Gorgonzola,
28 settembre 2005
Spettabile
R A D A R
Egregio
Direttore,
Le
dobbiamo confessare che le notizie sullo straripamento del Trobbia e sul
conseguentemente allagamento del cantiere del centro commerciale di Bellinzago
ci avevano un po’ preoccupato. Nella
nostra ingenuità ci eravamo chiesti: possibile che nessuno si sia accorto che
si sta costruendo proprio sull’area in cui si riversano le acque del Trobbia
durante le piene? Possibile che nessuno abbia pensato come evitare gli
allagamenti? E che cosa sarebbe successo se al momento dell’inondazione il
centro commerciale fosse stato già aperto, e magari il parcheggio interrato
fosse stato pieno di automobili e di persone?
Per
fortuna l’intervista al Sindaco di Bellinzago, apparsa sul numero 33 di RADAR,
ci ha rincuorato e tranquillizzato. Già
in occasione del primo incontro, infatti, il Sindaco non aveva mancato di porre
“la questione dei possibili episodi di allagamento” agli “ingegneri della
struttura”, i quali evidentemente sapevano benissimo che prima o poi l’area
di intervento sarebbe stata invasa dalle acque del Trobbia. E
la risposta è stata il classico “uovo di colombo”: nessun problema, perché
sono “state previste nel progetto delle pompe di aspirazione”. Alla
prossima inondazione, quindi, le acque verranno prontamente raccolte e travasate
non si sa bene dove; forse nel Naviglio, e pazienza se questo provocherà
inondazioni a valle, l’importante è che il centro commerciale rimanga ben
asciutto. Se poi assieme alle acque del Trobbia le pompe aspireranno e verseranno nel
Naviglio anche gli idrocarburi presenti nei parcheggi e nelle strade del centro
commerciale, ancora meglio: con tanto propellente, i pesci del Naviglio saranno
in grado di nuotare più velocemente. Del
resto, è perfettamente comprensibile che gli amministratori comunali siano
“rimasti tutti sorpresi dalla velocità e dalle dimensioni
dell’inondazione”: chi si sarebbe aspettato, infatti, che il Trobbia sarebbe
straripato come ormai fa un anno sì e l’altro pure? Come
non condividere, poi, l’appunto che il Sindaco ha fatto ai colleghi degli
altri paesi: “le amministrazioni comunali dovrebbero prestare più attenzione
a come costruiscono”. Ben
detto, signor Sindaco, le altre amministrazioni comunali prendano esempio ed
imparino da quella di Bellinzago, che nell’area di esondazione delle acque del
Trobbia ha fatto costruire prima alcuni capannoni, e adesso un centro
commerciale. Così si fa! Ma
dobbiamo essere sinceri, l’articolo di RADAR ci ha sollevato dalla
preoccupazione più grande: chi pagherà i “diversi milioni di euro” di
danni causati dalle acque del Trobbia?
L’imprenditore
che con sprezzo del pericolo si è messo a costruire in un’area che
periodicamente viene inondata; oppure i tecnici che con grande perizia hanno
fatto il progetto; o i pubblici amministratori che con altrettanta lungimiranza
hanno rilasciato le autorizzazioni necessarie, approvando addirittura
un’apposita modifica del piano regolatore?
Tranquilli,
le imprese “hanno già cominciato a compilare la richiesta di risarcimento per
calamità naturale, una richiesta che finirà dritta in Regione attraverso il
Comune di Bellinzago”, e “l’amministrazione di Bellinzago ha attivato le
procedure per la richiesta di risarcimento danni e lavorato per riportare tutto
a posto”. Ecco,
tutto è a posto. I
“diversi milioni di euro” li pagherà la Regione, cioè tutti noi! Complimenti
agli amministratori comunali di Bellinzago. Solo
un dubbio ci è rimasto: ma perché si è deciso di costruire il centro
commerciale proprio su quell’area, e non su un altro terreno non soggetto a
periodiche inondazioni? Sia
gentile, signor Sindaco, ce lo spieghi, visto che i “diversi milioni di
euro” di danni li dovremo pagare noi.
Astrov
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