. . . . . ELECTRONAUTA 2000 - VideoRadio dist. Phonola CD
Credits Deca: sintetizzatori analogici e digitali, programmazione ritmica, trattamento suoni, campionamenti e voce Registrazioni, mixaggio e master: Tan Lab e Atom Institute - 1992/97 Mixaggio e master: Atom Institute, con sistema Audiospheric Artworks: Deca Prodotto da Deca
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Alien Rain Chrisalide - 4.25 Seven Dots - 4.48 Biomechanic Terminal - 3.22 Dreams Run - 4.20 Clone Vision - 3.56 Coma Flowers - 5.55 Silence And Sex - 4.03 Pnakotic - 3.06 Suspended Frame - 3.38 Bodances - 5.03
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Electronauta è la prima e finora unica raccolta pubblicata da Deca. Ma trattandosi di una raccolta di brani ufficialmente inediti - eseguiti sporadicamente solo dal vivo durante i concerti degli anni ‘90 o contenuti in qualche demo - ebbe lo stesso impatto di un nuovo album. Inizialmente doveva intitolarsi “Tranznology”; poi in accordo con l’editore si optò per un titolo più immediato e comprensibile. Le dieci tracce che compongono la tracklist furono selezionate da Deca da una rosa di una ventina di pezzi scritti e registrati tra il 1992 e il 1997; quindi revisionate, remixate e masterizzate per l’occasione. Anche la confezione del cd è molto curata e senza quell’approssimazione che spesso hanno prodotti analoghi: bellissime illustrazioni, note dettagliate e un taglio vagamente ironico che giova a presentare l’album quasi più come un divertissment che uno degli abituali lavori di ricerca. Il genere musicale è infatti abbastanza distante dalla linea delle pubblicazioni ufficiali di quel periodo, benchè affiorino a più riprese suoni ricercati e riferimenti biomeccanici e cyberpunk. Lo stile molto ritmato, sequenziale, rutilante, è più vicino ai Kraftwerk e a certi episodi dei Clock DVA, che non alle ambientazioni gotico-industriali di Sodoma o Phantom. Questo suscitò a suo tempo reazioni contrastanti, soprattutto in chi si aspettava un continuum nel percorso ormai tracciato; da un parte il benvenuto ad un capitolo più luminoso e dinamico, più vicino alle tendenze di gusto tecnopop e post-wave, mentre dall’altra la diffidenza verso una collezione di brani indipendenti, meno concettuale e meno legata alle tematiche oniriche degli album precedenti. Nel complesso Electronauta resta un prodotto fruibile su più livelli e forse l’ultimo legame tangibile di Deca con le sue radici e le sue ispirazioni giovanili.
a. bianchi
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