Al mio arrivo nell'Ottobre del 1991, la situazione del laboratorio odontotecnico, all'interno della Clinica Dentistica dell'Ospedale Yekatit 12 di Addis Ababa, era, da un punto di vista strutturale e dell'organizzazione del lavoro, sicuramente pessima.
Su quattro posti di lavoro disponibili, soltanto uno era attrezzato in modo soddisfacente per svolgere le lavorazioni proprie dell'odontotecnica. L'impianto dell'aria compressa era inutilizzato per un guasto al compressore, i banchi non erano collegati alla rete del gas così come la squadramodelli non lo era all'impianto idraulico. La scarsa illuminazione, data soltanto dalla luce naturale più due neon al soffitto, non permetteva lavorazioni accurate. Non c'era il banco del gesso e all'interno del laboratorio regnava un caos di modelli, protesi, contenitori di materiali pieni o mezzi vuoti gettati alla rinfusa sui banchi o all'interno dei cassetti. Per di più i quattro odontotecnici etiopi di formazione cubana che lavoravano nel laboratorio non erano responsabilizzati dai dentisti per quanto riguardava i requisiti tecnici e la qualità dei manufatti protesici così come per tempi di consegna dei lavori.
Era naturale quindi che il laboratorio strutturato e gestito in questi termini, producesse pochi manufatti di qualità scadente nonostante l'elevata richiesta di protesi da parte della clinica
Questa situazione di disordine e abbandono del laboratorio si rifletteva in maniera negativa sulla gestione della clinica e sugli obiettivi richiesti dal progetto.
Dopo un'attenta valutazione della situazione, in intesa con il team leader Dott. Fregonara e il rappresentante della Medicus Mundi Ing. Osella, sono state effettuate delle modifiche per rendere più operativo e funzionale il laboratorio odontotecnico.
È stato montato il banco del gesso, riparato il compressore e collegata la squadramodelli all'impianto idraulico. Tutti i banchi sono stati attrezzati con bunsen a gas (sostituendo le fiamme ad alcol) e con dei motori elettrici (trapani) con relativo reostato e manipolo rendendo così ogni posto autonomo e strutturato in maniera tale da rendere ergonomico il lavoro. Ogni postazione è stata fornita di una luce autonoma e regolabile in modo da far diventare il campo operativo adatto all'odontotecnica.
Ad ogni odontotecnico furono fissati dei lavori di cui erano responsabili, dalla colatura delle impronte fino alla consegna del manufatto protesico al paziente
Grazie a queste migliorie strutturali e organizzative, il laboratorio è stato in grado di offrire alla clinica un maggior quantitativo di protesi nel pieno rispetto dei criteri qualitativi previsti dal progetto.
Per rendere più funzionale il rapporto fra la clinica e il laboratorio e la gestione dei lavori all'interno del laboratorio stesso è stato creato un modulo prestampato ove trovavano posto varie informazioni fra cui; il nome del paziente, il tipo di protesi da eseguire con il programma dei vari appuntamenti per terminare il lavoro.
Con questa metodologia è stato possibile compiere una valutazione più precisa della quantità e del tipo di protesi prodotte. A settimana il laboratorio produceva mediamente: 4 protesi totali, 15 protesi parziali, 5 apparecchi ortodontici mobili e 15 elementi in resina fra corone e ponti.
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