Cosa vi era scritto negli esposti smarriti?



Prima di inviare gli  esposti ci eravamo recati dai carabinieri in maggio '04 e in ottobre'04, quest'ultima volta in un'altra città.
Aspettando l'intervento dell'autorità, tra la ricerca di un nuovo lavoro che non arrivava mai, abbiamo scritto testimonianze su testimonianze, tanto da arrivare a più di 180 pagine complessive scritte molto fitte per risparmiare sulle spese postali di invio documenti.

Primo documento
Il primo documento inviato era sostanzialmente simile a quello lasciato ai carabinieri in ottobre. Era stato proprio un carabiniere ad indicarci la strada degli esposti, anche se ci aveva indicato le Procure locali. Abbiamo invece reputato di inviare i documenti a Roma perchè temevamo che in Provincia sarebbe stato insabbiato tutto: si trattava di problemi di fondo ben più gravi e di un senso di ingiustizia palpabile, ben oltre le nostre vicende, tanto da farlo notare a livello nazionale.
Nel primo esposto riportavamo delle testimonianze relative a culti esoterici, messe nere, sedute spiritiche, evocazione dei morti, abusi sessuali.
L'inizio partiva con una frase del tipo "la nostra situazione è simile a quella di chi fugge da un'organizzazione mafiosa".
Dopo aver consegnato il primo documento, la nostra situazione è peggiorata. Abbiamo subito infatti, tra l'altro una violazione di domicilio, perdita di pratiche,.
Il primo documento lo avevamo inviato anche al Presidente Ciampi, sostanzialmente identico eccetto una pagina introduttiva diversa.


Secondo documento
Nel secondo documento abbiamo chiesto l'intervento dell'autorità perchè vi è stata una violazione di domicilio, con trafugamento di oggetti personali presso la sede dell'attività.  Abbiamo saltato i carabinieri locali, presentando il caso direttamente in Procura, perchè avevamo dei buoni motivi.
Chiedevamo un intervento urgente, anche perchè siamo stati chiusi fuori dai locali della nostra attività, ed a tutt'oggi non vi siamo più entrati. Conserviamo un filmato fatto con il telefonino attraverso le vetrate che mostra quanto dichiarato.
Contestualmente abbiamo presentato un'analisi di come l'attività  stava per essere affondata da altre aziende.
Un'azienda in particolare ci aveva comunicato di volerci fare causa. I motivi erano inconsistenti: un titolare l'avevamo già segnalato per minacce ricevute, ancora in maggio 2004 ai carabinieri locali, ove vi era la sede dell'attività. Il maresciallo si era fotocopiato un'email inviata da quella persona che avevamo mostrato per l'occasione. Questa persona usava tra l'altro una terminologia strana, ad esempio il verbo "onorare" che non si usa, almeno qua da noi, in ambito commerciale..
Probabilmente volevano affondare la nostra attività per prendersi un prodotto che noi avevamo costruito in 10 anni di lavoro, naturalmente a prezzo fallimentare. Questo prodotto faceva gola a più di una persona. Sapevano che noi vivevamo solamente del nostro lavoro e che non avevamo risorse economiche, perchè eravamo in trattative per vendere il prodotto a qualche grossa società. Sapevano che non potevamo difenderci. Sapevano pure che noi dovevamo fare causa a loro perchè ci avevano causato grossi danni con i loro "marchingegni" che non funzionavano: avevano avuto pure il coraggio di ammetterlo spudoratamente.
La violazione del domicilio dell'attività ci ha impedito di proseguirla e di difenderci, perchè la documentazione, i progetti, la contabilità era all'interno di quei locali che sono diventati inacessibili per noi. Sembrava che la cosa doveva sempre risolversi a giorni, ma la perdità dei nostri esposti e denunce ha chiaramente impedito che questo avvenisse.
Tutto questo ci ha naturalmente bloccato tutti i lavori e la possibilità di fare qualsiasi operazione amministrativa, commerciale, produttiva.
Nelle pagine inviate in Procura si faceva riferimento anche ad alcuni giri di soldi che finanziavano probabilmente alcune attività produttive, e cosa si diceva nell'ambiente in proposito.
Il secondo documento lo avevamo inviato anche al Presidente Ciampi e reinviato circa un mese dopo perchè non ci arrivò l'avviso di recapito.


Terzo documento
Il terzo documento conteneva una denuncia vera e propria per violazione di domicilio.
Non sapevamo che i documenti erano stati persi, tra l'altro noi avevamo la ricevuta di ritorno timbrata dalla Procura. Così abbiamo pensato che bisognava mandare il documento con la dicitura "denuncia.........." ed essere più incisivi.
Così scrivemmo una denuncia. Il nostro procedimento, ci confermò più tardi un maresciallo di Roma, era corretto.
Il documento conteneva inoltre un esposto con alcune testimonianze di riti e messe nere delle quali ero stato partecipe all'età di 11 anni: era una spiegazione dettagliata di alcuni riti, svoltisi sulle colline in cui si offrivano i propri figli ad entità esoteriche. Ai bambini si spiegava che avrebbero parlato con Dio, venivano così convinti a rimanere all'interno di un cerchio mentre si celebrava una particolare messa.
Altre pagine contenevano delle testimonianze relative a probabili violazioni relative a servizi postali e a documentazione postale soggetta a firma.
Anche questo documento è stato inviato al Presidente della Repubblica

Quarto documento

Il quarto documento è stato inviato il 10 di Marzo 2005, dopo il nostro viaggio a Roma, e conteneva un riepilogo dei documenti precedenti già inviati, che non abbiamo trovato registrati. Inoltre rinnovava la richiesta di aiuto ed intervento.
Conteneva naturalmente la questione dei documenti non pervenuti  in Procura.
Vi era un primo documento relativo al caso "Beatrice", in cui si chiedeva di verificare un'eventuale traffico di reliquie di Santi in relazione alle messe nere e a quanto precedentemente esposto.
La cosa è assai complessa da spiegare, tuttavia è ben nota, anche a livello di stampa, una certa attività di questo tipo: non è mistero che proprio lì vicino al colle ove sorgeva il monastero fondato da Beatrice I siano stati avvistati incapucciati, anche da segnalazioni preoccupate di chi vive nella zone e dalla cronaca locale. Qualche anno addietro sempre nei pressi è stato trovato morto un architetto, in circostanze strane.
Questo documento è stato spedito anche al Presidente della Repubblica
Una lettera di qualche pagina sulla nostra situazione è stata spedita ad altre personalità dello Stato.

Quinto documento

Il quinto documento è stato inviato il 19 di Marzo 2005.
Conteneva:
-un esposto sulla violazione della nostra privacy;
-un aggionamento sul caso "Beatrici".
-altri due esposti aventi come oggetto questioni relative alla nostra attività.
Il documento è stato spedito anche al Presidente della Repubblica
Questi primi cinque documenti sono stati successivamente raccolti nel "riepilogo 1" di 88 pagine. Il 19 di Aprile '05, constatato che a Roma ancora i nostri documenti non risultavano registrati, abbiamo consegnato questo "Riepilogo 1" manualmente presso l'ufficio primi atti, congiuntamente al "riepilogo due" di altre 52 pagine

Documenti inviati ad altre procure.
Il giorno 23 Marzo, non sapendo più che Santi chiamare, abbiamo inviato un documento di poche pagine tramite posta prioritaria a varie Procure.
Eravamo affamati, con della gente che era arrivata fino a sotto casa nostra per minacciarci, senza possibilità di difenderci, con i documenti continuamente persi, e nessuno che interveniva. Chiediamo aiuto urgente ad altre Procure, sperando che almeno una si interessi al caso. Non sappiamo nemmeno se tali lettere siano state accettate, perchè senza soldi le abbiamo inviate per risparmiare tramite posta prioritaria, invece che raccomandata.
Una copia l'abbiamo inviata anche alla Procura di Roma, Bologna, Pisa, Urbino, Brescia, Parma.
Dopo Pasqua inviamo una lettera come quella descritta alla Procura di Monza, Milano (qui sbagliamo indirizzo),, al Prefetto di I Classe.

Sesto  documento
Il sesto documento è stato inviato dopo il 12 di Aprile.
Contiene aggiornamento dei fatti.
Vi è un riepilogo dei fatti dal 2004 fino alla data di invio, scritto per far capire come troppi fatti strani si erano succeduti l'uno dietro l'altro.


Settimo  documento
Il settimo  documento è stato l'unico ad essere arrivato e per il quale, in Novembre 2005 abbiamo avuto risposta da P.M. della Procura di Roma.
Questo documento lo avevamo mandato per prassi.
Nel settimo documento vi è in dettaglio l'elenco delle raccomandate inviate in procura e chiediamo di verificare cosa sia successo in proposito. Il P.M. conferma che  i documenti precedenti non sono pervenuti.
Questa cosa, di per sè negativa, è stata invece una buona notizia per noi, per mostrare, a chi ci ha sempre trattato come pazzi, che in Procura hanno perso o sottratto o smarrito dei documenti: è certamente preferibile pensare che noi siamo matti rispatto all'idea che un cittadino non possa far valere le sue ragioni in Procura, perchè là i documenti sono ripetutamente non pervenuti o perduti.



Il documento lasciato ai carabinieri in Ottobre '04, che fine ha fatto?
Ci siamo sempre chiesti dove sia finito il documento lasciato ai carabinieri ad inizio Ottobre 2004.
Per ora abbiamo formulato solamente ipotesi.
I carabinieri stessi non potevano tenerselo, almeno così ci hanno detto a maggio '05, e probabilmente lo hanno inviato per competenza ai carabinieri di residenza, anche se la carta d'identità, ancora valida, riportava la residenza precedente, ovvero ove vi era la sede della nostra attività.
Forse il documento è arrivato fino alla precedente residenza, poi non si sa cosa abbia deciso il comandante, che già ci conosceva per l'incontro di Maggio '04.
Oppure qualche carabiniere, reputando quei fatti descritti importanti, deve aver spedito il documento a Roma: infatti l'unico documento che risultava a Roma a Marzo 2005 era un documento con data ottobre 2004, ma noi non avevamo inviato nulla in ottobre '04.
Poi abbiamo ipotizzato che questi fosse l'unico documento arrivato, perchè non spedito da noi, ma probabilmente dai carabinieri stessi, tramite vie preferenziali e diverse delle nostre.
Da Roma tale documento è stato inviato alla Procura di competenza in Veneto, ancora ai primi di gennaio 2005: così ci era stato detto dall'impiegato a Roma. Probabilmente dalla Procura veneta di competenza è stato inviato ai carabinieri locali di residenza per le indagini: di questo non sappiamo nulla.
Avevamo dei buoni motivi per inviare i doumenti a Roma. Se pure qualche carabiniere l'ha inviato a Roma avrà avuto motivi ancora più validi dei nostri.
La comunicazione di questo primo documento ai carabinieri locali, se ciò è avvenuto, è stata una pessima idea: la legge prevede quest'iter, che non sempre dà buoni risultati. E' meglio che le indagine siano svolte da personale indipendente e non inserito nella rete locale. E' stato fatto lo stesso errore nel caso di Totò Riina, dove si erano affidati dei compiti ai carabinieri locali, ora sotto indagine perchè tali compiti non sono stati eseguiti.
Inoltre in occasione dell'incidente delle auto, avvenuto in Marzo '05, sono intervenuti i carabinieri locali, che hanno commesso vari errori di procedura.
Sarà stata tutta la nostra vicenda, le incomprensioni, casi sfortunati e quanto di peggio.........
Servirebbe una seria indagine in proposito in modo da levare tutti i dubbi possibili e trovare la verità, evitando in questi casi di giustizia il compromesso, che fa solo male allo Stato.


Cosa è successo invece al Quirinale, alla Procura di Milano?
Noi ci siamo trovati in una storia più grande delle nostre capacità, senza avere un appoggio..
Per questo abbiamo tentato con le nostre poche possibilità e conoscenze di venirne a capo.
Avevamo scritto anche al Presidente della Repubblica presso il Quirinale varie raccomandate. Ci chiediamo che fine hanno fatto.
In Quirinale ci eravamo si recati a capire lo stato dei nostri documenti, ma non ci sono stati dati dettagli, così poi abbiamo lasciato perdere.
L'unica cosa comunicataci dal Quirinale è questa: i documenti erano stati convogliati al Ministero dell'Interno, che per competenza li aveva inoltrati alla prefettura in Veneto: dal Quirinale stesso aspettavano una risposta dal Veneto. A maggio '05 ci siamo recati in prefettura, quella di competenza in Veneto: non risulatava alcun documento, tanto che li abbiamo spediti noi.
Avevamo inoltre fatta denuncia alla Procura di Milano dei documenti spariti a Roma: cosa serviva fare denuncia presso la stessa Procura di documenti che spariscono all'interno della stessa struttura?
Ma da Milano nessuna risposta.
Insomma tutti questi documenti che fine hanno fatto? Sono stati smarriti come gli altri? Perchè nessuno è intervenuto?
Inoltre in tutti i documenti chiedevamo, indipendentemente dalle indagini, un intervento urgente e chiedevamo di poter depositare altri documenti anche in formato multimediale.
E la nostra richiesta di aiuto alla Corte per i diritti umani con sede a Strasburgo, dove è finita?


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