Caso Stalker

Caso “Stalker”
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Versione spray pubblicabile : 14 Dicembre 2009.

Il caso include, oltre a questo documento, i file/documenti

“Caso Stalker-1-TTY.pdf” “Caso Stalker-2-Med Service*.pdf”, “Caso Stalker-3-True Vision*.pdf
che costituiscono, in quasi cinquecento pagine, un tutt’uno indissolubile.

 

OGGETTO:

Questo documento contiene la ricostruzione dell’azione di Stalking (“Atti persecutori” art 612 bis) attuata a danno della parte scrivente, a partire dall’anno 2000 ad oggi, ad opera della persona denominata, qui per antonomasia, “Stalker”, identificata nella parte “Parte I..05”, la quale tramite minacce (art 612 c.p.), truffa (art 640 c.p.), estorsione (art 629 c.p.),  diffamazione (art. 595 c.p.) e altre azioni delineate nel documento, portò a termine l’obiettivo di distruggere prima la nostra azienda, e poi le nostre persone.

 

L’azione dello Stalker è tutt’altro che conclusa, la definiamo più che altro una situazione pendente e pericolosa, che in qualche maniera le forze dell’ordine devono risolvere per ridarci libertà.

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Documenti, elementi e prove, a cui fanno riferimento i testi, si trovano memorizzati all’interno della cartella “stkfiles” .

 

Avvertenze

Questo documento racconta una storia vera. Molti nomi di persone, società, e città che comparivano  nel testo originale sono stati sostituiti con altri nomi reali, onde evitare diffamazioni, violazioni della privacy e per garantirci una certa tutela e protezione. I nomi sostituiti sono evidenziati dalla particolare formattazione e/o dall’asterisco che segue la parola. Segue nella parte finale l’indice di tali nomi. Il caso include, oltre a questo documento, i file/documentiche non sono qui inclusi:

“Caso Stalker-1-TTY.pdf” “Caso Stalker-2-Med Service*.pdf”, “Caso Stalker-3-True Vision*.pdf
.

 

Parte I.                         Presentazione

.01          Principi generali del documento

Questo documento è scritto con il principio generale di fare chiarezza sulla vicenda “Stalker”. Si tratta di un documento “espositivo” che delinea azioni e delitti compiuti dallo “Stalker”, al contempo da una spiegazione logica al nostro comportamento, costituendo, di fatto, una risposta a diffamazioni sorte intorno alla nostra persona. .

.02          Premessa

Sebbene del caso Stalker ne avevamo già parlato in altri contesti[1], e in un contesto specifico, i documenti prodotti sono sempre stati, per questioni indipendenti dalla nostra volontà, una bozza.

Quest’opera invece mira a fare luce su quanto ci è accaduto, relativamente al caso Stalker, in maniera dettagliata e sistematica.

 

Rappresenta, per la parte scrivente, una forma di difesa, o meglio, per come si sono svolti i fatti, di “autodifesa”: costituisce soprattutto una chiarezza voluta e dovuta nei confronti della giustizia. Vogliamo dunque togliere, con questo documento, le macchie, il fango e tutto ciò del quale siamo stati ingiustamente accusati, rispondendo con dovizia di particolari, elementi e prove.

 

Vogliamo sottolineare, come più volte l’azione dello Stalker ci abbia creato problemi non solo sotto l’aspetto della violenza alla nostra persona e dei danni patrimoniali, ma come il suo comportamento alla fine abbia influito anche su enti ed autorità, sulle opinioni e l’operato di chi doveva considerare il nostro caso in termini più ampi, ovvero anche di quanto segnalato all’autorità, non inerente allo Stalker, attraverso i nostri esposti[2].

 

Non si tratta dunque solo di fare chiarezza sulle cause che ci hanno portato ad essere vittima dello Stalker, perdere il lavoro, la casa e una vita dignitosa, ed individuare in esse dei comportamenti delittuosi, ma anche di espandere le considerazioni alle cause che ci hanno impedito, in un secondo momento, di difenderci e di rifarci una vita, ovviamente ipotizzando che lo Stalker ne sia parte in causa anche in questo.

 

Per fare ciò è necessario dunque dimostrare una continuità nell’operato dello Stalker, ed è per tal motivo che quest’opera analizza a fondo i rapporti, non fermandosi ad aspetti di facciata patrimoniale o a singoli fatti o reati.

Nell’opera traspare una continuità, un filo logico di comportamento. Certamente non è cosa facile, non spetta a noi l’ultima parola, ma da quanto emerso, sembra che dal 2000 al 2004, momento in cui troncammo qualsiasi rapporto con lo Stalker, questo filo logico ci sia stato. E’ preoccupante segnalare che questo filo logico, seppur più difficile da mostrare, sia continuato anche dopo il 2004, in maniera più invisibile e subdola, tranne alcuni elementi eclatanti come quello relativo “alle pagine internet” che andremo ad esporre, del 2005... o qualche aspetto recente del 23 dicembre 2008.

E’ indubbio che lo Stalker fu fonte della nostra rovina, come mostreremo in questi documenti, è dunque anche l’origine di molti mali accaduteci dopo. Ma lo Stalker già conosceva la nostra situazione e le conseguenze che potevamo patire, cosa che effettivamente accadde , e non per questo smise di crearci problemi, anzi continuò per la sua strada, strada mascherata da una fantomatica diatriba su questioni di software, che celava in realtà altre mire, altri scopi. Per quanto detto, l’azione dello Stalker è dunque individuabile come una causa diretta della situazione accadutaci “dopo”.

 

Dunque lo Stalker non fu solo la persona che arrivò a minacciarci per ottenere dei favori, il truffatore o ladro, ma fu anche l’agente attivo di molte diffamazioni messe in atto preventivamente nei nostri confronti perché non potessimo accusarlo. Messe in atto in seguito perché non potessimo difenderci, ed operare.

 

Le anomalie comportamentali riguardanti lo Stalker riguardano il rifiuto di ogni soluzione costruttiva, la negazione violenta di ogni legittima proposta da egli non concepita. Solo ciò che egli pensa o vuole è legale e legittimo, incluso distruggere un’azienda o una persona.

 

Lo Stalker si accanì contro di noi, mettendo in atto un gioco di forze spropositate rispetto alle nostre possibilità, si comportò contro di noi e contro la nostra piccola azienda in maniera insana, come se volesse qualcosa o qualcuno a tutti i costi, tramite raggiri e imponendo prevaricazioni. In tutto questo è difficile delineare un semplice danno o delitto (codice penale: art. 513., art. 628 , art 640, art 594, art 612,  …)  , il tutto sembra più configurabile come una situazione di Stalking (art 612 bis), nella fattispecie per questione di vendetta, o una questione di bullismo, in ogni caso una situazione che coinvolge la sfera psichica del soggetto.

 

.03          Schema del documento

Il caso, per facilitarne la comprensione, è suddiviso in quattro parti o “documenti” memorizzati in file separati: una parte generale (questa) e tre parti di argomento specifico.

Le parti specifiche includono premesse, carteggio delle comunicazioni avvenute tra le parti, e narrazione.  In particolare queste parti sono state sviluppate con il criterio di mostrare colpe, fatti e incongruenze della controparte, e smontare le accuse che ci erano state mosse.

Costituisce completamento del presente lavoro i files originali costituenti elementi e prove memorizzati nella StoryBoard[3] nella cartella “x-elementi-prove\Stalker” che forniamo in maniera “digitale”.

 

.04          Suddivisione dell’opera:

Caso Stalker
Si tratta di questo documento che introduce il caso, identifica le parti, evidenzia le azioni svolte dallo Stalker, con particolare riferimento a atti illeciti, rimandando per i dettagli agli altri documenti specifici, in ultima formula indirettamente le ipotesi di reato e le richieste fatte all’autorità.

Caso Stalker-1-TTY
Elabora l’argomento ed il carteggio relativo al terminale PCX90*, oggetto di contratto tra le parti che diede origine ai rapporti commerciali e personali con lo Stalker e relative contestazioni.

Caso Stalker-2-Med Service*
Elabora l’argomento relativo al Software “Med Service*”, e la fase delicata in cui la personalità dello Stalker emerse nei suoi tratti.

Caso Stalker-3-True Vision*
Elabora l’argomento relativo al software “True Vision*” e alla fase finale dei rapporti con lo Stalker.

 

Nella parte Parte V di questo documento introduciamo informazioni basilari sulla nostra società, su “ FlyRecorder*”, sul terminale PCX90* necessarie per la comprensione dell’”opera”.

 

.05          Identificazione e presentazione dello Stalker e Boldrini* Instruments

Le controversie nacquero tra il signor Boldrini* Stefano, titolare della ditta Boldrini* Instruments di Vicenza e la parte scrivente, costituente all’epoca i soci dell’azienda Softex* s.r.l. di Legnaro*. Sebbene parte delle controversie riguardano aspetti delle relative società, si trasformarono subito, per ragioni dipendenti dallo stesso Boldrini*, e del “modo veneto di fare impresa”, in questioni del tutto personali.

 

Il Boldrini* Stefano è dunque in questo documento “lo Stalker”, l’appellativo con cui abbiamo iniziato a chiamarlo da molto tempo, e che abbiamo usato come titolo per il caso, per identificare non solo la persona ma anche la situazione globale. .

Il Boldrini* è il titolare della Boldrini* Instruments, la persona in capo, in Veneto il “paron” con il quale abbiamo sempre avuto a che fare per tutte le questioni decisionali, di investimento e economiche inerenti i rapporti con Boldrini* Instruments.

 

Premessa sull’azienda

La Boldrini* Instruments  è un’azienda tipicamente familiare, come molte in Veneto, di proprietà della famiglia Boldrini*, nata, come ci disse Stefano Boldrini*, nel garage di casa, con l’acquisizione di un’importante commessa per produzione di schede elettroniche.

.06          Sulle origini dei contatti con Boldrini* Instruments

I primi contatti effettivi con Boldrini* ed il Boldrini* Stefano avvennero nell’anno 2000, quando la nostra azienda cercava nel mercato un terminale industriale da applicare al nostro sistema software  FlyRecorder*.   FlyRecorder* era già funzionante in alcune aziende da anni e nel caso specifico avevamo collegato il nostro sistema, direttamente alle macchine industriali. Il collegamento diretto tramite dispositivo elettronico delle stesse macchine però era limitante, perché per ogni nuovo cliente occorreva entrare in contatto con le ditte fornitrici…

La soluzione giusta era di fornire insieme al software un terminale già predisposto.

La Boldrini*  ci fu presentata dal signor G.  Tonioli*, come un’azienda che poteva fare al caso nostro. G.  Tonioli* era uno dei titolari della  Tonioli* s.r.l, primo cliente del nostro  FlyRecorder*. Il terminale ci fu presentato come un vero affare.

 

Riferimenti e approfondimenti:

Nella parte   Parte V vi sono le  informazioni basilari su Softex*, su “ FlyRecorder*”, sul “Terminale PCX90*” necessarie per la comprensione del presente elaborato.Nel carteggio specifico dedicato al terminale  Caso_Stalker-1-TTY” vi sono i vari dettagli, in particolare in appendice vi è un estratto del depliant relativo a “ FlyRecorder*” così come era presentato in fiera Milano nel 2000, poco prima di aver dato vita al contratto relativo alla progettazione del terminale stesso. .

In “Caso_Stalker-3-True Vision*”, nelle premesse vi è anche “La situazione alla nascita di True Vision*: «Dai  Tonioli* ai Boldrini*»

Sulle connessioni e sulle ipotesi di associazionismo tra i Boldrini*, titolari di Boldrini* e i  Tonioli*, titolari della  Tonioli* s.r.l,. vi rimandiamo al punto  Parte V..04(iv)

 

Parte II.                      L’azione svolta dallo Stalker

.01          Premesse

Suddividiamo le azioni svolte in: diretta, indiretta e generale.

L’azione diretta è quella svolta dallo Stalker nei nostri confronti per i danni subiti per inadempienza contrattuale, per fornitura del bene con vizi, per le minacce proferite, per la truffa della sinergia e per i danni relativi a True Vision*…; l’azione indiretta è quella operata attraverso la diffamazione compiuta in generale sulle nostre persone e sulla società.  Ogni singola azione  ha poi al suo interno i suoi risvolti diretti ed indiretti, ma questa prima classificazione è fatta con il criterio di intendere le singole azioni dello Stalker finalizzate ad un obiettivo comune, operate attraverso mezzi diretti ed indiretti..  “Dell’azione in generale” delinea il filo che collega le singole azioni, ravvisandole come una serie di atti, atteggiamenti, violenze e utilizzo di mezzi fraudolenti per impedire e turbare l’esercizio della nostra azienda. 

.02          L’azione diretta dello Stalker

.(A)          Sui danni per inadempienza contrattuale: ritardo sui termini di consegna del terminale PCX90* e consegna parziale del bene pattuito

Premesse

Il progetto del terminale PCX90*[4] fu commissionato da Softex* S.r.l. ad Boldrini*  nel 2000 e costituì la base di partenza dei rapporti tra le due società. Il terminale doveva servire come periferica del Sistema software “ FlyRecorder*”, il software realizzato da Softex*. La questione del terminale è affrontata in specifico nel file/documento “Caso_Stalker-1-TTY” al quale vi rimandiamo per i dettagli.

Le  informazioni basilari su “ FlyRecorder*” e  sul “Terminale PCX90*” si trovano nella  parte

Parte V titoli:  Sul Sistema Software ” , “Sul Terminale ”.

 

Nei nostri piani di marketing, il terminale costituiva un elemento basilare per la vendita del Sistema  FlyRecorder*.

Fatto

Secondo quanto accordato con il Boldrini*, i primi prototipi del terminale dovevano essere forniti da Boldrini*  ancora in settembre-ottobre 2000 . Ma addirittura per tale periodo i lavori della controparte non erano ancora iniziati. Non ci fu maniera per noi, seppur insistendo, di fare rientrare il progetto nei termini stabiliti. Un primo prototipo incompleto ci fu consegnato in luglio 2001 ed una versione intermedia rivendibile in Ottobre 2001.

Dunque Boldrini*  consegnò il bene, oggetto del contratto, in maniera incompleta e con oltre un anno di ritardo, venendo meno al contratto formulato dalle parti.

Riferimenti:

Per il ritardo sui termini di consegna, e relativi documenti che provano quanto detto, vedere la parte  “Precisazioni”  nella parte iniziale del documento “Caso_Stalker-1-TTY”, punto  A “Ritardo” e “Dettagli sul punto A”.. 

Sulla fornitura incompleta del bene vedere “Caso_Stalker-1-TTY” il punto B:“Il progetto da parte di Boldrini* non fu mai completato”.

Danni

Il ritardo ci causò la perdita dei potenziali clienti, ai quali avevamo assicurato la presentazione del terminale per l’autunno e con i quali eravamo in trattativa per la vendita del Sistema  FlyRecorder* e dei terminali. In particolare i clienti che avevamo incontrato presso il nostro Stand in fiera, fiera promossa per far conoscere al grande pubblico la nostra società e relativo prodotto.

Vi fu danno per mancata rivendita del terminale e per mancata vendita del Sistema  FlyRecorder* . Vi fu anche un danno d’immagine perché venimmo meno alle promesse di fornire sistema e terminale nei termini previsti.

Sulla natura parziale della fornitura del bene, è da dire che il bene fornito da Boldrini* era utilizzabile in parte, ovvero con caratteristiche limitate rispetto a quanto era stato pattuito. Questo si traduceva in termini pratici in una minore possibilità di commercializzazione.

Con uno stratagemma, il Boldrini* riuscì ad avere da noi il saldo del progetto, senza effettuarci sconti per la parte mancante, di questo parliamo  nella parte Parte II..02.(F)Sulla truffa della sinergia

 

 

.(B)          Sul danneggiamento per i vizi mai risolti sul bene fornito.

Premesse

Dopo essere stato fornito, il terminale fu posto sotto test in due aziende, per alcuni mesi. Durante questa fase non erano emersi vizi  che sembravano pregiudicarne la rivendita, almeno per la parte completata, tranne alcune anomalie, che Boldrini* si era impegnata a correggere. Effettuiamo dunque la prima vendita consistente di 30 pezzi. Dopo alcuni mesi emergono vizi occulti di tipo “hardware” e cominciano sistematicamente a bruciarsi dei pezzi del terminale.

Fatto

Tra Aprile e Giugno 2002, sono venduti alla TSZ Industries*  29 terminali. Da Luglio 2002 i terminali cominciano a rompersi sistematicamente. La situazione con il tempo peggiora, tanto che l’azienda comincia a fare vari reclami. Stessa cosa capita in un’altra azienda: la  Tonioli* s.r.l.. I terminali risulteranno inaffidabili e non adatti a essere venduti.

 

Riferimenti:

Vedere la parte “Precisazioni” nella parte iniziale del documento “Caso_Stalker-1-TTY”, punto  C “i terminali risultarono inaffidabili e soggetti a continue rotture”. 

 

Danni

Nelle aziende in cui avevamo venduto i terminali dovemmo sobbarcarci varie spese di trasferta, di analisi , e di lavoro per sistemare i danni causati. Vi furono delle spese indirette, perché le rotture dei terminali creavano degli errori nella registrazione dei dati della produzione, o dei vuoti. Errori o vuoti che occorreva sistemare a mano sul posto. Per ovviare ad alcuni vizi software sul terminale, emersi dopo la vendita, e mai risolti da Boldrini*, sono state da noi prodotte procedure specifiche all’interno del nostro software  FlyRecorder*, con dispendio di varie risorse.

Vi fu poi il danno indiretto, per la cattiva pubblicità recataci dalle rotture dei terminali forniteci da Boldrini*. Ovviamente questi vizi resero il terminale invendibile e resero danno anche all’immagine del nostro Software  FlyRecorder*.

.(C)          La presentazione del commercialista

Nel 2002 il Boldrini*Stefano ci presentò, presso la sede di Boldrini*, il dottor commercialista G.  di Milano. Ci fu presentato come commercialista capace di risolvere alcune problematiche relative all’amministrazione contabile-giuridica del software.  Era il commercialista della Boldrini*, e divenne poi, nel 2003 anche il nostro. Probabilmente questa fu un’azione del Boldrini* di larghe vedute, intesa ad esercitare una forma di controllo sulla nostra società, facente parte in termini generali della truffa che andiamo a delineare nei punti successivi del documento.  Il commercialista era un amico del procuratore di Medical TKE* s.r.l. e convivente del Boldrini* (con prole).

.(D)          Sull’aspetto “Medical TKE*” e sull’inizio dei comportamenti oltraggiosi del Boldrini*Stefano.  .

                              (i)          Premesse

Ancora durante l’estate 2002, già iniziarono le rotture terminali ”: la situazione sembrava risolvibile, lo stesso Boldrini*Stefano assicura che ciò era dovuto a un lotto difettoso di un componente del terminale.

 

Il Boldrini*, per rinsaldare i rapporti, ci propone un buon affare: la realizzazione di un software per una multinazionale, la Medical TKE*. Egli ha questo affare per le mani, e ovviamente non essendo Boldrini* una software house, sta cercando qualcuno che lo realizzi. Si tratta dunque di una specie di sub-appalto. Il software per Medical TKE* è denominato semplicemente “Med Service*”.

 

In questa maniera Boldrini* sarebbe divenuta non solo nostro fornitore ma anche nostro cliente. La proposta sembrava alettante e portava benefici ad entrambi. Boldrini*, che non era una software house, poteva guadagnare dal sub-appalto vendendo i servizi ad un prezzo più alto[5], e noi oltre al guadagno diretto, potevamo contare, almeno a detta del Boldrini*, in sviluppi ulteriori della faccenda, ovvero in una serie di lavori e di contratti che sarebbero scaturiti in futuro. E questo pareva pure un modo da parte del Boldrini*, per rimediare ai danni fatti relativamente alla questione “terminale”.

Il contratto fu firmato in ottobre 2002, ed il software consegnato alcuni mesi dopo, in marzo 2003.

Durante i lavori sul software e nella fase di consegna e successiva installazione, nacquero diversi problemi con il Boldrini*Stefano e cominciò a trasparire la sua natura violenta.

 

                             (ii)          Sulle accuse e sui comportamenti del Boldrini*

Fummo accusati di aver consegnato in ritardo il software in oggetto e relativa installazione.

Ma nel documento specifico “Caso_Stalker-2-Med Service*” dimostriamo che:

Che il ritardo sulla consegna del software, previsto da contratto (Articolo 3-Durata) per fine Gennaio ‘03, è dovuto al comportamento della controparte e in particolare al  mancato rilascio, da parte di Medical TKE*, di alcune specifiche fondamentali. In particolare, i “codici di fatturazione” e le regole di come dovevano essere usati dal software, furono consegnati solamente il 17 febbraio 2003, ben oltre la data prevista da contratto.

Che il software, oggetto del contratto, fu consegnato il 03/03/’03. Fu volontà della controparte spostarne l’installazione al 21 Marzo ‘03.

L’installazione del software  Med Service* è avvenuta il 21 Marzo 03, e la validazione del software ed eventuale contestazione, da parte di Medical TKE* doveva avvenire entro 60 gg da tale data, ovvero entro il 21 Maggio ’03. Entro tale periodo non sono pervenute contestazioni sul software.

Che il personale preposto ad utilizzare il software non era adatto a tale mansione, e che tale personale ha scaricato su di noi la propria inefficienza, creando delle tensioni tra le parti al solo scopo di rimandare l’avvio dei programmi..

Che il ritardo nell’installazione del modulo di magazzino è dovuto a Medical TKE*, poiché la stessa Medical TKE* non aveva fornito lo strumento su cui installare il software, e nemmeno possedeva al momento un magazzino agibile ed operativo.

Che Softex* portò a termine un corso di addestramento finalizzato all’utilizzo del programma, senza essere pagato, come avrebbe richiesto il contratto.

 

 

                           (iii)          I tratti del Boldrini* Stefano

In mezzo a queste questioni, cominciarono a delinearsi i tratti della personalità del Boldrini*. In particolare per i fatti del 3 Luglio 2003 accaduti negli uffici e magazzino dell’azienda  Medical TKE* a Padova, dei quali riportiamo un estratto:

 

«Stefano Boldrini* è invitato a presenziare e verificare che le cose in Medical TKE* funzionino, poiché, da contratto si era impegnato in tale compito e doveva redigere, a 60 giorni dalla consegna del software un verbale di accettazione ( verbale che non è mai stato redatto).

Boldrini*, pur atteso, non si presenta nemmeno a questo appuntamento in Medical TKE*.

Il 3 luglio ‘03 controlliamo nuovamente in ogni dettaglio che tutto funzioni e tutto funziona. Spieghiamo il funzionamento al magazziniere, poiché ora c’è anche il luogo fisico preposto al magazzino con relativa postazione pc e stampante ad aghi. Tutto funziona.

Ma una dipendente preposta all’utilizzo del software da noi fornito, non vuole partire con l’uso del software completo, ed ordina che il pc del magazzino rientri in Medical TKE*, imputando il rientro alla nostro mancato termine dei lavori, ed avverte la responsabile ( che figura essere procuratore di Medical TKE*, e convivente del Boldrini*). La responsabile, inferocita, senza interpellarci, telefona al Boldrini*Stefano e ci copre di insulti, e Boldrini* telefona al cellulare di Matteo (parte scrivente) per ripeterli. Poi finalmente si scopre l’incompetenza della dipendente di Medical TKE*

Tutta la situazione porta a galla però la personalità pericolosa del Boldrini*..

Il Boldrini* ammetterà, il 7 luglio ‘03, come scritto nel documento specifico “Caso_Stalker-2-Med Service*”, le colpe della dipendente, ma ormai il suo comportamento, i toni e quello che aveva osato dire al telefono era cosa fatta.

Con l’esperienza di Medical TKE* si ruppe definitivamente l’apparenza di buonismo. Fu in questo periodo che scaturirono altri elementi sulla sua pericolosità, che esponiamo nei prossimi punti.

 

Riferimenti:

Caso_Stalker-2-Med Service*

 

 

.(E)          La minaccia verbale (art. 612 c.p.)

                               (i)          Sul fatto

Come premesso nel punto precedente, con l’esperienza di Medical TKE* si ruppe definitivamente l’apparenza di buonismo del Boldrini*. Fu in questo periodo che scaturirono altri elementi sulla sua pericolosità. Boldrini* nella sua mail del 7 luglio 2003 considera chiusi gli avvenimenti del 3 Luglio, inclusi i suoi insulti telefonici. Ci scrive infatti “Consideriamo quindi chiuso  l'incidente…[6], ma a distanza di alcuni giorni, il Boldrini* esplode in un altro attacco di ira nei confronti di Matteo, parte scrivente, minacciandolo verbalmente:-“Se non mi consegni il programma ti spacco le gambe… ti trovo in giro e ti metto sotto con l’auto”. Il programma in questione è True Vision*, e l’auto del Boldrini*, è di tipo SUV/JEEP. La minaccia era stata proferita all’interno degli uffici di Boldrini*, dopo che avevamo portato i terminali  rotti, per ripararli, e chiesto un intervento radicale, oltre a spiegare che se il terminale funzionava potevamo concentrarci su True Vision*. La minaccia verbale fu fatta anche alla presenza di Giovanna, parte scrivente.

                             (ii)          Sulla valutazione della minaccia

Erano trascorsi pochi giorni dai comportamenti violenti tenuti dalla controparte, ci trovavamo completamente disorientati e non in grado di valutare pienamente le parole del Boldrini*. Speravamo fosse solo un modo “folkloristico” di porre la questione, anche se i suoi toni ed il suo aspetto erano rabbiosi, più che le parole stesse. Da quel momento comunque ci tenemmo il più possibile alla larga da quell’individuo.

 

Per quanto riguarda True Vision*, la cosa ormai era fatta, non si poteva più tornare indietro. La nostra società era in difficoltà per causa del Boldrini*, potevamo consegnare True Vision* toglierci il problema Stalker il prima possibile. Fu per questo che nel 2003 lavorammo tutto il mese di agosto, giorno e notte. Ma la cosa non si risolse con la consegna del software, perché lo Stalker invece di calmarsi, e lasciarci in pace, cominciò a chiederci prestazioni su prestazioni. La minaccia del Boldrini* del luglio ‘03 aleggiò su tutti i rapporti successivi, fino a quando, all’ulteriore aggravamento dei rapporti andammo a chiedere consiglio ai Carabinieri, come evidenziato in “Caso_Stalker-3-True Vision*12-22 Giugno 2004: Ultima comunicazione con Boldrini*”.

Di tutto questo ne parliamo in dettaglio nei punti successivi.

La minaccia fu solo l’inizio di vari comportamenti vessatori dei quali parliamo nella  Parte III, “Lo Stalking, art 612 bis c.

.(F)           Sulla truffa della sinergia

                               (i)          Premesse

Sempre nel 2002, Il Boldrini*, avanzò proposte interessanti indirizzate a  un’intensa sinergia tra le due aziende. In particolare, il Boldrini* aveva appreso “dei miracoli” da noi compiuti nella  Tonioli* s.r.l. e voleva per la sua azienda un software simile a  FlyRecorder*. Il Boldrini* sapeva, da altre offerte, che un software del genere costava sui sessanta milioni di lire, ma non voleva sborsare una cifra del genere.

Era ovvio che Boldrini* non voleva acquistare un software già esistente, sarebbe costato troppo, ed inoltre lo voleva aderente all’azienda, e sarebbe costato ancora di più. Il Boldrini* fece di tutto perché decidessimo di creare un nuovo prodotto software destinato al mercato delle aziende di elettronica. In questa maniera Boldrini* avrebbe trovato il software già pronto e sarebbe stato il primo cliente ed utilizzatore.

Tuttavia noi eravamo titubanti a immetterci in un nuovo “mercato”: la creazione di un pacchetto e relativa commercializzazione è lunga e costosa, non avevamo bisogno di nuovi investimenti ma di vendere.

 

Allora Boldrini*, al fine di avere il software, propose una formula “sinergia”: noi facevamo il software, ne vendevamo la licenza ad Boldrini* ad un prezzo basso, ed il Boldrini* in cambio ci forniva una lista di clienti già “pronti” ove rivenderlo; si proponeva anche per pubblicizzare e rivendere  FlyRecorder*. Inoltre il Boldrini*, nella fase di sviluppo del nuovo software avrebbe fornito tutto il proprio know-how del settore e nella fase di testing si adoperava come azienda pilota. Inoltre, cosa per noi forse più importante di tutte, prometteva finalmente di sistemare tutti i problemi sorti sui terminali.

 

                             (ii)          Termini del contratto di sinergia:

Softex* si impegna nello sviluppo di True Vision*. Tale software, diretto a risolvere le problematiche del settore elettronico, sarà fornito ad Boldrini* a prezzo di licenza.

Boldrini* in cambio si impegna a:

Acquistare una licenza del software.

Fornire a Softex* specifiche e know-how del settore .

Proporre una lista di clienti/contatti già interessati all’acquisto del nuovo software.

Diventare rivenditore, non esclusivo, del Sistema  FlyRecorder*.

Terminare il progetto terminali e sistema i bug.

 

Nonostante le interessanti proposte del Boldrini* nutriamo forti dubbi, soprattutto per il fatto che i terminali PCX90* non funzionano, e ci hanno già causato danni a non finire. Boldrini* però riesce a convincerci sulle sue buone intenzioni facendoci conoscere un dottor commercialista capace (Parte II..02.(C))e proponendoci l’affare “Medical TKE*”, che non faceva parte di per sé del pacchetto “sinergia”, ma che di fatto è servito al Boldrini* per “incorraggiarci” a sottoscriverlo.

 

                           (iii)          Su come è stata portata a termine la truffa

La truffa è stata posta in atto in alcuni passi e/o fasi che riassumiamo:

Per convincerci riguardo a True Vision* nel 2002, il Boldrini* ci presenta, facendolo passare come un favore, il dottor commercialista, e ci assegna la commessa sul software “Medical TKE*”, lavoro molto alettante destinato ad un’azienda internazionale, facendoci credere che ci saranno incredibili risvolti futuri... A tal proposito sottolineiamo la fretta di Boldrini*: viene emessa la fattura per il software di Med Service* ed il giorno seguente per il software True Vision*, che all’epoca non aveva assunto tale nome.

Med Service* viene fatto fare in fretta, ci dicono che c’e’ urgenza. Appena consegnato parte dei soldi dovuteci vengono trattenuti da Boldrini* per coprire il saldo della sua fattura relativa al progetto “terminali”, pur non completati.

Una volta coperto il saldo delle spese di progettazione dei terminali, questi non vengono più ultimati né sistemati. 
Ovviamente non avremmo mai pagato il saldo finale del progetto “PCX90*”, almeno fino a quando non sarebbero terminati i lavori.

Il progetto “Med Service*” viene chiuso senza il proseguo promesso,  tentando da parte di Boldrini* di addossarci le colpe in proposito. Cosa che non gli riuscirà.
Ad Boldrini* serviva “Med Service*  per chiudere economicamente la questione terminali, per coprire le spese di progettazione senza aver finito i lavori, per dare una parvenza del tipo “pagato il saldo finale = cliente soddisfatto = questione chiusa”.

Boldrini* passa alla fase successiva: non fornisce la collaborazione prevista dalla formula “sinergia” per lo sviluppo di True Vision*, e rallenta tutta la fase.Ci fa perdere ulteriore tempo e soldi.

Boldrini*, come in teoria previsto nella formula sinergia, inizia la rivendita di  FlyRecorder* e a tal proposito si mette a pubblicizzarlo, ma non secondo i patti. Ad Boldrini* interessa far credere che il Sistema  FlyRecorder* è di sua proprietà, e quindi è in grado di sviluppare anche progetti complessi, ed è dunque una software house a tutti gli effetti. Non ha interesse a vendere il nostro software, infatti non ne venderà uno, ma utilizzarlo per altri obiettivi, per dare lustro alla sua azienda.

Boldrini* fa proprie anche nostre conoscenze inserendole in suoi prodotti, come nel caso di un suo nuovo prodotto che è una copia identica del PCX90*.

Nella fase finale, dopo essere venuto meno ai singoli patti della sinergia, Boldrini* pretende True Vision*, facendo credere che è un suo diritto completamente slegato dall’affare sinergia, del quale non vi era un contratto scritto.

Boldrini* conosce la nostra situazione economica, sa che non possiamo dargli un soldo, e nonostante questo il Boldrini* avvia una causa legale contro di noi su questioni di True Vision*. In questa maniera ogni eventuale accusa contro il “bravo” Boldrini* sarà vista come una rivalsa, come uno sfogo non attendibile. Ma non avremo comunque modo di difenderci per quello che ci accadrà dopo.

La storia della causa legale fa poi il giro del mondo e diventa una questione diffamatoria, poiché noi siamo trattati dal Boldrini* come dei ladri, persone che “non hanno onorato la sua azienda”, persone inaffidabili. Si innesca un meccanismo perverso del quale non ne usciremo più.

Dopo un anno dalla chiusura di tutti i contatti, il Boldrini* continua ad utilizzare l’immagine della nostra società nel suo sito internet, a proprio scopo, come se nulla fosse successo.

 

In pratica Boldrini* viene meno a tutti i patti della sinergia, facendo credere al contempo di aver acquistato un software, di averlo pagato, e di aver ampiamente diritto nell’utilizzo del bene acquistato. Nel momento in cui non abbiamo più nulla e non possiamo difenderci, ci sferra una causa legale. Utilizza la causa stessa contro-iuris, con altri obiettivi, come spiegheremo successivamente.

 

Dividiamo la truffa in varie fasi o atti:

                           (iv)          Elementi di dettaglio della truffa

1)     La questione :Medical TKE*

Per convincerci di fare True Vision* nel 2002, il Boldrini* ci assegna la commessa sul software destinato a Medical TKE*, lavoro molto alettante, promettendo guadagni e sviluppi futuri anche all’estero

In realtà il Boldrini* sfrutta Medical TKE* per utilizzare i soldi che ci erano dovuti per coprire il saldo del progetto dei terminali. In modo di dare la parola fine al progetto terminali stesso, senza di fatto che questi fossero stati ultimati.

La nostra fattura n.8 relativa a Medical TKE*, emessa verso Boldrini* il 27/05/2003, è per un importo totale  che va a coprire abbondantemente il saldo rimanente delle fattura delle spese di progettazione del terminale emessa da Boldrini*.

 

Il Boldrini* si disinteresserà totalmente di farci proseguire i lavori in Medical TKE*: in agosto 2003 arrivò poi l’amministratore di Medical TKE* per verificare varie cose, tra cui il nostro software: dovevamo essere presenti anche noi, come promesso da Boldrini*, ma Boldrini* ce lo disse solo mesi dopo, ad incontro avvenuto.

Vedere anche su questo documento Parte II..02.(D) «Sull’aspetto “Medical TKE*” e sull’inizio dei comportamenti oltraggiosi del Boldrini*Stefano.  .»

 

2)     La questione della Collaborazione mancata.

In fase di sviluppo di True Vision* Boldrini* Instruments non fornì la collaborazione promessa oggetto del contratto della sinergia. Questo aspetto è affrontato in “Caso_Stalker-3-True Vision* «Febbraio-Maggio 2003:La situazione “critica” delineatasi in Boldrini*».

3)     La questione sulla  presentazione delle ditte

Gli accordi tra Boldrini* e Softex*, relativamente al software True Vision*, da svilupparsi come opera in forte sinergia, prevedeva anche l’introduzione del nostro prodotto in altre aziende, partner della Boldrini* o semplici conoscenze. Il Boldrini* nel 2002, per indurci a fare il software, ci raccontava di un’azienda di un suo amico che era già interessato al software, insieme ad altre della quali aveva una lista. Inutile dire che non ci presentò nessuna ditta, all’infuori di quel ipotetico suo amico, un nominativo, che si rivelò una bufala. Vedere in proposito  in “Caso_Stalker-3-True Vision*” « 19 Novembre 2003: Boldrini* e la storiella della …»-

4)     La questione della rivendita di  FlyRecorder*

La formula sinergia prevedeva che Boldrini* Instruments diventasse un rivenditore del nostro sistema. I vantaggi da parte nostra erano molteplici:

Boldrini* aveva già dei “suoi” clienti che erano interessati

Era un altro canale di vendita

Boldrini* era un’azienda di dimensioni più grandi

Riduceva i rischi sulla vendita dei terminali

Di fatto Boldrini* non rivendette nessun sistema, e venne a galla, con il tempo, che la storiella della “rivendita” gli serviva per altri scopi.

La questione, assai articolata, è sviluppata, in un punto a parte, vedere su questo documento titolo .(G) «Sulla truffa della rivendita di  FlyRecorder* .»

 

5)     Sistemazione e completamento terminale

Nella fase degli accordi per True Vision* ci era stato promessa la sistemazione dei bug del PCX90* e relativo completamento del bene. Questo non avvenne. Di questo ne abbiamo già parlato.
Vedere in proposito il documento “Caso_Stalker-1-TTY” in «PRECISAZIONI» punto B, C.
Vedere anche, in questo documento i punti Parte II..02.(A)Parte II..02.(B)

Le prove si trovano nei documenti specifici.

6)     Accenno alle altre finalità della truffa:

True Vision* fu utilizzato per affondare la nostra società, infatti l’atteggiamento del Boldrini* fu di rallentare tutta l’operazione, di farci perdere tempo e denaro, e dare la colpa a noi, in modo da poterci fare causa per motivi futili. Il Boldrini* sapeva della nostra condizione economica, ma usò queste informazioni a suo vantaggio, facendoci causa nel momento in cui non potevamo difenderci.
 I comportamenti del Boldrini*, in molti casi, sembrano illogici e contrastanti, come ad esempio rallentare lo sviluppo del software, l’inserimento in azienda, e la relativa commercializzazione, per poi dare la colpa a noi. In realtà i suoi comportamenti sono il frutto di un’azione premeditata, nella quale True Vision* è solamente l’ultimo tassello. Questo tema è affrontato in Parte II..05 «Sull’azione in generale e sulla turbata libertà dell’industria e del commercio a norma dell’art 513 c.p.».

 

 

 

.(G)         Sulla truffa della rivendita di  FlyRecorder* .

                               (i)          Premesse

La formula sinergia prevedeva la rivendita da parte di Boldrini* del Software  FlyRecorder*.  Boldrini* doveva diventare un nuovo canale di vendita, non esclusivo, si aggiungeva al nostro. Vi erano degli indubbi vantaggi per Softex* riassumibili in:

Immagine

Pubblicità

Nuove potenzialità di vendita

Diminuzione dei rischi legati alla vendita dei terminali[7]

 

Boldrini* a sua volta aveva degli altri vantaggi:

Vendeva direttamente i terminali PCX90*

Guadagnava una percentuale sul listino di  FlyRecorder*

Aumento di immagine

                             (ii)          Azione

Nella primavera del  2003 furono fatti da Softex* dei listini “ufficiali” e costruiti dei depliant specificatamente per Boldrini*, che recavano in prima pagina il logo di entrambe le società.

Vedere ad esempio a titolo di prova nella cartella  “stkfiles\sinergia\storici” i  documenti: “GuidaAcquisto.doc”, “presentazione2.doc”.

Boldrini* cominciò a pubblicizzare sul proprio sito internet il Sistema  FlyRecorder*.

Le pagine internet relative si trovano riassunte  sul documento  FlyRecorder*[web di Boldrini*2005].doc” nella cartella “stkfiles\sinergia” e le pagine originali, così come scaricate da internet,  nella cartella “stkfiles\sinergia\web FlyRecorder*”.

Vedere anche in questo documento  Parte II..03 «Puntualizzazione Sulle pagine internet»

                           (iii)          Risultato

Nessun sistema  FlyRecorder* fu mai venduto tramite Boldrini*.

                           (iv)          Profitti ingiusti

Boldrini* utilizzò lo stratagemma della rivendita esclusivamente a fini propri per creare un’immagine specifica della sua azienda, ovvero di un’azienda in grado di fornire ai suoi clienti , non solo la progettazione e produzione di schede elettroniche, come ve ne sono molte, ma anche in grado di fornire e sviluppare servizi aggiuntivi, vedi il caso di terminali e nostro software.

Boldrini* indusse i possibili acquirenti dei suoi beni a credere che era in grado di occuparsi delle problematiche dalla A alla Z. In quest’azione che noi abbiamo potuto constatare direttamente in varie occasioni, faceva credere che noi eravamo un’aziendina che lavorava per lui.

Questa situazione è mostrata in maniera eclatante sulla scoperta di novembre 2005, periodo in cui Boldrini* pubblicizzava ancora a suoi fini, le pagine di  FlyRecorder* sul suo sito internet, dopo aver intrapreso una causa contro di noi; a novembre 2005 vivevamo già in condizioni di estrema povertà, in tenda, dopo aver perso tutto. E tutti i rapporti con Boldrini* erano stati troncati ormai da più di un anno. 

 

Difatti davanti a questo fatto, ci si chiede, quali siano gli obiettivi di una pubblicizzazione in prima pagina, di un prodotto come  FlyRecorder*, a fronte di una fiera, prodotto che non può rivendere, perché chi lo ha realizzato non esiste più. A meno che la pubblicizzazione gli servisse per tutt’altri obiettivi…

 

Sul fatto che all’epoca noi vivevamo in condizioni di estrema povertà in tenda vedere anche l’articolo di giornale riportato nel  documento “Caso_Stalker-1-TTY” parte   «Novembre 2005». Sulle condizioni vissute in quel periodo vi sono tracce anche su documenti spediti all’autorità.

 

                             (v)          Danni

I danni in specifico sono per:

Costi interni a Softex* per fornire materiale per mettere in atto la rivendita.

Danni economici per mancata vendita del sistema  FlyRecorder*, tra l’altro la rivendita faceva parte della formula sinergia per ottenere True Vision*, la mancata “rivendita” non si trasformò in un aumento del prezzo di True Vision*.

Danni d’immagine, perché Boldrini* faceva credere che  FlyRecorder* era suo e che Softex* era un’aziendina al servizio di Boldrini*

.(H)          Sull’Estorsione di True Vision*

                               (i)          Premesse

Il progetto True Vision*, del quale è riservato il documento “Caso_Stalker-3-True Vision*”, rappresenta l’ultima fase dei contatti con Boldrini* Instruments e lo Stalker.  Il progetto True Vision* faceva capo a un progetto più ampio di sinergia tra Softex* e Boldrini* che comprendeva  vari aspetti dei quali abbiamo già parlato in : Parte II..02.(F).

                             (ii)          Sull’Estorsione

Il contratto di True Vision* ci fu “strappato” inizialmente tramite la truffa della “formula sinergia”. In un secondo momento, quando non potevamo più tornare indietro, il Boldrini* passò alla minaccia di un male ingiusto se non avessimo consegnato il software, come scritto in dettaglio in Parte II..02.(E)  «La minaccia verbale (art. 612 c.p.)».

 

La minaccia fu proferita durante l’estate del 2003, quando ormai la nostra società non poteva più disdire il contratto, e doveva quindi sottostare, per non sfociare in un male peggiore, alla scelta di accettare le condizioni del Boldrini*.

In pratica il comportamento violento del Boldrini* era di per sé era motivo di una eventuale rottura del contratto, come pure il mancato adempimento da parte di Boldrini* dei singoli punti della “formula sinergia”.

 

Ma il Boldrini* fu abile a sfruttare la situazione, la triste situazione economica che di per sé era stata  indotta da egli medesimo, e, sapendo che non potevamo fare altrimenti per non peggiorare le entrate, cominciò a “spremerci”, per ottenere il nostro lavoro a basso prezzo o addirittura senza compenso.

 

La sua fu un’estorsione in piena regola.

 

A questo punto dovevamo consegnare True Vision* per toglierci il problema.  Fu per questo che nel 2003 lavorammo tutto il mese di agosto, giorno e notte. Ma la cosa non si risolse con la consegna del software, perché lo Stalker invece di calmarsi, e lasciarci in pace, cominciò a chiederci prestazioni su prestazioni. La minaccia del Boldrini* del luglio ‘03 aleggiò su tutti i rapporti successivi, rimanendo come monito sottointeso, in aggiunta ai toni violenti delle telefonate, fino a quando, dopo un ulteriore aggravamento dei rapporti andammo a chiedere consiglio ai Carabinieri.

Vedere anche Parte III, “Lo Stalking, art 612 bis c.

 

                           (iii)          Sulla causa legale

A nostro avviso la questione della causa legale di giugno 2004 costituì una sorta di minaccia, un utilizzo del diritto contro-iuris e un tentativo ulteriore di estorsione: il Boldrini* durante le trattative del 2004, da marzo manifestò altri tratti violenti durante le telefonate, un continuo comportamento da bullo, da prepotente che non accettava ragioni se non la sua. Non avevamo mezzi per difenderci, e questa sua superiorità “tecnica” era un modo per incutere timore, compreso il caso di adire contro di noi tramite il suo legale. Ce l’aveva già detto anni prima di aver intentato causa ad una famosa ditta informatica italiana,  ed era tutto contento di aver costretto l’amministratore delegato di tale società a recarsi a Vicenza per il processo.

 

Non eravamo nelle condizioni di prestarci a questi “giochi” di potere nei quali il Boldrini* sembrava prenderci gusto; tentavamo solo di toglierci di dosso quell’incubo che era diventato il Boldrini*, cercando di vendere la società intera. Una causa-legale per noi era l’ultima cosa che volevamo.

                           (iv)          Ingiusto Profitto

L’ingiusto profitto di Boldrini* è per:

Aver ottenuto consulenze relative alla propria organizzazione aziendale senza corrispettivo.

Aver ottenuto un software, True Vision*, pagandolo in parte. Il Boldrini* acquistò veramente una licenza del software, ma non intendeva pagare le numerose e continue richieste di personalizzazione.

                             (v)          Danni

La mancata collaborazione promessa da Boldrini*, in termini di know how in campo elettronico, nel progetto True Vision*, ci comportò maggiore lavoro di analisi e studio che dovemmo sopportare unilateralmente. Ci comportò anche ritardo sulla fase di testing e relativa commercializzazione. Ci comportò inoltre una mole di lavoro aggiuntivo nella fase successiva, perché Boldrini* non ci fornì specifiche esaurienti, addirittura pretese delle implementazioni su temi che non erano stati minimamente da loro accennati, causando lo stravolgimento della struttura di base del software.

La fase di testing in Boldrini* fu inconsistente, fummo costretti a sopportare costi che dovevano ricadere su Boldrini*, senza ottenere alcun rimborso.

Perdemmo molto tempo e denaro nel dover affrontare le controversie sorte con Boldrini*.

 

Ci furono anche altri danni dei quali abbiamo parlato nella “Truffa della sinergia” dovuti a inadempimenti sulla “formula sinergia” e danni di altra natura sviluppati nella Parte III, “Lo Stalking, art 612 bis c.”.

 

.03          Puntualizzazione Sulle pagine internet e sul fatto che il Boldrini* utilizzava normalmente l’arte del raggiro con i propri clienti

Costituisce un elemento importante il fatto che in Novembre 2005, Boldrini* Instruments pubblicizzava in prima pagina, ancora il nostro sistema  FlyRecorder*. Si tratta di pagine recenti, create per l’occasione della fiera di Vicenza di ottobre dello stesso anno, non di pagine di vecchia data, non più aggiornate.

Questo fatto pone un interrogativo:

 

Perché Boldrini* continuava a proporre il Sistema  FlyRecorder* al proprio pubblico quando non poteva disporre in nessuna maniera del software suddetto, visto che Softex* di fatto non esisteva più e noi eravamo stati ridotti in miseria?

 

Questo è probabilmente una conferma del fatto che il Boldrini* propone cose inesistenti, e presenta affari in realtà  “impossibili”, che non può assolutamente mantenere. In  questo caso la sua offerta è rivolta al pubblico, ai suoi possibili clienti…

Una pubblicità del genere è fuorviante.

 

Nel documento “Caso_Stalker-1-TTY”  parte  «Novembre 2005», riportiamo la prima pagina del sito  di Boldrini* con la pubblicità del Sistema  FlyRecorder*, e riportiamo sempre nella stessa pagina un articolo di giornale che riporta la nostra condizione  vissuta in tenda in quel periodo. Mentre noi eravamo in tenda a patire fame e freddo, il Boldrini* utilizzava la nostra immagine per darsi lustro, o per chissà che motivi.

 

 Le pagine internet in oggetto  sono state salvate  come elemento di prova nella cartella “stkfiles\Web\nov2005”

Tali pagine, del 16 novembre 2005 sono state salvate dal sito di Boldrini* Instruments, da internet, con l'opzione del browser internet "salva pagina web completa su file". Tale opzione salva un'intestazione di pagina in formato ".htm" e crea una directory ove effettua il download dei files di supporto. Fare attenzione alla data di aggiornamento che compare sulle pagine. Infatti tale data, posta in fondo alla pagina, stampa la data del file e non la data effettiva di aggiornamento!  Quando le pagine vengono salvate da internet al computer locale, il documento riporta la data di download, ovvero il 16 novembre 2005. Questo è dovuto al fatto che la data è stampata attraverso codice javascript  in questa maniera:    "  var LastModDate = new Date(document.lastModified); document.write(LastModDate.toLocaleDateString());   "

Per questo motivo, per dare un'idea grosso modo della data ultima di aggiornamento di tali pagine,non essendo l'informazione in esse contenuta, è stato preso in esame il file ".pdf", scaricato dal medesimo sito e pubblicizzato  come "novità". Tale documento "pdf"  risulta essere  stato creato il 20 settembre 2005, dunque le pagine stesse, e la pagina principale, dovrebbero essere state aggiornate entro tale data, se non dopo.Per controllare tale data, basta aprire il documento pdf e scegliere da menù, "File/proprietà documento".

.04          L’azione indiretta

.(A)          Diffamazione

Premesse

Il Boldrini* nel 2004 ci accusò di non aver onorato l’impegno preso a suo tempo con la sua azienda. Ci trattò da persone irresponsabili, poco inclini al lavoro e delle quali non ci si poteva fidare.

Per questo lui si sentiva legittimato a farci causa legale ( vedere in proposito “Caso_Stalker-3-True Vision*  «12-22 Giugno 2004 Ultima comunicazione con Boldrini*» )

 

Il Boldrini* dunque si ritiene in piena ragione, ha pagato un software (True Vision*) e averlo è una questione “d’onore”. Non importa che egli non abbia rispettato i patti o i contratti, vede insomma in una sola direzione: la sua. Rifiuta addirittura di fare un incontro chiarificatore perché lo ritiene tempo perso.

 

La sua tesi l’ha divulgata in giro, come vedremo più avanti, ma vuole di più: vuole crearci una fama pessima in maniera diciamo “ufficiale” ed utilizza per questo scopo una causa legale. Causa basata su  motivi inconsistenti e che non avrebbe avuto nessun risultato economico positivo per Boldrini*, nemmeno l’avesse vinta…

 

A titolo di esempio, sul come la sua causa ci creava cattiva fama, citiamo due fatti:

 

Il Fatto del 15 Marzo del  2005:
 un dipendente della TSZ Industries*, ex cliente di Softex*, venne a cercarci presso la nostra abitazione. Voleva che ci recassimo in fabbrica da loro. Ci disse che se non intervenivamo, avremmo avuto un’altra causa oltre a quelle che avevamo già. Il dipendente della TSZ Industries* sapeva della causa legale, ci trattò in malo modo, senza nessun diritto a farlo. Probabilmente il dipendente si sentiva autorizzato a comportarsi in quella maniera perché convinto che fossimo, come paventato dal Boldrini*, dei niente di buono. Del resto la TSZ Industries* e la Boldrini* vennero a contatti diretti nel 2004 (Vedere in  Caso_Stalker-1-TTY”  l’email del Boldrini* di  Margtedì 11 maggio 2004).
 Questo evento fu poi riportato in dettaglio su un nostro esposto perché la situazione delineava anche aspetti più gravi che qui tralasciamo. Riteniamo comunque che nell’atteggiamento sconsiderato della TSZ Industries* vi sia sempre lo zampino del Boldrini*.

Il fatto della telefonata di N.:
A fine 2005, altro nostro ex cliente, la ditta N. s.r.l., mentre vivevamo in tenda sulle rive del lago d’Iseo nelle condizioni già citate, ci contatta sul telefono cellulare. Chiede di poter parlare con Matteo  e dice “- non deve aver paura della nostra ditta. Non chiamiamo per fare causa, noi siamo soddisfatti, vogliamo sapere se era possibile visualizzare qualche altro dato di nostro interesse….”.

La questione della “causa legale” aveva fatto il giro del mondo, del nostro mondo. I danni che Boldrini* fece alla nostra società la portarono al fallimento.

 

L’inizio della “reazione a catena”

La tesi del Boldrini* che eravamo persone non affidabili, irresponsabili e “ladri” si unirono in un secondo tempo agli effetti delle sue azioni, ovvero mancato pagamento di alcuni debiti, e si mischiarono con questi effetti, diventando un tutt’uno, ovvero fummo trattati da ladri e persone irresponsabili su tutta la linea. Tali diffamazioni incisero in maniera prevalente su tutto quello che ci accadde successivamente, scatenando un’incredibile reazione a catena, che ha come vera origine l’azione diretta ed indiretta del Boldrini*.

 

Non è da escludere che il Boldrini* fece un’azione diffamatoria anche verso il commercialista G. che Softex* ed Boldrini* avevano in comune, creando altri problemi anche su quella linea. Difatti il commercialista, negli ultimi incontri e/o telefonate era molto perplesso e poco collaborativo nei nostri confronti.

 

Della reazione a catena parliamo nella parte Parte IV «La reazione a catena»

Vedere anche Parte V..05, «Contatti e l’ipotesi di associazione tra i  Tonioli* e i »

 

.05          Sull’azione in generale e sulla turbata libertà dell’industria e del commercio a norma dell’art 513 c.p.

Le azioni dello Stalker ci impedirono di esercitare liberamente la nostra attività aziendale.

In un primo momento la strategia dello stalker sembra  la concatenazione di accadimenti casuali, non legati da un nesso logico. Lo stesso Boldrini* era bravo a inscenare problemi nel mercato dei componenti elettronici per spiegare il suo ritardo nelle consegne. Oppure incolpare un lotto difettoso. Ma le azioni che mise in atto una di seguito all’altra mostrano un accanimento verso la nostra azienda atto a turbare l’attività aziendale e a distruggerla.

Di fatto ci limitiamo a rimandarvi alle varie azioni, dirette ed indirette,  già descritte.

Per quanto riguarda i motivi delle sue azioni, ipotizziamo un caso di “Stalking” Art 612 bis c.p., messo in atto contro di noi e i nostri beni, restando ferme anche le ipotesi di associazione con i  Tonioli* esposte in Parte V..04(iv).

 

L’azione dello Stalker fu sistematica e continua:

Iniziò nel 2000, mettendo in crisi la nostra azienda attraverso la mancata fornitura nei tempi previsti del contratto dei terminali, adducendo il ritardo a motivi futili.

Continuò nel 2001 e 2002, mancando di sistemare i bug sui terminali, nonostante avesse continuato a promettere il contrario.

Nel 2002 ci legò alla sua azienda attraverso alcuni contratti e formule sinergia, e di fatto fu solo un modo per ottenere altri profitti a nostro danno.

Passò nel 2003 alle minacce di fatto e ad atteggiamenti violenti.

Nel 2004, confidando sulla sua forza economica, ci fece causa legale creandoci anche uno status diffamatorio..

Nel 2005, nonostante causa legale, status diffamatorio,  e interruzione di tutti i rapporti, continuava a pubblicizzare in prima pagina del suo sito, in occasione della fiera, la disponibilità del Sistema  FlyRecorder*.

In questa maniera lo Stalker distrusse, tramite danneggiamento, truffe, raggiri ed estorsioni la nostra società e poi continuo con le nostre persone come parleremo nella parte successiva.

Parte III.                   Lo Stalking, art 612 bis c.p.

                               (i)          Lo status pendente del reato

Sebbene molti fatti riportati in questo documento riguardino il periodo 2000-2005, l’azione del Boldrini* è tutt’altro che conclusa, la definiamo più che altro una situazione pendente e pericolosa, che in qualche maniera le forze dell’ordine devono risolvere per ridarci libertà.

 

Lo Stalker, dopo aver compiuto quanto descritto in questo documento, ci spedisce ancora oggi gli auguri di Natale, ad esempio la lettera via posta elettronica del 23 Dicembre 2008.

Per noi è solo una maniera per dirci che egli è là, ancora presente.

 

 

                             (ii)          Atti persecutori

Gli atti persecutori nei confronti della persona fisica iniziarono con la questione Medical TKE*, ed hanno la sua manifestazione prevalente verso Matteo, parte scrivente. Con Medical TKE* venne fuori la vera sua natura: nel giro di un mese lo Stalker assunse comportamenti violenti, tesi a sopraffare la nostra volontà e passò alle minacce verbali di un male ingiusto come già espresso  in Parte II..02.(E)

Continuò nei mesi successivi, pretendendo favori e consulenze che gli dovevano essere dovuti e culminò con la sua decisione di farci causa legale su True Vision*. Una volta distrutta la nostra società continuò nella sfera personale.

 

Il Boldrini* identifica in Matteo la persona che deve risolvere i suoi problemi, e lo voleva là, nella sua società a tutti i costi. Non importa che in luglio ‘03 l’abbia minacciato di rompergli le gambe, non importa la situazione delicata in cui si trova, situazione di cui il Boldrini* è al corrente.

Poi nella telefonata del 19 marzo ’04, non chiede che gli si risolvano problemi specifici, invece chiede brutalmente “-Voglio sapere qual è il prezzo del Matteo”, come se si trattasse di comprare un cane o una prostituta. Senza considerare che a True Vision* ci aveva lavorato anche Giovanna, parte scrivente. A questo punto, molte comunicazioni scritte vengono redatte da Giovanna, per evitare queste pressioni, ma il Boldrini* si innervosisce ancora di più.

Quando non riesce ad avere il “Matteo”, passa all’accusa di non aver onorato l’impegno preso a suo tempo con la sua azienda. Per questo egli si sentiva legittimato a farci causa legale ( vedere in proposito “Caso_Stalker-3-True Vision*  «12-22 Giugno 2004 Ultima comunicazione con Boldrini*» )

 

Il Boldrini* si ritiene in piena ragione, ha pagato la licenza di un software (True Vision*) ed averlo come egli lo immagina è una questione “d’onore”. Non importa che egli non abbia rispettato i patti o i contratti: rifiuta categoricamente un incontro nei nostri uffici, in cui non ha mai voluto recarsi.

 

Secondo noi il Boldrini* rientra nella categoria della tipologia “stalker risentito”, mosso dal desiderio di vendicarsi di un torto o di un danno che ritiene di aver subito. Come sottolineato dagli studiosi di tale fenomeno, questo stalker è un soggetto vendicativo, molto pericoloso, che danneggia prima l’immagine della persona, oggetto delle sue molestie, e poi la persona stessa. Per questo tipo di stalker, il problema più grave è la scarsa analisi della realtà, poiché il risentimento fa sentire giustificati i propri comportamenti che , producendo sensazioni di controllo sulla realtà, tendono a loro volta a rinforzarli.

Il problema della scarsa analisi della realtà calza perfettamente con il Boldrini*. Egli si riteneva una sorta di genio, con idee brillanti: probabilmente aveva identificato in Matteo l’esecutore delle sue ipersoluzioni. Quando esordiva con un progetto o un’idea, incluso lo stesso True Vision*, concludeva sempre:-“Non capite la portata degli affari…………fate come dico io, un giorno mi ringrazierete”. Era comunque in malafede, poiché non intendeva assumersi il rischio imprenditoriale di un progetto, esempio il terminale con trasponder, a settembre ’03, nel carteggio True Vision*..

La risposta del perché egli non intraprendesse tali redditizi progetti era apparentemente logica: la Boldrini* non era una software house. Come mai proprio a noi il Boldrini* voleva proporre tutto il suo genio,? Anche questo poteva trovare una risposta logica: Matteo, all’interno di Softex*, aveva realizzato veramente dei buoni lavori software, si veda appunto il sistema  FlyRecorder*, e per la Boldrini* perciò poteva rappresentare “la gallina dalle uova d’oro”.

Un imprenditore normale ed avveduto lo avrebbe assunto, magari acquistando anche  FlyRecorder* con codice sorgente, visto che la Boldrini* di soldi ne aveva tanti, ma uno stalker non opera in termini di normalità.

 

                           (iii)          Atti persecutori, precisazioni

I comportamenti del Boldrini*, che sono tratteggiati    nei documenti “Caso_Stalker-1-TTY”,  Caso_Stalker-2-Med Service*”,  Caso_Stalker-3-True Vision*”, riportano una linea di tendenza persecutoria volutamente mascherata da “normali” rapporti di lavoro.

 

Il Boldrini* ci creò uno stato d’ansia e di stress e ci fece cambiare le nostre abitudini:

La paura, in particolare per le minacce già citate, ci avevano portato a porre attenzione a tutti i movimenti, anche nel recarci al lavoro o a casa. Eravamo particolarmente attenti affinché i contatti nella sua azienda avvenissero alla presenza di altre persone.

Eravamo passati da una forma di comunicazione prevalentemente verbale e telefonica a una forma scritta, la stessa forma l’abbiamo esplicitamente richiesta alla controparte.

La situazione generata dal Boldrini*, unita ad altre cause, da settembre 2004, ci portò a spostare la sede dei lavori presso la nostra abitazione ed a tentare di vendere la società.

Il fatto citato (punto 0 “fatto del 15 Marzo 2005” nella parte Parte II..04.(A)) dell’arrivo presso la nostra abitazione del dipendente della TSZ Industries*, oggetto pure di un esposto, ha aumentato lo stato d’ansia e di paura[8].

Ci ha costretti, insieme ad altre cause, a emigrare dal Veneto.

 

Il comportamento dello Stalker, nel periodo settembre 2003-gennaio 2004, ovvero nel periodo che si doveva introdurre il software True Vision* in azienda attraverso il ciclo di 10 incontri, sfociò nel determinare una situazione “impossibile”, di alto stress mirante a sopraffare la personalità di Matteo, ed ottenere da lui una completa disponibilità e sottomissione al Boldrini*. Tale comportamento è tratteggiato nel carteggio, ove il Boldrini*, attraverso il suo personale impiegatizio, dà origine a una serie, di comportamenti inconsistenti, di situazioni “impossibili”, “illogiche”, che Matteo deve risolvere: i problemi, per come vengono posti, sono di per sé irrisolvibili, allo stessa maniera di voler fare i 200 Km orari con una vecchia Fiat 500.

 

In Boldrini* non vi era il minimo rispetto, basti pensare al caso in cui si fissava un appuntamento per discutere di un determinato problema, ed il giorno dell’appuntamento ci si trova l’interlocutore partito per una vacanza ai Caraibi, senza preavviso. Poi questi non ci contatta più, e dopo più di un mese e mezzo, ci si trovava con la telefonata del Boldrini* urlante, che ci intima di dover presentarci da lui alla mattina del primo giorno lavorativo successivo.

Vedere in proposito “Caso_Stalker-3-True Vision*” «30 Gennaio 2004

Boldrini* Alessandro  ai Caraibi e promesse per BB.56 non mantenute   » e «19 Marzo 2004: La telefonata di Stefano Boldrini*»

 

 

Parte IV.                  La reazione a catena

 

Le azioni dello stalker portarono al fallimento della nostra società. La diffamazione, della quale abbiamo parlato nel punto  Parte II..04.(A), fu l’azione indiretta dello Stalker  che ci causò danni successivi ingenti perché andò ad alimentare varie dicerie sul nostro conto, che incisero profondamente sui fatti accaduteci dopo e, in primo luogo, sul fatto che non riuscimmo mai a risollevarci dalla situazione di povertà indotta dallo Stalker. Di questo abbiamo già accennato nelle premesse generali dell’intero documento.

 

A nostro avviso questi danni non sono una causa indiretta delle azioni del Boldrini*, sono invece direttamente causati dalla volontà del Boldrini* di distruggere prima la nostra azienda e poi noi, come abbiamo già evidenziato nella Parte III parlando dello Stalking.

 

In particolare vorremmo far capire che le diffamazioni e la causa legale poste in essere dal Boldrini* continuò e continua tutt’oggi a crearci danni. Per noi questi danni non sono finiti, continuano ad agire insieme a tutto quello che è stato messo in moto dal Boldrini*

 

Le dicerie influenzarono altri nostri clienti, il commercialista , le banche,   Il comune di residenza, la Humanitas* alla quale ci eravamo rivolti per ottenere sostegno.

Dunque lo Stalker, fu l’origine non solo dei danni di truffa, estorsione, minaccia ma fu anche colui che accese il fuoco doloso di questa  “reazione a catena”.

 

 

Ma anche le forze dell’ordine furono influenzate da questo, perché, prendendo atto delle verità del Boldrini* e del relativo venticello di diffamazioni sollevate, le convinzioni del Boldrini* fluirono nelle forze dell’ordine.

le forze dell’ordine preferirono in qualche modo adottare tale visione,  senza aver l’accortezza di valutare elementi e prove che ne indicasero il contrario.

 

Le forze dell’ordine preferirono credere in nebulose chiacchiere, piuttosto che prendere in mano la situazione e valutare, con procedimento scientifico, l’intera questione. Valutando ad esempio non solo le dicerie ma anche quanto noi potevamo dire in proposito. Senza pensare ad esempio che un giorno queste cose sarebbero egualmente emerse. 

 

IN PRATICA LE FORZE DELL’ORDINE PREFERIRONO CREDERE ALLA TESI SUL NOSTRO CONTO CHE ALEGGIAVA NELL’ARIA che grosso modo corrisponde a questa descrizione, estrapolata da casi concreti:

 

“ ex imprenditori, che hanno  fatto i loro comodi, hanno  intascato dei soldi della società, hanno  fatto fallimento e ora cercano di passarla liscia, spostandosi in altre regioni,  gettando le loro colpe su questioni inesistenti allo scopo di  voler coprire le proprie malefatte.

Vivono di sotterfugi , e vogliono  essere mantenuti dalla Humanitas* non hanno fissa dimora, non vogliono inserirsi nel sociale e mettere residenza, passano il tempo cercando di, rubare  soldi o benefici  a chi cade nei loro  tranelli..

Prendono  in giro l’autorità andando dalle forze dell’ordine di varie città  a presentare dei foglietti di poche pagine, che chiamano esposti,  per indurle a dare loro  una mano, anche nel convincencere le  altre persone a loro volta ad  aiutarli. Non vogliono tornare in Veneto perché attendono che queste cose dei quali sono colpevoli cadano in prescrizione

Gente ignorante che finge di aver studiato, addirittura all’Università”..

 

Alcune volte siamo stati fatti passare per tossicodipendenti, barboni, criminali in genere e pure mafiosi.

 

Sotto certi versi lo Stalker mise in ridicolo la legge e le forze dell’ordine, burlandosi di tutto e tutti facendo credere di essere tutt’altra persona. Riteniamo dunque lo Stalker un elemento di estrema pericolosità sociale.

 

Il meccanismo è abbastanza semplice: lo Stalker ci danneggiò tramite l’affare del PCX90*, propose poi dei contratti per risolvere i nostri problemi, lì usò per vincolarci e farci causa. Cominciò a diffamarci, direttamente e ufficialmente tramite una causa legale. Entrò in contatto diretto con alcuni nostri clienti ove avevamo venduto il terminale PCX90* per farsi “carico” dei problemi. Coinvolse così altri clienti convogliando anche in questi la teoria che eravamo dei “ladri…”. 

 

Il fallimento della società, che fu causato dalla Boldrini*, fu fatto passare come un affare di quelli ove l’imprenditore lascia l’azienda e scappa coi soldi, ed Boldrini* stesso inscenò la figura del povero imprenditore da noi truffato.

 

Questi gruppi di persone infervorate dal Boldrini* si autoproclamarono paladini della giustizia, e questo giustificò alla loro coscienze  le varie azioni che portarono a termine per “stanarci”, chi in buona fede e chi in mala fede. Fu aperta una vera e propria caccia all’uomo che coinvolse pure delle forze dell’ordine e dei sacerdoti della chiesa cattolica, che diventarono la sua “ombra”.

 

Per confermare quanto detto, vi esponiamo in dettaglio quanto è di fatto accaduto in Umbria nel periodo 2006-2009, fatti che coinvolgono comune di residenza, Humanitas*, forze dell’ordine, nel prossimo punto “La Questione Umbria”.

.(A)          La questione Umbria

                               (i)          Premesse

La perdita della società, dell’auto, della casa, la diffamazione sorta nei nostri confronti e non ultima la paura nei confronti del Boldrini* Stefano, ci aveva reso la vita impossibile in Veneto. Tentammo per un periodo di mettere radici fuori regione, ma per motivi indipendenti alla nostra volontà[9] non ci fu possibile, tentammo allora di andare più lontano... in Umbria.

Quando siamo arrivati in Umbria nel marzo 2006 abbiamo AVUTO LA REALE OCCASIONE  DI RINASCERE in questo luogo. MA QUALCOSA PER NOI NON E' ANDATO PER IL VERSO GIUSTO .

Gli eventi e i fatti accaduti in Umbria sono stati ampiamente descritti in altri documenti non inerenti il caso “Stalker”, in questo ne facciamo una sintesi per far comprendere, praticamente come queste diffamazioni incisero sui fatti accaduti..

 

Quanto ci è accaduto è simile più a un film che alla realtà, precisamente quanto narrato nel film comico “Il Mostro” di Benigni, ove il protagonista, lo stesso Benigni, per una serie di coincidenze viene identificato come un “mostro” e artefice di numerosi delitti.

Alla stessa maniera, venimmo trattati come dei mostri, delle persone pericolosissime e di conseguenza fu aperta la caccia all’uomo o più precisamente nel nostro caso “ai mostri”.

 

                             (ii)          La questione Umbria  “fotografata”  da fuori regione.

Dopo due anni vissuti in Umbria, dovemmo evacuare la zona per le insidie che si erano create. In un’altra città, fuori dalla regione Umbria, nel 2008, chiedemmo assistenza alla Humanitas*, la quale ci aiutò inizialmente, ma in un secondo tempo ci disse che aveva raccolto informazioni sul nostro conto, e che da queste informazioni risultavano cose poco chiare e che di conseguenza non se la sentivano di tenerci nel loro centro. Ovviamente non ci dissero quali fossero queste informazioni, ma certo dovevano essere spaventose, visto che nel loro centro tenevano normalmente persone di ogni tipo e persone note pure alle forze dell’ordine per vari reati. Noi dunque presentavamo un’etichetta peggiore, da veri scellerati, peggio degli zingari, spacciatori e ladri, che bazzicavano per i centri Humanitas* e che avevamo visto anche noi.

 

Quelle informazioni arrivavano certamente  dalla Umbria, dagli altri centri Humanitas* ove eravamo stati.  Non c’è da scherzare, perché per le etichette appiccicate addosso noi abbiamo rischiato più volte la pelle, perché nessuno ci voleva aiutare, oltre al fatto di trovarsi in situazioni insostenibili che non auguriamo a nessuno. Fatti del genere dimostrano anche come lo Stato sia impreparato a situazioni come la nostra.

                           (iii)          Definizione dei periodi

Dividiamo il tempo vissuto in Umbria in 5 periodi.

Periodo 1. Marzo- Agosto ’06: Assisi
Vivemmo ad Assisi aiutati dalla
Humanitas*.

Periodo 2. Settembre-Novembre ’06
 “Rifugiammo” da Assisi  a poco lontano, per tre mesi, dopo che la
Humanitas* decise di interrompere l’aiuto nei nostri confronti.

Periodo 3.Dicembre ’06: Città di castello
Ci spostammo in poco tempo in vari paesi  per trovare un’altra sistemazione. In questo periodo scoprimmo l’origine delle diffamazioni sorte nel circuito
Humanitas*. A Città di castello trovammo finalmente delle forze dell’ordine disponibili ad ascoltarci ed ad raccogliere nostre le nostre testimonianze in un verbale, raccogliere elementi e prove di quanto affermavamo costituite da ricevute, documenti, fotocopie e materiale digitale .

Periodo 4.Gennaio-Marzo ’08: Terni
Qualche giorno dopo il lavoro fatto con i Carabinieri di Città di castello, trovammo accoglienza e, più tardi un lavoro, a Terni. Durante questo periodo ci fu un interessamento mediatico sulla nostra vicenda. La nostra storia uscì sulla prima pagina di Terni sul quotidianoregionale fummo ospiti in diretta televisiva , su RAI DUE, al programma televisivo “Piazza Grande” in Marzo 2007.

Periodo 5.Maggio ’08: il ritorno

Dopo essere stati in altra regione, ed aver constatato la propagazione delle chiacchiere anche qui, tornammo qualche giorno in Umbria, per tentare di risolvere all’origine il problema delle diffamazioni, purtroppo senza l’esito sperato.

 

                           (iv)          Sull’agire delle forze dell’ordine in generale

Mentre in Veneto e in provincia di  Brescia non eravamo riusciti ad ottenere particolari interessamenti da parte delle forze dell’ordine per il nostro caso, in Umbria si aprì, per la prima volta uno spiraglio completamente nuovo. A Città di castello i carabinieri si misero a disposizione per scrivere i fatti che ci erano accaduti, raccogliendo prove ed elementi da noi forniti. Fu un’operazione lunga che durò quasi 12 ore. Anche a Terni ottenemmo l’interessamento delle forze dell’ordine, l’interesse di due testate giornalistiche oltre che della Tv nazionale.

 

Ma accanto a questo atteggiamento favorevole continuò a lavorare, nei medesimi ambienti, anche un atteggiamento contrario. Ci furono ad esempio delle forze dell’ordine che ci avevano aperto nuove strade e altre all’interno degli stessi uffici, che operavano all’incontrario o minimizzavano la questione definendola “inconsistente”, o qualcuno proprio non ne voleva sapere.

 

A Terni nonostante tutto riuscimmo a resistere il periodo più lungo, perché l’interesse mediatico nei nostri confronti e l’interesse delle forze dell’ordine ci crearono uno scudo contro tutte le diffamazioni.

                             (v)          Conclusioni sulla questione “Umbria

A maggio ’08 tornammo in Umbria , per arginare le conseguenze della reazione a catena. Lo stesso direttore della Humanitas*, in una sua mail inviataci poche settimane prima, aveva delineato i tratti delle nostre persone in tono molto negativo, e chiedevamo chiarezza. Ci recammo al commissariato chiedendo alla polizia un ruolo di intermediazione, presentando anche uno scritto di tre pagine. La polizia non trattenne il documento ma telefonò al direttore della Humanitas*: questi si era già prodigato nel contattare la Questura di Vicenza, presso la quale lo assicurarono che non correvamo alcun pericolo nel tornare in Veneto. Aveva poi contattato la Humanitas* di Vicenza, in cui si dicevano disposti ad accoglierci. La polizia lodò il direttore, per le “premure” nei nostri confronti, apostrofandoci con vari termini: se non fossimo tornati a Vicenza eravamo veramente scellerati ed in malafede. Fu disgustoso, a nostro avviso, vedere la Polizia inginocchiarsi di fronte alle parole del direttore della Humanitas*, che propinava la sua indagine alla stesse forze dell’ordine. La Polizia era tra l’altro molto scettica sul fatto che fossimo ricorsi più volte alla magistratura  e alle forze dell’ordine. Più che altro la Polizia era dell’opinione che andassimo in giro a presentare dei foglietti, qua e là in giro per l’Italia, che chiamavamo esposti, e che con tali foglietti tentavamo di giustificare la nostra condotta. Infatti la Polizia stessa ci invitò a depositare tutto il materiale presso la loro sede, così avrebbero visto finalmente se questi esposti e/o denunce esistevano davvero, e se le nostre affermazioni, fatte anche al personale della Humanitas*, fossero consistenti.

Non avevamo affatto l’intenzione di depositare nuovamente il materiale da loro, non ci sembrava opportuno. Mostrammo però un documento che ci era stato spedito da un magistrato e un articolo di giornale sulla nostra vicenda. Rimasero completamente stupiti, ma non cambiarono la loro opinione. A loro sembrava impossibile che un magistrato ci avesse scritto, tanto che al solo accenno del fatto, diventarono irascibili pensando che li prendessimo in giro. Nemmeno dopo aver  visto il documento si calmarono del tutto: il fatto sembrava loro così impossibile  da indurli a chiamare subito il magistrato, probabilmente per verificare la veridicità del fax.

Anche l’articolo di giornale destò stupore, e la Polizia ci apostrofò nuovamente:-“Ecco un articolo riguardi alla vostra scomparsa, abbiamo ragione noi”. Ribademmo che non eravamo mai scomparsi, e mostrammo come esempio lo stesso articolo, attestante dove ci trovavamo, oltre ad una richiesta d’interessamento. Anche questo denotava come la Polizia avesse idee già definite sulla nostra vicenda. Non riuscimmo a trovare dialogo costruttivo, probabilmente perché le comunicazioni ricevute dalla Polizia avevano creato pregiudizi che minavano qualsiasi altro ragionamento.

La situazione qui delineata ci fece capire con rammarico che in quel luogo non saremmo mai stati tutelati dalle forze dell’ordine e ci dispiacque davvero, perché in quel luogo, se avessimo potuto scegliere liberamente, avremmo messo radici con nostra grande gioia. 

 

Concludendo, non siamo ritornati in Veneto: tra l’altro non siamo nemmeno residenti in provincia di Vicenza. Inutile sottolineare che la nostra volontà e le nostre richieste non contavano nulla. E’ chiaro perché nonostante l’interesse mediatico di stampa e TV nazionale non si mosse nulla in Umbria a nostro favore: era già stato tutto deciso.

 

Parte V.                     Approfondimenti e definizioni

.01          Su Softex* s.r.l.

Softex* S.r.l. nasce come software house, si occupa di consulenza informatica, integrazione di sistemi, installazione e gestione di reti, fornitura di computer...

E’ fondata nel 1995 da tre soci tra cui Matteo è parte scrivente. Un anno dopo un socio esce dalla società, apre un’attività analoga portandosi via un importante cliente: la società è divisa al 50% tra i due soci rimanenti.

Rimangono due soci, che prendono poi strade differenti: uno segue la via più semplice delle consulenze bancarie e la parte scrivente segue il progetto impegnativo di  FlyRecorder*.

 Dal 1997 la società investe quasi tutto sulla realizzazione di  FlyRecorder*, spostando utili e proventi nel futuro. Nascono degli accordi con la  Tonioli* s.r.l. Nel 2000  FlyRecorder* è pronto a essere rivenduto e viene presentato alla più importante fiera italiana del settore. Durante la commercializzazione successiva, sorgono dei problemi, dovuti alla parziale ritrattazione degli accordi della  Tonioli* s.r.l. e la mancata fornitura da parte di Boldrini* Instruments dei pezzi hardware che servono per vendere il prodotto.

Nel 2001 la società sposta la propria sede in nuovi uffici strategici, circa 120 mq, in Legnaro* , in locali adiacenti e in sub-affitto presso un grossista.

Nel 2002 la quota di Marco (50%) è ceduta a Giovanna (parte scrivente).

Nel 2002 i danni causateci dai  Tonioli* e dai Boldrini* ci costringono a cercare nuove prodotti e nuovi mercati, anche quanto subito ci impedisce di risollevare l’azienda.

 

 

.02          Sul Sistema Software  FlyRecorder*

 FlyRecorder* è un sistema software che si applica naturalmente alle aziende industriali. Nato nel settore, automatizza i processi nella maniera più veloce e semplice di qualsiasi altro sistema generale.

 

 FlyRecorder* è un sistema software costituito da moduli e applicazioni specifici, indipendenti e acquistabili separatamente secondo le esigenze del cliente. E’ in grado di adattarsi alle diverse realtà aziendali nella maniera più flessibile, integrandosi con i sistemi gestionali e con le diverse realtà produttive.

 

 FlyRecorder* è stato progettato, creato e sviluppato da Softex* S.r.l. a partire dagli anni 1995-97. La società aveva la proprietà piena del software, delle sorgenti, delle tecnologie utilizzate e dei diritti di commercializzazione.

Vedere anche in “Caso_Stalker-1-TTY”

«Documento d’Appendice: Come presentavamo “ FlyRecorder*” in fiera del 2000»

«Documento Appendice: Prove della nascita di  FlyRecorder* prima dei contatti con Boldrini* Instruments»

 

 

.03          Sul Terminale PCX90*

Il terminale PCX90* è un dispositivo hardware che associato al Sistema  FlyRecorder* permette a quest’ultimo di acquisire dati e informazioni in tempo reale dal reparto produzione e dai macchinari.Il terminale si presenta come una specie di piccolo computer con video lcd e tastiera. Il terminale PCX90* è stato costruito da Boldrini*  in base a nostre esigenze.

 

I dettagli, compresa la fotografia dell’oggetto, sono nel documento “Caso_Stalker-1-TTY”

 

.04          Sulla  Tonioli* s.r.l. 

                               (i)          Premessa

La  Tonioli* s.r.l. è un’azienda veneta, fondata dai coniugi  Tonioli*, nata come molte in Veneto, nel garage di casa, che ha avuto un adeguato successo grazie alle capacità imprenditoriali della madre e di uno dei figli.

 

La  Tonioli* produceva e produce articoli di serie.Non era un’azienda di grosse dimensioni, se paragonata alle sue concorrenti italiane (vedi A. S.p.A.), perciò, per vendere, essere credibile ed abbassare i costi di produzione doveva investire nel software e nell’automazione piuttosto che in un massiccio aumento del personale.

Infatti, il settore specifico ha normative molto severe, molto più delle certificazioni ISO 9000 e successive, sia per il controllo di processo in tempo reale sia per la rintracciabilità del prodotto.

 

Nel 1995 Softex* cominciò a sviluppare del software  per l’azienda  Tonioli* S.r.l”.  Iniziò allora un proficuo rapporto di lavoro, che portò la  Tonioli* ad assegnarci diversi lavori. Con il tempo la  Tonioli*  divenne il cliente più importante e si instaurò una vera e propria sinergia tra le due aziende.

Alla  Tonioli* interessava risolvere i problemi pratici, avere persone disponibili, in grado di gestire l’azienda tramite strumenti informatici. La nostra disponibilità era contraccambiata da un ambiente di lavoro stimolante.

A noi interessava creare un pacchetto software rivendibile a varie aziende e che la proprietà delle sorgenti e relativi diritti rimanesse a noi. La  Tonioli* fu ottima da questo punto di vista: ci permetteva di testare il software in azienda e di portare altri nostri clienti a vedere il software in funzione da loro, ad eccezione di quattro o cinque suoi diretti concorrenti.

                             (ii)          Sulle  proposte dei  Tonioli*

Verso l’anno 2000, la “ Tonioli*” valutava così positivamente il nostro lavoro software da proporsi come acquirente di una quota consistente di Softex*, entrando in società con un capitale di investimento e alcuni privilegi, tra i quali promuovere insieme un’azione di marketing diretta alla vendita del Sistema  FlyRecorder*.

                           (iii)          Sulla lite generazionale all’interno della  Tonioli*

Nel 2000 le quote della  Tonioli* s.r.l.  erano suddivise tra la madre  e i quattro figli. Il nostro referente era come sempre G.  Tonioli*.

Vi fu una grossa lite generazionale all’interno della famiglia, che portò l’esclusione della madre dalla società, e questa lite mutò i piani della  Tonioli*, anche nei confronti di Softex*.

La madre, continuò ad avere informazioni ed influire sulla fabbrica attraverso il contatto con alcuni figli, tra cui R.  Tonioli*. Ci furono degli schieramenti contrapposti all’interno dell’azienda. La madre ci diede la colpa di quello che era successo, un giorno entrando in fabbrica di nascosto di alcuni suoi figli, ci disse con molto veleno, che il nostro “programma software” le aveva rubato la sua fabbrica. Pensava inoltre che le avessimo messo contro suo figlio G., e più in generale riteneva che i figli avevano potuta escludere perché non più necessaria, ed il nostro software la sostituiva come elemento di controllo e funzionamento e memoria…

Il veleno della Madre confluì così anche in R. suo figlio, tanto che accadde un fatto increscioso che riportiamo.

 

«Verso le 12:00 di sabato mattina ci rechiamo nella sede dell’azienda  Tonioli* per consegnare il documento , a G.  Tonioli*, chiamandolo sul cellulare, per assicurarci che fosse presente.

R.  Tonioli* se ne sta andando, vedendoci arrivare, con una manovra azzardata, gira l’auto e si precipita in azienda, va dal fratello G., ci chiama ed inizia ad insultarci: come ci permettevamo di entrare nella  Tonioli*, a girare per l’azienda senza un appuntamento, quasi come ladri ….

L’appuntamento noi ce l’avevamo con il fratello, ma non è questo il problema: avevamo sempre girato liberamente per l’azienda, anche di notte, soprattutto quando verificavamo l’integrità dei protocolli di comunicazione con le macchine[10].

Per la  Tonioli* non era un problema che lavorassimo di giorno e di notte, anzi era garanzia di serietà, perché ci vedeva molto disponibili e coscienziosi, ed erano soddisfatti del nostro lavoro.

G.  Tonioli* assistette sconvolto alla scenata del fratello, si scusò per lui, dicendo che non capiva, che per lui potevamo lavorare come sempre.

Continuammo a lavorare per i  Tonioli*, ed in seguito non ci fecero più quelle scenate, però si era incrinato il rapporto: il veleno della signora Madre si stava riversando a fiumi, così i figli, anche se l’avevano cacciata dalla società, non vollero più le nostre quote e non vollero più investire in Softex*».

 

 

Con l’episodio narrato iniziò uno stacco più marcato tra le due aziende, Softex* trasferì la sede in altra provincia.

I  Tonioli* erano però furiosi, per i comportamenti della madre che aveva fatto saltare i loro piani e per l’investimento perduto in Softex*. Invece di addossare le giuste colpe alla madre, alcuni di essi, lasciatesi trasportare dalle ire, si trasformarono da promotori del sistema  FlyRecorder* a veri e propri diffamatori. Dava fastidio ai  Tonioli* la vendita di un prodotto che avevano visto nascere nella loro fabbrica. . Ci bloccarono la strada, anche ottime strade di distribuzione commerciale: nel mondo della plastica, al quale il nostro prodotto si rivolgeva, anche se non agirono unitariamente in tale direzione.

 

                           (iv)          Le trame dei  Tonioli*

Le trame di R.  Tonioli*: La questione di Service Ass. Srl*

Nel 2001 G.  Tonioli*  ci presenta “Service Ass. Srl*” , una società che opera nell’assistenza robot e macchine per materie plastiche, ideale come possibile canale di vendita di  FlyRecorder*. Discutendo con i fratelli R. di Service Ass. Srl* sulla distribuzione di  FlyRecorder*, scopriamo prima i R. dovevano ottenere il “benestare” di R.  Tonioli*. La cosa ci lascia allibiti e sconvolti, chiediamo cosa c’entri R.  Tonioli*: per qualunque questione tecnica, abbiamo sempre discusso con G.  Tonioli*, che ha una visione più ampia relativa all’azienda ed alle necessità, e in parte ne è la mente[11]. Service Ass. Srl* ci risponde che i  Tonioli* sono i proprietari di Softex*, e che loro senza il loro accordo non si muovono.

Spieghiamo loro che la  Tonioli* non è proprietario di nulla, che i proprietari siamo noi e spieghiamo in che termini sono i rapporti con i  Tonioli*.

Nel 2003 vi sarà una lite all’interno dello stesso gruppo commerciale in cui opera Service Ass. Srl*, il gruppo di V.L..

V.L. voleva promuovere il nostro prodotto, vedendolo come sistema stabile, attivo da anni: Service Ass. Srl*  legato alla compagine di R.  Tonioli*, non ne volle sapere, così la commercializzazione fu stroncata, senza contare le dicerie messe in giro.

 

Service Ass. Srl* sconsigliò la stessa TSZ Industries* nell’acquisto di  FlyRecorder*, visto che saremmo durati poco ( A.B., uno dei titolari di TSZ Industries*). Service Ass. Srl* ci disse in faccia, dopo un’animata discussione sulla nostra serietà, che tra due anni non saremmo più esistiti: all’epoca eravamo nel 2002. .Effettivamente accadde così, ma nel 2002 non vi era alcun elemento per pensare al crollo di Softex*, anzi: è come se il tutto fosse premeditato e risaputo, ma non da noi.

 

.05          Contatti e l’ipotesi di associazione tra i  Tonioli* e i Boldrini*

Quando le strade tra Softex* e  Tonioli* s.r.l. si separarono, a causa della lite generazionale, i  Tonioli* continuarono comunque di mantenere una forma di controllo su Softex* attraverso Boldrini* .

Fu la stessa  Tonioli*, a presentarci, nel 2000, la Boldrini*  e a convincerci della bontà dei loro prodotti.

R.  Tonioli* aveva sposato la sorella della compagna/convivente di A.Boldrini*. Infatti nel 2003 incontriamo R.  Tonioli* in fiera, in visita allo stand della Boldrini*, che guarda noi un po’ schifato e si mette a discutere di gran carriera con i fratelli Boldrini*, da “paron ” a “paron” (in Veneto da padrone a padrone), e porta il figlioletto da Alessandro, lo “zio”.

 

E’ dunque possibile che Softex* se la siano giocata tra di loro, e quanto espresso da Service Ass. Srl*, riportata in Parte V..04(iv), sul fatto che avremmo avuto solamente altri due anni di attività, era un piano risaputo. Softex* era cosa “loro”, delle famiglie “ Tonioli*-Boldrini*”.

 

.06          Sul Software Med Service*

 

Med Service*” è un software costruito e sviluppato da zero per Medical TKE* s.r.l., un’azienda internazionale. Il software si occupa della gestione delicata della commercializzazione di medicinali . E’ un software funzionale destinato all’uso interno. La società committente alla consegna acquisisce tutti i diritti di proprietà sulla cosa e sulle sorgenti.

 

La realizzazione del software è stato commissionata in origine da Medical TKE* ad Boldrini* Instruments, che non essendo una software house, commissionò a sua volta il lavoro a Softex* S.r.l.

Nostro referente diretto era Boldrini* Instruments, alla quale venne ceduto il software e relativi diritti. Noi facemmo l’installazione e il corso di addestramento, presso gli uffici di Medical TKE*  per conto di Boldrini* Instruments

 

Il progetto Med Service* è totalmente differente dal progetto True Vision*. In Med Service* progetto, eseguibili e sorgenti diventano di proprietà della ditta committente, in True Vision* viene ceduta solo una licenza di utilizzo del software: progetto, proprietà e le sorgenti rimangono di Softex*.

Med Service* è un “programmino” fatto in alcuni mesi. True Vision* è un software che parte dalla base già fatta di  FlyRecorder* in anni di studio e realizzazioni.

 

La questione Med Service* è spiegata in dettaglio sul documento “Caso_Stalker-2-Med Service*” al quale vi rimandiamo per tutti gli approfondimenti.

 

.07          Sulla TSZ Industries*

La TSZ Industries* S.r.l. è un’azienda cliente di Softex* all’epoca dei fatti. I nostri referenti principali erano i fratelli B. proprietari dell’azienda.

 

La TSZ Industries*, conosciuta nel 2001, aveva già un sistema hardware-software per la  gestione dello stabilimento.

Il loro applicativo era composto da un software di una società piemontese Aveva fatto un investimento di più di centoventi milioni di lire, ancora nel 1998, ma non ne era soddisfatta, anzi ci diceva di aver  avuto un sacco di danni da tale gestione, sia per problemi di scambio dati con il gestionale, sia perché il software molto rigido e corposo, era poco sviluppato nelle loro esigenze specifiche.

 

Prima di vendere il sistema effettivo, abbiamo lasciato in prova  FlyRecorder* per circa sei mesi, apportando anche modifiche per venire incontro alle esigenze del cliente.

TSZ Industries* fu la prima azienda ove si provò in maniera massiccia il nuovo terminale costruito da Boldrini*. In totale la TSZ Industries* né comprò 30.

 

 

Indice dei nomi identificativi speciali.

 

Dati principali

(Autore1),Matteo,

(Autore2),Giovanna,

(Provincia_di_nascita),Vicenza,

(Comune_di_residenza),Camposampiero*,

(Comune_gemellato),Aix en Provence*,

(Provincia_di_residenza),Padova,

(Regione_di_residenza),Veneto,

(ComuneMatrimonio),Cadoneghe*,

(Stazione_CC_competente_Residenza)Padova*,

 

Dati azienda

(NomeAzienda),Softex*,(CodiceAzienda),Sftx*,

(Comune_ sede_legale_azienda),Legnaro*,

(Nome_Sistema_Software), FlyRecorder*,

(Cliente_principale), Tonioli*,

(Nome_azienda_peochi),TSZ Industries*,

(Nome_incursore_peochi),Tantanelli*,

(Azienda_Stalker),Boldrini*,

(Grossista),SDC Impianti*,

(Fratelli_Dipendenti_grossista),Boscaro*,

 

Dati Procure, magistrati, …

(CC_ottobre04),Rovigo,

(PrimaProcura)Roma,

(ProcuraSett06),Napoli

(SecondaProcura) Perugia,

(CC_dicembre06),Città di castello

(TerzaProcura),Firenze,

(Comune_spedita_racc_lago),Sulzano,

(CittaCoccodrillo)Ferrara,

(Territorio_Coccodrillo),Ferrarese,

 

Dati territorio

(ComuneTenda2005),Marone,

(LagoTenda2005), d’Iseo,,

(ProvinciaTenda2005)  Brescia,

(Regione2006),Umbria,

(primaCitta2006) ,Perugia,

(PrimaCittapaese) -> Assisi,

(SecondaCitta2007),Terni,[Terni]

(Regione3),Abruzzo

(Regione3Citta1) -> L’aquila,

(Regione3citta2),Pescara,

(Regione4) Marche

(ComuneAgosto2009),Trieste*,

 

Altri

(ComuneDellaRocca),Cittadella*,

(Medico2007),Manini*,

(EnteUmanitario)Humanitas*,,-

Stalker.doc

(NomeTerminale),PCX90*

(SoftwareM),Med Service*

(AziendaM),Medical TKE*

SoftwareH),True Vision*

(ServiceAss),Service Ass. Srl*

 



[1] Nel maggio 2004 con i Carabinieri, il 30/12/04 attraverso un esposto, e nel maggio 2006 attraverso una comunicazione riguardante un nuovo fatto emerso.

[2] Lo Stalker ci creò per suo scopo una cattiva fama, che ci portavamo appiccicata addosso. Questo argomento lo trattiamo specificatamente nel seguito del documento.

[3] La StoryBoard costituisce un’insieme di documenti, carteggi, elementi e prove, memorizzati ed archiviati, seguendo una determinata classificazione e struttura logica, all’interno di files in formato digitale.

[4] Vedere “Sul Terminale Parte V..03

[5] O sub-appaltandoci il lavoro ad un prezzo più basso

[6] (vedere “Caso_Stalker-2  7 Luglio 2003: «Lo Stalker  ammette che i pasticci sono stati causati da »”)

[7] Rischi  che potevano scaturire dal : mancato pagamento da parte del cliente della merce..

[8] Per questioni di privacy ci eravamo premurati di non fornire a nessuno il nostro indirizzo d’abitazione. Tale indirizzo non poteva essere dedotto né da un elenco telefonico, né da una visura camerale sulla società, né da certificati di proprietà dell’auto, né da nostri parenti, né da altre fonti normalmente pubbliche. La conoscenza del nostro indirizzo  potrebbe essere stata fornita allo Stalker, per i rapporti esistenti tra le due aziende.

[9] Le diffamazioni ci avevano fatto terreno bruciato. Le cose accadute le abbiamo ampiamente trattate in altri documenti.

[10] La ditta lavora su tre turni, anche di notte: la sera tardi nessuno utilizza i computer e si fanno le prove senza interferire con il lavoro di nessuno. Inoltre, si vede se il nostro software può essere capito ed utilizzato da tutti, anche chi fa il turno di notte, e come collocarlo al meglio in una realtà produttiva.

[11] Con gli altri fratelli è più difficile discutere: quando non sanno come procedere, bestemmiano ad oltranza. O semplicemente non si capisce quello che vogliono, hanno difficoltà anche i dipendenti.