Intervista

01/10/2002
CORRADI: CUORE DI PALIO
 
da Lazialità - Bernardo Corradi, classe '76, è nato il 30 marzo a Siena. Dal Poggibonsi al Cagliari in serie B, che ritroverà anche nella massima serie del campionato italiano nel 1999/2000, l'occasione importante arriva proprio nella serie maggiore con il Chievo che si classifica quinto e raggiunge un posto un Coppa Uefa. Corradi è acquistato dall'Inter, convinto di essere una riserva di lusso, all'ombra di Ronaldo e Vieri, ma nelle ultime ore di questo strano calcio mercato, Bernardo rientra nell'operazione Crespo ed in pochi minuti scopre di essere un uomo Lazio. Ora finalmente protagonista di una grande squadra ha un'eredità pesante da dover onorare, ma forte della sua determinazione e della fiducia che il gruppo e in particolare il nuovo tecnico gli riservano, è pronto a stupire con le giocate al servizio della squadra e con i suoi goal. Corradi era in cima alla lista che Mancini ha stilato per rinforzare e rendere competitiva, dopo le partenze eccellenti, la rosa biancoceleste. La Società lo ha accontentato e adesso l'ariete è pronto a dimostrare il suo valore. Attaccante classico da area di rigore, abile nel gioco aereo e soprattutto ottima sponda per i compagni, ha già dato prova del suo carattere e della voglia di vincere con questi colori. Il nostro centr'avanti dice di amare già la Lazio e che il pensiero della morte di Mayele, suo compagno nel Chievo, lo aiuterà a rimanere con i piedi per terra.

Cosa è per te il Palio? "Non mi piace parlarne. Bisognerebbe spiegare a lungo di cosa veramente si tratta ed i lettori, non essendo di Siena, difficilmente ne comprenderebbero a fondo il senso intimo. E poi chi è di Siena sente il Palio come una cosa privata. E' una tradizione che nasce e cresce con i senesi e quindi ognuno di noi ne è geloso. Per noi è una parte di vita molto difficile da descrivere".

Da Siena, allora, a Roma: come ti trovi a Formello? "Molto bene, non sono qui da molto ma ho trovato un ambiente familiare; il centro sportivo è bellissimo e si può lavorare in serenità."

Cosa pensi di Roma? "Non ho avuto ancora il tempo di girarla ma spero che durante l'anno possa apprezzare Roma che è una delle città più belle al mondo".

Sei fidanzato? "Si con una ragazza che si chiama Erika. E' di Vicenza e la lontananza porta sicuramente dei sacrifici. Ma se un rapporto è solido, funziona anche a distanza".

Che macchina hai? "Ho una Mercedes e una Mini".

A quale squadra ti piacerebbe segnare? "A tutte ma è ovvio che il mio pensiero va subito al derby. Il goal avrebbe una valenza doppia."

Ci spieghi l'emozione che si prova dopo aver segnato un goal? "E' una cosa molto difficile da spiegare, è un'esplosione di gioia. Ti posso dire, visto che ho giocato in tutte le categorie, che segnare è sempre bello, dai dilettanti fino alla serie A".

Quando segni hai delle esultanze particolari? "Le avevo in passato, me le suggeriva mio fratello in base alla cabala. Una simpatica abitudine che è cominciata con Chievo in serie B: segnai 12 goal e vincemmo il campionato. Ma da quando è morto Jason, lo scorso anno, ho iniziato ad esultare come lui: in segno di rispetto. Mi ricordo che i tifosi laziali, come altri, misero uno striscione: la morte non conosce rivalità".

Cosa ha significato per te la morte di Jason? "Un grande dolore. E la consapevolezza di dover tenere i piedi per terra, nonostante il lavoro che facciamo, perchè il dolore è bruttissimo e ci vuole veramente poco per provarlo".

Il compagno di squadra a cui ti senti più legato? "Non lo dico apposta: sono rimasto colpito dall'accoglienza che ho ricevuto veramente da tutti. Sembrava che giocassi alla Lazio da una vita. Questa è stata una cosa che mi ha fatto molto piacere. In fondo conoscevo solo Pancaro e Manfredini".

Che tipo è Manfredini? Christian è un bravissimo ragazzo, con lui ho condiviso 2 anni fantastici al Chievo dove ci siamo tolti tante soddisfazioni. Per me è un giocatore importante perchè mi mette in condizione di concludere a rete ma importante anche per il reparto arretrato, in quanto è molto bravo tatticamente assicurando copertura alla difesa".

Che cosa è il derby per te? "Nelle squadre in cui ho giocato il derby è sempre stata na partita particolare, penso che a Roma sia una partita nella partita, anche grazie agli sfottò. C'è gusto il lunedì di andare al lavoro a prendere il giro il collega!!".

Secondo te che differenza c'è tra il derby veronese e quello romano? Sicuramente il campanilismo c'è in tutte le città ma indubbiamente giocare in uno stadio con questa cornice di pubblico sarà sicuramente una cosa particolare. Bisogna anche dire che per Verona, lo scorso anni è stato il primo derby in serie A, non ci sono le tradizioni che ci sono qui".

A quanti anni hai iniziato a giocare a calcio? "Ho iniziato sotto casa come tutti i bambini: ero molto piccolo, poi mi ricordo che un mio amico mi convinse ad andare a giocare nella squadra della Parrocchia".

Di che squadra eri da piccolo? "Interista".

Un gemellato... "Penso che sia una cosa molto bella. Penso sia bello anche il concetto di alleanza".

Quali sono i tuoi hobby? "Nei ritagli di tempo cerco di studiare, tenere la mente allenata è buon esercizio; mi piace navigare in internet anche se ho molto da imparare ancora. Una delle mie più grandi passioni è il cinema".

Ti piace di più il mare o la montagna? "Entrambi, ma per noi calciatori è pericoloso fare sci e quindi vado più spesso al mare".

Quali sport ti piacciono oltre il calcio? "C'è solo l'imbarazzo della scelta. Da piccolo oltre al calcio frequentavo anche la piscina e giocavo a basket".

Hai sempre giocato nel ruolo di attaccante? "Si tranne qualche partita in cui sono stato arretrato. C'era un allenatore che mi diceva che secondo lui dovevo giocare come stopper, forse aveva ragione...chissà...".

Che tipo di abbigliamento preferisci? "Dipende dalla situazione in cui ti trovi. Posso dire che negli appuntamenti importanti mi piace vestirmi elegante".

Che cosa pensi delle guerre nel Mondo? "Purtroppo sono episodi brutti che ti riportano con i piedi per terra e ti fanno riflettere".

Hai mai pensato di adottare un bambino a distanza? "Quando fai delle opere benefiche la miglior cosa è non pubblicizzarle mai. Comunque si, è una cosa che ho già fatto quando giocavo al Cagliari, tramite un istituto che ci chiedeva aiuto. Chi ha la possibilità è giusto che aiuti chi è meno fortunato".

Ti piaceva studiare? "Fino a 16 anni sono stato uno studente modello. Poi, crescendo, coltivando altri interessi ho un pò trascurato".

Se non fossi diventato un calciatore che cosa avresti fatto? "Il dentista".

Cosa pensi dei tifosi laziali? "Mi hanno colpito perchè in un momento non facile sono rimasti vicino alla squadra. Hanno dimostrato di essere veramente attaccati a questi colori ed a questa maglia a prescindere da chi la indossa.".

Quanta fortuna ci vuole per diventare un calciatore? "Ti dico un 30%...però poi oltre a doti tecniche e fisiche ci vuole molta concentrazione e voglia di arrivare".

Ti piacerebbe avere animali? "Avevo una gatta però dal momento che è venuta a mancare, mia mamma è stata così male che ha deciso di non prendere più animali".

Il tuo piatto preferito? "E' un casino! Sono una buona forchetta. Mi piace un pò tutto."

Tre aggettivi per descrivere Corradi. "Per il giocatore: combattivo, generoso e altruista. Questi sono atteggiamenti che uno porta inevitabilmente anche nella vita. Aggiungo che sono permaloso".

Cosa pensi di Mancini? Forse lo vorresti accanto a te in campo per avere i suoi assist? "A volte si mette a fare le partitelle insieme e noi ed è un piacere vederlo giocare. E' stato un grandissimo giocatore e ha tutte le carte in regola per diventare un ottimo allenatore perchè chi conosce il calcio come lui, capisce la psicologia del calciatore. Il suo bagaglio tecnico-tattico, unito alla voglia di lavorare faranno sicuramente la differenza".

 

 

Per qualunque problema o informazione, scrivete a:

b.corradifansclub@libero.it

alla home page    al menù principale