Pagelle dopo Lazio-Parma da Il Corriere della Sera - cronaca di Roma 

11/11/2002: "Lopez e Corradi la coppia funziona"

6.5 PERUZZI Il Parma, con l’uomo in più, lo impegna molto meno di quanto dovrebbe. Il rischio maggiore è la ginocchiata di Mutu in faccia (sette punti di sutura).
6 STAM Rientra dopo il derby e mostra meccanismi un po’ arrugginiti: Mutu è un problema nel primo tempo, ma poi si eclissa.
6.5 NEGRO Grande partita difensiva, con una macchia: Messina lo grazia per un’entrata-killer su Mutu che avrebbe lasciato la Lazio in 9. Tutto il resto, però, è al limite della perfezione.
5.5 MIHAJLOVIC Sbaglia un altro rigore dopo quello parato da Antonioli nel derby. Potevano essere 4 punti in più e il primato con l’Inter. È bravo a non perdere la testa ed è bello sentire il pubblico che lo incoraggia lo stesso. Ma il prossimo penalty, please, lo tira Fiore.
6 PANCARO Barone è pane morbido. Tanto che Mancini, anche sotto di un uomo, lo toglie per giocarsi Simeone (con Cesar che scala dietro): mossa poco riuscita, perché il brasiliano soffre.
6 FIORE Parte da destra e passa centrale dopo l’espulsione di Liverani. In inferiorità numerica servono più gambe che fosforo e Fiore non può esprimersi come sa.
3 LIVERANI Banalissima espulsione per aver tirato la palla in faccia a Ferrari. Errore da pivellino, che costringe la Lazio a giocare in 10 per 62’. Più colpevole lui di Mihajlovic se ora mancano due punti.
7 STANKOVIC Divide con Corradi e Lopez un merito in più: lo straordinario pressing che non concede mai al Parma di sfruttare la superiorità. Dà coraggio a tutti i compagni. Già detto: è il nuovo Matthaeus.
6 CESAR Non è l’uomo più adatto per le gare di sofferenza, ma ha il merito di non farsi travolgere. Dimostra buona duttilità giocando un tempo da terzino vero.
7 CORRADI Arriva in ritardo, al 6’, sul passaggio di Lopez che gli spalanca la porta davanti. Ma è l’unico appunto che si può muovere a una gara fatta di folli rincorse all’avversario, pressando sempre per ostacolarne la ripartenza. Fa reparto da solo e infatti Mancini lo tiene in campo fino all’ultimo minuto.
7 LOPEZ Anche contro il Parma mette due volte un compagno solo davanti alla porta: non è certo colpa sua se Corradi e Simeone non segnano. Ancor di più, però, piace la generosità con cui si spolmona, prima da punta e poi da esterno destro del centrocampo. A costo di essere monotoni: il migliore della stagione.
5 SIMEONE Dopo l’intervento al menisco non ha ancora trovato la forma fisica. Così, anche se il carattere non gli manca mai, lo scatto dei bei giorni non c’è. Un Simeone al meglio non avrebbe sbagliato il gol nel finale che poteva dare alla Lazio una vittoria eroica.
6 SORIN Buon cambio per Fiore, a coprire la fascia sinistra. Ma resta forse l’unico uomo da cui Mancini non è ancora riuscito a spremere tutte le qualità positive.
7 MANCINI Come sempre, si guadagna lo stipendio «lavorando» molto durante la gara. I suoi cambi non sono quasi mai ruolo per ruolo, ma cercano sempre una variante tattica. Da quello Simeone-Pancaro ottiene poco perché il «Cholo» è a metà, ma il risultato psicologico è ottenuto: il Parma ha più paura della Lazio nel finale. Quanti allenatori, con la squadra in 10, avrebbero tolto un difensore per un centrocampista?
6 MESSINA Vede bene il rigore, non può non espellere Liverani colto da raptus. Però mostra limiti di personalità non punendo con il rosso anche Negro, per un fallo che poteva costare a Mutu un infortunio grave. Purtroppo, come è successo con Bolognino su Dellas e farina con Morfeo, è uno spot che incoraggia i difensori a entrate-killer, contro lo spirito del calcio.

 

 

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