Articolo da Corriere della Sera 

13/02/2003 - Corradi & Miccoli fanno felice Trapattoni

Il gol del laziale e la prestazione del perugino sono le note liete dell' Italia che batte il Portogallo Pericoloso Panucci con le sue incursioni mentre Camoranesi, l' altro esordiente, parte bene, ma dopo resta ingabbiato

Il risultato ma anche il contorno. La nazionale di Giovanni Trapattoni torna infatti alla vittoria regolando il Portogallo con un gol di Corradi nella ripresa, abile il laziale nell' acrobatico tap-in sul forte destro di M iccoli. E che a mettere la firma sul successo siano stati due dei tre debuttanti della serata (l' altro era l' argentino Camoranesi) ci pare tutt' altro che casuale. Gli azzurri sono infatti tornati sulla scena con un entusiasmo ed un' applicazione c he avevamo scordato. Il risultato, appunto (l' Italia non vinceva dal 7 settembre scorso, quando si impose per 2-0 in Azerbaijan), ed il contorno, soprattutto gli scampoli di calcio brillante e mai convenzionale di Fabrizio Miccoli, un folletto che i portoghesi di Felipe Scolari ancora in versione sperimentale, hanno faticato ad acchiappare. Un contorno reso ancora più ghiotto dal risultato che, nel pomeriggio, aveva indotto al sorriso Giovanni Trapattoni: in un incontro del nostro girone di qua lificazione all' Europeo, la Jugoslavia (pardon, ora si dice Serbia Montenegro) di Dejan Savicevic s' è infatti impantanata sul 2-2 ospitando proprio l' Azerbaijan e spalancando nuovi e più rosei scenari per la nostra rappresentativa. Certamente ha i nciso lo schema (un 4-4-2 classico che più classico non si può, altro che suggestioni madridiste legate ad un ipotetico 4-2-3-1!) ma ancor di più hanno pesato la coesione azzurra, la capacità di presidiare il campo muovendosi all' unisono, e le motiv azioni dei singoli. A dimostrazione che, almeno per un certo target di partite, restano preferibili gli emergenti agli intoccabili. Certo, senza la crema dei goleador nazionali, la sfida di ieri è servita a confermare quanto già si sospettava: squadr a divertente e ricca di carattere, questa varata dal Trap, un giusto mix di sostanza (Nesta, Panucci, Zanetti, Delvecchio) e di fantasia (Miccoli) ma poco funzionale al gol, stante la predisposizione di Corradi soprattutto al cosiddetto lavoro oscuro . Contro il tradizionale aplomb portoghese (palleggio fitto ma poca sintesi come certifica l' inattività di entrambi in nostri portieri), caratterizzato dall' ubiquità di Figo, autentico playmaker in assenza di un Rui Costa ai margini della manovra ( del milanista, comunque, l' unica insidia ospite con un forte destro basso a fil di palo al 10' della ripresa), hanno funzionato soprattutto le accelerazioni di Miccoli (due destri in successione tra il 38' ed il 39' del primo tempo) e le incursioni di Panucci (colpo di testa sulla parte alta della rete in avvio e sul palo al 32' complice il portiere) mentre Camoranesi, l' altro esordiente sotto i riflettori, è parso navigare a vista, ingabbiato in un calcio sostanzialmente elementare dopo averc i illuso con un avvio scintillante. A differenza delle formazioni che l' avevano preceduta nel passato prossimo, l' Italia numero 27 di Trapattoni ha manifestato una apprezzabile linearità di rendimento, mantenendo inalterato il numero dei giri del m otore a dispetto di un accenno di sprint degli ospiti nel primo quarto d' ora della ripresa (di cui il destro di Rui Costa sopra accennato costituiva il misero bottino) ed addirittura incrementandolo con il succedersi dei cambi dalla panchina. Così e ra giusto che a rompere l' equilibrio di un' amichevole mai banale fossero gli azzurri ed in particolare due dei debuttanti al ballo di questa gelida serata genovese: Miccoli (gran botta respinta a guantoni aperti dal portiere) e Corradi (lesto a spe dire la sfera in rete con una acrobatica girata). Le opportunità per un legittimo raddoppio italiano (Legrottaglie di testa, una decina di secondi dopo avere rilevato Cannavaro, ed Ambrosini con un destro che il portiere lusitano non tratteneva) dive ntavano gli ultimi fotogrammi di una gara a suo modo storica, capace com' è stata di riconciliare la nazionale con i suoi tifosi. Era ora. 

 

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