Filippo Bacile di Castiglione
La lapide
commemorativa di Filippo Bacile |
Filippo Bacile di Castiglione, nacque a
Spongano il 31 dicembre 1827, discendente da un'aristocratica famiglia
marchigiana, partecipò attivamente alla vita pubblica salentina e fu
personaggio di spicco in Terra d’Otranto. Gli studi classici, e l'amore
per la storia dell’arte gli valsero la nomina ad Ispettore dei monumenti
di Terra d’Otranto e fu membro della commissione provinciale per i
monumenti. L'interesse per l'architettura è testimoniato dalla presenza in
provincia, di numerose chiese ed edifici che lui stesso provvide a
progettare o a restaurare.Legato a Benedetto Croce da profonda amicizia,
condivise con lui la passione per le materie umanistiche e gli dimostrò,
in più occasioni, la sua ospitalità ricevendolo a palazzo. Per anni si
dedicò all'araldica, divenendone uno tra i maggiori esperti in Italia.
Quale cultore di questa scienza, compose un prezioso volume manoscritto,
nel quale disegnò circa mille stemmi gentilizi, civici, familiari,
estratti dall'Archivio di Stato di Napoli, dalle chiese, dai castelli
feudali e dai palazzi. Nel 1894, data la sua compenza, ricevette
l'incarico dal comune di Lecce di disegnare e definire araldicamente lo
stemma della città che ancora oggi la rappresenta. Collaborò, inoltre, con
alcuni giornali locali e contribuì notevolmente allo sviluppo
socio-economico della sua provincia promovendo la realizzazione della
tratta ferroviaria Maglie-Gagliano del Capo-Gallipoli che lui ideò nel
1878 e progettò, a proprie spese, quattro anni dopo. Nel progetto si
tenne ben presente l'importanza commerciale della linea ferroviaria, che
avrebbe attraversato un territorio fertile, abitato all'epoca da circa
140.000 persone, in cui si producevano soddisfacienti quantitativi di olio
e di vino. Oltre ai vantaggi per il settore commerciale, si pensò che la
ferrovia avrebbe avuto anche un consistente numero di viaggiatori, dato
dagli assidui frequentatori delle stazioni balneari di Santa Cesarea,
Tricase, Leuca e Gallipoli. Ma, il nome di Filippo Bacile di Castiglione è
legato anche allo sviluppo dell’industria olearia. L'intraprendenza,
l'impegno e l'intuizione fecero di lui un vero pioniere del settore e gli
permisero di conquistare un posto di rilievo tra i produttori a livello
nazionale. Significative le innovazioni che Bacile apportò alla produzione
dell'olio da secoli estratto in angusti e maleodoranti frantoi. Il barone
modificò l’antico frantoio di famiglia "alla calabrese" sostituendo le
buie cantine con dei locali più ampi, illuminati e areggiati. Con
scadenza annuale, inoltre, si proccupava che si procedesse ad una
meticolosa pulizia del locale, delle macine del frantoio, dei tini, degli
strettoi e di tutto ciò che era impiegato nel processo produttivo.In
questo frantoio si produsse inizialmente l’olio commerciale a cui si
affiancò, in un secondo momento, anche l’olio da mensa prodotto in
quantità discrete pur essendo ricercato dal mercato. Il segreto della
produzione di oli fini e commerciali, dei quali il barone produceva dei
campioni limpidi, di buon odore e gusto piacevole, non era affatto lontano
dal frantoio. Si trattava di un segreto, tanto semplice quanto insolito,
custodito nel vasto giardino attiguo al palazzo. Al suo interno, infatti,
aveva allestito un capannone che occupava un intero viale coperto da una
tettoia, dotato di pavimentazione impermiabile e ben levigata su cui
venivano depositate le olive a strati alti alcuni centimetri, che ogni
tanto venivano rimossi per evitare il ribollimento e la fermentazione. La
produzione di oli fini e da pasto, ottenuti con l’impiego di numerose
varietà di olive e grazie anche a questi accorgimenti, fecero in modo che
i prodotti del frantoio di Bacile fossero così ricercati da essere pagati
con prezzo maggiore rispetto agli altri presenti sul mercato.L'esempio di
Bacile fu seguito con il tempo anche da altri produttori leccesi, i quali
apportarono notevoli modifiche ai processi di conservazione e di
lavorazione delle olive migliorando la qualità del prodotto.
Per approfondire la conoscenza sulle
opere e la vita di Filippo Bacile di Castiglione consigliamo:
- F. Bacile, Intorno all'usanza di
estrarre l'olio da olive riscaldate. Poche considerazioni proposte ai
signori proprietari della provincia di Lecce, Lecce, 1873.
- C. De Giorgi, Il Barone Filippo
Bacile di Castiglione in «Natura e civiltà di Terra d'Otranto» (a
cura di M. Paone), Galatina, 1982.
- M. De Lucia, F. A. Mastrolia,
Società e risorse produttive in Terra d'Otranto durante il XIX secolo,
Collana Quaderni di Nord e Sud, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli,
1988.

Benedetto
Croce |

Lo stemma della
città di Lecce |
Il
frantoio del barone Bacile
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