Il messaggio della settimana: 06/01/2002

BRUTTE NOTIZIE (II RE 20:1-7)

 

1. In quel tempo Ezechia si ammalò di una malattia che doveva condurlo alla morte. Il profeta Isaia, figlio di Amots, andò da lui, e gli disse: "Così parla il SIGNORE: Dà i tuoi ordini alla tua casa; perché tu morirai; non guarirai". 2. Allora Ezechia voltò la faccia verso il muro e pregò il SIGNORE, dicendo: 3. "SIGNORE ricordati, ti prego, che ho camminato davanti a te con fedeltà e con cuore integro, e che ho fatto ciò che è bene ai tuoi occhi". Ezechia scoppiò in un gran pianto 4. Isaia non era ancora giunto al centro della città, quando la parola del SIGNORE gli fu rivolta in questi termini: 5. "Torna indietro, e di' ad Ezechia, principe del mio popolo: "Così parla il SIGNORE, Dio di Davide tuo padre: Ho udito la tua preghiera, ho visto le tue lacrime; ecco, io ti guarisco; fra tre giorni salirai alla casa del SIGNORE. 6. Aggiungerò alla tua vita quindici anni, libererò te e questa città dalle mani del re di Assiria, e proteggerò questa città per amor di me stesso, e per amor di Davide mio servo"". 7. Isaia disse: "Prendete un impiastro di fichi secchi!" Lo presero, e lo misero sull'ulcera, e il re guarì.

Ezechia Re di Giuda iniziò il suo regno verso il 728 a.C., all'età di 25 anni e vi regnò per 29 anni. Figlio del precedente re, Achaz, non ne seguì le cattive orme. La malvagità e la cattiveria non si trasmettono geneticamente, ma sono una libera scelta di ciascun individuo; ci possono certamente essere dei condizionamenti sociali, ma si può tranquillamente sfatare quel detto: "tale padre tale figlio".

Non solo Ezechia non seguì i cattivi esempi del padre ma ci viene detto di lui: "…fra tutti i re di Giuda che vennero dopo di lui o che lo precedettero, non ve ne fu alcuno simile a lui." (II Re 18:8).

Eppure nonostante la sua fedeltà all'Eterno, un giorno Ezechia riceve una brutta notizia. Il racconto inizia registrando la malattia del re, un tipo di ulcera che lo avrebbe portato da li a poco alla morte. La cattiva notizia gli fu portata dal profeta Isaia: "Metti ordine alle cose della tua casa; perché tu sei un uomo morto; non vivrai" (v. 1).

A nessuno piace ricevere delle brutte notizie, specialmente se sono di morte. La natura umana rifiuta l'idea della morte:

Cristo Gesù, per mezzo della Sua resurrezione ha vinto la morte, dando ai credenti, la speranza e la certezza della vita eterna (II Corinzi 1:27). La morte non è più dunque un tunnel oscuro da attraversare, ma una "porta d'ingresso", nella gloria per vivere eternamente con il Signore.

Nella Scrittura il termine "morte" indica sempre "separazione" e mai "estinzione". Nella Bibbia incontriamo tre tipi di morte:

E' importante il modo in cui reagiamo alle cattive notizie (vv. 2-3).

Anche se sconvolto e scoraggiato, la reazione di Ezechia non fu quella di cadere in depressione, di arrabbiarsi con Dio, ma la sua reazione fu quella di cercare Dio: "Allora Ezechia volse la faccia verso il muro, e fece una preghiera all'Eterno.." (v. 2). Quando tutto sembra perduto, e finanche Dio pare ci abbia abbandonati, proviamo invece ad andare con maggiore fiducia a Lui. Quello che potremo imparare e realizzare nei "cinque minuti" di prova del fuoco con Dio, non lo realizzeremmo nemmeno in una intera vita senza di Lui.

La fervida preghiera di Ezechia portò dei risultati:

Quando ci rivolgiamo con fiducia a Dio anche le situazioni più disperate troveranno con i tempi di Dio la soluzione. Oltre un cielo coperto da nuvole nere dobbiamo sempre sapere che c'è un sole che splende. Le brutte notizie possono abbattersi anche come una tempesta improvvisa in un mare fino a quel momento tranquillo; le onde possono anche sbattere qua e la nostra nave, fino a quasi farci perdere il controllo, ma alla fine la fiducia che avremo riposto nel Capitano Celeste, porterà in salvo la nostra nave.

 

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