AZIENDA
UNITA’ SANITARIA LOCALE BA 4
DISTRETTO
SOCIO SANITARIO N.2
Bari Centro
IL
DISTRETTO
SOCIO SANITARIO
Cosa è il Distretto Socio Sanitario
Il Distretto è l'articolazione territoriale dell'organizzazione sanitaria dove vengono date risposte in modo unitario e globale alla domanda di salute e costituisce punto di riferimento socio-sanitario.
Al Distretto Socio Sanitario è affidata la gestione delle strutture e dei servizi sanitari ubicati nel territorio di competenza.
Il
Distretto assicura i servizi di assistenza primaria relativi alle attività
sanitarie e socio-sanitarie, nonché il coordinamento delle proprie attività
con quella dei dipartimenti e dei servizi aziendali, inclusi i presidi
ospedalieri.
Le
funzioni strategiche del Distretto sono:
*
l'analisi della domanda ed il governo dell'offerta sanitaria di sviluppo del
benessere sanitario e socio sanitario con particolare riguardo alla prevenzione,
alla tutela della salute mentale, alla prevenzione e cura delle dipendenze
patologiche, alla tutela delle categorie deboli;
*
il coordinamento, la gestione e l'ottimizzazione delle risorse assegnate
nell'ottica del raggiungimento di un sempre più elevato grado di efficienza.
A
tale proposito, nell'ambito del Distretto vanno perseguiti obiettivi di:
*
efficienza economica, intesa quale rapporto favorevole tra prestazioni e servizi
resi e risorse impiegate;
*
efficienza allocativa, intesa quale destinazione delle risorse in precise aree
di intervento inserite organicamente nel Programma delle attività territoriali;
*
efficienza organizzativa, intesa quale funzionamento ottimale della struttura e
delle sue articolazioni interne con particolare riguardo al momento
dell'approccio con l'utente.
L'accoglienza,
l'informazione e l'orientamento delle istanze costituiscono un momento
importante che dà reale visibilità al principio della centralità del
cittadino nel contesto del Sistema sanitario regionale.
Sul
piano gestionale sono attribuite al Distretto le seguenti funzioni:
*
il coordinamento delle attività relative all'assistenza primaria ivi compresa
la continuità assistenziale;
*
le azioni di integrazione assistenziale tra medici di medicina generale,
pediatri di libera scelta, servizi territoriali e strutture ospedaliere ed
extraospedaliere accreditate;
*
l'assistenza domiciliare programmata, l'assistenza domiciliare integrata;
*
le attività di assistenza sanitaria a rilevanza sociale;
*
le attività ad elevata integrazione socio-sanitaria.
In
particolare, l'integrazione tra le professioni è la condizione operativa
necessaria per produrre diagnosi e valutazioni multidimensionali, selezionando
risposte appropriate con riferimento alle diverse condizioni di bisogno.
Il
Distretto riveste un ruolo centrale nel coordinamento e nell'integrazione di
tutte le attività assistenziali sanitarie di carattere extraospedaliero e
realizza l'integrazione dei servizi e
delle risorse presenti in ambito distrettuale, assicurando la continuità delle
cure e l'integrazione dei servizi
distrettuali con quelli sociali dei Comuni.
Il
Distretto, dotato di autonomia tecnico-gestionale ed economico-finanziaria
nell'ambito delle risorse assegnate, predispone il Programma delle attività
territoriali, tenuto conto delle risorse attribuite in relazione agli obiettivi
di salute della popolazione di riferimento.
Il
programma delle attività territoriali viene proposto nel rispetto delle
indicazioni regionali e approvato previo parere del Comitato dei sindaci di
distretto.
L'organizzazione
ed il funzionamento del Comitato dei sindaci di distretto e, in alternativa, il
Comitato dei presidenti di circoscrizione, sono disciplinati con provvedimento
regionale.
Il
coinvolgimento dei Comuni nella formazione del Programma delle attività
territoriali rappresenta momento fondamentale e qualificante del reintegro delle
autonomie locali nel sistema sanitario, sia finalizzato ad una programmazione
partecipata, sia finalizzato alla gestione integrata dei servizi sanitari e
socio-sanitari.
La
Regione emana indirizzi per rendere uniforme nei diversi ambiti territoriali
l'organizzazione dei distretti ed i relativi livelli di attività e prestazioni.
Con
specifico atto di regolamentazione, previa analisi sullo stato di operatività e
rilevazione delle criticità presenti nei distretti attivati in esecuzione della
Deliberazione n.1008/95 del
Consiglio Regionale, la Regione individua le soluzioni idonee, tra le quali
quelle di formazione, per il dimensionamento, l'organizzazione ed il
funzionamento dei nuovi organismi di presidio territoriale, in linea con gli
indirizzi del presente Piano, tenendo conto della rilevanza che il Distretto
assume sia in termini di risposta ai bisogni, sia in termini di assorbimento e
gestione diretta di risorse.
Il
dimensionamento e l'organizzazione del Distretto
Il
dimensionamento del Distretto, in ragione delle caratteristiche geomorfologiche
del territorio pugliese e della diversa densità della popolazione residente, può
essere collocato in un range di norma compreso tra sessantamila e centomila
residenti:
*
il dimensionamento prossimo al livello minimo riguarda, in particolare, i
Distretti coincidenti con zone montane e a difficile percorrenza;
*
il dimensionamento intermedio è riferibile ai Distretti coincidenti con i
comuni di media grandezza;
*
il dimensionamento massimo può interessare i grandi comuni e le aree
metropolitane.
L'organizzazione
del Distretto deve garantire i seguenti sottolivelli assistenziali:
*
assistenza sanitaria di base;
*
assistenza di emergenza territoriale;
*
assistenza farmaceutica;
*
assistenza integrativa;
*
assistenza specialistica ambulatoriale;
*
assistenza protesica;
*
assistenza territoriale, ambulatoriale e domiciliare;
*
assistenza territoriale semiresidenziale e residenziale;
*
assistenza termale;
*
assistenza nell'ambito dei programmi riferiti alle aree di intervento
specifiche.
L'assetto
organizzativo del Distretto deve tenere conto della intersettorialità delle
azioni necessarie a garantire i sottolivelli assistenziali e pertanto deve
essere costituito da strutture caratterizzate da flessibilità operativa e
grande capacità di integrazione con i servizi territoriali dipartimentalizzati,
con le strutture ospedaliere ed extraospedaliere e con l'ambito
socio-assistenziale perseguendo l'integrazione socio-sanitaria.
Le
azioni per qualificare l'assistenza distrettuale si sostanziano nella presa in
carico del cittadino-utente e si esprimono attraverso la garanzia:
*
di una migliore accessibilità alle prestazioni ed ai servizi;
*
di una migliore accoglienza della domanda e suo indirizzo;
*
della valutazione integrata del bisogno assistenziale;
*
della predisposizione e gestione di
progetti personalizzati di assistenza;
*
della continuità assistenziale coordinata con l'offerta degli erogatori
pubblici e privati accreditati;
*
della qualificazione delle cure domiciliari;
*
del pieno coinvolgimento dei medici di medicina generale e dei pediatri di
libera scelta nell'organizzazione distrettuale.
Particolare
rilevanza, in relazione alle scelte di politica sanitaria regionale, rivestono
l'assistenza sanitaria di base, l'assistenza domiciliare, l'assistenza
specialistica con particolare riferimento alla riabilitazione, l'assistenza
residenziale e semiresidenziale e l'assistenza farmaceutica.
La
Regione, già nel corso del primo anno di validità del piano, onde assicurare
la presenza nel SSR di livelli di professionalità funzionali al rinnovato ruolo
delle strutture territoriali (che divengono garanti anche dell'appropriatezza
diagnostico - terapeutica ed economica delle prestazioni erogate), avvia
specifici percorsi formativi per i dirigenti sanitari.
Organi
del Distretto Socio Sanitario
Gli organi del Distretto Socio Sanitario sono il Direttore del Distretto Socio Sanitario e, secondo la legge regionale, i responsabili delle Unità Operative.
Il
Direttore del Distretto Socio Sanitario
Il
Direttore del Distretto realizza le indicazioni della direzione aziendale,
gestisce le risorse assegnate al Distretto, in modo da garantire l’accesso
della popolazione alle strutture e ai servizi, l’integrazione tra i
servizi e la continuità
assistenziale.
Il
Direttore del Distretto supporta la direzione generale nei rapporti con i
sindaci dei Comuni ricadenti nell’ambito territoriale del Distretto e, ove ne
ricorrano le condizioni, con i Presidenti delle Circoscrizioni.
Al Direttore del Distretto socio
sanitario spetta la gestione del budget e la direzione degli operatori assegnati
dal Direttore Generale.
Ha il compito di guidare verso gli
obiettivi prefissati le Unità Operative distrettuali, garantendo il
soddisfacimento dei bisogni dell’utenza con il livello massimo di efficacia ed
efficienza raggiungibile.
Le Unità Operative Distrettuali
La legge regionale prevede le seguenti Unità Operative:
U.O.
affari generali per l’informazione, le prenotazioni, l’assistenza
amministrativa ai cittadini per l’utilizzazione dei vari servizi sanitari
e sociali, per l’educazione sanitaria |
|
U.O.
per l’assistenza medica generica e pediatrica, ambulatoriale e
domiciliare, con servizi di guardia permanente |
|
U.O.
per l’assistenza specialistica, psicologica e per la medicina dei servizi |
|
U.O.
per l’assistenza domiciliare integrata, la tutela della salute degli
anziani, l’assistenza residenziale e semiresidenziale, le attività socio
assistenziali delegate dagli enti locali |
|
U.O.
per l’assistenza consultoriale |
|
U.O.
per l’assistenza
riabilitativa e protesica |
|
U.O.
per l’assistenza farmaceutica |
Organismi del Distretto Socio Sanitario
Ufficio
di coordinamento delle attività distrettuali
L’ufficio
garantisce il raccordo funzionale tra le Unità Operative, i professionisti
convenzionati e le altre strutture aziendali che, a vario titolo, operano nel
Distretto .
E’
il luogo ideale dove ricercare l’ efficienza organizzativa, intesa quale
funzionamento ottimale della struttura e delle sue articolazioni interne con
particolare riguardo al momento dell’approccio con l’utente.
E’
garante a livello locale della qualità, continuità, efficacia e appropriatezza
dei percorsi di cura e assistenza erogati ai cittadini.
Attività
per il monitoraggio della appropriatezza prescrittiva
Il Comitato per il monitoraggio della appropriatezza prescrittiva ha la finalità di valutare l'appropriatezza nell'utilizzo delle risorse messe a disposizione dalla Azienda per l'erogazione dei livelli essenziali ed appropriati di assistenza, di favorire la riduzione degli sprechi nell'uso delle risorse disponibili mediante adozione di principi di medicina basata sulle evidenze scientifiche.
Comitato
misto consultivo distrettuale
Il
Comitato
Misto Consultivo Distrettuale
ha la finalità di
a)
assicurare i controlli di qualità
con riferimento alla accessibilità ai servizi, alla qualità tecnica, al
comfort, ai rapporti interpersonali, all’informazione;
b)
proporre strategie e strumenti
per il miglioramento dei servizi;
c)
proporre progetti di
collaborazione con le Associazioni e gli Organismi di tutela accreditati
finalizzati al miglioramento dei servizi, all’analisi dei bisogni, alla
valutazione della soddisfazione degli utenti;
d)
approvare
la relazione annuale distrettuale da trasmettere all’ufficio di segreteria del
Comitato Consultivo Misto Aziendale per la Conferenza dei Servizi.
Comitato
dei Sindaci / Presidenti di Circoscrizione
Il
coinvolgimento dei Comuni nella formazione del Programma delle Attività
Territoriali rappresenta momento fondamentale e qualificante del reintegro delle
autonomie locali nel sistema sanitario, finalizzato ad una programmazione
partecipata ed alla gestione integrata dei servizi sanitari e socio-sanitari.
Il
Comitato dei Sindaci di Distretto concorre alla verifica del raggiungimento dei risultati di
salute definiti dal Programma delle attività territoriali. Nei comuni la cui
ampiezza territoriale coincide con quella dell’unità sanitaria locale o la
supera il Comitato dei sindaci di Distretto è
sostituito dal Comitato dei presidenti di circoscrizione.
L’Unità
di valutazione distrettuale/sanitaria/geriatrica
(UVD/S/G)
1. L’attività di
valutazione multidimensionale e di presa in carico consiste nell’accogliere la
domanda espressa e nell’individuare e offrire l’attuazione della migliore
soluzione possibile per la persona e la famiglia riconosciuta in stato di
bisogno sociosanitario complesso/multiproblematico, che incontri il gradimento
della stessa e ne rispetti la libertà di scelta.
La
domanda di intervento può venire presentata dalla persona in stato di bisogno
socio sanitario ovvero dal tutore (in caso di interdizione), da un familiare,
dall’assistente sociale interessato al caso, dal medico di medicina generale,
in ogni caso garantendo il consenso informato della persona interessata (salvo
le eccezioni previste dalla legge).
La domanda, opportunamente motivata, può essere presentata in qualsiasi punto della rete dei servizi del Distretto socio sanitario.
Coordinamento dei Direttori
di Distretto
Al fine di
assicurare uniforme applicazione dei livelli di assistenza sul territorio, nonchè,
per omogeneizzare le procedure di fruibilità e accessibilità alle prestazioni
erogate ai cittadini su tutto il territorio aziendale, viene istituita presso
ogni AUSL il coordinamento dei direttori di Distretto .
Fanno parte del coordinamento dei direttori di Distretto tutti i Direttori
dei Distretti della ASL assegnatari di tale incarico.
Il Direttore
Generale individua un coordinatore che opera in staff con il Direttore
Sanitario.
Programma delle Attività Distrettuali(PAT)
A livello distrettuale
il Programma delle attività territoriali è il Piano per la salute distrettuale
e, nello stesso tempo, il Piano di zona è lo strumento per definire le
strategie di risposta ai bisogni sociali e socio-sanitari.
A
questo livello il Distretto:
definisce i bisogni prioritari della popolazione; | |
presenta organicamente le proprie attività; | |
prevede la localizzazione dei servizi del Distretto; | |
determina le risorse specifiche per l’integrazione socio-sanitaria; | |
stabilisce la localizzazione dei presidi nel territorio. |
Il Distretto, dotato
di autonomia tecnico-gestionale ed economico-finanziaria nell’ambito delle
risorse assegnate, predispone il Programma delle attività territoriali, tenuto
conto delle risorse attribuite in relazione agli obiettivi di salute della
popolazione di riferimento dalla Direzione Generale della AUSL.
Il
Programma delle Attività Territoriali che si deve caratterizzare
per l'intersettorialità degli interventi cui concorrono le diverse figure
professionali, le strutture operative distrettuali e i tutti i soggetti
coinvolti nelle attività:
prevede
la localizzazione dei servizi a gestione diretta; | |
determina
le risorse per l’integrazione socio-sanitaria e le quote rispettivamente a
carico dell’unità sanitaria locale e dei comuni; | |
prevede
le attività assistenziali territoriali da garantire in base alle vigenti
normative nazionali e regionali (Piano Sanitario Nazionale, Piano Sanitario
Regionale, LEA, ecc.) ed il relativo finanziamento; | |
determina
le modalità di coordinamento delle proprie attività con quella dei
dipartimenti e dei servizi aziendali, inclusi i presidi ospedalieri,
inserendole organicamente nel Programma delle Attività Territoriali. |
E’
proposto, sulla base delle risorse assegnate e previo parere del Comitato dei
Sindaci / Presidenti di Circoscrizioni di Distretto, dal Direttore di Distretto
ed è approvato dal Direttore Generale, d'intesa, limitatamente alle attività
sociosanitarie, con il Comitato medesimo e tenuto conto delle priorità
stabilite a livello regionale;
5.
Il Comitato dei Sindaci / Presidenti di
Circoscrizioni di Distretto
concorre alla verifica del raggiungimento dei risultati di salute definiti dal
Programma delle Attività Territoriali.
Rapporti con i dipartimenti territoriali e con gli ospedali
Nel
territorio del Distretto trovano
collocazione funzionale le articolazioni organizzative appartenenti alle
strutture dipartimentali aziendali quali:
Dipartimento di
Prevenzione, |
|
Dipartimento di
salute mentale, |
|
Dipartimento delle
dipendenze Patologiche. |
Le strutture sovradistrettuali ed ospedaliere operano in maniera integrata con i
distretti sia ai fini di una più coerente organizzazione delle funzioni loro
assegnate, sia per una migliore gestione delle risorse utilizzate per i
cittadini residenti nel territorio.
Il Distretto, per tenere conto della intersettorialità delle azioni necessarie
a garantire i sottolivelli assistenziali, deve esprimere flessibilità operativa
e grande capacità di integrazione con i servizi territoriali
dipartimentalizzati, con le strutture ospedaliere ed extraospedaliere e con
l’ambito socio-assistenziale perseguendo l’integrazione socio-sanitaria e la
continuità assistenziale.
Questo raccordo trova formalmente la sua espressione nel Programma delle Attività Territoriali.