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"Non si ricordano i giorni si ricordano gli attimi"

Cesare Pavese

Articolo tratto da La Provincia del Sulcis Iglesiente

dell' 11.12.2001
 

Sant'Antioco e il volley piangono la scomparsa di Giacomo Cabras
Il giovane libero della VBA/Olimpia scomparso a 21 anni.

Il mondo sportivo di Sant'Antioco ha perso un campione. Forse è ancora difficile da accettare ma il sorriso e la simpatia di Giacomo Cabras, promessa della pallavolo isolana, non illumineranno più il palasport lagunare. Il giovane atleta della VBA/Olimpia, è deceduto a soli 21 anni, nella camera sterile dell'Ospedale Niguarda di Milano, dove si trovava ricoverato dai primi giorni di Ottobre, per essere sottoposto all'innesto di un cuore artificiale.

- Era il primo nell'elenco nazionale da quando si era reso necessario il trapianto - ricordano i parenti - purtroppo quel cuore che avrebbe potuto salvargli la vita non è arrivato in tempo -.

L'esistenza di Giacomo è stata all'insegna della lotta per la vita e l'amore per la pallavolo. In 5^ elementare, a undici anni, una grave forma di leucemia ne aveva minato il fisico. La ricerca di un donatore fu frenetica. Per lui si mobilitò tutta la città, oltre che riporre le speranze nell'apposito registro nazionale ed internazionale di qualcuno il cui midollo fosse compatibile con il suo. Tutto fu inutile: nessuno tra i parenti e tra coloro che si offrirono di donargli il midollo, risultò compatibile. Non rimase allora che tentare una cura alternativa. Per lui fu scelto un protocollo terapeutico tedesco. Fu dura: la mattina chemioterapia e la sera gli allenamenti al palasport. La pallavolo, unitamente alle medicine, furono un rimedio potente contro il male. Giacomo vinse la sua battaglia. La leucemia rimase un ricordo, mentre la pallavolo divenne la sua essenza di vita. L'Olimpia di Rafael Pascual e della serie A divenne il suo amore, il suo farmaco ed il suo obiettivo. Giacomo dopo la guarigione entrò nel vivaio dell'Olimpia che allora veleggiava alta nei sogni dei tifosi, non solo quelli sulcitani. Vinse tornei regionali e nazionali con le squadre minori, sino ad arrivare alla prima squadra, nella quale quest'anno avrebbe dovuto indossare la maglia di libero titolare. - Abbiamo inviato la sua maglia a Milano - ricorda Pierpaolo Lai, direttore tecnico della società - per indossarla per sempre, come lui desiderava -. La lotta per la vita per il giovane atleta dell'Olimpia non era però ancora finita. Il destino attendeva Giacomo ad un'altra dura prova. La leucemia gli ha lasciato un'eredità che lo ha portato a morire a Milano, lontano dagli amici, dai compagni di squadra e dal parquet del palasport. Le cure che lo avevano salvato dalla leucemia gli hanno lasciato dei problemi che l'estate scorsa si sono aggravati. A sfibrarlo è stata una broncopolmonite che gli ha procurato complicazioni cardiache sino a richiedere un trapianto di cuore. - Per Giacomo la malattia è stata solo una parentesi nel suo amore per la pallavolo - ricorda il padre Salvatore - non aveva mai perso la speranza di guarire e spesso incoraggiava persino i medici che lo assistevano -. Così però non è stato. Ora Giacomo vive nei ricordi di chi ha diviso con lui lo sport che, con l'Olimpia, ha portato Sant'Antioco ai vertici nazionali della pallavolo. - Di lui ho un bellissimo ricordo - dice Giuseppe Lai, l'allenatore che lo sta sostituendo nel ruolo di libero - ha sempre seguito la squadra anche in trasferta, incoraggiandoci e spronandoci tanto -. L'avventura della pallavolo e la vita, per Giacomo, sono però finite a Milano. E' ritornato a Sant'Antioco chiuso in una bara bianca. Per la funzione religiosa, officiata in Basilica, e per i funerali, gli si sono stretti intorno i genitori, la sorella, i parenti, tutta Sant'Antioco e tutta la Sardegna sportiva che, con un ultimo accorato applauso, hanno promesso di non scordare mai quel giovane grande campione di pallavolo.(Tito Siddi)

 

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