IL CIELO AUTUNNALE

di Valerio Scarpa
Quello che stiamo per osservare in questo periodo è il cielo del "profondo autunno", vale a dire ciò che il firmamento mostra tra ottobre e novembre. E’ noto che molti astrofili trovano questa stagione meno interessante di altre: si vedono al massimo sei stelle di prima grandezza, di cui solo Fomalhaut può dirsi autunnale, e, in generale, il cielo appare meno ricco. Zone celesti abbastanza estese mostrano un diradamento degli astri, che spesso non raggiungono la 2° magnitudine: si veda quella tra Acquario e Pesci, per esempio. Eppure, proprio in quest’epoca la larga fascia opalescente della Via Lattea si mostra nelle migliori condizioni di presentazione: infatti, essa raggiunge presso Cassiopea la sua declinazione più settentrionale. Ho fissato come data di riferimento per le descrizioni che seguono quella del 30 ottobre, alle ore 21.30 TMEC.
Il Gran Carro si trova alla culminazione inferiore, proprio sotto la Polare, alcuni gradi sopra l’orizzonte a Nord. Volgendo a destra (ossia ad Est) lo sguardo, di 20-30 gradi, vediamo levarsi la poca brillante costellazione della Lince, seguita però ad Est dall’assai più appariscente Auriga, con Capella che già supera l’altezza di 33°; a N-NW di Capella, con buoni occhi possiamo rintracciare la Giraffa: essa sovrasta Perseo, in cui Mirfak si trova a 53° d’altezza dall’orizzonte Est. Più in basso si trova il Toro, con Aldebaran a 23° d’altezza, e scendendo verso l’orizzonte orientale troviamo le prime stelle di Orione che stanno sorgendo, con Bellatrix a 7° da esso; a destra troviamo sorgente l’Eridano. A destra delle Pleiadi, a Sud-Est, vediamo la testa della Balena, con Menkab a 30° d’altezza, e sopra si trova l’Ariete, con Hamal a 54°; un po’ sopra e a sinistra appare il Triangolo, ancora un po’ sopra e a destra del quale vedremo ben alta in cielo Andromeda; accanto ad essa è Pegaso, che sta passando al Meridiano. Sopra (in realtà a Nord) e a destra del celebre quadrilatero di Pegaso è collocata la piccola Lucertola, e a Nord di essa anche Cefeo è molto alta; pure Cassiopea si trova presso il Meridiano, con Chaph a ben 75° d’altezza: guardandola siamo di nuovo rivolti a Nord. Riportiamoci a Pegaso; sotto il quadrilatero, quindi ancora a Sud, si scorge la testa dei Pesci, a destra della quale, più bassa, fa mostra di sé l’Anfora dell’Acquario; sotto l’Acquario e a sinistra sta passando al Meridiano anche lo Scultore, anche se la sua a si trova a soli 14° d’altezza. A destra brilla Fomalhaut, sotto il getto dell’Acquario, a rappresentare i Pesci Australi: ricordo ancora che è l’unica stella "pienamente autunnale" di prima magnitudine, e tra l’altro presso il limite inferiore di luminosità; ancora a destra, un po’ più in altro passa il Capricorno, in pratica a Sud-Ovest. Continuando nella stessa direzione vediamo Altair nell’Aquila, a 29° d’altezza; sotto e ancora ad Ovest stanno tramontando lo Scudo e la Coda del Serpente; mentre sopra e a destra d’Altair sono la Freccia e la Volpetta, praticamente ad Ovest. Ancora sopra splende il Cigno, con Albireo a 38° e Deneb ancora a 58° di altezza: in questo momento la costellazione appare disposta come una croce posta in verticale, dando ragione al suo secondo nome di "Croce del Nord"; proprio 14° sotto d Cygni brilla Vega, a 35°, e sotto e a destra della Lyra sta per tramontare Ercole. A destra (cioè a Nord) di Vega, la testa del Dragone segnala la direzione del Nord-Ovest; guardando ora sotto, a ridosso dell’orizzonte geometrico tramontano le stelle settentrionali della Corona Boreale e di Boote, e un po’ sopra e a destra di quest’ultimo ritroviamo alfine il Gran Carro della Orsa Maggiore, dal quale eravamo partiti per la nostra perlustrazione celeste.
Un accenno agli oggetti notevoli. Quantunque gli astri che sono oggetto di particolare interesse per gli astrofili siano meno numerosi di altre stagioni, essi sono però molto noti. E’ proprio il cielo autunnale che conta le due stelle variabili più celebri: Algol in Perseo e Mira nella Balena; quanto alle galassie, è in questo periodo che ammiriamo agevolmente la più famosa, M31 d’Andromeda, senza trascurare di dare un’occhiata ad M33 nel Triangolo. Il cielo attuale non è ricco d’ammassi, ma anche ad occhio nudo possiamo vedere il bel doppio ammasso aperto di Perseo (NGC869 e 884), al quale s’aggiunge M34, nella stessa costellazione. Gli oggetti che mancano sono le nebulose rilevanti, ma non le planetarie, che in questa zona del cielo annoverano la Helix e la Saturno in Acquario, nonché la NGC246 della Balena. E vi sono alcune stelle doppie molto belle: la g Arietis, alias Mesarthim, scoperta già nel 1664, e la l dello stesso Ariete: quest’ultima si può sdoppiare anche con un binocolo; inoltre, veramente notevole è Almak (g d’Andromeda); per l’osservazione con il binocolo troviamo anche y1 dei Pesci, e nella stessa figura appare la z Psc, bell’oggetto per piccoli telescopi.

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