace di costruire delle protesi tecnologiche che lavorano per estendere i suoi limiti oggettivi.
una protesi tra le piu’ rivoluzionarie e’ sicuramente internet,che puo’ essere visto come un grande densificatore e moltiplicatore di spazi,grazie alla possibilita’ di aprire contemporaneamente finestre su mondi diversi.

http://www.arc1.uniroma1.it/saggio/didattica/cad/2005caad/lez/lez12/12.html

 

mercoledi 18 maggio 2005 (contributo alessia latini)


Tredicesima Lezione: FOG in Rome 23.05.05

GEHRY: ASSEMBLARE

Permasteelisa: fenomeno italiano, ditta d’avanguardia.

Non parleremo dell’aspetto digitale di Gehry ma del suo mondo fortemente tridimensionale, spiega la sua idea di vettore.


Se il mondo di Eisenmann è legato all’astrazione ed alla bidimensionalità, quello di Gehry nasce invece in maniera materia, tridimensionale. Si parla di ESTRUSIONI e di COLLISIONI.

5 categorie, 5 verbi, 5 modalità di fare architettura che sono le chiavi di volta per entrare nel suo lavoro.
Esse seguono il percorso cronologico di Gehry e servono per capire alcune delle sue operazioni in determinati istanti.

STORIA DI GEHRY

Nasce nei primi anni 30, molto giovane si trasferisce a Los Angeles da Toronto. Non era ricco di famiglia. Il nonno, socialista, filosofo, utopista dell’800, vuole per lui il nome Owen.
Arriva in California da Toronto, famiglia di emigranti.
Sviluppa subito il suo interesse per l’arte che lo porta a studiare architettura. Si laurea ed inizia subito a lavorare nello studio di Gruel, l’inventore dello shopping mall. Ha una fase di passaggio rapido nell’urbanistica, grande mito degli anni ’60, ma vi rimane poco per ritornare poi da Gruel.
Decide poi di andare in Francia a studiare da un architetto (rRemorder), poi torna nel ’62 e apre un proprio studio.
Acquisisce un credito come persona razionale, uno dei tanti architetti nella scena americana, tanto da essere nominato “Fellow” ovvero “architetto di successo”.
La grande parte della sua produzione è nelle coordinate del professionismo americano di qualità. Nessuno immaginava quello che sarebbe successo di lì a poco.

E’ LA CRISI.

Condivide con Eisenmann e con Louis Kahn delle crisi di “ricominciamento”. Le basi di questo “ricominciamento” sono il porre al centro della propria ricerca l’ ARCHITETTURA IN QUANTO CAMPO ESTETICO, non abbandonando tuttavia lo studio delle funzioni.

C’E’ BISOGNO DI UN AZZERAMENTO.

Per comprendere il suo lavoro si deve partire dalla casa ceh modifica per se stesso e la sua famiglia che comincia nel ’78.
La parola chiave per questo lavoro è:

1) ASSEMBLARE

Sono gli anni del Postmoderno. La casa preesistente non viene ne’ abbattuta ne’ indirizzata, viene AVVOLTA, con un’operazione di assembramento.
RIVOLUZIONE dal punto di vista SPAZIALE:
Assemblare significa accatastare dei pezzi apparentemente senza ordine, in un modo inedito e scandaloso, usando dei materiali “off the shelf” (fuori dallo scaffale) degli smorzi, dei ferramenta. Con questa operazione nasce anche la personalità del nuovo Gehry.
Cominciano le prime commissioni professionali ad esempio una casa con cui cominciano dei processi di assemblaggio simili.

2) CHEAPSCAPE: sottoparola fondamentale.

Paesaggio mentale in cui l’architettura è esemplificazione ed indispensabile agente di questa scena. Gehry racconta della dura infanzia avuta. Il paesaggio immaginario creato nel negozio del nonno da bambino.

3) poi c’è la sua passione hobbistica di girare tra gli smorzi, cosa che ha sempre fatto nella sua attività professionale

4) Altra componente importante è la POP ART, fenomeno che trova accelerazione nella seconda metà degli anni ’50 ma che riprende fenomeni delle avanguardie storiche. C’è la volontà di portare sotto il riflettore dell’arte la vita così com’è Wharol, LIckenstein, Holdenburg.
Operazione di enfatizzazione di alcuni fenomeni della realtà che ha varie anime, una di Wharol, l’altra ad esempio di Pollak che arriva alla Pop Art attraverso l’assemblaggio. Forte impatto materico, tridimensionale, costruttivo.

5) Los Angeles: ambiti periferici, poveri che riassumono il paesaggio mentale di Gehry.

COMBINAZIONE DI QUESTI ELEMENTI

Il ribaltamento è scandaloso perché implicitamente vuole dare attenzione ai fenomeni di periferizzazione del farsi dinamico delle forme. Gehry porta il RETRO delle case americane conme se fosse di FRONTE: c’è un RIBALTAMENTO SEMANTICO, di paesaggio mentale, da questo si capisce quello che viene dopo.
Gehry è un creatore di immagini, quanto Eisenmann lo è di diagrammi.


SPAZIARE
Vediamo il plastico di un’opera non realizzata.
Come pensavano di fare architettura nel Bauhaus di Gropius è portato da Le Corbusier.
Diagramma, rivedi, macchina, paesaggio mentale.
Questo tipo di modello mentale entra in crisi negli anni ’60, non riesce a creare degli spazi urbani di potenzialità e di differenziazione. Questo è un modo impoverente di fare lo spazio urbano. Entrano in gioco nuovi gruppi di persone che pensano che lo spazio intercluso degli edifici deve essere parte dello spazio urbano, gli edifici non devono essere isolati tra loro.
Alcuni, come Moore, si confrontano con Villa Adriana ma poi finiscono per cadere nello storicismo Postmoderno.
L’edificio entra in dialettica coreografica con lo spazio: seme che Gehry assorbe e che lo caratterizza nella fase degli anni ’80, essa viene definita “vuotometrico” in alcune parti o anche “spaziare”.
1) Piccola casa per un cineasta: i vari corpi vengono coreograficamente orchestrati come fossero un piccolo villaggio che segna lo spazio negativo dato dai rapporti tra gli edifici. L’assemblaggio di prima si muove in modo diverso: mette insieme dei vuoti volumetrici attorno all’idea di spazio. CASA degli OSPITI: I singoli volumi assumono una valenza autonoma. Tutto è un gioco astratto. Qui i volumi devono essere nominabili, riconoscibili, una sorta di natura morta. I corpi prendono autonomia figurativa.
2) FUNZIONALITA’ E PRAGMATICITA’ dell’operazione progettuale. Risvolti dal punto di vista della logica organizzativa. CAMPUS: Il centro di operazione progettuale è lo spazio, gli oggetti sono in relazione tra loro. Questo sistema consente sviluppi in una seconda fase.

SEPARARE
Forme iconiche ma tensione ossessiva al separare, tranciare, divide. Questa tecnica si ripete spesso. Ad esempio la troviamo nella casa con “torre di avvistamento”.
Scale: il blocco superiore è separato per fare avere una autonomia linguistica alle parti.
Entra in gioco la componente di derivazione della pop art. Con la moltiplicazione delle parti viene naturale far assumere ad alcune di queste parti dei ruoli iconografici, figurativi, la pop art ha molto lavorato con oggetti sovradimensionati o costruiti con materiali diversi.
Aereo: oggetto realistico che ricorda proprio questo atteggiamento, arrivando quasi al kitch.
Gehry rimette in moto l’elemento della ricerca di una nuova fase. L’origine del suo ragionamento è la passione per la ricerca architettonica.
Proprio in questo momento avviene un altro passaggio:

FONDERE
Mostra iconografica nell’86, siamo ancora in pieno Postmodernismo. Trova una nuova modalità del separare. L’operazione è quella del fondere, dell’incastrare con le operazioni booleane (museo della fabbrica Vitra).
Opera a Praga: Ginger e Roger, fusione delle due figure.
Per Bilbao si può fare un’analogia di natura critica con il Futurismo di Boccioni, critica perché non lo dice Gehry, ma è una pura associazione.
Come si costruisce questa analogia?
Attraverso la sfocatura della forma, tecnica nata in Italia con il Futurismo, tecnica vettoriale, bidimensionale di creazione della forma architettonica. Nel libro su Gehry l’associazione è con il tridimensionale.
Mentre in Eisenmann il movimento è quello dell’implosione, dei movimenti contenuti, per Gehry è tutto diverso. Per spiegare dobbiamo mettere in gioco dei termini del Futurismo: l’ossessione di tutte le avanguardie è di contrastare il modello rinascimentale e prospettico nelle sue componenti: cornice e finestra. Tutti gli sforzi sono verso la rottura della cornice: nel mondo della scultura vediamo l’eliminazione del piedistallo vista come necessità di autonomia dell’opera nell’ambiente. Le loro sculture sono delle dinamo di energia che si ibridano con l’ambiente. Nella dinamo le masse si incrociano violentemente per lanciare delle linee forza nell’ambiente per dinamizzarlo.
La parola chiave diventa dunque: TRAIETTORIA: il vettore spaziale deformato che irradia fuori di sé nell’ambiente.
In alcune versioni questo fondere può essere chiamato SLANCIARE. Fondere ha rispetto a quest’ultimo termine un riferimento più meccanico.
Nell’opera di Bilbao, che nasce all’interno di questa poetica, troviamo dei modi di fare diversi che coesistono.
Può essere considerata UN’OPERA CROCEVIA. E’ Gehry stesso a scegliere il luogo del progetto: sceglie un’area che lui chiama INTERSEZIONE URBANA, caotica, impensabile, su cui crea le precondizioni, nel paesaggio mentale natio e dall’altro lato le precondizioni per quello che vuole fare.

URBANSCAPE: paesaggio urbano. L’opera di Bilbao è prima un’operazione urbana e poi architettonica che dà risposta alla domanda su come si fa una città con nuove categorie architettoniche. Il museo si “attanaglia” all’interno di un’area caotica, sul fiume industriale che ah un condotto viario cospicuo; si pone come oggetto la modificazionecon le tecniche già viste.
La modalità compositiva ha come schema d’insieme dell’edificio un’atrio centrale di distribuzione dei vari sistemi di sale di cui si compone l’edificio stesso, per l’esposizione degli artisti contemporanei, poi c’è un corpo di uffci, l’auditorium ed un ristorante.
La particolarità è che queste forme possono concettualmente muoversi l’una rispetto all’altra entro certi limiti. La logica funzionale è malleabile, adattabile ognuna di quelle anse ha un significato funzionale.
I vari movimenti dell’opera sono fatti per valorizzare la creazione di una serie di spazi urbani che funzionano molto bene.
L’acqua è una soglia di separazione del museo.

http://www.arc1.uniroma1.it/saggio/didattica/cad/2005caad/lez/lez13/13.html

mercoledi 25 maggio 2005
(contributo valeria cataldi)


quattordicesima lezione: estrusioni collisioni

in una trasmissione di dati bidimensionali il passaggio è diretto perchè anche il supporto è 2d. in una trasmissione 3d vi è una trasformazione di dati.
estrusione (--> trafila)
spostare un punto da un luogo ad un altro --> questo spostamento crea uno spazio (o un oggetto). un punto estrudendosidetermina una linea. l'estrusione di una linea determina un piano e l'estrusione di un piano determina un volume.
rotazione (--> tornio)
un'altra famiglia di forme è quella creata per rotazione. un asse entra in rapporto con la sezione di origine.

la superficie minima è un triangolo quindi i 3d vanno riportati a serie di triangoli --> mesh
il mondo dei cad si basa sui poligoni.
il linguaggio postscript e le nurbs hanno in comune il fatto di trasformare le curve in termini matematici.


http://www.arc1.uniroma1.it/saggio/didattica/cad/2005caad/lez/lez14/14.html

 

mercoledi 30 maggio 2005


Quindicesima lezione: Theme Formation

http://www.arc1.uniroma1.it/saggio/didattica/cad/2005caad/Ass/Final/1.html

QUINTO CICLO
5. Progetti strategici, data driven | L'organizzazione delle informazioni.
Il data-base

Quindicesima lezione b Il database

Sedicesima Lezione: Modello- Prima revisione concept 15 giugno

 

mercoledi 1 giugno 2005

sedicesima lezione: Il database


Come faccio a trasmettere dati strutturati, ossia di tipo testuale e di tipo numerico, a distanza senza i moderni metodi di comunicazione?
La parola chiave e’ Modello.
Finora abbiamo visto ambienti diversi
Raster Vector
Ogni ambiente ha una sua convenzione.Facciamo un ulteriore salto e chiediamoci
“Come trasmettere informazioni strutturate!”
Avremo il mondo dei “DATA”
Le singole cellule hanno la caratteristica di avere al loro interno dei dati,che in una prima approssimazione associamo a dei numeri,il grande salto logico di questa convenzione sta nel fatto che la singola cella puo’ contenere il risultato di una operazione!
Ad es. A1+B2 = C4
La convenzione cambia,si e’ creato un modello,cioe’ il risultato di un’operazione che se pur minimamente,e’ DINAMICA
Il salto consiste in
-Possibilita’ di cambiare i singoli dati C3 = A1 + B2 o C3 = A3+ B2
dipendenza tra i dati

-Concatenazione di reazioni,i risultati
-Combinazione molteplice delle operazioni (A1 + B2) o (A1 – B2)
Il tutto e’ sempre riconducibile al concetto di matrice ,in cui le colonne contengono aggettivazioni mentre le ordinate sono entita’.
In questo mondo nasce nel 1975 un programma dal nome Visicalc oggi abbiamo Excel.
La parola chiave di questi sistemi e’ WAT IF,ossia ho la possibilita’ di controllare subito cosa succede se cambio un dato all’interno della tabella,grazie all’interconnessione dei dati.
La metafora della griglia in questo caso funziona cosi:
ogni entita’del nostro data base e’ una riga,che si chiama “record”
le entita’ verticali rappresentano le qualita’,le caratteristiche che si vogliono analizzare e si chiamano “field”
Il passaggio logico a questo punto e’ quello di mettere insieme i mondi dal Raster al Data Base,e in particolare si deve trovare un collegamento tra mondo vettoriale e data base.
Se facciamo interagire dati vettoriali con dati numerici di un data base si ottiene un meccanismo chiamato GIS (Geographic Information System) che ha grandi applicazioni in ambito territoriale.


Search: raggruppamenti in famiglie
La struttura del search ci crea un gruppo, ha funzione progettuale

http://www.arc1.uniroma1.it/saggio/didattica/cad/2005caad/lez/lez15/15
.html

 

SESTO CICLO
6. I progetti della modificazione Interconnessioni dinamiche. Strutture gerarchiche e modelli intelligenti

diciassettesima lezione: il modello gerarchico

diciottesima lezione: il catalizzatore

 

MERCOLEDI 8 giugno 2005
(SECONDA PARTE CONTRIBUTO VALERIA CATALDI)


IL MODELLO GERARCHICO


il paesaggio mentale che noi oggi abitiamo e’ molto diverso da quello del passato,e’ un paesaggio che si muove all’interno dei mass media e dell’informazione. e in qualche modo l’architettura dovrebbe esserne la materializzazione.
la parola cruciale, il vero catalizzatore e’ l’interattivita’,la quale ha oggi la stessa valenza ed importanza della trasparenza gropiussiana.
il salto logico a livello informatico vede l’uso delle strutture gerarchiche
una struttura gerarchica e’:
-efficiente
-intelligente

-interattiva
le strutture gerarchiche danno la possibilita’ di organizzare un progetto come una piramide rovescia,che attraverso la combinazione degli elementi via via piu’ complessi determina un ambiente di progettazione estremamente flessibile.
le modifiche degli elementi posti ad un livello gerarchico piu’ basso si ripercuotono automaticamente in tutte le ricorrenze degli stessi ai livelli piu’ alti della gerarchia.
inoltre permettono di simulare istantaneamente il comportamento dell’intero modello al variare di un dato.
la struttura gerarchica crea quindi un “modello vivo” che oltre all’analisi e alla simulazione realistica di un progetto,permette un’analisi critica attraverso ad esempio il ricorso alle potenzialita’ del mostra e nascondi,e all’accesso dei singoli oggetti della struttura gerarchica.
l'obiettivo del primo ciclo del corso era quello di trasformarci da fruitori di informazioni-notizie a produttori delle stesse. il secondo ciclo ci introduceva nel mondo degli schermi, entrando attraverso l'hardware. il terzo ciclo ci ha illustrato i vettori, che quindi vanno a migliorare sempre più il nostro codice.
il modello gerarchico
c:html --> c:raster --> c:vector --> c:data --> c:data+ -->
c: symbol
modello come relazione tra variabili: è un concetto intimamente dinamico nel nostro contesto
what --> if; nel mondo seriale la chiave è if --> then
il nostro obiettivo è far entrare il modello dinamico all'interno del cad. nella trasmissione dei dati tridimensionali introduco le forme (shape) in modo che il codice si semplifica: se devo mandare un cubo basterà un solo invio invece di tutta la serie dei lati e angoli.
la parola chiave diventa symbol. il poter trasmettere una forma fa sì che quando la duplico, il programma non riscrive tutto il codice --> in un mondo di risorse limitate è una grande possibilità.
una volta definite le shape, devo poter legare gli oggetti gerarchicamente in modo che se ne cambio uno cambiano tutti.
il salto logico è creare un object 3 = object 1 + object 2

http://www.arc1.uniroma1.it/saggio/didattica/cad/2005caad/lez/lez17/17.html

Lunedi 13 giugno 2005

INTERATTIVITA’

oggi l’unica termine per pensare veramente a cio’ che sta succedendo sotto i nostri occhi e’ “rivoluzione informatica”.
come il mondo della lego, anche il mondo informatico e’ fatto di mattoni, chiamiamoli “atomi informativi”.
la peculiarita’ dell’elettronica e’ che il supporto che contiene l’informazione non e’ rigido, quindi “l’informazione varia continuamente”.
ma il discorso non e’ cosi‘semplice infatti il vero centro dell’informatica sono le interconnessioni.
il mondo informatico e’ quindi una ragnatela mobile di informazioni e il modo per tradurre queste caratteristiche mutanti e dinamiche del mondo dell’informatica in architettura e’ l’interattivita’.
pertanto la sfida e’, come fare un’architettura che non sia solo narrativa e metaforica,come lo e’ parte dell’architettura di oggi,ma possa essa stessa essere interattiva.


in architettura abbiamo:


interattivita’ progettuale
-dentro il processo della progettazione


interattivita’ proiettiva
-consiste nel fatto che oggi si possono combinare il reale e il virtuale.attraverso sistemi di proiezione e’ possibile creare una sorta di proiezione mediatica.



interattivita’ fisica
-rappresenta il terzo livello,e vuole dire che l’architettura stessa muta consentendo di esprimere il variare delle situazioni e dei desideri.da diverso tempo si e’ studiato come l’architettura si possa muovere meccanicamente.


o come l’architettura si puo’ trasformare in riposta al mutare delle situazioni climatiche ,ambientali o al mutare degli scenari d’uso.
la nuova ricerca architettonica quindi e’ rivolta ad un’architettura che allarghi le possibilita’ e i desideri e che lavori sempre piu’ spesso per strutture continue ed avvolgenti,dove non sia possibile leggere un interno ed un esterno,ma un continuo intreccio…..
l’architettura s’insinua nelle maglie della citta’ costruita,all’idea di spazio organo si sostituisce l’idea di spazio sistema,si hanno oggi edifici che nascono come vere e proprie conformazioni di paesaggio.

 

l’architettura s’insinua nelle maglie della citta’ costruita,all’idea di spazio organo si sostituisce l’idea di spazio sistema,si hanno oggi edifici che nascono come vere e proprie conformazioni di paesaggio

http://www.arc1.uniroma1.it/saggio/didattica/cad/2005caad/lez/lez18/18.html


SsETTIMO CICLO
7. Nuove frontiere di ricerca | Morphing, modificatori, polisuperfici,
attrattori

mercoledi 21 giugno 2005

diciannovesima: i modificatori

http://www.arc1.uniroma1.it/saggio/didattica/cad/2005caad/lez/lez19/19.htm

http://www.arc1.uniroma1.it/saggio/didattica/cad/2005caad/lez/lez20/20.htm

© barbara di cintio