La chiesa del farneto ...


Tra la fine del XVI secolo ed i primi del XVII è da ascrivere a sud (verso Ba-

gnolo) del complesso fondiario dell'hospitale del "smarino" l'erezione di un

oratorio dedicato alla beata Vergine Lauretana detta del Fameto. La sua ere-

zione è dovuta alla famiglia abitante nel casale posto immediatamente al di

sotto dell'attuale oratorio e chiamato tutt'oggi Maiano. La famiglia sarà det-

ta nel cinquecento "di Maiano" indi dal XVII secolo Maiano. Trattasi quindi

in origine di un piccolo oratorio con poca rendita di giuspatronato privato di

una famiglia. Il grosso complesso fondiario datato 1590 e attribuito dal Bo-

lognesi al detto Oratorio va invece, attribuito al vicino hospitale di S. Pao-

lo del "smarino" che continuerà nonostante la mina dello stesso hospitalia a

conservare la propria autonomia patrimoniale, come visto, ancora per molto

tempo. L'erezione dell'Oratorio del Fameto avviene per la fede della famiglia

di Maiano non per la rovina dell'hospitale, di cui chiaramente, come detto,

non erediterà mai il complesso fondiario. Almeno dal 1615, a seguito proba-

bilmente di grazie ricevute dai viandanti, si ha memoria che molti fedeli ini-

zino ad offrire elemosine a questa immagine Lauretana. Fu così che il Vica-

rio della diocesi di Rimini ordina che tali "elemosine" vengano versate per la

costruzione di un nuovo Oratorio, più grande ed adeguato alle esigenze dei

fedeli offerenti. Ma la famiglia di Maiano non può economicamente, nono-

stante le offerte raccolte, assumersi l'onere della nuova costruzione. E così

che il diritto di giuspatronato venne ceduto dai "di Maiano" il 13 febbraio

1617 agli "Huomini" delle "Ville di Bagnolo e di Ripalta" a condizione che

"entro tré anni rifacessero sia la Chiesa che l'altare della Madonna...in detto

luogo, colle elemosine ivi raccolte e da raccogliersi" nonché di "dotare la det- 

ta Chiesa di scudi quattordici all'anno". Dall'atto rogato dal notaio sogliane-

se Enea Allocateli!'2501 leggesi che "Francesco Rondella, Marchino di lui fra-

tello, Andrea Randella, Francesco Beiti, Saverio Domenico de' Giannini,

Battista Beiti, Bartolomeo di lui fratello, Biagio Perazzoni, Bernardino d'A-

lessio, Sebastiano da Majano, Giuliano fu Cristoforo, Lorenzo di Majano,

Andrea Guerra, Francesco Guerra, Giacobini di Bagnolo, Francesco Bene-

detti, Antonio Leonardi, Paolo fu Andrea, Francesco fu Matteo, Leonardo Cassini, Pietro Mattei, Giuliano fu Domenico, Giuliano della Ripa, Bamaba

fu Paolo, Pietro Bondanini, Giovanni fu Mario, Lorenzo fu Battista, Antonio

Corazza, Francesco Fattorino Rossi, Francesco Rossi, Francesco Matteo Di-

datti, Sebastiano degli Alessi, Antonio degli Alessi, Francesco Casini, Pietro

Macci, Giandomenico fu Pietro, Bartolomeo Antonio" in solido per "se e suc-

cessori promisero rifabricare in detto luogo il detto Oratorio o Chiesa Santis-

sima". Se decorso il triennio l'Oratorio non fosse stato terminato sarebbe sta-

to autorizzato il "Vicario vescovile di Rimini, terminare e fare detto Oratorio

a carico di dette ville, uomini di quelle, di loro eredi, e successori". La nuo-

va Chiesa verrà dotata, come prescritto, di fondi in terreni che serviranno a

creare il Benefìcio della Madonna del Fameto ed a permettere che un sacer-

dote possa officiarvi la Messa. L'atto che documenta la più antica presa di

possesso del detto benefìcio, conservato presso l'archivio vescovile di Rimi-

ni è del 1642. Il 27 gennaio del detto anno infatti il reverendo don "Costanti-

numAlmerighius de foro Saraceni  Sarsinaten. Dioc. "entrò" in actuale rea-

li et corporali possessu ecclesia sine Capella sub titolo Sante Marie de fame-

to sogliani Ariminens dioc.". Il primo cenno alla Festa del 8 settembre,

cioè della natività della BeataVergine Maria è del 1643. In occasione di tale

festa "in Ecclesia Sancta marie de farneto in Mea Parochia Sancii Marti- 

ni" si fece il terzo Avviso di matrimonio da celebrarsi tra Vincenzo figlio

di Sebastiano Mariani della parrocchia di Vignola diocesi feretrana e Violan-

te figlia di Giovanni Maiani della parrocchia di S. Martino "de Bagnoli". Ta-

le Violante Maiani assieme ai suoi fratelli sarà, come vedremo, una delle be-

nefattrici della Madonna del Fameto. Il primo inventario di beni attribuibili

alla Madonna del Fameto è datato 2 luglio 1660. In tale inventario legge-

si che la Chiesa del Fameto possedeva poco più di cinque tomature di terra

sul Fameto, due tomature nella capellania di S. Lorenzo di Sogliano, quindi

probabilmente in Ripalta, ed una decina di tomature sparse nel territorio di

Bagnolo di cui più di tré a Case di Nardo attorno a quella casa detta la Fruga

"lasciata per l'amor di Dio" che la chiesa possedeva per metà indivisa con la

Comunità di Bagnolo'2561. L'inventario contiene anche la più antica ed ancora

inedita descrizione della nuova fabbrica della Chiesa. La "Chiesa fatta di cal-

zina, e de Cuppi Coperta, col pavimento" ha "l'Altare coperto di tré tovaglie

decenti", ha "sei candelieri quattro di legno dipinti et doi d'ottone con altri

doi candelieri attaccato al muro" è dotato di "sgabello di legno, una croce so-

pra l'Altare d'ottone, doi Asse per tenere le facole per l'ellevatione del san-

tissimo...il tintinabolo...gl'Ampolini e sottocoppa di Maiolica bianche". Al-

l'interno della Chiesa ci sono "doi banche longhe da sedere di legno un con-

fessionale, uno sgabello per inginocchiarsi". La Chiesa è pure dotata di

"Campana per il popolo" e di una sagrestia "dove è una casa d'Abete bian-

ca". Ci sono "doi Messali uno novo e l'altro antico, un Rituale Romano, una

credenza d'Abete bona". A fianco della Chiesa si stava costruendo una Casa

"nova...con cantina e Camera". La detta Casa "di più stanze" sarà presto

terminata ed i ricordati eredi di Giovanni Maiani doneranno alla chiesa una

tomatura di terra attorno a tale casa. Antonio figlio sempre di Giovanni

Maiani il 29 gennaio 1663 nell'hospitale della Santissima Consolazione di

Roma per testamento fatto a mezzo di don Nicolo Bassi confessore di quel

Luogo Pio" donerà alla Chiesa della Madonna del Fameto numerosi suoi

beni con l'obbligo per il rettore di quella chiesa di celebrare una messa in per-

petuo il giorno della festa della Natività di Maria (8 settembre). L'entità del-

la donazione fu cospicua per la chiesetta del Pameto. Infatti questa a tutto il

1682 comprendendo anche la donazione degli altri eredi di Giovanni Maiani

possedeva beni stimati nel "Cadastro della Terra di Sogliano" circa 123 scu-

di, con la donazione di Antonio Maiani il valore aumenta quasi di altri 94 scu-

di. La tradizione vuole che l'Altare sia "appoggiato ad un vecchio muro,

residuo del demolito Oratotio, che fu lasciato intatto per salvare la pittura del-

la Madonna che ivi era stata effigiata". La stessa cosa era avvenuta nella

non lontana pieve di Romagnano dopo l'apparizione della Madonna del

1563. Tale Immagine con il passare del tempo "avendo sofferto alquanto,

fu rinnovata e fatta dipingere sopra un Quadro, che ora trovasi esposto alla

pubblica venerazione dicontro all'Imagine dipinta nel muro stesso". Tale

quadro (1,40x1) dipinto ad olio su tela è attualmente conservato presso la

Chiesa parrocchiale di S. Martino in Bagnolo. Vi è raffigurata la Beata Ver-

gine di Loreto vestita di dalmata tra due gruppi (di quattro) di angeli attribui-

ta ad un Anonimo popolare del XVIII secolo "forse Lorenzo Urbinati attivo

a S. Agata Feltria, Sarsina, S. Andrea in Bagnolo, Borghi". Il quadro ave-

va la sua cornice dorata e veniva coperto da una tenda di cotone bianco ed

in seguito da un velo azzurro di seta "che veniva spostato con cordicelle ogni

volta che si voleva pregare la Madonna specialmente quando i pellegrini ve-

nivano a chiedere Grazie". I rettori della Chiesa erano nominati dal popo-

lo che deteneva il diritto, come visto, di giuspatronato. Ricordo solo a titolo

di curiosità l'elezione del nuovo capellano avvenuta il 28 agosto 1744 in cui

intervennero sedici uomini "tutti della Parrocchia di S. Lorenzo di Sogliano

della Villa di Bagnolo di Ripalta e diciotto" "tutti Uomini e Capi di famiglia

della Parrocchia di S. Martino" di Bagnolo. Il 16 settembre 1782 dopo

aver visitato la Chiesa di S. Vicinio di Ciola Araldi monsignor Vincenzo Fer-

retti, vescovo riminese, "giunse alla chiesa pubblica dedicata alla Beata Ver-

gine Maria del Farneto annessa alla Chiesa parrocchiale di Bagnolo e com-

presa nei confini del suo territorio. Ad attenderlo c'era don Domenico Zan-

fanti titolare del beneficio semplice dedicato alla stessa Beata Vergine Maria

appartenente al popolo di Bagnolo e di Villa Ripalta di Sogliano. Il vescovo

dopo aver pronunciato una breve preghiera sull'inginocchiatoio apposita-

mente preparato visitò l'unico altare dedicato alla Beata Vergine Maria, la

pietra sacra, le tovaglie, i crocefìssi, i candelabri ed il quadro ed approvò... vi-

sitò i due confessionali ed approvò... visitò l'edifìcio della Chiesa e dispose di

far riparare il tetto, ed i muri da ogni parte, secondo necessità... visitò la sa-

crestia e dispose di far costruire un lavatoio sempre provvisto di acqua, visitò

le suppellettili, i calici sacri, i paramenti da messa tra cui alcune pianete, che

il Rettore del Benefìcio dichiarò esser sue, e approvò". Don Domenico Zan-

fanti manterrà il beneficio sino al 16 settembre 1807 giorno della sua morte.

A lui succederà don Luigi Bondanini che però ne otterrà il possesso solo nel

1814 alla caduta del governo napoleonico e con il ripristino dell'autorità pon-

tifìcia. Don Luigi Bondanini era nato a Ripalta nel 1787, figlio di Pietro e

Maria Marcosanti. "Benché questi di sua natura piegasse alla pietà, e fosse a

divozione proclive, nulladimeno apprezzò sì la sollecita cura de' genitori che

parve uomo vecchio innanzi tempo, ond'è che fin d'allora s'argomentava di

Lui qual riuscir dovesse nell'età più matura, perché quel torcimento, o piega

che piglia la pianta da palloncello il mantiene poi fatto albero".


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