La Sagra
Passato e presente si mescolano in un turbinio di colori,
suoni di antiche passioni,
tradizioni di un popolo fiero
che arrivano da un tempo lontano
e vanno incontro al domani
senza timore di perdersi...
Gli antiochensi venerano il proprio Santo dal 1520. Ogni anno, quindici giorni dopo Pasqua e il 1° Agosto,sfilano per le
strade della cittadina gruppi folkloristici che provengono da tutta la Sardegna. Per l'occasione la cittadina si veste a
festa, le strade vengono addobbate con eleganza, cavalli e buoi indossano i loro "abiti" migliori...eccoli sfilare austeri...
...è il 1° Agosto 2005...la 486^ Sagra
Alcune immagini della Sagra di Sant'Antioco Martire, "Sa Festa Manna"
(la festa grande, importante), come la chiamiamo noi:
Sant'Antioco Martire
Sera d’estate, appuntamento con la tradizione per una devozione che si rinnova e si tramanda da secoli,
una brezza leggera fra i capelli, in lontananza il tintinnio dei campanacci, la musica festante di una fisarmonica,
il canto soave de“Is Goccius” in onore del Santo Patrono, annuncia che Lui è lì sta per arrivare, e…infatti eccolo,
imponente nel suo abito di velluto color porpora, Antioco il Martire, nella sua mano destra un libro, simbolo
della medicina e nella mano sinistra la palma del martirio…poi, dietro di me la vocina di un bimbo
esclama “…ma è nero!”.
Già, Antioco, il Santo nero venuto dalla Mauritania e in un attimo la mia mente corre indietro nel tempo e risento
la maestra raccontare dell'arrivo del nostro Patrono nell'isoletta che allora si chiamava ancora Sulci (Sulky)...noi
alunni, ricordo, eravamo affascinati da quella storia e anche se ormai la sapevamo a memoria, ogni volta ci
incantavamo, quella leggenda era per noi come il canto delle sirene!
"Narra la leggenda che dalla Mauritania (regione africana) arrivò un giorno un giovane medico, Antioco.
Egli, educato dalla madre alla fede cristiana, venne sottoposto ad ogni sorta di supplizio dall'imperatore:
per Antioco ci fu la prigione con pesanti catene, il digiuno per giorni e giorni, interrogatori e nuovi tentativi
per distoglierlo dalla sua convinzione: ma non si chinò mai ai pagani e a ritardarne la morte intervennero numerosi
fatti miracolosi, segno dell’aiuto e della presenza di Dio. Venne condannato ad "arrostire" nel fuoco e nella pece
bollente, ma non bruciò; allora l’imperatore decise di gettarlo nell’arena in pasto a leoni affamati e ad altri animali
feroci i quali, invece di sbranarlo, lo leccavano accarezzandolo, mentre tutta la folla assisteva allo spettacolo
sbigottita e in silenzio .Allora l’imperatore ordinò di abbandonarlo nel mare su una piccola barca costruita con paglia,
nella speranza che Antioco morisse annegato o divorato dai pesci: ma per miracolo egli si salvò ed il vento lo
trascinò sulle coste della Sardegna, facendolo approdare sull' isola che oggi porta il nome di Sant' Antioco."
Il vento che sospinse Antioco sino all'isola era il levante e ancora oggi nei giorni che precedono la sua festa, eccolo arrivare
puntuale, non si ricorda una festa senza il levante...è forse Lui tra la sua gente? Forse...tra leggenda e realtà!!
Pochi santi sono stati in Sardegna tanto onorati e venerati come Sant’ Antioco; il suo nome veniva imposto frequentemente
come nome di battesimo; a lui venivano innalzati templi, chiese, oratori e in suo onore si organizzavano sagre e feste.
L'esule Antioco, prima di morire, pronunciò un' accorata preghiera al Signore, invocandone la protezione
sulla Sardegna e sul suo fiero popolo.
Greenapple