PROGRAMMA:
1° GIORNO::
Visita guidata al Castello
Estense della Mesola. Dopo aver effettuato
la visita del Castello (Centro di Educazione Ambientale e Sessione Geologica),
inizieremo con le biciclette il ns. percorso che durerà circa h. 2,30 per
20 Km. Coloro che non faranno il giro
in biciclette si sposteranno con le macchine all’ostello e da qui inizieranno
un percorso a piedi di circa 8/9 Km. fino a ritornare alle macchine con le
quali raggiungeranno il parcheggio all'ingresso del Gran Bosco della Mesola,
dove ci ricongiungeremo tutti intorno alle 14 per il pranzo. Nel pomeriggio visita guidata nel Gran Bosco della Mesola sopra
ad un carro. Al rientro chi è in biciclette
tornerà al Castello, da dove con le macchine raggiungerà l'Ostello.
Sistemazione nelle camere e
cena
2°
GIORNO :
Colazione.
Partenza ore 9 per l'Abbazia
di Pomposa .
Partenza verso Ravenna sulla
Statale Romea per l'Oasi di Punte Alberete.
Dopo circo 34 Km., superato Cosal Borsetti, svolteremo a sx alla contrada
del Fossatone, fino e trovare uno spiazzo dove parcheggeremo e potremo mangiare.
Dopo pranzo a piedi andremo
all'Oasi dove con la guida faremo la nostra visita che durerà circa h. 2,30.
Rientro a casa.
Oasi di Punte Alberete
Il
simbolo dell'Oasi è l'ibis mignattaio, un uccello raro che nidifica quasi
tutti gli anni con poche coppie nella "garzaia" delle Punte, la
'città degli aironi"
Inconfondibile per il piumaggio
bruno scurissimo con riflessi verdastri e amaranto ed il lungo becco ricurvo
verso il basso, silenzioso e discreto, non è facile avvistarlo, ma quando
succede è sempre una grande emozione per gli amanti della natura. L’ibis mignattaio è quasi il simbolo della
natura protetta, e rappresenta uno dei successi della politica protezionistica
iniziata dai "padri" delle Punte ed ora sostanziata con le iniziative
del Parco.
1 la Foresta Allagata |
Grandi alberi emergendo dall'acqua, ora ritti, ora inclinati, ora distesi formano un paesaggio di vita e di morte, come succedeva nelle foreste padane primigenie, dove all'esuberanza della vegetazione emergente si affianca un paesaggio di rovine vegetali, ricoperte di muschi e di patine algali. Proseguendo lungo il sentiero
Sud, fiancheggiato da una “fossa” che in maggio è bordata di iris palustri,
in un tripudio di corolle gialle giungerete a: |
2 il "Chiaro" Toschi |
Il chiaro è una parte di palude aperta, naturalmente
o artificialmente, che oltre a creare un paesaggio caratteristico delle
zone umide, consente la sosta e l’alimentazione di varie specie di uccelli:
questo chiaro è stato dedicato alla memoria del prof. Augusto Toschi,
che affiancò Eros Stinchi nella istituzione dell’Oasi di Punte Alberese,
con il determinante appoggio dell'allora Laboratorio dì omologia applicata
alla Caccia, ora Istituto Nazionale della Fauna Selvatica, del CNR di
Ozzano Emilia (BO). Quando lo stretto sentiero
Sud termina e si allarga in una comoda
carraia (Scagnarda II nella toponomastica locale) siete arrivati
a: |
3 la Piazza del Pozzo |
Quest’area
ha preso il nome da un vecchio pozzo di perforazione metanifera, abbandonato
da decenni. Qui salendo sull’argine del canale perimetrale, la vista
spazia sulle campagne circostanti, in un significativo confronto tra
la semplicità e la monotonia dei campi coltivati e la ricchezza della
biodiversità naturale. E pensare che anche Punte Alberete
stava per diventare solo un angolo di campagna!
La carraia Scagnarda, un
vecchio sentiero vallivo, vi consente di apprezzare soprattutto….. |
4 il sentiero degli Arbusti |
Qui
la ricchezza delle specie vegetali, in bella mostra e di facile contemplazione,
ha reso possibile la tabellazione della quasi totalità degli arbusti
tipici di Punte Alberete, molto apprezzata dalle scolaresche durante
le visite guidate per la varietà di fioriture e di fruttificazioni,
che attirano uccelli, insetti, e tanti piccoli animali. |
5 il Capanno di Agnese |
Il
nome del capanno deriva dal film “L’Agnese va a morire”, di cui furono
girate alcune scene proprio qui. A Sud del capanno (ora adibito a ricovero
di attrezzi per la gestione) si estende un chiaro poco profondo, denominato
il Chiaro dei Bambini perché si presta a facili osservazioni del magico
monto della palude, in particolare rane, molluschi, libellule, e tante
piccole piante, ora immerse, ora emergenti dall’acqua ferma del chiaro. Proseguendo lungo carraia,
ora denominato Scagnarda I arrivate a |
6 l'Osservatorio Ornitologico |
Questa
struttura è costituita da un comodo capanno in legna e da due lunghe
schermature in arelle di cannuccia di palude, che consentono di avvicinarsi
all'avifauna e di ammirarla con calma.
Il capanno, dedicato alla memoria dell'ornitologo ravennate Eugenio
Callegari, si presta anche a fotografare uccelli di varie specie, se
non si fa rumore e ci si muove con cautela; il suggestivo scenario palustre
ha per sfondo la celebre "garzaia" delle Punte Alberete, sito
di nidificazione di importanza internazionale per gli ardeidi coloniali
ed altre specie rare. Verso il termine della Scagnarda
I, che prosegue in linea retta in direzione della vicina statale Romea,
costeggiate |
7 il "Chiaro" Stinchi |
Anche
questo chiaro prende il nome da un noto personaggio della storia delle
Punte. Eros Stichi può infatti considerarsi il vero padre dell'Oasi,
perché intraprese la dura lotta contro la incalzante "bonifica"
fin dal 1965, riuscendo nel 1968 ad ottenere il primo vincolo di tutela. Il chiaro è costeggiato da due antichi cordoni dunosi
(localmente detti staggi), ricoperti di vegetazione arborea, soprattutto
pioppi salici bianchi e frassini, mentre nello specchio d'acqua vegetano
cespugli di carice, di falasco ed altre erbe palustri.
Al termine della carraia
passate un ponticello e vi avviate a ritornare al punto di partenza |