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Una poesia da Il privilegio della vita di Riccardo Ielmini

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Stare nel privilegio della vita

ma che ne so io della vita, cosa

ne so del pianto nel confessionale

e delle due dita di muschio sotto

i piedi nudi che ci vorrebbero

per starci con merito, che ne so

dell’odore dell’erba al primo taglio

dello strazio delle parole che

non vengono, per dire ciò che devi,

in ogni caso mentre passi al vaglio

tutto, per mettere in ordine i pezzi,

il corpo, la coscienza, per capire

che il coraggio della vita non è

cosa che ci nasci, non ne sai niente

ma servono le parole che servono

e basta, oggi c’è il sole e il cielo limpido:

si sta nel privilegio della vita

come si sta nel cuore del mistero