Italia per la prima volta non medagliataSi salvano in pochi.   
   

Due quarti posti (Di Martino e Rubino) e Sicilia ok con Gibilisco e Di Gregorio. I titoli di ieri   

 

Due quarti posti con Antonietta Di Martino nell'alto e Giorgio Rubino nella 20 chilometri di marcia; due sesti posti con Elisa Cusma sugli 800 e la 4 per 100 maschile; due settimi posti con Giuseppe Gibilisco nell'asta e Silvia Weissteiner sui 5000 e due ottavi posti con Clarissa Claretti nel martello e Marco De Luca nella 50 km di marcia. Questo il bilancio dell'Italia ai Mondiali di Berlino che chiude al 17° posto con appena 22 punti , solo uno in più di Helsinki 2005 dove era arrivato il bronzo di Alex Schwazer nella 50 km di marcia.
Un bilancio che fa suonare un campanello d'allarme in casa Fidal con il presidente federale Franco Arese che ieri come tradizione ha tirato un bilancio della spedizione azzurra a Berlino.
«Devo essere fiducioso ed ottimista, e lo sono - ha fatto il suo esordio Arese - è chiaro che bisogna rimboccarsi le maniche: in questi eventi, quando non si vincono le medaglie, non va bene, anche se mai abbiamo avuto otto finalisti. Quando le cose non vanno qualche riflessione va fatta. Bisogna sedersi ad un tavolo e fare una valutazione globale, capire perché atleti che ambivano al podio si sono trovati in difficoltà».
Il numero uno della Fidal si ritiene soddisfatto per il settimo posto nell'asta del siracusano Giuseppe Gibilisco: «Speriamo prosegua nel ritorno al vertice, gli abbiamo dato questa opportunità e ci sta ripagando», e un pò meno per le peripezie capitate ad Andrew Howe, assente per infortunio: "È da due anni che lo assistiamo e non si vedono risultati. È il momento delle scelte definitive: si dovrà operare e poi gli faremo un discorso chiaro sulla parte tecnica».
E la Sicilia oltre per il ritorno ad alti livelli di Giuseppe Gibilisco nell'asta, sorride per la conferma del velocista trapanese Emanuele Di Gregorio, due turni sui 100 con 10"35 e 10"26 (quest'anno personale fissato a 10"21) e protagonista nel 6° posto della 4 per 100 curata dal suo stesso tecnico, il prof. Filippo Di Mulo, responsabile di settore azzurro.
Ci sarà così da lavorare per il futuro con l'atletica italiana che ha bisogno di nuove risorse e soprattutto di nuove iniziative che possano avvicinare a questo sport un maggior numero di giovani e speriamo che questa rassegna di Berlino possa servire per cominciare un rilancio in grande stile che passi da una programmazione mirata in tutti i campi.
Ieri, nella giornata conclusiva, ultime emozioni a Berlino con Kenenisa Bekele che vincendo i 5.000 ha confermato la doppietta olimpica dello scorso anno. Sugli 800, finale al cardiopalmo con il sudafricano Mbulaeni Mulaudzi che ha vinto sul filo in 1'45"29 davanti ad Alfred Kirwa yego (1'45"35) e a Youssef Saad Kamel (1'45"235), vincitore dei 1500. In mattinata, vittoria cinese nella maratona con bai Xue che ha chiuso in 2 ore 25'15". Sui 1500 donne vittoria di Jamal Yusf in 4'03"74 che ha confermato il titolo ridato come ha fatto nel giavellotto il norvegese Andreas Thorkildsen che ha fatto atterrare l'attrezzo a 89,59. Nel lungo donne, 7,10 e titolo alla statunitense Brirrney Reese e staffette del miglio nel segno degli Stati Uniti con la 4 per uomini che ha chiuso in 2'57"86 e quella femminile in 3'17"83. Adesso appuntamento nel 2011 a Deagu in Corea e nel 2013 a Mosca.
L. Mag.