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Una poesia da I viali di Gabriel Del Sarto

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A 3 km., Gabriel

 

Radiosa, quest’ora,

                              e violenta di luce

dovresti (vorrei che tu...) vederla esplodere dall’albero

di Natale

ancora da disfare, e dallo striminzito presepe – piuttosto

la mia tristezza cresce, tristezza casalinga.

È quasi mezzanotte, anche a 3 chilometri da qui

 

e quest’ora no, quest’ora lo sai non è più

mite... le necessità, le cause di forza maggiore

hanno fatto andare a male il burro nel frigo, è scaduto

di qualità il mio poeta preferito e devo

stare attento al latte... le circostanze sono

fatte

così. Indecenti.

 

No, ti dico, è davvero questo lo scandalo

della vita: il sacrificio, la coatta fatica – eppure

tutto è come un soffio – se ti vuoi

salvare.

Considera la saliva

la bava del vecchio Giobbe, l’ostinato che già ci predisse,

e considera le sue grida verso Dio: consegnandoci

cosa se non la più grande speranza,

quest’impensabile diritto: disperare?

L’angelo

Gabriel annunciando il Figlio dell’uomo, il bimbo (accorrete

o voi che ascoltate), l’arcangelo Gabriel splendente

di gloria andando

per strade piazze palazzi, Gabriel

ha portato il mio saluto a 3 chilometri da qui.

 

Aspetterò il sabato

pomeriggio, comprerò delle bibite:

 

immagina: noi colle amarene Fabbri sul gelato allo yogurt

mentre ripristiniamo scene bibliche.