AUTODIFESA- SELF DEFENSE
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Marzo 2007 - Febbraio 2008
FIRENZE, PROCURA della Repubblica


Si chiede l'intervento della Procura di Firenze, che controlla l'operato di quella di Perugia con l'ipotesi  di lesione del diritto fondamentale alla difesa, e di mancata attivazione delle procedure di legge da parte di magistrati della Procura della Repubblica di Perugia competenti nel giudicare i magistrati romani. Sottrazione di denunce e/o esposti presso tali procure.





Esposto/Denuncia del 7.3.2007

Oggetto: ipotesi di lesione del diritto fondamentale alla difesa e di mancata attivazione delle procedure di legge da parte di magistrati della Procura della Repubblica di Perugia competenti nel giudicare i magistrati romani. Sottrazione di denunce e/o esposti presso tali procure.


Premesso

che all’interno degli uffici della Procura della Repubblica di Roma, sita in piazzale Clodio, sono stati sottratti (art 616 c.penale) documenti contenenti segnalazioni, esposti e denuncie presentati dalla parte scrivente: tale sottrazione ha continuato a ripetersi per ogni nuovo documento, sia esso presentato tramite lettera raccomandata sia esso depositato di persona presso l’ufficio “primi atti” di piazzale Clodio. Per questo ed altri motivi fummo costretti a presentare denuncia contro la Procura di Roma: tale denuncia arrivò alla Procura della Repubblica di Perugia. competente nel giudicare “Roma” e i magistrati romani. Ma anche in Procura di Perugia cominciarono a verificarsi fatti simili a quelli accaduti a Roma.

Nella prima “fase”, presso la Procura ordinaria di Roma, furono sottratte e/o smarrite 6(sei) lettere raccomandate e due esposti depositati a mano, dei quali conserviamo una copia identica all’originale, timbrata dalla Procura stessa; pervenne solamente un documento, spedito indicando un mittente diverso dai nostri nominativi. Tale esposto fu assegnato al PM XXXXX1, il quale ci confermò per iscritto, tramite fax, la sottrazione e/o smarrimento di tutti i fascicoli precedenti e successivi. Nel frattempo noi eravamo finiti a vivere in tenda sulle rive del lago d’Iseo, a causa di tutti i fatti che erano narrati nei documenti scomparsi. Considerando la buona fede del magistrato, ed entrati in possesso del numero diretto di fax del magistrato, tentammo di inviare il materiale mancante, congiuntamente ad ulteriori elementi per le indagini, tramite lettera raccomandata, anticipata da un fax diretto a XXXXX1, con lo scopo di chiedere particolare vigilanza onde evitare una nuova sparizione.

Tuttavia, anche tale raccomandata, come confermato dallo stesso magistrato per iscritto tramite fax, è stata sottratta e/o smarrita.

In quel periodo ci era impossibile recarci a Roma, perché eravamo rimasti senza di che vivere e, pur interessando i carabinieri del luogo, i sindaci, assistenti sociali, difensore civico…nessuno ci aiutò: purtroppo, chi si era tanto prodigato a far sparire i documenti in Procura aveva profuso lo stesso impegno nel “farci terreno bruciato” intorno, di modo che nessuno ci aiutasse. Così l’unico esposto pervenuto fu archiviato in data 03 Gennaio 2006, senza che il dottor XXXXX1 ed il GIP dott. XXXXX2, seppur avvertiti della nostra condizione, si preoccupassero di entrare in possesso del materiale non pervenuto, senza sentire le nostre ragioni, senza darci la possibilità di presentare altri elementi, prove, memoriali, senza un regolare processo, senza risolvere il vizio di “smarrimento” in Procura e senza mai averci visti in faccia. Poiché la sottrazione e/o smarrimento si è ripetuta anche per i documenti inviati successivamente al contatto con il dottor XXXXXX1, si è reso impossibile l’esercizio del fondamentale diritto alla difesa, nonché la presentazione di altri elementi d’indagine. (Il carteggio con la Procura della Repubblica di Roma è contenuto nel file allegato: di 31(trentauno) pagine “allegati\carteggio_pm_gip.pdf”)

Ritenendo che

le principali interferenze all’interno della Procura di Roma provengano dal Presidente di un ramo della federazione Nazionale Giuoco Calcio sezione XXXXX3 (FIGC), amico di un nostro parente, presentammo richiesta di intervento presso la Procura della Repubblica di Napoli, ipotizzando che l’indagine poteva agganciarsi a quella sul giuoco calcio.

Il documento da noi presentato conteneva ipotesi di reato contro la Procura di Roma, contro il PM XXXXX1 e il XXXXX2. In particolare con il tempo emerse una “seconda fase” della vicenda romana: il PM XXXXX1 aveva acquisito il materiale, dichiarato scomparso dal PM XXXXX4, che l’aveva ricevuto a sua volta dalla Procura Militare di Roma, da noi interpellata nel tentativo di ricorrere alla giustizia.

Il dottor XXXXX1 aveva inserito il voluminoso materiale cartaceo di XXXXX4 all’interno dello scarno unico documento pervenuto, di sole undici pagine, archiviando in un colpo solo l’unico esposto ricevuto e quanto in esso confluito, pur di non effettuare le indagini. Il GIP XXXXX2 invece si era reso colpevole di aver archiviato il procedimento con un decreto di archiviazione, che va contro una sentenza della cassazione, redigendo un testo zeppo di errori oggettivi e logici, da invalidare le fondamenta del decreto stesso. Come se non bastasse, il dottor XXXXX1 dichiarava che i documenti erano stati sottratti e/o smarriti mentre il GIP XXXXX2 dichiarava che il reato non si era manifestato, e quindi archiviava.

Tornando a Napoli, l’8 settembre 2006, l’ispettore che presiedeva l’ufficio denunce congiuntamente al PM di turno, accettarono la denuncia con la massima urgenza, iscrivendola nel RGNR con numero.39195/06, assegnandola immediatamente al dottor Borrelli Giuseppe, della D.D.A., invitandoci a parlare subito con il magistrato. La documentazione fu sigillata, presentata all’ufficio del magistrato dallo stesso ispettore, che per questioni di sicurezza non la fece transitare per la cancelleria.

In seguito ad un disguido non riuscimmo ad avere il colloquio nell’immediato pomeriggio. Non essendo il magistrato raggiungibile tramite telefono, ritornammo a Napoli solamente il 29/9/06, apprendendo che la nostra pratica era stata trasferita a Perugia per competenza : il dottor Borrelli non aveva minimamente visionato la denuncia, si era limitato a leggere l’intestazione sul RGNR, ed essendovi iscritto reato contro Roma, inviò automaticamente alla Procura competente.

Rimanemmo fortemente delusi e preoccupati poiché dal primo incontro era finalmente emersa la gravità della situazione: finalmente una Procura aveva deciso di indagare seriamente, chiedendoci, nella persona dell’Ispettore la massima collaborazione: la Procura di Napoli era intenzionata a procedere e ci era stato assicurato che in un caso di questo tipo doveva essere interpellato il Procuratore Capo, perché era troppo pericoloso affidare tutto il peso ad un solo magistrato.

Il dottor Borrelli, appresa da noi l’interferenza della “FIGC”, ci inviò dal PM Filippo Beatrice. Poiché l’indagine sulla “FIGC” era ormai conclusa, il dottor Beatrice si limitò a consigliarci di andare subito a Perugia e di chiedere un colloquio urgente. Ci rassicurò che saremmo stati ricevuti dal magistrato e tutto sarebbe andato avanti regolarmente a Perugia.

A Perugia

Il fascicolo fu assegnato al magistrato PPPPPP1, il quale ci rifiutò per iscritto qualsiasi colloquio e non ci permise mai di controllare se il materiale in suo possesso fosse arrivato integro da Napoli.

Verso metà Novembre 2006 ci facemmo più insistenti, anche perché si presentò in Umbria una persona legata alle nostre famiglie, dalle quali chiedevamo una tutela. Riuscimmo solamente a parlare telefonicamente con la segreteria del PM PPPPPP1, la quale ci invitava a presentare un nuovo fax, cosa che facemmo senza ottenere alcuna risposta o risultato. Non ci fu mai permesso di entrare in Procura per parlare con il magistrato, nemmeno di entrare a parlare con la segreteria stessa, nonostante le numerose richieste: ci fu indicato di andare a presentare un esposto dai carabinieri o polizia. Dalle dichiarazioni fatte dalla segreteria constatammo che il magistrato mancava di vario materiale contenuto nella denuncia-querela di Napoli.

Fummo costretti a depositare, questa volta presso la responsabile generale delle cancellerie, dottoressa Ambra Maria Lavezzari, una seconda volta la denuncia e il CD. Durante la fotocopia della denuncia emerse un fatto curioso: in cancelleria erano sparite 20 pagine. Così la Lavezzari si occupò di controllare direttamente essa stessa le fotocopie e protocollò personalmente il nuovo deposito facendosi portare i timbri dalla cancelleria. Con il nuovo deposito ripetemmo garbatamente la richiesta di colloquio con il magistrato, con opportune parole dettateci dalla stessa Lavezzari.

A nulla valse anche questo secondo deposito. Anche altri fax indirizzati alla Procura di Perugia ,che contenevano dei quesiti importanti furono ignorati e lasciati senza risposta.

Nel frattempo ci ritrovammo in strada, perché in ogni posto dove andavamo arrivava qualcuno che ci metteva i bastoni fra le ruote. Allora eravamo presso un’istituto di suore che ci davano una mano. Finimmo presso la Caritas di Città di Castello. Il 19 di dicembre 2006, su consiglio di un giornalista, ci recammo presso il Comando dei carabinieri di Città di Castello per parlare con il comandante Antonio Morra. Il Capitano ci mise a disposizione la sua squadra fidata per riscrivere tutti i fatti dall’inizio. Ci vollero ben 12 ore consecutive per redigere un verbale che prese la forma di una denuncia-querela (rif CD: “allegati/Denuncia19dic06.pdf”)

Questa volta lo scritto fu molto meticoloso e i carabinieri poterono visionare tra le proprie mani gli originali delle denuncie scomparse, con relative ricevute e avvisi di ricevimento timbrati dalla Procura. Riportarono vari allegati copiati dall’originale, e posero sotto sequestro il CD che conteneva altri documenti importanti. La denuncia querela fu depositata il 21 dicembre 2006 ed assegnata al PM PPPPPP2 della Procura della Repubblica di Perugia. Il PM, attraverso i carabinieri, ci notificò alcuni giorni dopo la convalida del sequestro del CD (Rif Proc. Nr PPPPPP3 mod 44 del 21.12.06 PM PPPPPP2)

Nonostante la gravità di tale denuncia e la nostra richiesta di colloquio, anche in questo caso alla data di oggi 7 Marzo 2007 non ci è stato possibile parlare con il magistrato e nessuno è intervenuto anche semplicemente per spiegarci cosa sta succedendo. Nel frattempo la Caritas di Città di Castello chiuse e ci trovarono posto a VVVVV1. Qui le forze dell’ordine, visto che legalmente erano stati fatti tutti i passi possibili, in attesa di notizie per il secondo procedimento aperto a Perugia, ci inviarono da un giornalista, sperando che la nostra situazione perlomeno dal punto di vista umano, fosse presa in considerazione dall’opinione pubblica (rif. Allegato su carta articolo comparso sul Corriere dell’Umbria del VVVVV2)

Vi rimandiamo al verbale contenuto nel CD redatto il 19.12.06 che riporta in maniera dettagliata i fatti e a tutti gli allegati presenti nel CD, enumerati in fondo a questo documento. Chiediamo che gli allegati nel CD siano considerati come parte integrante ed inscindibile di questo documento.


Si chiede


a)Che venga aperta un’indagine da una Procura in grado di garantire i diritti fondamentali della giustizia e della difesa, in particolare che sia in grado di bloccare le interferenze operate sulle indagini e sui magistrati

b)Chiediamo di poter parlare il prima possibile con un magistrato per capire cosa sta succedendo e come dobbiamo comportarci

c)Chiediamo si intervenga sui reati dei quali siamo stati ingiustamente accusati, per invalidare il contenuto delle nostre dichiarazioni, o a causa dello smarrimento e/o sottrazione dei nostri esposti e/o denunce, significando che il nostro allontanamento forzato dal Veneto ci ha procurato tutta una serie di accuse ingiuste.

d) Chiediamo ci venga restituita una dignità umana. Noi fin dal 2004 avevamo richiesto un intervento della giustizia e i nostri esposti e denuncie erano stati scritti per nostra autodifesa e tutela. Non volevamo colpire nessuno ma solamente rifarci una vita lontano dagli obbrobri subiti, lontano da quei giri di amici delle nostre famiglie che stabiliscono il bello e cattivo tempo.

e)Di essere avvertiti, in merito all’eventuale procedimento scaturito da questo documento (iscrizione, archiviazione..).

f) Che la Procura di Perugia, pur per legge preposta a giudicare su Roma e magistrati romani, sia dichiarata inidonea a valutare il nostro caso perché evidentemente sottoposta ad interferenze esterne, che prevaricano sulla corretta esecuzione dei procedimenti e delle indagini relative. Tali interferenze dovrebbero essere evidenti dal decorso effettivo dei due procedimenti, che erano stati iscritti presso tale Procura.


Facciamo presente che per eventuali comunicazioni siamo reperibili via Fax al n. 02 4570043296723 e all’indirizzo email VVVVV3 per quanto scritto nei vari documenti e denunce.


Allegati:

Alleghiamo su carta i seguenti documenti:

  • Fotocopia nostri documenti firmati

  • Articolo sulla nostra vicenda comparso sul “Corriere dell’Umbria”


Alleghiamo registrato sul CD altri documenti.

-Verbale dettagliato scritto dai carabinieri e documentazione relativa: “allegati/Denuncia19dic06.pdf” (28 pagine)


Altra documentazione tecnica ed allegati presenti nel CD 


Rif.

Allegato

pag

Descrizione

1/9

AA

allegati/esposti2004_2005_01.pdf

174

Raccolta degli esposti e/o denuncie presentati in Procura di Roma /Quirinale (2004-2005), molti dei quali erano stati smarriti e/o sottratti.      

2/9

BB

allegati/fattibrescia2006.pdf

93

Raccolta esposti e/o denuncie del  2006. Raccoglie altri fatti accaduti nel 2006. 

3/9

CC

allegati/fattinapoli.pdf
allegati/fattiagg_napoli.pdf

48
7

Denuncia 4115/6 presentata presso la Procura di Napoli in data 8/09/2006.

4/9

DD

allegati/carteggio_perugia.pdf

34

Carteggio con la Procura di Perugia relativo al procedimento pervenuto da Napoli..

5/9

EE

Carteggio PM-GIP.pdf

31

Questo documento riporta il carteggio delle comunicazioni avvenute con il PM e con il GIP della Procura della Repubblica di Roma.

6/9

FF

Ricevute_procura_roma.pdf

10

Digitalizzazione delle ricevute dei documenti inviati a Roma (inclusi quelli smarriti e/o sottratti). Il documento include le ricevute delle lettere raccomandate, e le fotocopie delle prime pagine dei fascicoli presentati alla Procura di Roma, recanti il il timbro e la numerazione dell'ufficio primi atti. 

7/9

GG

ar milano2.pdf

2

Digitalizzazione delle ricevute dei documenti inviati alla Procura di Milano.

8/9

HH

Carteggio Riepilogo_VVVVV5 .pdf

30

Carteggio relativo al comportamento anomalo del comune di residenza  in relazione all'intera vicenda, consegnato per chiedere all'autorità la verifica di  eventuali comportamenti  illeciti. Il comune era già stato menzionato in alcuni esposti inviati nel 2005 nel documento "esposti2004_2005_01.pdf" sopra riportato.

9/9

II

Qs4Maggio_Stalker_04.pdf

47

Caso "Stalker". Il caso Stalker era già stato accennato nel 2° esposto, qui si riportano nuovi elementi. Anche questo documento era stato inviato in questura in aggiornamento a quelli già consegnati.





11 Aprile 2007
Alla cortese attenzione
Procura della Repubblica di Firenze
Via Strozzi 1
50123 Firenze
Fax 055 2604422


URGENTE

11 Aprile 2007

Spett.le Autorità, siamo molto preoccupati della situazione nella quale stiamo vivendo. Chiediamo un intervento urgente a nostra tutela.

Abbiamo già inviato a questa Procura un esposto-denuncia con raccomandata da nr 12987441093-8 del 07.03.2007 che risulta pervenuta presso i vostri uffici in data 12.03.07.

Nel frattempo la situazione si è ulteriormente modificata e riteniamo importante scrivere questa lettera per informarvi e chiedere aiuto e consiglio il prima possibile.

La nostra vicenda è stata riportata dal “Corriere dell’Umbria” e poi l’abbiamo raccontata in diretta su RAI DUE il 13.03.2007, durante la trasmissione “Piazza Grande”, condotta da Giancarlo Magalli.

Il problema che è alla base dell’intera vicenda, e che non ci permette di avere giustizia e tranquillità, è la sottrazione e/o smarrimento (art. 616 c.p.) di nostri esposti e denunce presso la Procura di Roma e l’impossibilità di parlare con i magistrati di Perugia, che seguono le indagini sui fatti accaduti a Roma e su relativi magistrati.

Intanto il tempo passa, sono passati più di due anni da quando hanno cominciato a verificarsi questi fatti e, noi tra una burocrazia e l’altra abbiamo perso tutto: il lavoro, l’auto, la casa e i diritti civili. Siamo stati minacciati di morte, ingiuriati, diffamati e colpiti da vari reati. Abbiamo paura.

Noi chiediamo un aiuto, un colloquio con un magistrato il prima possibile.

Da Perugia non ci aspettiamo nulla di buono. I magistrati non ci hanno concesso un colloquio nemmeno dopo l’articolo sul giornale e la partecipazione a “Piazza Grande” su Rai Due.

Noi vorremmo un colloquio con un magistrato, non tanto per fornire elementi o testimonianze le quali sono state ampiamente trascritte in più di 500 pagine già depositate, ma perché questi intervenga al fine di poter ritornare a vivere come cittadini liberi, sciogliendo quei nodi che sono scaturiti dal mancato intervento dello Stato, mancato per la sparizione all’interno degli uffici pubblici delle nostre pratiche.


Facciamo solo un esempio: nel 2004 ci era stata una violazione di domicilio presso gli uffici della nostra attività, uffici presi in subaffitto. Ci era stato negato l’accesso cambiando la serratura: questo reato fu “mascherato” come semplice problema di ordine economico. Avevamo fatto denuncia e chiesto l’intervento dell’autorità per rimuovere gli ostacoli e per farci rientrare all’interno dei locali della nostra attività, ma il ripetersi delle sottrazione delle nostre pratiche impedì lo svolgersi del normale iter di legge. Fummo impediti in tutte le maniere di fare qualsiasi azione. In questa maniera non solo perdemmo l’attività, il lavoro, l’auto… ma inevitabilmente ci furono delle cause contro di noi. Noi non potemmo difenderci in nessun modo e dovemmo emigrare chiedendo aiuto da fuori Veneto, anche per la nostra incolumità.


Da Novembre 2004, da quando cioè abbiamo iniziato a chiedere l’interessamento della magistratura, non siamo mai riusciti a parlare con un magistrato che segue le indagini.

Abbiamo dovuto spostarci spesso in questi ultimi due anni, perché quel “male” che è descritto nei numerosi documenti scomparsi ci ha rincorso, anche fuori Veneto; in Lombardia e pure in Umbria.

Crediamo di non poter più stare nemmeno in Umbria perché quel “male” lo abbiamo notato agire anche sulla Caritas che attualmente è l’unica che ci sta aiutando

Chiediamo che ci tiriate fuori da questo inferno.

Ai mafiosi pentiti gli si da un’altra identità, non è possibile una cosa del genere per noi?

Chiediamo inoltre se al nostro esposto-denuncia sopra menzionato, inviato a questa Procura, è stato assegnato un magistrato.

Per i contatti: fax 302 70043432967 (ricevuto via email)








25 Maggio 2007
Procura della Repubblica di Firenze
Via Strozzi 1 - Firenze


Data:25 Maggio 2007

Riferimenti:Ns esposto denuncia inviato tramite lettera racc. Nr 12987441093-8 del 7.3.2007. Successiva email del 11 aprile 2007

Oggetto: Richiesta di sospensione immediata delle attività del Procuratore PPPPPP1, operante presso la Procura della repubblica di Perugia, relativamente al procedimento penale nr. xxxx/06 mod 21 PER GRAVI MOTIVI


<>Il comportamento del PM PPPPPP1, ci sta ponendo in serio pericolo per i motivi che vi esponiamo di seguito. Chiediamo che venga sospeso immediatamente dall’incarico per quanto riguarda i procedimenti in atto a Perugia. Chiediamo che la Procura di Firenze intervenga immediatamente.
Queste nuove considerazioni emergono dalla lettura di quanto inviatoci dalla Questura in data 23.05.07. (comunicazione ricevuta al nostro internet fax nr. 32 7004343432967 mittente dottor PPPPPP1, Sostituto Proc. Repubblica di Perugia)


Si chiede venga sospeso per i seguenti motivi:

A)Nella nuova comunicazione di cui sopra, si apprende che il dottor PPPPPP1, con lettera del 25.11.06 ha delegato la p.g. di Perugia e questultima ha subdelegato i carabinieri di EEEE1 (PD).

Ora se controllate le le nostre denuncie a partire dall’Aprile 2005 oppure la più recente denuncia querela del 19.12.06 scritta dai Carabinieri di Città di Castello, dalla quarta pagina vi sono i nomi di ben 4 elementi dei carabinieri di , EEEE1 ( incluso il maresciallo di p.g.), per i quali si chiedeva di aprire un’indagine contestando a tali elementi i reati di minacce, abuso d’ufficio, omissione in atti d’ufficio, influenza degli organi di stampa, e non aver rispettato il regolamento. Ricordiamo, che il consiglio di denunciare tali carabinieri era partito dal nostro legale il quale ci consiglio pure di cambiare paese. Quando parlammo il 19.12.06 per la prima volta con il Capitano Morra dei Carabinieri della stazione di Città di Castello, introducemmo subito il discorso con i problemi avuti con tale comando. Interferenze dei carabinieri di EEEE1 le avevamo rilevate anche in provincia di Brescia.

Ora noi ci chiediamo con quale criterio la p.g. di Perugia ha subdelegato i carabinieri di EEEE1?

Ora Come fanno i carabinieri di EEEE1 ad indagare su se stessi?

E noi dovremmo chiedere protezione a loro che ci hanno detto sfottendoci, “inviate pure gli esposti a Roma, tanto saremo noi poi a indagare”.

Se il magistrato ci avrebbe parlato da subito questi problemi non sarebbero sorti, invece quando non si sentono le parti, non si da la possibilità alle persone di esprimere i fatti verbalmente e di fornire utili indicazioni alla giustizia. In questa maniera si allungano i tempi, si commettono maggiori errori, e si mette ulteriormente in pericolo le persone.


B)Il magistrato, come si evince dalla nuova comunicazione in allegato, continua a rifiutarci un colloquio, impedendoci in questa maniera di esercitare il diritto fondamentale alla difesa. Del resto il magistrato non specifica nessun motivo valido per il quale non ci vuole parlare in quanto la sua elencazione di articoli del codice a motivo di ciò è semplice facoltà di poter agire in tale senso. Noi invece il motivo l’avevamo espresso nella documentazione cartacea inviatagli. D’altra parte noi avevamo già parlato, in febbraio 2006, con un Ispettore di Polizia superiore della questura di Brescia, ma questo non aveva portato a nessun risultato. Abbiamo ampiamente parlato anche con ufficiali di p.g. di Città di Castello, i quali hanno detto che non possono fare nulla e solo il magistrato può intervenire. D’altra parte non valutiamo opportuno parlare con la pg di Perugia e tantomeno con i carabinieri di EEEE1 visto che gli avevamo denunciati, ma di questo ne dovevamo parlare direttamente con il magistrato.


C)Il dottor PPPP1 rigetta la nostra richiesta di “aiuto ed interessamento…” inviata al PM PPPP2 il 27.12.06 dai carabinieri di Città di Castello. Questo significa che il procedimento del dott. PPPP1 ha inglobato quello del PM PPPP2 . Premettiamo che avevamo spiegato bene ai carabinieri di Città di Castello che il dott. PPPP1 non era il magistrato adatto al caso. Infatti il nuovo deposito in Procura di Perugia fu fatto dallo stesso maresciallo che scrisse il verbale, il quale aveva indicato che nel nuovo documento si citavano dei comportamenti poco opportuni del dottor PPPP1. Per questo ed altri motivi fu affidato ad un nuovo magistrato! Il dottor PPPP2 dopo pochi giorni ci aveva già notificato la convalida del sequestro del CD e sembrava che le cose potessero procedere in maniera diversa.

A fronte di tutto questo ci chiediamo perché il procedimento di PPPP2 è stato inserito all’interno di quello di PPPP1? Infatti come può un magistrato valutare il suo stesso operato?

L’incorporamento ci spiega anche il motivo per cui, PPPP2 non ci diede nessuna risposta alla nostra richiesta di colloquio.

Noi crediamo che i carabinieri di Città di Castello avevano avuto sufficienti elementi per interessare da subito la Procura di Firenze invece di affidare il procedimento ad altro PM di Perugia.



Per tutto questo chiediamo:

  1. Che il magistrato di Perugia PPPP1 venga sospeso dall’incarico affidatogli relativamente ai procedimenti scaturiti dalle nostre denuncie-querele.

  2. Che venga sospesa l’attività correlata della p.g. di Perugia, la quale ha dimostrato, di sottovalutare alcuni elementi d’indagine.

  3. Si chiede di evitare di fornire informazioni relative al nostro conto ( ubicazione, domicilio e quant’altro inerente) alla Procura di Perugia, relativi magistrati e p.g. e di riferirsi invece alla Procura della Repubblica di Firenze.


Facciamo presente che per eventuali comunicazioni siamo reperibili via Fax al n. 032 7004434332967 e all’indirizzo email .....

Allegati:

Allegato A. Fax internet ricevuto dalla Polizia Giudiziaria di Perugia.







 
Data:6 Giugno 2007
URGENTE
Oggetto: Segnalazione d’Incoerenza sull’attribuzione incarichi d’indagine. /Richieste di delucidazioni su autorità competente
Riferimenti: Allegato 1 e 2: fax ricevuto dalla PG di Perugia e pagina ns denuncia presso CC


Spett.le Autorità,

<>la scrivente parte è costituita da xxxxxxxx e xxxxxxxxxx, residenti a xxxxxxxxxxx.
Premesso che, nel 2005, in occasione di alcuni fatti, ricevemmo delle minacce da alcuni componenti dei carabinieri di EEEE1 (PD); provvedemmo a denunciare vari elementi, contestando vari reati. Tali denunce furono inoltrate come integrazione di altri esposti e/o denunce inviati alla Procura della Repubblica di Roma, ad iniziare da Novembre 2004, chiedendo che i fatti riguardanti i carabinieri di EEEE1 venissero valutati congiuntamente a quanto ci era accaduto in precedenza. Le nostre denunce a causa di vari smarrimenti e leggi sulla competenza seguirono un iter molto lungo e articolato, approdando a varie Procure fino alla Procura di Perugia e ultimamente Firenze.

GRAVE INCOERENZA :

Dalla lettura dell'allegato 1, da noi ricevuto il 23 maggio '07, abbiamo appreso che il magistrato dottor PPPP1 con lettera del 25.11.06 ha delegato la Polizia Giudiziaria di Perugia, e quest’ultima ha subdelegato i carabinieri di EEEE1 (PD).

Questa è una grave incoerenza visto che le indagini riguardano, tra le altre cose, ben 4 componenti della stazione dei CC di EEEE1 (non ci è chiaro se uno di questi fosse il comandante). Tra l’altro, onde evitare confusioni e disguidi vari, la questione è stata ribadita nella denuncia del 19.12.06 redatta dai carabinieri di Città di Castello. Si legge, nella suddetta denuncia, al punto 5 delle richieste finali: “che venga fatta chiarezza sull’operato del Maresciallo P.P. , in servizio presso la stazione dei Carabinieri di EEEE1, il quale con il suo comportamento ha influenzato l’operato del comune di residenza,gli organi di stampa ed altre Stazioni Carabinieri competenti sui comuni nei quali eravamo emigrati…”. I reati contestati a tali carabinieri, oltre a essere contenuti nel corpo del verbale, erano già descritti in altri nostri esposti e/o denunce, a partire da marzo 2005, denunce che non avevano avuto seguito perché tali documenti, come documentato dal PM di Roma XXXXXXXXX1, erano spariti (art 616 c.p.). Tale documentazione era stata comunque completamente ridepositata da noi presso la Procura della Repubblica di Napoli il 08 settembre 2006, ridepositata personalmente presso la Procura della Repubblica di Perugia il 28 novembre '06. sempre a Perugia in data 21 dicembre '06 confluisce la denuncia rilasciata ai carabinieri di Città di Castello (PG), con relativi allegato e CD ROM .


Per quanto detto, presentiamo le seguenti considerazioni:

  • <>La richiesta di protezione per incolumità personale e qualunque indagine a noi inerente, o qualunque informazione, compiuta/ rilasciata dai CC di EEEE1, non può essere attendibile in quanto in evidente conflitto d'interesse.
  • <>
    Siamo preoccupati per i contatti intercorsi tra i CC di EEEE1 e la PG di Brescia e Perugia, e di come possano aver influenzato a loro vantaggio le indagini. Abbiamo già visto e pagato di persona per il modo con cui i CC hanno influenzato il comune di residenza, BBBB1, ed altri comuni nel Bresciano.
  • In Umbria, in particolare, un sacerdote della diocesi di SSSSSS, don SSSSEEEE1, vicentino d'origine, si è prodigato in un ampia azione denigratoria nei nostri confronti, al punto di creare conflitti nei centri d'accoglienza. Egli si ritiene molto ben informato sui fatti ed è molto sicuro di sé: tanta sicurezza proviene, molto probabilmente, da qualche contatto con le forze dell'ordine, ben influenzate dai CC di EEEE1.

  • Infine chiediamo quale possa essere l'autorità competente per chiedere tutela per la nostra incolumità: Padova, Perugia, Firenze o dove viviamo?


Facciamo presente che per eventuali comunicazioni siamo reperibili via internet Fax al n. 302 7004343432967 e all’indirizzo email .......................

RISULTATI:
Neanche il magistrato di Firenze ci ha concesso un colloquio.

Click qui per il carteggio in formato pdf (aggiunto il 22 settembre 2007)

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