12/09/2002
L’attaccante parla dei suoi ex compagni, che
affronterà domenica partendo titolare.«Lazio, seguimi e vinci».Corradi:
Chievo senza segreti, a Mancini ho detto tutto.
di STEFANO ORSINI FORMELLO - In pochissimo tempo ha
conquistato Mancini. Bernardo Corradi, l'ultimo arrivato in ordine
cronologico in casa Lazio, ha bruciato le tappe. Doveva fare il quarto
attaccante in un reparto ben collaudato ed adesso, alla prima occasione in
campionato, ha davanti a sé la grande opportunità di affrontare da
titolare proprio la squadra che lo ha lanciato sul grande palcoscenico. Il
Chievo che ha stupito l'Italia intera arriva all'Olimpico e lui, ex
interessato, gli ha preparato una bella sorpresa. «La filosofia di gioco
è sempre la stessa anche se sono cambiati alcuni giocatori. Pubblicamente
non mi permetterei mai di svelare i segreti di questa squadra ma a
Mancini, il mio nuovo allenatore, ho già detto tutto quello che c'era da
sapere....». Dunque Bernardo Corradi sale in cattedra e ieri insieme a
Manfredini è stato uno dei principali relatori nella riunione che prima
di pranzo a Formello ha dato il via alla stagione. Obiettivi ed ambizioni
in generale hanno presto lasciato spazio alle videocassette della squadra
di Del Neri. Pressing, velocità, rapidi contropiede e tanto altro,
spiegati da chi certi schemi li ha mandati giù a memoria e domenica dovrà
farci i conti. «Remando sempre tutti dalla stessa parte e perseguendo un
obiettivo comune siamo riusciti ad ottenere un risultato per noi molto
importante. I motivi dei successi del Chievo sono rintracciabili nell'unità
che c'è stata tra allenatore, squadra e ambiente. Tutti elementi che ho
ritrovato in pieno qui a Roma». In passato paragonare una realtà
centenaria come quella biancoceleste a quella di un piccolo quartiere di
Verona avrebbe fatto venire i brividi. Adesso, invece, tra salary cap e
necessari cambiamenti di filosofia qualcuno ha cambiato ottica. «Rispetto,
stima, capacità, pubblico e tanto entusiasmo. Tutte cose che alla Lazio
ho trovato e che ci potrebbero dare quel qualcosa in più per arrivare in
alto. Nesta e Crespo ora non ci sono più ed il tifoso pian piano dopo i
primi momenti di sofferenza - in particolare per Nesta che era una
bandiera - sta cominciando a capire che è la maglia la cosa più
importante. Vedrete, la gente laziale sarà con noi». Importantissimo sarà
partire con il piede giusto. «Ci vorrebbe subito una vittoria. Vivrò
personalmente sensazioni particolari. Mi sono tolto grandi soddisfazioni
con la maglia che avrò di fronte e dunque sarà una partita speciale».
Cela l'emozione, il centravanti nato a Siena pronto a parlare di tutto
tranne che della tradizione della sua città. «Non mi piace mischiare
certe cose con il calcio. Però una cosa la poso dire: lo spirito senese,
quello del Palio, mi ha insegnato molto per affrontare la vita». Il
campionato finalmente sta per cominciare. Il count down è partito. «Trascorrere
le domeniche senza giocare per noi che lo facciamo di mestiere è molto
strano. Adesso quello che volevamo si sta avverando e per me, che in Uefa
non posso giocare, sarebbe molto importante esserci». Quella maledetta
manciata di minuti in cui è sceso in campo nei preliminari di Champions
League con la maglia dell'Inter gli ha pregiudicato la possibilità di
indossare in coppa Uefa quella della Lazio. Roberto Mancini pensa dunque a
lui come centravanti in campionato. L'indisponibilità di Chiesa e la
partita con lo Xanthi di giovedì prossimo nella quale dovranno certamente
andare in campo dal primo minuto Lopez ed Inzaghi, sembrano schiudergli le
porte. «Deciderà il mister. Siamo tutti a disposizione e non abbiamo
intenzione di fare storie». Per lui, centravanti di peso, cominciano a
sprecarsi i paragoni. «Crespo quando è arrivato a Milano ha detto di non
sentirsi Ronaldo. Permettetemi di fare lo stesso nei confronti di chi mi
ha preceduto». Un parallelo che lo stuzzica è invece quello legato al
nome di Casiraghi. «E' uno dei giocatori che più mi è piaciuto nel
panorama italiano. Lo vedevo in tv e univa alla tecnica il temperamento.
Sarà dura arrivare a lui ma questo mi stimola a fare sempre meglio».
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