ARGIOPE Death Ovary Traces - 1994 (Slaughter) Noise Daylife - 1994 (Allegorical) Sepulchre Womb - 1995 (Atom) Original Waters - 1995 (Slaughter) _______________ Il progetto Argiope, portato avanti con continuità per oltre due anni, resta sicuramente il più importante e fruttuoso progetto parallelo varato da Deca, al punto da godere di un’autonomia e di un successo propri. I quattro titoli firmati Argiope sono stati prodotti e distribuiti da etichette indipendenti piuttosto note nel circuito industrial degli anni ‘90 e il notevole impegno profuso dal musicista in questi album realmente sperimentali ed estremi ha creato un’osmosi rilevante con i lavori ufficiali. Il primo capitolo della quadrilogia fu realizzato interamente attraverso la manipolazione di registrazioni ambientali, miscelate con brani estrapolati da vecchi dischi fatti girare a 4 giri al minuto. Sporco, impreciso, disturbante, Death Ovary Traces sembra assumere i contorni di una metafora cruda e nichilista dell’aborto e della sterilizzazione, come indicano senza mezzi termini i titoli dei quattro brani (Human Mankind Future Abortion, Death Coitus Conceived Children) e i collage dell’artworks di copertina. I risultati globali hanno il gusto provocatorio e approssimativo - già noto - di una parte dell’area death-industrial: e non a caso l’album fu distribuito dalla Slaughter di Marco Corbelli/Atrax Morgue. Ma dal punto di vista strettamente musicale è chiaro che Deca/Argiope si stava addentrando per la prima volta su un terreno sconosciuto, difficile da controllare per il suo vasto orizzonte di possibilità. Andava dunque maturando la consapevolezza di poter cercare altre strade senza allontanarsi fisicamente da uno stile già consolidato, radicalizzando semmai il potere concettuale di temi a lui cari.
Con Noise Daylife l’aspetto concrete della ricerca diventa assolutamente predominante, così come il gusto dadaista di sperimentare liberamente senza alcun vincolo. La Allegorical produsse un numero limitatissimo di copie su cassetta, che vennero incollate ad una ad una su grosse piastrelle di gres e acquistate in un batter d’occhio dai soliti collezionisti-feticisti. I quali, probabilmente, non ebbero neppure l’ardire di concentrarsi sullo sforzo di sintesi compiuto da Deca/Argiope: l’intera giornata “auditiva”di un operaio (un tornitore, sembrerebbe) racchiusa in un’ora. Dal risveglio fino alla sera un susseguirsi di suoni e rumori, voci e ricostruzioni ambientali che suggeriscono con grande efficacia una specie di film mentale sulla quotidianità di un uomo qualunque; che percorre strade, lavora in un’officina, guida l’auto, mangia e assorbe passivamente una gamma di sfumature sonore predominanti e non. Fino al’emozionante finale dove, al tramonto, si sente il suo pianto sommesso mescolarsi ai rumori della strada e quindi una breve, bellissima sonata di pianoforte. In Noise Daylife siamo sul piano dell’esercizio di stile puro, anche se l’abilità tecnica dell’artista non sta tanto nella riproduzione dei rumori - quasi sempre registrati dal vivo - quanto nella tridimensionalità ipnotica del loro assemblaggio e nella sintesi narrativa.
Tornando ad un percorso molto più musicale e riavvicinandosi ai temi del primo album, Argiope costruì con Sepulchre Womb (trad. Grembo Sepolcro) un fertile terreno per le produzioni future di Deca. Lavorando sull’impianto ritmico, sui loop, sulla sintesi analogica del suono, diede vita a una serie di brani dalle atmosfere rarefatte e angoscianti, incentrati su argomenti non certo leggeri (lo sfruttamento dei minori e delle popolazioni povere, il mercato degli organi e degli embrioni), impreziositi da sonorità acide, fredde, quasi stridenti, che si sviluppano ora su tappeti di silenzio ora su un magma di percussioni tribali e bassline ovattate. In Sepulchre Womb tutto tornava a parlare di sintetizzatore, come strumento privilegiato dal musicista per creare timbri sempre nuovi e suggerire stati d’animo intensi e profondi, per quanto disturbanti. Ingredienti di questo album li ritroveremo in Sodoma II e in Phantom, benchè spostati su un piano narrativo differente. La confezione molto curata di Sepulchre Womb - uscito solo in cassetta - fu realizzata con il contributo di Jiza interamente a colori e corredata di un mini-booklet.
L’ultimo capitolo della storia di Argiope fu Original Waters, nuovamente prodotto dalla Slaughter e realizzato in economia nell’arco di due settimane. Accompagnato da una videocassetta contenente i videoclip di tre delle sei tracce, l’album ebbe un certo riscontro di pubblico e a tutt’oggi rappresenta il titolo che in qualche modo ha reso noto il nome di Argiope nel circuito industrial. Ancora una volta ispirato dai temi legati ai fattori distruttivi della vita (epidemie, esperimenti sul dna, mutazioni cellulari), Argiope/Deca compone un mosaico di atmosfere elettrico-biologiche, con incursioni in una sorta di dance minimalista venata di suspence e cinematografia horror. Pochi suoni ben definiti, molte strutture ritmiche a loop e un sapore di fondo che più che di innovazione sa di rilettura degli esperimenti di Sepulchre Womb. Tuttavia Original Waters gode di una sua autonomia stilistica ed è forse un album ancora più buio e pessimista del precedente: perchè laddove le responsabilità imputabili all’uomo erano macroscopiche, qui diventano microscopiche e incontrollabili, subdole e silenziose. Significative in questo senso le astrazioni visuali dei clip, che non riconducono a nulla di corporeo, se non nell’incipit pieno di tavole anatomiche, di bisturi e attrezzature da laboratorio. Porzioni di Original Waters vennero utilizzate anche nella colonna sonora del mediometraggio di Deca Chrono Exit
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