LO STEMMA DELLA V G


cliché originale in metallo
dello Stemma della V G
Fra le Classi Scolastiche di ogni ordine e grado, quelle che hanno mai potuto vantare uno Stemma, un autentico blasone, si potrebbero contare sulle dita di una sola mano, dopo che in questa sia esploso un petardo.
Quello della V G è dunque un caso più unico che raro, che merita di essere ricordato per lo spirito corporativo dei suoi membri, talora improntato ad un manicheismo un po' di maniera ("Chi è questo? Che vòle? Nun è de classe nostra!"), ma che tuttavia brillava nello spento empireo culturale del Liceo Statale A.Righi di quegli anni.
Nel corso di nove tiratissimi mesi, nei tristi locali dell'Istituto la Classe V G 1980-81 ebbe più volte a far brillare le luci della propria epopea, di cui lo Stemma non è che una delle molte e belle icone pervenuteci.



STORIA E PREISTORIA DELLO STEMMA

Verso il finire del 1980, o forse agli inizî del 1981 (gli storiografi sono discordi sull'esatta data), Renzo Scialpi, Carlo Welby e Andrea Pollett realizzavano in circostanze casuali un gadget di metallo, una sorta di medaglione, il cui contorno recava inciso il seguente motto:
V G NON PERDONA...MAI

Non molto dopo, Federico Sinopoli lanciò l'idea di realizzare un timbro di gomma con un simile messaggio, grazie al quale sarebbe risultato agevole marchiare quanto ricadeva entro i confini giurisdizionali della V G (luoghi, oggetti, persone).

A conferma del carattere democratico dell'iniziativa, più membri della Classe si autotassarono per il conseguimento economico dell'opera, il cui aspetto finale era molto simile a quello mostrato in figura qui a lato.
Nella primavera del 1981, le tristi pareti dell'edificio scolastico si accesero di un nuovo colore, quello blu dell'inchiostro da timbri.

una fedele ricostruzione del timbro originale


Con l'eccezione di qualche isolata ed ottusa voce fuori dal coro ("V G non perdona cosa? ...E a chi?"), l'iniziativa riscosse un notevole successo, e l'indiscusso prestigio della Classe si impose nell'ambito dell'Istituto intero.

Ma una brutta mattina, durante l'intervallo scolastico, il prezioso timbro venne trafugato, quasi certamente ad opera di scherani della sezione storicamente antagonista ai nostri Eroi, la "A".
Le sacrileghe mani, non paghe di cotanta viltà, giunsero ad alterare il timbro cassandone la parola
NON.
Poco dopo, cominciarono a comparire oltraggiosi messaggi murali:
V G      PERDONA.


copia autentica dello Stemma
L'affronto, fortunatamente, ebbe vita breve, ma l'importante esperienza acquisita dai Nostri in campo tipografico non tardò a maturare nuovi e più significativi frutti.
Nel settembre dello stesso anno, infatti, venne progettato e messo in opera un vero e proprio Stemma, che univa il valore semantico di quanto effigiato al gusto artistico della raffinata creazione grafica.

Gli Autori stamparono in proprio una tiratura di circa 200 copie dell'emblema, che essi stessi materialmente distribuirono a Studenti ed Insegnanti presso il portone della Scuola, all'apertura dell'anno scolastico 1981-82.



DETTAGLI TECNICI

Lo Stemma ha origine da un bozzetto di Federico Sinopoli e Andrea Pollett.
Sul disegno in positivo, tracciato ad inchiostro di china, un importante laboratorio poligrafico ha realizzato un cliché in metallo, dal quale è stato infine ottenuto un enorme timbro in gomma, in copia unica.
Le dimensioni effettive dello Stemma sono di mm 100 x 85.
Le dimensioni del timbro (comprensive del supporto in legno) sono di mm 103 x 88 x 40.


il timbro dello Stemma, recante sul bordo le sigle degli autori:
un comune timbro a data ne evidenzia le imponenti dimensioni



L'ARCANA SIMBOLOGIA

Lo Stemma della V G è basato sugli stilemi dell'Araldica convenzionale, prendendo spunto dalla scienza numerologica della Kabbala e dalla complessa simbologia neoplatonica. Infatti, come quest'ultima nel Rinascimento si ispirava ai misteriosi glifi dell'Antico Egitto per rivelare le verità a mezzo di immagini, così i moderni Autori hanno cavalcato il linguaggio figurativo per giungere diritti al cuore e alla mente dei Lettori.


All'uopo di una più intima comprensione dei quattro quarti di nobiltà effigiati nel blasone, si tenga presente che il Liceo Augusto Righi era in quegli anni retto da un Preside, tal Prof.Campanile, inviso ai più. Non tanto nel senso che era "mal visto", ma proprio nel senso di "invisibile", in quanto svolgeva più lucrose attività esterne al Liceo, e molti degli Studenti non ne conoscevano neppure l'identità.

Lo
Stemma, dunque, può dirsi una felice sintesi delle condizioni di vita dello studente liceale medio (hodie mihi, cras tibi) e di orgogliosa autodeterminazione (5ªG REX), allo stesso tempo vendicando le vessazioni subite ad opera dell'istituzione scolastica, sublimata nella figura del Preside, della cui identità veniva finalmente resa edotta la numerosa fauna umana dell'Augusto Righi.
Dunque, anche un'opera pia.

Gli Autori però intuirono che la loro opera sarebbe stata rivelata al mondo intero non prima di questo anno 2000, ed il presago motto
PRO JUBILAEO che campeggia alla base dell'emblema è la prova inconfutabile della loro esatta profezia.


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