CEFEO:Questa costellazione, come altre, ha un’origine mitologica un po’ controversa. Nel mito d’Argo si afferma che Cefeo fosse un argonauta, e quindi che accompagnasse Giasone nella Colchide, alla conquista del Vello d’Oro. Senza dubbio è più nota la leggenda che suppone essere Cefeo un antico re, che nella versione più nota (di tale mito) avrebbe regnato in Etiopia, mentre secondo un’altra variante sarebbe stato un sovrano in India. Per i Babilonesi avrebbe rappresentato il dio Api-Kapi (ben prima della supposta origine dei miti greci), mentre per gli Arabi, tale figura ebbe un significato assai diverso: quello di un pastore che vigilava il suo gregge; e proprio a tale interpretazione della costellazione si devono i nomi arabi delle stelle di Cefeo. La scelta per il mese di Ottobre è giustificata considerando che alle ore 22 (in tempo estivo!) tale costellazione passa al meridiano, alla culminazione superiore, per tutto il mese; anche se si tratta della seconda costellazione settentrionale: solo l’Orsa Minore ha stelle più a Nord di Cefeo, della quale alcuni astri sono posti a poco più di un grado dal Polo Nord Celeste. In effetti, tra qualche secolo la precessione degli equinozi porterà il Polo Celeste proprio nell’area di Cefeo. Essendo i suoi confini meridionali situati a 53° di Declinazione Nord, ovviamente tutti gli astri in Cefeo sono circumpolari, alle latitudini italiane.
Figura e posizione: La sua forma è caratteristica: assomiglia alle casette disegnate dai bambini, con la punta del tetto volta a N-NE, e la base sopra l’ala orientale del Cigno. Confina ad ovest con il dorso del Dragone, a sud con il Cigno, la Lucertola e Cassiopea: con essa divide anche parte del confine orientale, oltre che con la Giraffa; infine, a Nord tocca l’Orsa Minore, vicino alla Polare. Le stelle principali della figura hanno AR comprese tra le 20h 45m di h (Deneb ha AR di 20h 41m) e le 23h 39m di g Cephei, sul meridiano della metà del quadrilatero di Pegaso: quindi, certamente Cefeo si vede in ogni periodo dell’anno, ma di sera passa alto al meridiano da settembre a novembre.
La figura occupa 590° quadrati nel cielo, e comprende una decina di stelle di splendore almeno pari alla 4° magnitudine: non è certo cospicua, eppure non è difficile da riconoscere.
Stelle principali: L’astro più brillante di Cefeo è Alderamin, che quindi porta giustamente la denominazione
a Cephei, e significa "il braccio destro", poiché dagli Arabi era considerata la stella posta sulla spalla destra del pastore (e anche del sovrano, nella leggenda greca); ha magn.=2.6 e spettro=A7, quindi è una classica stella bianca. Alderamin sarà la Stella Polare attorno all’anno 7500. La seconda stella, b, si chiama Alfirk, "il gregge", e segna il busto del re; ha magn.=3.3 ed è bianca, inoltre possiede una compagna di magn.=8 a 14" di separazione (quindi è visibile facilmente con un riflettore da 20 cm.). Alfirk è pure una variabile, poiché la componente primaria oscilla di splendore con un’escursione di mezza magn. e periodo pari a 4h 34m; è classificata come variabile del tipo " b Canis Majoris": tali stelle sono variabili pulsanti con periodo regolare, proprio come le Cefeidi. Del resto, Cefeo è molto generosa per le stelle variabili.
Alrai oppure Errai è il nome proprio della g Cephei, e significa "il pastore"; essa segna la cuspide della figura e dista dal Polo Nord celeste meno di 13°; ha Mv=3.3 e Spettro=K0, quindi appare di colore aranciato. Essa sarà la Stella Polare tra appena 2500 anni. Tuttavia, l’astro più famoso della costellazione non ha nome proprio: è ovviamente la celeberrima variabile d Cephei, dalla quale deriva la parola "cefeide", e la variabilità fu scoperta nel 1784 da Goodricke; nonostante l’anno precedente (1783) fosse stata scoperta la variabilità di h Aquilae, che è una cefeide con caratteristiche del tutto analoghe a quelle di d Cephei, compreso la magn. visuale, si preferì, in base a dei criteri non scientifici, dare a tale tipo di stelle l’appellativo di "cefeidi" al posto della parola "aquileidi", che sarebbe stata scientificamente corretta. Ogni classe di variabile prende normalmente il nome da quello della prima stella scoperta con quelle proprietà, ad eccezione appunto delle cefeidi. La d Cephei presenta Mv comprese tra 3.6 e 4.3, e la fluttuazione del suo splendore avviene in 5,37 giorni. Si noti che essa è anche doppia: ha una compagna di Mv=6.3 a ben 41" di separazione, quindi si può sdoppiare persino con un buon binocolo. La stella primaria (quella variabile) ha spettro variabile da F5 a G2, l’altra invece del tipo A, e nonostante la distanza tra loro sia notevole costituiscono una vera coppia fisicamente legata. Curiosamente, assai spesso ci si dimentica che d Cephei è una vera doppia, oltretutto sdoppiabile coi binocoli. Ma se c’interessano i vari tipi di variabili, Cefeo ha un ricco carniere: spostiamoci solamente di 1° a SW di d Cephei, e con un telescopio (magari da almeno 25 cm.) forse individueremo la coppia di stelline rosse detta "Kruger 60", uno degli esempi più noti di variabili a flare, cioè a brillamenti. Non siamo ancora sazi? Allora, spostiamoci dalla d verso la a, e a mezza via, un po’ verso l’esterno della linea d--------a, c’imbattiamo nella m Cephei, peculiare stella di colore rosso rubino. Essa è un astro di spettro M avanzato, che spesso emette e poi dissipa nubi di ossido di titanio: da lì proviene la sua variabilità, tra le Mv=3.6 e 5.1, con periodi medi sovrapposti di 90 e 4700 giorni. E' la classica variabile rossa poco regolare; il suo colore carico è dovuto alla temperatura superficiale, assai più bassa di quella d’Antares, e porta due nomi: la stella "Granata di Herschel" ed "Errakis". Consiglio di provare a guardare Errakis con un binocolo, portando nel campo visivo anche la bianca Alderamin, distante 5°: si apprezzerà la differenza notevolissima di colore tra i due astri. Infine, per completare la rassegna delle variabili di Cefeo, ho scelto la doppia ad eclisse VV Cephei. Si tratta ovviamente di una stella doppia, posta 1° a SW della x (anch’essa doppia). Lo splendore complessivo della coppia VV raggiunge Mv=5, e si attenua ogni 20 anni e 4 mesi (!); questo lunghissimo periodo è il primo indizio della peculiarità del sistema, che pare costituito da un’immane stella rossa con diametro pari a 3 miliardi di Km e da una stella azzurra molto più piccola ma più luminosa della prima: nella fase di totalità dell’eclisse si vede la luce della sola enorme stella rossa, e la magnitudine scende sino a Mv=7.4.
Oggetti Celesti Tra le stelle doppie di Cefeo forse la più bella è la x: Mv=4.6 e 6.5, Separazione=6"; la primaria è bianca e l’altra arancione, e costituiscono un bell’oggetto per telescopi con almeno 1 metro di focale. Tra gli oggetti veri e propri, notiamo il poco appariscente NGC 188, ma solo perché dista appena 4° dalla Polare: si tratta dell’ammasso aperto più a Nord, ma è del tutto fuori dell’ordinario, costituito da stelle molto vecchie e rossicce; per vederlo consiglio almeno un riflettore da 150 mm. Quasi al limite col Cigno troviamo l’altro ammasso aperto, NGC 6939, posto 2° a SW di h Cephei, di M.int.=7.8, e a soli 38’ a SE troviamo la galassia NGC 6946, ai margini della Via Lattea, di 9° magnitudine ma apparentemente meno brillante. IC 1396 è una nebulosità con ammasso aperto, posta circa 1° a S-SW di m Cephei, ma si presta assai meglio per le osservazioni fotografiche piuttosto che visuali. Infine, citiamo l’ammasso aperto NGC 7160, di M.Int=6.1 e D=7’, posto 1° a Sud di VV Cephei. Essendo Cefeo posto sul percorso della Via Lattea, vi sono al suo interno tanti altri oggetti, in particolare nebulose diffuse e planetarie, ma sono tutti alquanto o notevolmente poco brillanti.
ACQUARIO:La costellazione è molto antica; nelle tavolette babilonesi è rappresentata con la figura di un uomo che versa acqua da un vaso o anfora che tiene sulle spalle; tutte le civiltà, comunque, l’hanno collegata in vari modi con l’acqua , compreso la pioggia e le inondazioni; si tratta di una figura compresa tra le "acque celesti": quell’insieme di costellazioni aventi in comune il riferimento all’acqua, che inizia con il Delfino e prosegue sino ad Eridano, e che alcuni ritengono originato dal periodo dell’anno in cui si vedono tali figure celesti, cioè l’autunno. Per i Caldei, tuttavia, l’Acquario faceva parte di una grande zona di cielo detta "il Mare", e, in definitiva, tutte le altre costellazioni delle "acque celesti" hanno a che fare giusto con il mare (o con il fiume Po: Eridano). Nella mitologia Azteca invece l’Acquario rappresentava il dio Quetzalcoatl, e sarebbe giunto dai mari orientali. I Greci mettevano in relazione alla figura almeno tre diversi miti: uno associa la costellazione a Deucalione, posto in cielo dopo il diluvio di Tessaglia (1503 a.C.); il secondo commemora Cecrope, il costruttore d’Atene venuto dall’Egitto; il terzo mito vede nell’Acquario il simbolo di Zeus creatore, che versava l’acqua (cioè la pioggia) per rendere fecondi i semi della vita. Nell’astrologia antica l’Acquario era considerato quindi un segno molto importante, e le sue stelle assai favorevoli. In quella moderna si è aggiunto altra notorietà allo stesso segno, con l’invenzione dell’ "Era d’Acquario": a questo concetto s’è pure ispirato quel vasto movimento filosofico-artistico-religioso oggi chiamato "New Age". E ora passiamo alla costellazione vera e propria…
La figura e la posizione: Ad onta della sua celebrità, l’Acquario non è facilissimo da riconoscere. Le sue stelle più brillanti sono due astri di terza Mv; la figura è abbastanza estesa (copre 1000 gradi quadrati), ma le sue stelle non formano allineamenti chiari e semplici, piuttosto si presentano raccolte qua e là in piccoli asterismi; Acquario confina ad Ovest con Aquila e Capricorno, a Sud con lo stesso Capricorno, il Pesce Australe e lo Scultore, a Nord con Delfino, Cavalluccio, Pegaso e Pesci, infine a Est coi Pesci e la Balena. Un allineamento utile è quello congiungente b ad a di Pegaso, che prolungato a sud verso Fomalhaut incontra i gruppi orientali degli astri d’Acquario. Una retta congiungente Enif (e Pegasi) con Diphda (b Ceti, anche detta "Deneb Kaitos"), dopo 15° incontra il centro dell’asterismo più caratteristico, quello configurante l’anfora celeste con una specie di "Y" larga e rovesciata: si tratta delle stelle h, g, p e z, quest’ultima al centro dell’anfora. Qualche grado ad W dell’anfora si trova a, dagli Arabi chiamata "SadalMelik" ("Favorita del Re"): i nomi degli astri d’Acquario sono in accordo con il significato di grande fortuna attribuito alla figura nei miti antichi. a Aquarii ha Mv=3.1, e tipo spettrale G1. A 10° verso W-SW, in direzione quindi di b del Capricorno, troviamo la b, detta "SadalSuud"="La fortunata per il mondo" (!); tale stella, di Mv=3.07 e spettro=G0, segnava con il suo sorgere eliaco l’inizio della stagione delle piogge, evento assai importante per la vita delle popolazioni mediterranee del passato… e anche del presente, ma la solita precessione degli equinozi non fa più coincidere i due eventi. Il braccio di Acquario che inizia con a e prosegue con b, termina 11° a W-SW con la e Aquari, detta "Albali" (la "buona fortuna di chi mangia"), stella con Mv=3.8 e spettro=A1, posta sopra il Capricorno. A Sud e a S-E della "Anfora" vi sono i già citati gruppetti di stelle, che nell’antichità venivano collegati per formare il getto d’acqua versato dall’anfora. Notiamo tra esse "Skat" ("Desiderio"), la d, di Mv=3.51 e spettro=A2. Tra le stelle della "Anfora", la g ha un nome: "SadalAchbia" ("fortunata della Tenda").
Stelle interessanti: L’astro centrale dell’Anfora, z Aqr, è una bella doppia fisica, con due componenti quasi identiche, di Mv=4.4 e 4.6 e spettro=F2 entrambe; la separazione, di soli 2", ne consiglia l’osservazione con rifrattori o riflettori con F > 1.5 metri. Tra le altre doppie, citerei la 94 Aqr, 11° a Est di Skat: ha componenti di Mv=5.3 e 7.5, separate da 13", una gialla e l’altra arancio. Sopra la 94 c’è il trio delle y1,2,3; la prima di esse è un sistema triplo del quale risulta visibile la componente più separata (50"), di Mv=8.5, anche con un binocolo 11x80. Tra le variabili, notevole è la R, nella parte orientale della figura: si tratta di una gigante rossa pulsante del tipo Mira, ma con fluttuazioni erratiche e imprevedibili, dovute al fatto che R è una stella "simbiotica", cioè è formata da un astro blu piccolo e denso, che circola entro l’atmosfera rarefatta di una gigante rossa. Al massimo di luminosità raggiunge la magn. 6.
Oggetti Celesti: L’Acquario si presenta abbastanza interessante, per gli oggetti del "profondo cielo". Apre la rassegna il noto ammasso globulare M2, che troviamo 5° a Nord di b Aqr, di M.Int.=6.4 e Diametro=12’; si rintraccia facilmente con un binocolo, ma è preferibile usare il telescopio, con ingrandimento da 30x a 60x. Accanto a n Aqr (1.5° a W) si trova una famosa nebulosa planetaria, la NGC 7009, detta "Nebulosa Saturno", poiché nelle foto mostra un aspetto che ricorda Saturno coi suoi anelli ben aperti; ha M.Int.=8 e D=25", quindi occorre usare un telescopio con almeno 100x e Æ > 60 mm. A 3° da NGC 7009, verso W-SW, troviamo poi l’ammasso globulare M72, molto meno vistoso di M2, di M.Int=9 e D=3’. Assai più interessante appare la famosa nebulosa planetaria "Helix", posta 8° a W-SW di Skat, nell’angolo che l’Acquario fa col Capricorno e il Pesce Australe. La sua sigla è NGC 7293, ha dimensioni 13’x15’, quindi molto grandi per tale tipo d’oggetto, e M.Int.=6.5 circa. A causa della sua bassa luminosità superficiale richiede un cielo buio e trasparente, ma se tale condizione è soddisfatta basta anche un binocolo da 10x50 per vederla.
NOTA: Per questioni redazionali ed "editoriali" la stesura e l’uscita del notiziario sono state ritardate di qualche settimana: perciò la scelta delle due costellazioni che qui compare riflette l’intenzione originaria di far uscire la nostra pubblicazione per l’inizio d’Ottobre. In effetti, se avessi previsto tale fatto, avrei piuttosto parlato di Pegaso e dei Pesci. Di ciò chiedo venia alle gentili lettrici e ai pazienti lettori.