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Una poesia da Nome e soprannome di Simone Cattaneo
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Stanotte
di fronte al televisore spento
mi
sono messo a ballare con una canna da pesca
un
lento tragico e romantico, ho spostato i mobili
del
soggiorno e al centro del pavimento ho ammucchiato
quotidiani
vecchi, cartoni di latte e qualche
fazzoletto
sporco. Poi ho dato fuoco a tutto
e
mi sembrava di partecipare a uno di quei veri balli
studenteschi
pieni di gioia e di speranza nella vodka
con
un chiasso infernale che mi riempiva le orecchie
con
il rumore del mare.
Spento
il fuoco, qualche ombra fiera e dura
incisa
sulle mura, la canna da pesca incrinata
sono
rimasto a suonare su una tastiera sgraziata
chissà
poi cosa
aspettando
di riprendere fiato
e
ho pensato di uscire all’aria aperta ma chiudendo
gli
occhi il rosso del fuoco divideva ancora
il
mio pavimento e non colava a picco,
rimaneva
fisso ĺ a marchiare il territorio
in
attesa di tutta la mia miseria.