ATLETICA LEGGERA
Saltatrici in evidenza al Memorial Melzi

 
Tarvisio 

Lanci in evidenza alla seconda gara regionale di atletica leggera dopo la pausa ferragostana, svoltasi al campo di Tarvisio. 

Non per niente l'organizzatore era il consigliere nazionale della Fidal, Luciano Baraldo, atleta ancora in attività nel lancio del disco, nel settore master. 

Il Meeting internazionale quest'anno è arrivato alla quarta edizione e si intitola "Senza Confini Memorial Carlo Melzi", a ricordo dell'imprenditore scomparso un anno fa. E nella gara, sono scesi in competizione molti atleti di tutta l'area Alpe Adria. 

Nel lancio del disco si è distinta in pedana a Tarvisio, ancora una volta, Sandra Benedet (Forestale), già allieva dell'allenatore sacilese Aldo Castenetto che, con un lancio di 48.35, si è classificata al secondo posto. 

Nella pedana del triplo si è rivista la specialista Vanessa Vlacancich (Atletica Dall'Agnese Brugnera), recente campionessa italiana e azzurra agli europei di Amsterdam. 

La saltatrice, che è allenata da Gianfranco Chessa, nell'occasione ha ottenuto anche lei un buon secondo posto, balzando ancora una volta in stagione oltre i tredici metri, soglia dell'eccellenza della sua categoria; per la precisione 13.03. 

Bene anche nel salto in alto, per quelli del Pordenonese, con ancora la cadetta Giulia Brescancin (Portus Naonis) che si é segnalata ancora una volta nel salto in alto, ottenendo il secondo posto con 1.65, contro partecipanti del settore assoluto. 

Anche nel settore della velocità sono venute buone prestazioni per i nostri nella pista di Tarvisio. 

Federico Carniel (Atletica Dall'Agnese Brugnera) ha tagliato il traguardo al secondo posto nella batteria dei nazionali, nei 200 metri piani, con il tempo di 22"57. 

Nella stessa batteria il giovane Stefano Zorzi (Libertas Sanvitese LTL) si è classificato al terzo posto con un crono di 22"63, che non è proprio male per uno specialista dei 400. 

Prossimo appuntamento importante per l'atletica il Meeting "Piazza di S.Vito", sabato 25 agosto. 

Giulio Ferretti