Isola nell'Isola: la Storia tra nuovo e antico

 

L’isola e il paese di Sant’Antioco offrono interessanti testimonianze della storia arcaica e di quella più recente.
Inoltre, la bellezza delle sue coste incontaminate e i magnifici panorami ne fanno una tappa obbligata per l’ambientalista e per tutti coloro che apprezzano i luoghi solitari e incontaminati.

Situata nella parte sud-occidentale della Sardegna, l’isola di Sant’Antioco rappresenta una perla di ineguagliabile bellezza, per lo più sconosciuta al bel mondo degli habitué della parte settentrionale dell’isola, e per questo motivo ancora praticamente intatta e speciale.

Sant’Antioco, collegata all’isola madre attraverso un istmo artificiale e da un ponte, accanto al quale è possibile scorgere l'antico ponte romano, sorge sull’antica colonia fenicia di Sulky(latinizzato dai romani in Sulci), le cui origini risalgono al III millennio a.C., e ne conserva ancora le vestigia, come ad esempio il tophet o collina delle pentole, cimitero sacrificale dove i Fenici avevano raccolto una serie di urne funerarie contenenti le ceneri dei bambini nati morti e l’antica necropoli.

 

                    

 

Sull’isola, altre importanti tracce del passato: Domus de janas, le autoctone “case delle fate”, insieme alle Tombe dei Giganti e ai nuraghi, costruzioni tipiche delle antiche popolazioni indigene; i Menhir di era prenuragica "Su Para e sa Mongia" (il frate e la suora) si possono ammirare percorrendo l'istmo.



Di gran fascino la Fontana Romana che campeggia al centro della piazza del paese e le catacombe paleo-cristiane, nascoste come un prezioso gioiello nel cuore della Basilica di Sant’Antioco Martire, di epoca tardo-romanica.

In cima alla collina, si erge il castello "Forte Su Pisu" eretto dagli antiochensi nel 1813 per difendersi dalle frequenti incursioni dei pirati saraceni e da cui si gode una magnifica vista.

E poi, spiagge bellissime, insenature incantevoli, cale e calette,promontori, scogliere a strapiombo su un mare di cristallo si susseguono tra macchia mediterranea e alberi di eucaliptus, odori e colori di una natura ancora incontaminata e selvaggia si mescolano tra loro e l'atmosfera diventa magica...un po' di spirito d'avventura, certo, è d'obbligo, perché è l'unica via per scoprire e ammirare i tantissimi tesori della nostra isola, quelli più inaccessibili, quelli ancora nascosti, quelli più veri...allora via con la bici, la moto o, meglio ancora, la barca e...lasciati andare...c'è un mondo da scoprire ad aspettarti, attimi da fermare, sensazioni da imprigionare..."carpe diem"!!

 

                                               

 

Sulla collina che sovrasta Capo Sperone, si trova "Il Semaforo" resti di un punto di osservazione eccezionale... fermati un istante, ascolta la natura, osserva l'incomparabile bellezza che ti offre, scruta l'orizzonte...là dove il cielo e il mare si incontrano...vai oltre, fai parlare il tuo cuore, segui il volo dei gabbiani, vola con loro...poi  quando il tuo sguardo indietreggia a poco a poco, eccole là le tre isole selvagge: la Vacca, il Vitello, il Toro, la più lontana...lì, come narra la leggenda per un incantesimo che le ha trasformate in roccia!!

 

 

                           

      

              L'isola di Sant'Antioco è un piccolo paradiso di grazia e tranquillità, adatto a turisti di tutte le età, anche ai più giovani, non solo per le spiagge in cui si organizzano tornei di beach volley, basket e gare di pesca ma anche per i bei locali, bar e ristoranti dove è possibile regalarsi una sosta durante il giorno e la notte...soprattutto.

 

             

 

 

ARRIVEDERCI FRATELLO MARE

Ed ecco ce ne andiamo come siamo venuti
arrivederci fratello mare
mi porto un po' della tua ghiaia
un po' del tuo sale azzurro
un po' della tua infinità
e un pochino della tua luce
e della tua infelicità.
Ci hai saputo dir molte cose
sul tuo destino di mare
eccoci con un po' più di speranza
eccoci con un po' più di saggezza
e ce ne andiamo come siamo venuti
arrivederci fratello mare.

Nazim Hikmet

 

 

 

 

 

"Tutte le strade finiscono al mare," gli dicevo, "dove ci sono i porti.

Di là ci s'imbarca e si va nelle isole, dove gli stradoni riprendono."
Cesare Pavese

 

 

 

 

 

 

 

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